transizione energetica

Stop auto a benzina e diesel dal 2035, svolta epocale: ecco come sarà

Il divieto di vendita di nuove auto a benzina, GPL, diesel e metano a partire dal 2035 diventerà definitivo dopo il voto favorevole anche del Consiglio Europeo. Ma quale sarà l’impatto della decisione Ue sull’industria italiana e continentale? Sono più i rischi o le opportunità? La parola agli esperti

Pubblicato il 28 Giu 2022

Mirella Castigli

ScenariDigitali.info

Problemi nella filiera delle batterie: qual è il futuro delle auto elettriche

L’Unione europea sta mettendo nero su bianco gli obiettivi della transizione energetica nell’automotive. Dal 2035 non si produrranno più i motori endotermici. Il divieto diventerà definitivo dopo il voto favorevole anche del Consiglio Europeo, che comprende i capi di governo degli Stati membri della Ue.

Si tratta senz’altro di una sfida complessa – sono 70 mila i posti di lavoro a rischio – ma anche di una grande opportunità per l’Italia e l’Europa.

Abbiamo parlato con alcuni esperti per comprendere meglio questo passaggio epocale, che sancisce il tramonto di un mezzo di trasporto che ha segnato un secolo di storia e fornire alcune proposte per evitare che la transizione riduca la competitività dei produttori europei ma, anzi, diventi un cambiamento paradigmatico in grado di portare benefici a tutti, aziende, cittadini e Pianeta.

Energie rinnovabili, quanto sono mature le tecnologie: il punto

Auto a zero emissioni e transizione energetica: dall’Ue una svolta d’avanguardia

Il Parlamento Europeo ha dunque votato a favore dello stop ai motori a combustibili fossili dal prossimo decennio circa, per raggiungere la neutralità climatica ovvero le emissioni zero nella UE. Infatti, la transizione all’elettrico e alle tecnologie in via di sviluppo nell’Automotive comporta anche la transizione energetica, per sfruttare energie rinnovabili e costruire una filiera green.

“La decisione presa dall’Unione Europea se approvata in via definitiva” afferma Enrico Pisino, Ceo del Competence Center Nazionale CIM4.0, “rappresenta indubbiamente una svolta d’avanguardia sotto il profilo non solo ambientale, ma anche sociale e culturale, un indirizzo comunitario che non può che diventare di ispirazione verso altri Paesi extra europei”.

Stop alle auto a benzina e diesel dal 2035

Stop alle auto a benzina e diesel dal 2035

Guarda questo video su YouTube

“Il 2035 è dietro l’angolo”, continua Enrico Pisino, “e se da una parte è fondamentale salvaguardare gli interessi del Pianeta, dall’altra occorre comprendere che una decisione di questa portata avrà forti ripercussioni nei confronti dell’industria automotive europea“.

Ma il divieto di vendita di nuove auto a benzina, diesel, GPL e metano a partire dal 2035, comporta la fine dell’epoca dei motori a combustione interna. L’Europarlamento ha bocciato la posizione fortemente critica, ma minoritaria, del governo italiano. L’Italia, infatti, era contraria al provvedimento, tanto da proporre l’uso dei biocarburanti per allungare la vita ai motori endotermici. Ma al contempo, il Parlamento europeo ha bocciato la proposta di limitare al 90% l’obiettivo di ridurre la CO2, per limitare l’impatto sull’economia. Ormai il dado è quasi tratto.

Al centro dell’emendamento di Bruxelles è l’obbligo da parte delle case costruttrici di tagliare del 55% la produzione di veicoli endotermici entro il 2030, per ottenere un parco circolante totalmente a zero emissioni nel 2050. Del resto, il settore dei trasporti emette il 30% dell’anidride carbonica complessiva in Europa, di cui il 72% dipende solo dal trasporto stradale, secondo quanto ha dichiarato l’Agenzia europea dell’Ambiente nel 2019.

