Sessualità e affettività

I ragazzi e l’uso compulsivo del porno online: come affrontare il problema

I giovani sono più vulnerabili all’uso compulsivo del porno, il che può portare a sviluppare un immaginario non realistico sul sesso. È importante parlarne senza sentimenti di colpa o vergogna. Ma come affrontare l’argomento? Alcune risorse video possono aiutare a iniziare una discussione sul tema

Pubblicato il 23 Set 2022

Gregorio Ceccone

pedagogista del digitale, Coordinatore dei formatori e referente per l'Osservatorio Scientifico del Movimento Etico Digitale

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Tanto tanto tempo fa (…ma forse neanche così tanto), nell’epoca pre-internet, gli adolescenti nascondevano le riviste porno sotto i loro letti o sbirciavano furtivamente i film in videocassetta. La pornografia era sì presente, ma limitata, anche per i ragazzi e le ragazze più curiose.

Il mondo è molto diverso ora. Molti genitori hanno espresso le loro preoccupazioni su come facilmente i bambini trovano materiale porno online. Secondo gli Insights che Pornhub annualmente pubblica, l’Italia è al 5° posto nel mondo per fruizione di materiale pornografico nel loro portale e, secondo l’OMS, il 25% dei giovani fra i 10 e i 18 anni frequenta almeno tre volte al mese i siti porno.

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I ragazzi e l’uso compulsivo del porno online

Ciò che contraddistingue il porno online rispetto le riviste cartacee, come per tante altre attrattive digitali, è la possibilità di accedere ad una fornitura infinita di materiale pornografico, la maggior parte gratuita e reperibile in qualsiasi momento.

Mentre c’è molto da dire sui modi in cui il porno può influenzare lo sviluppo delle relazioni e della sessualità in bambini ed adolescenti, rispetto al funzionamento neurologico e alle reazioni chimiche, sempre in correlazione al tema, le ricerche sono recenti e stanno aprendo a nuove ed interessanti scoperte. Gli studi dimostrano che i cervelli delle persone più giovani sono maggiormente predisposti a provare sensazioni di piacere rispetto agli adulti, con picchi più alti di attivazione del neurotrasmettitore della dopamina rilasciato in previsione di attività piacevoli.

A causa di ciò, molti ricercatori ritengono che i giovani siano più vulnerabili all’uso compulsivo del porno, il che può portare a sviluppare una percezione e un immaginario non realistico sul sesso. La pop star Billie Eilish sostiene di aver iniziato a guardare porno all’età di 11 anni. A suo dire, tale esperienza le avrebbe distrutto il cervello, provocandole un’ingente quantità di incubi a causa del materiale violento e tossico visionato. La cantante ha affermato: “Il porno è una vera disgrazia. Ho iniziato quando avevo 11 anni e ne guardavo davvero tanto perché mi faceva sentire parte del gruppo, in un certo senso. Credo che abbia davvero devastato il mio cervello”.

Billie Eilish ha affrontato le difficoltà maggiori nel momento in cui si è trovata a vivere la sua prima relazione sentimentale, che risentiva in modo esagerato di determinate situazioni da porno. La cantante ha rivelato: “Le prime volte che ho fatto sesso facevo di tutto e non dicevo di no a niente. Pensavo che fossero tutte cose giuste”.

Gli psicologi dicono che è importante parlare con gli adolescenti del porno senza sentimenti di colpa o vergogna. Una certa esposizione a questo materiale può essere una “parte naturale” dello sviluppo, dicono, e parlare di quanto visto non dovrebbe essere evitato in quanto tale atteggiamento di chiusura potrebbe creare dannosi tabù o al contrario, curiosità morbose. Tuttavia, è consigliato utilizzare alcuni “guardrail” tecnologici – come i controlli parentali – per ridurre le possibilità che i bambini più piccoli vedano contenuti non adatti alla loro età.

Cervello e pornografia

Valerie Voon[1], professoressa di psichiatria all’Università di Cambridge, ha condotto nel 2014 uno studio molto importante circa l’impatto del porno sul cervello umano. Voon insieme a diversi colleghi ha scansionato il cervello di giovani uomini che avevano riferito di avere abitudini sessuali compulsive. Quando venivano mostrate immagini pornografiche, l’attività cerebrale degli uomini rispecchiava quella dei tossicodipendenti a cui venivano mostrate foto di droghe. I ricercatori hanno visto che le aree di elaborazione della ricompensa del cervello erano più attive negli uomini con abitudini sessuali compulsive rispetto al gruppo di controllo di giovani – con una vita sessuale regolare – posto di fronte allo stesso materiale.

Questo tipo di ricerca pone sempre una domanda a cui gli scienziati non sanno ancora rispondere: è l’uso eccessivo del porno a causare questi cambiamenti cerebrali, oppure questi giovani uomini hanno tratti che li hanno predisposti all’uso compulsivo del porno?

