L’Italia entra nella fase decisiva di evoluzione dell’identità digitale, con SPID e CIE che preparano il terreno al wallet digitale europeo. Le nuove convenzioni siglate da AgID con i gestori SPID garantiscono continuità al sistema, mentre norme, investimenti e nuovi casi d’uso iniziano a delineare la prossima generazione di servizi digitali per cittadini e imprese.
Indice degli argomenti
Le nuove convenzioni AGID-SPID: durata e obiettivi strategici
Le nuove convenzioni stipulate da AGID con i gestori SPID sanciscono un prolungamento della gestione del Sistema Pubblico di Identità Digitale per i prossimi quattro anni, con possibilità di estensione fino a 36 mesi, garantendo continuità e sostenibilità economica del servizio.
Queste convenzioni ribadiscono il ruolo strategico di SPID, che nel 2024 ha raggiunto oltre 41 milioni di utenti (di cui circa 35 milioni realmente attivi) e con più di 1,2 miliardi di autenticazioni previste per fine 2025, confermando un aumento costante nell’adozione di identità digitali.
Cosa prevedono gli accordi: sicurezza e sostenibilità economica
Le nuove convenzioni, firmate da AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale e i gestori rappresentati da Assocertificatori, sono nate per garantire la sicurezza, l’innovazione e la sostenibilità operativa del sistema SPID. Si prevede che gli investimenti e i costi sostenuti dai gestori vengano riconosciuti per mantenere elevati standard di affidabilità e assistenza ai cittadini e alle pubbliche amministrazioni.
Gli accordi assicurano continuità nel servizio e un quadro stabile per la gestione delle identità digitali, permettendo di superare momenti di incertezza e di comparsa di identità concorrenti.
Inoltre, “AGID si impegna a individuare la fonte di finanziamento, per tutta la durata della Convenzione, legata ai costi che i gestori sostengono per gestire le autenticazioni sui fornitori dei servizi di natura pubblica.”
I vantaggi delle convenzioni e le criticità da monitorare
- Continuità e stabilità: La durata pluriennale delle convenzioni elimina l’incertezza sulle future piattaforme SPID.
- Sostenibilità economica: Viene rimarcata la necessità di riconoscere e supportare economicamente i gestori, tenendo conto dei grandi investimenti in infrastrutture e assistenza.
- Affidabilità e sicurezza: Si sottolinea l’importanza di un sistema sicuro e assistito, fondamentale per la fiducia di cittadini e imprese nelle identità digitali.
Difetti e criticità
- Possibile aumento dei costi indiretti: Nonostante l’assenza di costi per gli utenti, il modello di sostenibilità potrebbe indurre i gestori a modificare tariffe o condizioni commerciali ai servizi privati collegati a SPID; ad esempio alcuni gestori hanno già definito il canone annuale (Infocert, Aruba), altri hanno deciso che l’identità sarà per sempre gratuita (Lepida), e altri ancora non hanno ancora preso una decisione definitiva (Poste)
- Rischio di conflitti tra gestori: La convivenza di più provider, se non regolamentata, potrebbe dare origine a difficoltà nella gestione dell’interoperabilità e nell’esperienza utente.
- Vincoli di innovazione: Le convenzioni tradizionali potrebbero limitare la rapidità con cui nuove tecnologie e protocolli possono essere integrati nel sistema.
Numeri e diffusione: i dati aggiornati sulle identità digitali
- Identità SPID rilasciate: 41 milioni, di cui circa 35 milioni identità SPID attive, con più di 1 miliardo di accessi anno previsti per il 2025
- SPID risulta assente nei minori di 18 anni, e poco diffuso nella fascia over 75 anni, e inoltre ci sono disomogeneità a livello territoriale (minore diffusione al Sud e nelle isole). Il miglioramento dei dati di questi 2 target rappresenta dei punti di miglioramento presenti nelle convenzioni SPID (ES: monitoraggio da parte del Difensore Civico digitale del rispetto dell’articolo 64 comma 3-bis per l’accesso al Registro Elettronico Scolastico e gli altri servizi che gli istituti scolastici offrono ai minori.