Mobilità intelligente, perché è una leva per città più sostenibili

“Sono stupito che tutti assieme ci si sorprenda” continua l’ingegner Pisino, “dal momento che è da tempo che si parla in contesti politico-istituzionali di avviare concretamente una transizione energetica nel settore automobilistico. Inoltre, industrialmente si stanno considerando le soluzioni più adeguate a gestire tale cambiamento”.

Gli elementi chiave della transizione energetica dell’automotive

“Le evoluzioni, dunque, si possono tradurre in opportunità”, continua Pisino, “occorre però essere allineanti e perseguire una direzione industriale. Questa, infatti, non può essere tradotta solo in usi e applicazioni di soluzioni tecnologiche moderne e sostenibili. Ma serve una fortissima connessione con le filiere e la logistica, senza dimenticare l’impianto normativo. Infatti, esso ha il compito di regolare lo sviluppo di tutte le infrastrutture necessarie per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e una distribuzione capillare”, continua il Ceo del Competence Center Nazionale CIM4.0.

Naturalmente è una sfida importante per l’industria europea: complessa e costosa. Tuttavia, i vantaggi sono innumerevoli. “Un esempio di evoluzione che ha generato un forte cambiamento negli ultimi anni”, sottolinea Pisino, “ha riguardato per esempio la sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro o la sicurezza degli stessi su mezzi di trasporto: ci sono stati extra-costi, tanti sacrifici, ma il risultato complessivo prodotto è stato un innalzamento dell’indice di protezione dei lavoratori con inevitabili benefici per l’intera collettività. Oggi a livello europeo su questo tema abbiamo raggiunto standard molto elevati anche grazie alle nuove tecnologie che sono nate e sono state applicate diventando un esempio globale di competitività”.

I due principali ostacoli

“Nell’ambito della transizione energetica nel settore automotive – continua il Ceo del CIM40 –  osserviamo due principali ostacoli e/o rischi per la nostra industria“, mette in guardia Pisino.

“C’è un primo tema riguardante l’approvvigionamento delle materie prime, dalla supply chain fino al recupero in una logica di economia circolare. L’Europa, con le tecnologie attuali appare in questo momento ancora in difficoltà. Serve ripensare alla fornitura delle materie prime, ma soprattutto anche all’opportunità di un recupero e riutilizzo delle stesse, secondo una logica di economia circolare. Sono pratiche in cui i paesi europei hanno dimostrato non solo di credere ma anche di saper gestire”.

Le vendite di veicoli elettrici sono aumentate del 120% nel 2021, ma è probabile che le interruzioni della catena di fornitura globale rallentino questo tasso di crescita. La carenza di minerali utilizzati per le batterie peggiorerà la situazione. La Russia, ad esempio, sottoposta a pesanti sanzioni, produce un quinto del nichel di alta qualità utilizzato in alcune batterie ev. E sebbene la rete di ricarica per i veicoli elettrici si stia espandendo rapidamente, in molti Paesi non sarà né estesa né intelligente a sufficienza per gestire il carico supplementare sulla rete entro il 2030 per caricare i 250 milioni di veicoli elettrici necessari per essere in linea con le emissioni nette zero entro il 2050, nell’improbabile caso in cui il mondo raggiunga tale obiettivo. Il percorso verso la piena adozione dei veicoli elettrici ha molti ostacoli davanti a sé.

“Il secondo tema, che assume i connotati ancora di un freno se parliamo di un cambiamento a impatto zero, riguarda la disponibilità dell’energia green: se per ottenere energia elettrica utilizziamo gas, petrolio o addirittura carbone, il risultato è praticamente nullo, anzi peggiorativo in termini di emissioni di anidride carbonica. Dobbiamo quindi garantire in modo coordinato e sincrono, l’uso dell’energia elettrica da fonti rinnovabili nell’ambito del trasporto: bisogna organizzarsi in fretta, siamo già in ritardo”.

Attualmente, secondo l’ingegner Pisino sono molto più avanti i costruttori d’auto rispetto ai provider dell’energia “che dovranno non solo produrre ma anche distribuire l’energia elettrica. C’è da chiarire quindi come sarà possibile garantire questa sincronia e se il 2035 è l’anno giusto anche sul fronte della disponibilità di energia elettrica da fonti rinnovabili”.

