Ci sono stati esempi di licenziamenti via Teams e Whatsapp anche in Italia, come alla Caterpillar di Jesi o alla Yazaki di Torino. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha annunciato che il nuovo decreto sulle delocalizzazioni lo vieterà. Il decreto arriverà a breve in bozza e punta a una maggiore responsabilità sociale delle imprese e un maggior coinvolgimento del territorio.
Licenziamenti via Whatsapp?
Ecco, è vero che il modo del licenziamento può essere rivelatore di uno scarso rispetto verso la propria forza lavoro. Tuttavia vorrei sottolineare che il problema non è la distanza né il media in sé. Bensì la modalità o l’approccio adottati.
Meglio una video conferenza di una raccomandata di licenziamento classico: c’è uno scambio tra datore e dipendente, possibilità di spiegare e fare domande.
Metterci la faccia più importante, meglio ancora forse sarebbe farlo in presenza ma la distanza non aliena la correttezza dei rapporti. Pensiamo a un licenziamento davanti a tutti, con sequestro del pc in pubblico: non è meno traumatico; anzi.
Per di più se le persone in questa fase non lavorano in sede bisognerebbe farle tornare solo per licenziarle: non mi sembra un passo avanti.
Il tema principale qui insomma è che un’azienda straniera possa licenziare senza alcuna concertazione; eventualmente usando i canali online per farlo più agevolmente.