Billie Eilish Slams Pornography

Billie Eilish Slams Pornography

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Pornografia online e uso di TikTok, i parallelismi

Ci sono alcuni paralleli tra queste dipendenze da pornografia on-line con l’uso di TikTok.

I social network, soprattutto quelli di ultima generazione, possono creare dipendenza. A dimostrarlo uno studio cinese che ha esaminato gli effetti sul cervello derivati dall’uso di Douyin, l’equivalente di Tik Tok in Cina. I video personalizzati, ovvero quelli raccomandati direttamente dall’app, attivano i centri di ricompensa del cervello, le stesse aree che si “accendono” di fronte ad una dipendenza, effetti non riscontrati con la visualizzazione di video generici. «Tuttavia, parlare di velocità di stimoli è piuttosto riduttivo – dice Carlo Lai, professore associato di Psicologia Clinica all’università Sapienza di Roma, membro del network di Psicologia Perinatale dell’Ordine degli Psicologi del Lazio -. I social network di ultima generazione non sono semplicemente veloci, ma sono immersivi, ovvero sempre più capaci di catturare completamente, o quasi, la concentrazione di chi li utilizza».

Le scansioni cerebrali di studenti universitari cinesi hanno mostrato che le aree coinvolte nella dipendenza erano altamente attivate in coloro che guardavano i video personalizzati. La ricerca ha anche scoperto che alcune persone hanno difficoltà a smettere di guardare questi video.

Dallo studio condotto dalla prof.ssa Voon sulla reazione neurologica dei partecipanti esposti alla visione di video porno, è emerso che i più giovani hanno riportato una maggiore attività nei centri di ricompensa del cervello rispetto ai partecipanti più anziani. Coloro che avevano abitudini porno compulsive hanno riferito di aver visto per la prima volta il porno online all’età di 13 anni, rispetto ai membri del gruppo di controllo, che dichiaravano di averlo visto per la prima volta a 17 anni.

Che fare?

Per quanto esposto finora sugli esiti che le ricerche recentemente condotte hanno dimostrato, ci sono molti aspetti per cui la pornografia disponibile nel web può essere un problema serio nel percorso di crescita dei nostri figli. Ed è particolarmente problematica in preadolescenza, proprio per la propensione naturale e fisiologica che i ragazzi sentono verso tutto ciò che è fonte di eccitazione e di sensazioni intense.[2]

Questi adolescenti spesso non hanno adulti con cui parlarne, sia perché loro stessi provano sentimenti di imbarazzo e non osano aprire dialoghi su questo tema, altre volte perché percepiscono gli adulti come inadeguati a farlo.

Le parole peggiori per i nostri figli sono ancora quelle non dette.

Quando non sappiamo e non vogliamo parlare di sesso, sessualità e pornografia, parole strettamente correlate ma con significati molto diversi, i nostri figli possono sentirsi isolati, confusi e disorientati.

Ecco perché, come adulti e genitori, per noi è importante non solo capire le questioni legate al sesso, ma anche come parlarne.

Mi imbatto in questo aspetto ogni volta che vado a scuola per portare i miei progetti di educazione digitale oppure progetti di educazione all’affettività o sessualità.

Un suggerimento per attivare una conversazione su questo tema è vedere assieme ai vostri ragazzi questo spot del governo neozelandese.
Suggeriamo anche di condividerlo con più genitori possibili.

Altre risorse video per iniziare una discussione sul tema sessualità e affettività potrete trovarle anche a questo link

Conclusioni

Se vogliamo comunicare con i ragazzi dobbiamo imparare a superare alcuni nostri tabù.

Nel 2022 non possiamo “sorvolare” su un argomento così importante. Dobbiamo dimostrarci capaci di discutere e parlarne prendendo spunti dalla quotidianità e dalla nostra vita personale.

Questo sicuramente può essere molto difficile, complesso ed alle volte imbarazzante. Ma se non vogliamo che i nostri ragazzi imparino il significato della sessualità e dell’amore affidandosi ai siti pornografici è l’unica strada percorribile.

I nostri figli hanno bisogno di un confronto potente con il mondo adulto su questa tematica. Un mondo adulto che deve essere informato, consapevole delle proprie idee e pregiudizi ma soprattutto sereno.

Come fare se non ho strumenti per trattare questo argomento?

Parlarne tra noi adulti. Chiedere consiglio ad un esperto. Chiedere aiuto.

Non aspettare.

Note

  1. Neural Correlates of Sexual Cue Reactivity in Individuals with and without Compulsive Sexual Behaviours – https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4094516/
  2. Nel libro “Tutto troppo presto” di Alberto Pellai una delle quattro sezioni è proprio dedicata a questo tema

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