La difesa dei mercati nella UE

“Come Europa esiste un’altra necessità che può rappresentare un’opportunità da cogliere: difendere i nostri mercati, ovvero proteggere le nostre filiere industriali da quei player industriali che operano in aree del mondo dove non si rispettano le regole del gioco, sia sotto il profilo ambientale che della sicurezza. Bisogna abilitare solo quei prodotti o servizi realizzati da Paesi che rispettano i lavoratori e garantiscono i limiti di impatto ambiente: dunque, molto banalmente, dovremmo permettere l’import solo di prodotti che seguono le stesse regole che imponiamo in Europa“.

Inoltre, “è necessario disegnare un ecosistema aperto e condiviso capace di essere all’altezza di una decisione ormai presa ovvero la fine della produzione dei motori endotermici a partire dal 2035. Attualmente vale la pena segnalare che noi europei siamo responsabili del 20% dell’emissione complessiva della CO2. Quindi, è necessario convincere anche gli altri Paesi (responsabili degli altri 4/5 di emissioni di anidride carbonica) a seguire l’Europa su questa strada perché l’obiettivo di contenere le emissioni riguarda l’intero Pianeta e non solo noi europei”, sottolinea Pisino.

Il salvataggio dei piccoli dell’Automotive

L’Europarlamento ha deciso di “salvaguardare” i piccoli produttori, come le aziende della Motor Valley italiana. Infatti, in base a un emendamento del PPE, si stabilisce che per le produzioni inferiori alle 10 mila unità, le case potranno ancora vendere le loro automobili fino al 2036 (regola che si applica anche ai produttori di furgoni con produzioni inferiori ai 22 mila veicoli annui), senza dover ridurre del 55% del 2030 imposto ai produttori di maggiori volumi di vetture.

Infatti, è molto importante supportare l’intera filiera produttiva dell’auto europea composta da tantissime micro, piccole e medie imprese che già ad oggi hanno difficoltà a gestire la transizione digitale dell’Industria 4.0.

“Tutta la filiera deve reagire – spiega Pisino – con una velocità sincrona. Le PMI necessitano quindi di particolare attenzione e le azioni agite con il PNRR dovranno tenere in considerazione molteplici fabbisogni. Servono competenze e supporto alla trasformazione digitale ed ecologica.

Ad esempio, è indispensabile che le imprese dello stampaggio si aprano anche ad altre filiere, per esempio le batterie. Di conseguenza, le grandi imprese devono adeguare, trasformare e rinnovare ove è necessario la relativa supply chain, PMI comprese. Più difficoltà invece avranno i fornitori del Powertrain tradizionale, che dovranno anche considerare l’abbandono di alcune loro tecnologie core”.

Insomma “l’intera filiera sarà coinvolta”, conclude Pisino, “in una vera e propria rivoluzione organizzativa e tecnologica: si dovranno sviluppare processi industriali efficienti sotto il profilo dei consumi energetici, ampliare il portfolio prodotti anche con azioni di re-shoring, formare tutti i lavoratori e professionisti dallo sviluppo prodotto alla produzione sino alla gestione delle officine di manutenzione”.

L’Automotive rende la rete elettrica protagonista: una sfida e un’opportunità

Più ottimista è invece Daniele Invernizzi, fondatore del Tesla Owners Club Italy-Ticino e San Marino, con base a Milano. “Come italiani abbiamo in mano una grandissima opportunità”, afferma Invernizzi. “Opportunità sotto il profilo della capacità di lavoro, enorme specializzazione e filiera circolare come non c’è mai stata nel settore Automotive”.

“Non parliamo di proiezioni, ma di qualcosa già attuale: l’auto entra a far parte della rete elettrica, in un contesto molto più ampio. Ma l’auto elettrica è un anello imprescindibile nella filiera dell’energia rinnovabile. Noi italiani dobbiamo dunque concentrare le nostre capacità e le nostre ‘teste’ che sono già abituate a lavorare sull’energia in epoche non sospette. Infatti, parliamo degli anni in cui i cittadini erano proprietari della centralina elettrica. L’Italia ha già oggi una delle reti elettriche più robuste d’Europa e delle migliori al mondo”.