- CIE rilasciate: 55 milioni (94% popolazione), di cui 48,5 valide; 9,1 milioni accede ai servizi online con CIE, di cui il 19% sono maggiorenni, si prevede che gli accessi con CIE saranno circa 100 milioni entro fine 2025.
- Circa 7 milioni hanno attivato i propri documenti su App IO.
Il dibattito sui costi: canone annuale o gratuità permanente
Alcuni gestori (Infocert, Aruba) hanno già previsto un canone annuo per i propri utenti SPID, il gestore più diffuso – Poste Italiane, con più del 70% del mercato – non ha ancora preso una decisione; invece Lepida – società in house della Regione Emilia-Romagna – ha dichiarato fin dall’inizio che l’identità SPID rilasciata sarebbe stata per sempre gratuita.
- Anche un canone modesto può però essere percepito come un cambiamento significativo dal punto di vista dell’utente, specialmente se fino ad oggi il servizio era completamente gratuito: questo può generare resistenza, abbandono o il passaggio a gestori che rimangono gratuiti.
- Se solo alcuni provider introducono il canone, mentre altri restano gratuiti, può venir meno l’equità fra utenti (chi sceglie un provider gratuito ha costi zero, chi sceglie uno a pagamento ha un onere) — questo può creare dinamiche di mercato in forte oscillazione.
- Vi è il rischio che il canone venga percepito come “monetizzazione” di un servizio che è parte dell’infrastruttura nazionale di identità, con riflessi reputazionali, specialmente considerando che lo Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) raccomanda che l’identità digitale debba essere accessibile e non discriminante.
- Se il canone viene introdotto senza miglioramenti percepibili nell’esperienza utente o nel servizio (es. livelli di sicurezza avanzata, funzionalità premium), si rischia di generare insoddisfazione o abbandono.
Canone SPID e transizione verso il wallet: opportunità e rischi
Implicazioni per la transizione verso il wallet
- L’introduzione di un canone rappresenta una forma di “preparazione economica” al fatto che il modello di identità digitale sta evolvendo: se si anticipa che lo IT‑Wallet sarà il futuro, la fase intermedia – tra SPID “storico” e wallet – richiede che la filiera sia economicamente sostenibile.
- Tuttavia, se lo SPID diventa a pagamento per molti utenti, aumenterà la pressione perché il wallet arrivi quanto prima: gli utenti potranno ritenere “ingiusto” dover pagare per SPID mentre un futuro wallet (potenzialmente gratuito) è annunciato. Ciò potrebbe accelerare la domanda e l’adozione del wallet stesso.
- Per gli Identity Provider, introdurre un canone può essere visto come un modo per sopravvivere fino al passaggio al wallet, ma anche come un rischio: se il wallet dovesse arrivare più rapidamente del previsto (es. entro il 2026 più che la previsione), i provider che hanno appena introdotto un canone rischiano di perdere utenti verso soluzioni “wallet-first“.
Cosa cambia per il cittadino, in pratica
- Le convenzioni non impongono un canone agli utenti.
Le regole SPID prevedono che l’uso dell’identità digitale per accedere ai servizi online di PA e privati resti gratuito per i cittadini; eventuali costi riguardano i servizi di riconoscimento o le politiche commerciali dei singoli gestori. - Il canone dipende dalle scelte dei provider, non dallo Stato.
Alcuni gestori hanno introdotto un costo annuo di rinnovo:- InfoCert: dal 28 luglio 2025, rinnovo dello SPID personale con canone di 5,98 € l’anno (IVA inclusa).
- Aruba: SPID Aruba ID personale gratuito il primo anno, poi rinnovo a 4,90 € + IVA l’anno (circa 5,98 €).
- La maggior parte delle identità è oggi presso un gestore ancora gratuito.
Poste Italiane ha rilasciato circa il 70% delle identità SPID (oltre 28 milioni su circa 40 milioni attive), mantenendo finora la gratuità del servizio. - Possibile evoluzione: verso un canone anche per Poste, ma non ancora deciso.
Diverse fonti indicano che Poste Italiane sta valutando un canone annuo di circa 5 € per SPID, ma si tratta di un’ipotesi in analisi e non di una tariffa già in vigore.
In sintesi, nel quadro attuale il pagamento riguarda soprattutto chi ha scelto provider che hanno già introdotto un canone; per la maggioranza delle identità, ancora ospitate presso gestori gratuiti, il pagamento diventerà un tema concreto solo se anche questi ultimi adotteranno un modello a tariffa.
Redazione
Il wallet digitale europeo: caratteristiche e roadmap 2026
Il Wallet, basato sul regolamento eIDAS2, punta a creare un sistema di identità digitale più evoluto e interoperabile, in cui l’utente possa gestire autonomamente informazioni e credenziali digitali anche da dispositivi mobili.
Questo nuovo paradigma potrebbe:
- Sostituire o integrare SPID, offrendo modalità di accesso più rapide e sicure, ad esempio utilizzando la CIE per l’accesso – e su questo molto deciderà l’esperienza utente;
- Facilitare l’interoperabilità europea delle identità digitali, come appunto previsto dai Regolamenti Europei;
- Rallentare la crescita di SPID nell’uso quotidiano per i servizi pubblici, a condizione però che nel wallet siano già disponibili tutti i servizi che ora sono online e a cui si accede tipicamente tramite un sito web;
- Introdurre nuove sfide in termini di sicurezza, privacy e gestione degli standard.
Implementazione e casi d’uso del wallet: tempistiche e credenziali
L’avvento del Wallet digitale, attualmente in fase di test e previsto per l’implementazione nazionale entro fine 2026, rappresenta il futuro dell’identità digitale in Italia ed Europa; in estate sono stati pubblicati i provvedimenti tecnici di attuazione (ARF), e alla fine del 2026 è prevista la certificazione dei wallet europei, al fine di verificare che tutti i sistemi predisposti dai Paesi Europei rispettino le specifiche tecniche (ARF) e garantiscano gli stessi livelli di servizio.
I partner – pubblici e privati – dovranno accettare EUDI Wallet come strumento di “transazione” entro il 31/12/2027.
L’ultimo step sarà quello di individuare dei casi d’uso che possano permettere in tempi brevi la diffusione del wallet nel pubblico, in modo da diffonderne l’utilizzo.
Il focus è sui pagamenti digitali, viaggi e mobilità, immatricolazione dell’auto e altri casi che riguardano il settore privato.
È in corso l’Integrazione di credenziali a disposizione sul wallet:
- carta dello studente
- carta di circolazione
- certificato di disoccupazione
- certificati professionali
Il Garante Privacy ha già dato parere positivo per la sperimentazione dei nuovi dati da mettere a disposizione degli utenti.
Partecipano al progetto anche altri Stati che non fanno parte dell’Unione Europea, ma ugualmente ne utilizzano già gli standard (ES: Ucraina, Georgia).
In che cosa il wallet digitale migliorerà l’esperienza rispetto allo SPID “classico”
Il wallet digitale è pensato come un portafoglio di identità e credenziali, non solo come una “chiave di accesso” ai siti.
I principali miglioramenti attesi sono:
- Maggiore controllo sui dati condivisi
L’architettura del wallet introduce in modo strutturale la selective disclosure, cioè la possibilità di condividere solo gli attributi necessari (per esempio “maggiorenne sì/no”) invece dell’intero set di dati anagrafici, con meccanismi pensati per ridurre tracciabilità e correlazione delle transazioni. - Un solo portafoglio per più documenti
Il wallet potrà contenere dati di identificazione personale e attestazioni elettroniche di attributi (documenti, qualifiche, titoli, abilitazioni), utilizzabili in tutti gli Stati membri. - Esperienza d’uso più integrata sullo smartphone
L’IT-Wallet è progettato come app mobile nazionale, da usare per autenticarsi e presentare credenziali in contesti reali e online, con un’interazione più vicina alle normali modalità di sblocco del dispositivo (PIN, fattori locali, biometria) rispetto a combinazioni di password e OTP tipiche di SPID. - Riconoscimento a livello europeo
Il regolamento eIDAS 2 impone a ogni Stato membro di rendere disponibile almeno un EUDI Wallet e di accettare quelli rilasciati dagli altri Paesi; entro fine 2026 tutti gli Stati dovranno offrire un wallet, mentre gran parte dei servizi pubblici e di alcuni settori privati ad alto impatto dovrà accettarlo entro i tre anni successivi. Wikipedia+2Agenda Digitale+2 - Integrazione progressiva di documenti nazionali
La sperimentazione dell’IT-Wallet avviata in Italia prevede l’integrazione graduale di credenziali già digitalizzate (come patente, tessera sanitaria, attestazioni di disabilità e altri documenti), con l’obiettivo di concentrare in un unico strumento ciò che oggi è distribuito tra più app e sistemi.
In termini pratici, SPID rimane soprattutto un sistema di autenticazione, mentre il wallet digitale è progettato come un vero portafoglio di identità e attributi, riutilizzabile in Italia e in Europa, con meno frammentazione di credenziali, maggiore controllo sui dati e un’integrazione più stretta con i servizi digitali quotidiani.
Il ruolo di SPID nell’evoluzione verso il wallet nazionale
SPID è inserito a pieno titolo nell’utilizzo del wallet: nell’atto aggiuntivo alla Convenzione sottoscritto di recente, agli Identity Provider è riconosciuto un ruolo “nel consolidamento del sistema SPID e nella sua progressiva evoluzione verso soluzioni di wallet nazionale ed europeo, garantendo che le stesse siano aperte ad operatori di mercato, con pari valore legale delle soluzioni pubbliche e senza limitazioni rispetto a queste ultime, anche con riferimento agli attributi di natura pubblica che potranno contenere (tra i quali i documenti di identità e la patente di guida) e che i Gestori possano evolvere progressivamente il proprio ruolo, anche per valorizzare pienamente il contributo fornito allo sviluppo dello SPID”
Le future linee guida AgID – attese entro la fine del 2025 – forniranno regole precise per garantire la sicurezza, l’interoperabilità e la conformità normativa dell’intero sistema, definendo i requisiti tecnici per i fornitori pubblici e privati che desiderano offrire i loro wallet accreditati.
L’Italia è pronta: percezione e adozione del wallet digitale
Secondo un’indagine dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, il 97% del campione intervistato possiede già un’identità digitale (Italia), percentuale maggiore rispetto a Spagna, Francia e Germania.
Si può quindi dire che l’Italia appartenga al cluster “Livello avanzato – Wallet ready“.
Si parte già da una base consolidata di servizi online, occorre accompagnare la transizione dai servizi digitali al wallet; occorre lavorare sull’interoperabilità dei dati e sulla verifica immediata, portando un reale miglioramento all’esperienza d’uso degli utenti.
Quindi la sfida è migliorare l’esperienza utente, risolvendo dei problemi concreti, e trovare i casi d’uso che possano trainare l’utilizzo del nuovo “borsellino elettronico“.
L’arrivo del Wallet richiederà una transizione graduale, supportata dalle nuove convenzioni AGID, che dovranno adattarsi alla normativa e alle nuove tecnologie.
Gestori e pubblica amministrazione saranno chiamati a una stretta collaborazione per integrare questi strumenti, mantenendo l’efficienza e la facile accessibilità alle identità digitali per tutti i cittadini.
In sintesi, la firma delle nuove convenzioni SPID da parte di AGID rappresenta una tappa fondamentale per la solidità e la continuità del sistema di identità digitale italiano nel breve e medio termine, mentre il Wallet digitale apre le porte a una rivoluzione attesa entro il 2026, con un potenziale impatto profondo sui servizi digitali e sulla vita quotidiana degli utenti.











