Human-computer interaction

Interfacce uomo-macchina e privacy: principi per un design responsabile



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La norma ISO 31700-2 fornisce linee guida per realizzare interfacce digitali capaci di rispettare e rafforzare la privacy degli utenti.

Pubblicato il 30 mag 2025



ai in italia hci per la privacy

La progettazione dell’interazione uomo-macchina (HCI per la privacy) secondo la norma ISO 31700-2:2023 rappresenta un passo fondamentale per garantire che i sistemi digitali rispettino i diritti degli utenti nella gestione dei dati personali. Questa guida tecnica si inserisce in un contesto normativo più ampio, offrendo strumenti per costruire interfacce trasparenti, prevedibili e gestibili, collegate strettamente alla tutela della privacy.

Progettazione HCI per la privacy secondo la ISO 31700-2

La sezione 4.4 dell’ISO 31700-2:2023, sebbene non sovrapponibile all’art. 25 del GDPR, offre un’analisi approfondita della progettazione dell’interazione uomo-macchina (HCI o Human-computer interaction) orientata alla privacy, delineando le linee guida necessarie per garantire che le interfacce supportino i diritti degli utenti (e non persone fisiche…) in merito alla gestione delle loro informazioni personali.

La ISO 31700-2:2023 rappresenta una milestone nella definizione di pratiche etiche e sicure nella progettazione dei sistemi digitali, stabilendo una base per un’interazione che sia trasparente, prevedibile e facilmente gestibile.

L’HCI orientata alla privacy non è solo una questione di protezione dei dati, ma deve essere progettata per supportare un’esperienza utente che favorisca la consapevolezza, il controllo e la sicurezza. Ogni interfaccia deve rispondere a tre obiettivi chiave: trasparenza, prevedibilità e gestibilità delle informazioni. L’intento è creare ambienti digitali che non solo proteggano la privacy degli utenti, ma che la promuovano attivamente, migliorando l’interazione tra l’uomo e la macchina in modo responsabile ed efficace.

Trasparenza nelle interfacce HCI per la gestione dei dati

La trasparenza è il principio che sta alla base di un design HCI che rispetti la privacy. Un’interfaccia progettata con trasparenza non solo deve consentire agli utenti di comprendere come i loro dati vengano raccolti, elaborati, conservati e condivisi, ma deve anche essere chiara riguardo ai rischi, alle limitazioni e alle implicazioni di ciascuna azione intrapresa. In un contesto in cui i dati personali sono una risorsa fondamentale, garantire che l’utente abbia il controllo totale su di essi è essenziale.

L’accessibilità delle informazioni sulla privacy è una componente cruciale di questa trasparenza. Gli utenti devono avere accesso immediato e semplice alle politiche relative ai dati personali, senza dover navigare in documenti complessi e tecnici. In aggiunta, notifiche chiare e contestuali devono essere fornite al momento dell’interazione, esponendo in maniera comprensibile e priva di ambiguità le implicazioni delle scelte fatte dagli utenti. Un altro strumento utile è l’integrazione di elementi visivi – come diagrammi, infografiche, e codici colore – che aiutano a semplificare la comprensione delle informazioni sulla privacy, riducendo al minimo la frustrazione degli utenti e potenziando la loro consapevolezza.

Inoltre, una componente essenziale della trasparenza è l’eliminazione dei dark patterns, ovvero quelle pratiche progettuali ingannevoli che cercano di manipolare le scelte degli utenti. Tecniche come il confirmshaming (ovvero far sentire gli utenti colpevoli per non prendere una determinata azione) o la pre-selezione automatica di opzioni invasive devono essere evitate con revisioni euristiche, test di usabilità e un approccio rigoroso all’etica del design.

Prevedibilità e coerenza nel trattamento dei dati

La prevedibilità è un altro pilastro fondamentale nella progettazione di interfacce HCI per la privacy. Gli utenti devono poter comprendere facilmente come il sistema tratterà i loro dati, e le loro azioni devono sempre produrre risultati che possano prevedere. Un’interfaccia prevedibile riduce l’incertezza favorendo una maggiore interazione dell’utente con il sistema.