Inoltre, “dobbiamo staccarci dalla mentalità di un Automotive dipendente da balzelli, fornitori, per entrare in un approccio che vede la rete elettrica protagonista“.

Invernizzi vede il divieto dei motori a combustibili fossili dal 2035 come un’opportunità, anche per merito della rete elettrica tricolore, in grado di sostenere la transizione, già da oggi.

“Da due mesi sto collaborando con Stellantis”, continua Invernizzi, “e vedo che il limite dell’Automotive è lo sviluppo delle batterie. Invece la rete elettrica è già pronta a ospitare le auto elettriche, grazie agli ammodernamenti frutto di decine di miliardi di investimenti da parte di Enel, e analoghi investimenti da parte di Terna, fra le aziende leader nella digitalizzazione della rete elettrica”.

A che punto siamo in Italia

Inoltre, la transizione energetica alle rinnovabili è fondamentale, ma “peggio del motore a combustione non c’è nulla”, sottolinea Invernizzi, secondo il quale, “se usassimo anche il carbone per produrre elettricità con cui alimentare l’auto elettrica, saremmo comunque più green – dal punto di vista delle emissioni globali, oltreché locali – rispetto all’uso delle auto tradizionali” a benzina, GPL, metano e diesel.

“Anche le Super charge”, comunque, conclude Invernizzi, “acquistano energia elettrica al 100% certificata rinnovabile e finanziano solo aziende energetiche a fonti rinnovabili. Significa che se aumentiamo le stazioni di ricarica, dobbiamo costruire nuovi impianti”, sempre in ottica sostenibile.

Infine, “le nostre autostrade stanno installando, al ritmo di venti/trenta cantieri aperti contemporaneamente, infrastrutture di ricarica ad altissima potenza. L’Italia si appresta ad essere un faro anche sotto questo punto di vista. Finalmente il nostro Paese è sulla strada per essere all’avanguardia nella transizione energetica dell’Automotive”.

I cambiamenti climatici ci obbligano alla transizione energetica

La decisione dell’Europarlamento va dunque nella direzione giusta: le opportunità superano le criticità. E inoltre “rientrava nel Pacchetto Fit-for-55 della Commissione europea”, commenta Luigi di Marco, segretario AsVis (Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile): “I punti di criticità sono due: chi è contrario non ha capito la dimensione del problema”, mentre il Po è senz’acqua a causa della siccità di una primavera bollente. In secondo luogo, “c’è troppa ideologia in chi formula queste critiche”.

“Inoltre, non dobbiamo subire i cambiamenti, come ora succede con le minacce di Putin sul gas: dobbiamo agire prima, in previsione, facendo qualcosa di buono per la collettività, assumendoci la volontà di cambiare”.

“L’Europarlamento ha già migliorato la proposta della Comunità europea, ora dobbiamo fare la nostra parte, aprendo il dialogo con tutti i portatori d’interesse, facendo ricerca e sviluppo, economia circolare, regolamenti per le batterie. Bisogna avere la capacità di affrontare il cambiamento”.

Infine, l’importante è che l’Europa protegga i propri mercati da chi non tutela l’ambiente e le condizioni di lavoro degli operai delle filiere dell’Automotive e dell’energia. Infatti, “l’Unione europea deve applicare regole a chi non le segue. La direttiva deve decidere che chi commercia con noi deve rispettare le nostre regole“, sia sul clima che sul lavoro. Non dobbiamo frenare il cambiamento, ma coglierne finalmente le opportunità, “dialogando con le imprese, per chiedere loro di cosa hanno bisogna per la transizione energetica dell’Automotive”. Questo è il giusto dialogo da instaurare con Confindustria e con tutti gli stakeholder delle filiere coinvolte, come del resto ci ha spiegato anche l’ingegner Pisino.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati