l'analisi

Dietro i problemi Apple e Samsung c’è una grossa crisi dell’innovazione, ecco perché

Cosa c’è davvero dietro il calo delle vendite di smartphone? La corsa al nuovo modello ogni pochi mesi sembra essersi esaurita e le cause sono da ricercarsi nella maturità di una tecnologia che sembra avere poco altro di nuovo da offrire ma anche nella “crisi” del software e degli umanisti

Pubblicato il 11 Gen 2019

Giovanni Salmeri

Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Apple Epic

I consumatori non sembrano  più disposti a cambiare smartphone alla velocità che i produttori vorrebbero imporre con il loro martellante ritmo di nuovi modelli dai costi (spesso) spropositati rispetto alla novità offerte. Ma basta questo per spiegare il recente ribasso delle stime da parte dei due leader del settore, Apple e Samsung? Di fondo c’è anche dell’altro: una tecnologia che sta raggiungendo la maturità, la crisi del software (già evidente dagli anni ’80, in un certo qual modo). Ma non è solo questo il punto. Cerchiamo di capire meglio.

La notizia

La notizia ha raggiunto le prime pagine dei giornali: Apple è stata costretta a rivedere al ribasso le sue stime, il ricavato nei prossimi mesi sarà molto più basso del previsto. C’è perfino chi, estrapolando i dati, ne ha dedotto che la Apple si trova di fronte ad un bivio: o rinnovarsi, oppure scomparire, ripetendo il triste fato della Nokia, che nel giro di qualche anno divenne l’ombra di sé stessa dopo essere stata alla testa indiscussa delle classifiche di vendita dei cellulari. Qualche giorno dopo, è stata la volta della Samsung: praticamente la stessa identica notizia. Non vogliamo qui ripercorrere le analisi che attribuiscono l’attuale flessione ad un insieme di concause difficili da dominare. Ci vogliamo soffermare su uno solo di questi motivi, che merita qualche considerazione in più: la crisi, è stato detto, deriva anche dal fatto che le persone sono più propense a mantenere il proprio telefono per più tempo, senza cambiarlo inutilmente.

La diagnosi è giustissima, soprattutto in questi tempi di non florida economia, e mi sorprenderei se dirigenze così competenti siano state colte davvero alla sprovvista. Basta sfogliare distrattamente recensioni dell’ultimo anno per notare il montare di considerazioni simili nei confronti di tutti i principali attori del mercato. Ne ho una sotto gli occhi: è la stroncatura di un modello di punta venduto attorno al migliaio di euro. Il recensore ne nota impietosamente i difettucci per poi concludere: certo, è pur sempre un ottimo apparecchio che fa benissimo tante cose, ma ormai anche quelli che costano 100 euro lo sono. Voto complessivo: quattro su dieci.

I commenti della dirigenza della Apple addebitano la colpa delle scarse vendite degli ultimi modelli alla possibilità di cambiare la batteria, a prezzi stracciati, ai modelli vecchi: ma sorvolano sul piccolo particolare, a tutti noto, che tale possibilità è stata concessa per sfuggire all’accusa alquanto grave di limitare artificialmente l’uso di telefoni «vecchi» di appena qualche mese. Insomma, che i nuovi modelli non fossero poi così attraenti lo si sapeva benissimo fin dall’inizio. Ma allora che cosa è successo?

La prima risposta che bisogna dare è che, semplicemente, è accaduto ciò che accade ad ogni tecnologia che sta raggiungendo la maturità. Le forchette più antiche ritrovate risalgono all’età del bronzo: ebbene, sono passati più di quattromila anni e sostanzialmente nessun avanzamento tecnologico vi è stato introdotto.

Se l’esempio pare troppo arcaico, parliamo dei lettori di CD: sono stati introdotti 36 anni fa e in tanto tempo non hanno subìto nessuna modifica sostanziale. Si potrebbe dire che oggi sono in gran parte sostituiti dalla musica «liquida», il che è vero: ma essa ha modificato solo la modalità di immagazzinamento, non la tecnologia digitale soggiacente. Quando nel 1999 si tentò di soppiantare i CD con un formato «superiore», i SACD, il fallimento fu epico malgrado la martellante pubblicità: era difficile migliorare un formato che aveva già la capacità di riprodurre perfettamente tutto lo spettro udibile. Chi ragionevolmente poteva investire quantità ingenti di denaro per avere anche gli ultrasuoni, cioè frequenze per definizione non udibili? Il punto insomma è questo: ogni tecnologia serve ad uno scopo umano. Finché la mano e la bocca sono queste, la forchetta è perfetta; finché il timpano è questo, il CD è perfetto. Non è anzi necessario raggiungere la perfezione: basta che, come amano dire gli americani, qualcosa sia good enough, soddisfaccia cioè un vero bisogno tanto bene che un cambiamento sia più sgradevole (anche solo per il portafoglio) di quanto è grande il vantaggio a cui alla fine esso porterebbe. Elementare psicologia: nessuno affronta un trasloco per avere una casa con un metro quadrato di più.

La crisi del software

Ciò tuttavia non spiega tutto. In fondo, grandi progressi sono avvenuti anche quando pareva che gli strumenti esistenti non lasciassero nulla a desiderare (quelli della mia generazione ricordano bene quante volte in gioventù hanno sistemato il loro parco informatico pensando: così sicuramente sto a posto per sempre!). Il punto è che i progressi attuali sono in ogni caso comparativamente limitati: memoria in più, velocità del processore in più, definizione dello schermo o della videocamera in più, qualche periferica in aggiunta o più veloce. Qualcuno nota una mancanza? Ovviamente sì: si tratta di progressi solo hardware. I progressi software sì che ci sono, ma in gran parte al rimorchio: funzioni e programmi che hanno in sé poco di nuovo, ma sono resi viabili da hardware più potente. Già negli anni 80 si parlava di «crisi del software»: oggi un’osservazione simile andrebbe precisata e sottolineata.