L’interfaccia deve aderire al principio della consistenza, che implica che le strutture e le modalità di interazione siano uniformi in tutto il sistema. Questo approccio riduce il carico cognitivo, semplificando la navigazione e facilitando l’apprendimento del sistema. L’adozione di pattern familiari e convenzioni di design ben conosciute, come l’uso di pulsanti standardizzati o la disposizione e posizionamento dei menu, aiuta gli utenti a orientarsi facilmente nel sistema, riducendo il rischio di errori e di abbandoni della piattaforma.

Gestibilità e controllo degli utenti sui propri dati

La gestibilità è il terzo principio fondamentale. Un sistema HCI che rispetti la privacy deve consentire agli utenti di avere un controllo totale e granulare sui propri dati. Non basta che le informazioni siano trasparenti o prevedibili; gli utenti devono essere in grado di gestirle effettivamente.

Le opzioni di modifica e cancellazione dei dati devono essere semplici e accessibili, permettendo agli utenti di cambiare, limitare o eliminare i propri dati in pochi e rapidi passaggi. I pannelli privacy avanzati, che visualizzano in modo chiaro quali dati sono stati raccolti e quali permessi sono stati concessi, rappresentano un eccellente strumento per consentire un controllo continuo e in tempo reale.

Un’altra tecnologia emergente è la gestione del consenso basata su blockchain. L’utilizzo di smart contracts garantisce una tracciabilità sicura, immutabile e trasparente dei consensi dati dall’utente. Inoltre, la personalizzazione adattiva delle impostazioni di privacy, che varia a seconda del contesto e delle preferenze dell’utente, migliora ulteriormente l’esperienza utente, rendendo la gestione dei dati ancora più flessibile.

Accessibilità e inclusività nell’HCI orientato alla privacy

Un aspetto fondamentale che spesso viene trascurato riguarda l’accessibilità e l’inclusività delle interfacce HCI. Un design orientato alla privacy non deve essere solo funzionale, ma deve anche garantire che tutte le persone, indipendentemente dal loro livello di alfabetizzazione digitale o dalle eventuali disabilità, possano utilizzare i sistemi in modo efficace e sicuro.

Modelli di design universale devono essere adottati, che permettano alle interfacce di adattarsi alle esigenze di utenti con diverse capacità cognitive e fisiche, come l’adattamento automatico delle dimensioni dei caratteri, il contrasto dei colori e la disposizione del layout. Inoltre, il supporto multimodale – con alternative testuali, vocali o visive – garantisce che tutti possano avere accesso alle informazioni sulla privacy, indipendentemente dalle proprie preferenze o dalle limitazioni fisiche.

Le impostazioni di privacy dovrebbero essere dinamicamente adattabili in base al livello di competenza tecnologica dell’utente, in modo che anche gli utenti meno esperti possano navigare senza difficoltà, trovando la giusta configurazione in base alle loro necessità.

Verso interfacce uomo-macchina con l’utente al centro

La sezione 4.4 dell’ISO 31700-2:2023 fornisce un framework metodologico per lo sviluppo di interfacce uomo-macchina che rispondano alle esigenze di privacy degli utenti. Trasparenza, prevedibilità e gestibilità sono i principi cardine che guidano la progettazione di queste interfacce.

Tuttavia, l’implementazione di questi principi richiede una costante attenzione alla user experience, unendo la protezione dei dati alla necessità di un’interazione fluida e inclusiva. Attraverso un approccio progettuale che integra anche l’accessibilità e la personalizzazione, è possibile creare interfacce che non solo rispettino la privacy, ma che mettano l’utente al centro dell’intero processo, riducendo i rischi di manipolazione e promuovendo un ecosistema digitale responsabile e sicuro.

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