Se è vero che un telefono attuale è good enough, è anche vero che tante cose nuove potrebbero esser tentate, i problemi dell’attuale software sono sotto gli occhi di tutti: ma nessuno pare ancora avere il coraggio e la fantasia di affrontarli. Le interfacce grafiche non paiono aver fatto grandi progressi dalle prime sperimentazioni dello Xerox Alto degli anni 70 (o, per quanto riguarda i telefoni, dai Palm degli anni 90), l’uniformità un tempo considerata la chiave per la facilità d’uso è sempre più violata, il moltiplicarsi delle funzioni e l’inscalfibile dogma secondo cui tutto dev’essere discoverable senz’alcun apprendimento o spiegazione rendono sempre più alta la percentuale di quelle che, per quanto utili o utilissime, restano ignote all’utente medio. E infine, il problema dei problemi: apparecchi all’origine pensati per far risparmiare tempo lo divorano invece sempre di più, sottraendolo a lettura, studio, passeggiate, dialoghi, lavoro, amore.

Un po’ di storia dell’informatica personale

Se si percorre anche rapidamente la storia dell’informatica personale, ci si accorge che questi problemi non sono casuali, e anche che sono in qualche modo legati tra loro. Il punto cruciale consiste infatti nel notare che l’originaria conformazione dell’informatica personale deriva dal convergere di più tendenze. Una tendenza decisiva è stata, in concomitanza con gli studi sul computer come ambiente di apprendimento per bambini, lo sviluppo di interfacce che consentono la manipolazione diretta (o piuttosto la simulazione di una manipolazione) di oggetti e strumenti.

Un’altra tendenza decisiva è stata l’intuizione delle possibilità del computer non solo come strumento di calcolo (come dice il suo nome stesso) o in generale di elaborazione, ma come mezzo di comunicazione. Entrambe queste tendenze (e anche altre che qui non citiamo) mettono però a fuoco un progetto condiviso: il computer come oggetto comune, integrato senza fratture nella vita quotidiana, in grado di moltiplicare le capacità umane. Questa moltiplicazione veniva pensata in due modi complementari: da una parte, offrire strumenti che consentissero di fare facilmente cose altrimenti impossibili, o fino ad allora troppo costose; dall’altra, spostando in una macchina compiti non creativi, liberare il tempo e le forze per le attività propriamente umane.

È sorprendente vedere quanto entrambi questi elementi fossero chiaramente sottolineati nelle prime pubblicità. «L’HP 9100A è capace di compiere molte funzioni prima possibili solo con un grande e costoso sistema di calcolo!», diceva la presentazione di un celebre personal computer del 1968. Ma ancor prima: «Usa il 9100A per espandere il tuo tempo creativo. Il tempo creativo è difficile da valutare in dollari e centesimi. Tuttavia, un valore può essere assegnato alle ore-uomo e al tempo del computer».

Pochi anni dopo l’informatico e sociologo Ted Nelson definiva orgogliosamente il computer una «dream machine». Quando la riflessione veniva condotta sul computer come possibile strumento di comunicazione, la liberazione del tempo creativo era pensata non solo in rapporto a compiti meccanici, ma appunto anche a funzioni comunicative: in un celebre articolo sempre del 1968, lo psicologo e informatico Joseph Licklider immaginava che un sistema informatico dovesse proteggere le persone dai disturbi: «Il tuo computer saprà chi è importante ai tuoi occhi e ti proteggerà da un mondo invadente». Uno spiritoso illustratore aggiunse all’articolo l’immagine di un computer umanoide che ad un assicuratore con la sua valigetta dice freddamente: «È uscito», mentre dietro la porta il padrone sorride compiaciuto per essere stato liberato da uno scocciatore.

Umanisti e scienziati

Che gli esiti oggi siano a volte comicamente opposti a quelli voluti non è un’ironia del destino. Non lo è che gli apparecchi informatici siano diventati massima parte di quel «mondo invadente» da cui dovevano proteggere, né lo è il fatto che essi, più che integrarsi come elementi del mondo quotidiano, siano diventati in parte un caotico universo parallelo. È accaduto, molto semplicemente, che alle intuizioni originarie si sono sovrapposte preoccupazioni diverse. Ma soprattutto la vecchia alleanza tra umanisti e scienziati, tra preoccupazioni sociali e avanzamenti informatici, sembra oggi dissolta. Il problema è forse da entrambi i versanti, ma sicuramente dal primo. Coloro che nei decenni passati hanno progettato il futuro vengono considerati veggenti e visionari, non persone che con intelligenza hanno pensato programmi realistici che poi sono stati, anche se solo in parte, realizzati.

Il tipico umanista di oggi parla dell’evoluzione della tecnica come se questa fosse un’incontrollabile contingenza metereologica, nei confronti della quale bisogna al massimo proporre pensose analisi e strategie di contenimento. Il tipico umanista di oggi di fronte ai problemi dell’informatica rivendica allora i valori dell’umanità, raccomanda saggezza ed equilibrio, ma ben raramente fa proposte, quasi mai si sporca le mani come avveniva tra gli anni 60 e 70. Forse la nuova «crisi del software» potrà essere superata quando questa tendenza sarà invertita.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati