bias cognitivi

Psicologia delle fake news: ecco perché tutti cadiamo nella trappola

La guerra contro le fake non avrà mai un vincitore e un vinto: si configura come giocare a guardie e ladri. Noi utenti possiamo fare la nostra parte: è dimostrato che la conoscenza dei fenomeni e dei processi sottostanti aiuta a acquisire una maggiore consapevolezza. E come sempre, quello che fa la differenza è l’educazione

Pubblicato il 29 Set 2020

Ivan Ferrero

Psicologo delle nuove tecnologie

Photo by Elijah O'Donnell on Unsplash

L’escalation della disinformazione – sempre esistita, ma ora “esplosa” grazie alla facilità di diffusione dei contenuti digitali –  ci sta portando verso un nuovo concetto di realtà in cui non è vero ciò che è vero, ma è vero ciò che io creda sia vero.

Le piattaforme di informazione online, preoccupate per la loro credibilità e reputazione, tentano costantemente di combattere questo fenomeno. Eppure noi esseri umani sembriamo essere geneticamente programmati per cadere nella trappola delle fake news, perché questi prodotti si inseriscono e intercettano delle caratteristiche della nostra mente.

Ecco perché possiamo parlare di psicologia delle fake news.

Il concetto di euristiche

Per spiegare come mai nessuno può dirsi “immune” dal contagio delle fake news, partiamo dalle euristiche: le possiamo paragonare a delle scorciatoie che la nostra mente utilizza per risparmiare il più possibile le proprie energie. Sono processi di pensiero e sistemi di credenze che le persone sviluppano presto nella vita, spesso con lo scopo istintivo di  proteggersi contro l’ansia e lo stress di un mondo incerto.

Tuttavia sono proprio queste euristiche che ci portano ai bias cognitivi, ossia processi che ci portano a vedere la realtà che ci circonda in modo parziale, oppure generalizzato o affrettato.

La nostra attitudine a credere alle fake news quindi nasce e cresce con noi.

Possiamo suddividere questi bias cognitivi in personali, ossia derivanti dall’architettura stessa della nostra mente, e sociali, ossia derivanti dall’influenza dell’ambiente sociale e dall’interazione con esso.

I bias cognitivi personali

  • Framing effect: noi tendiamo a prendere decisioni basandoci su come le informazioni ci vengono presentate e discusse, anziché sull’effettivo contenuto di queste informazioni. Se noi preleviamo il contenuto e lo inseriamo all’interno di una nuova cornice di riferimento e di senso, allora si modifica la nostra percezione del contenuto stesso, e con essa il suo significato. Questa distorsione appare quando prendiamo informazioni e dati reali, ma poi li combiniamo e associamo per fornire al pubblico un quadro anche opposto a quello originario.
  • Authority bias: la tendenza ad attribuire una maggiore accuratezza alle opinioni di una figura che noi percepiamo come autorevole, e di conseguenza ne veniamo maggiormente influenzati. Costruiamo dei personaggi ad hoc, anche inventati, oppure effettuiamo delle operazioni di immagine su altri, e poi lasciamo che siano loro a riportare la nostra fake news. Avete presente quei messaggi vocali in cui chi parla sostiene di essere un medico qualificato, un primario di un ospedale oppure un ricercatore scientifico?
  • Implicit Bias: come esseri umani abbiamo la tendenza a raggruppare le persone in categorie. Inoltre abbiamo la tendenza a considerare più credibili e autorevoli le persone che sentiamo appartenere allo stesso gruppo. Questo spiega in parte quali meccanismi concorrono alla creazione della bolla sociale. Un creatore di fake news può sfruttare questo bias facendo comunicare la notizia da una persona particolarmente credibile per il gruppo di riferimento, anche se nella realtà quella persona non lo ha mai detto oppure la persona stessa non esiste. Questo porta anche al naive realism, ossia quando ci troviamo di fronte a qualcuno con un’idea differente dalla nostra, anziché limitarci a dissentire lo aggrediamo, anche solamente verbalmente.
  • Continued influence effect : una volta che ci facciamo un’idea su di un argomento diventa molto difficile modificarla, anche qualora la prima informazione si dovesse rivelare errata. Nell’ultimo caso solitamente accade il processo opposto: operiamo una serie di operazioni logiche per “giustificare” quell’informazione che si era rivelata non corretta. Il risultato è ciò che viene definito “hostile media effect ”: finiamo per ritenere fortemente che la nostra posizione sia l’unica realmente corretta.
  • Fluency heuristic: consideriamo un’informazione di maggiore valore rispetto alle altre perché più facilmente ricordabile ed elaborabile. Questo spiega perché le persone preferiscono informazioni che, nella forma, siano più vicine al loro modo di pensare, al loro livello culturale, sociale, ecc.
  • Anchoring bias: tendiamo a ritenere il primo pezzo di informazione che incontriamo come il più probabile. Questo è un altro elemento che spiega l’importanza della vitalità di una fake news: deve essere la prima ad arrivare alle persone se vogliamo che la nostra campagna di notizie false abbia successo.
  • Information overload: non è un bias di per sé, ma una condizione tipica della nostra Società che ci impedisce un corretto ragionamento basato sui dati, e che potenzia tutti i bias che abbiamo visto fino ad ora e che vedremo tra poco. Il bombardamento delle informazioni a cui siamo sottoposti tutti i giorni causa un sovraccarico cognitivo che porta la nostra mente a difendersi rifugiandosi in strategie di risparmio energetico estremo. Ad esempio leggiamo solamente i titoli senza approfondire, pensando di ricavare abbastanza informazioni già da quelli. Porta anche a prendere delle persone come riferimento, e a fidarsi di quanto riferito da loro senza verificare, spingendoci verso i bias appena descritti. Tutto questo fino a quando la persona, stanca e affaticata, non getta la spugna e ricondivide news dubbie e non verificate portando come argomentazione il “non ho avuto tempo di verificare ma non si sa mai, male che vada non avrò fatto torto a nessuno”.

Un processo questo che innesca una catena per cui ad ogni ricondivisione di fake news su un determinato argomento si abbassa il livello di guardia, portando la persona sempre più incline a ricondividere senza verificare.

Le ricerche ci dicono che questo avviene anche con la semplice esposizione alle fake news, anche quando noi sappiamo che si tratta di falsi.

Ecco perché la diffusione di fake news, anche da account creati ad hoc con il solo scopo di creare massa, nel tempo diventa deleteria anche per i più attenti.

I bias cognitivi sociali

Sono strettamente correlati ai bias cognitivi personali, ma riguardano l’influenza che l’ambiente sociale e l’interazione con esso esercitano su di noi.

  • Bandwagon effect : più persone intorno a noi ritengono un’informazione corretta, e più anche noi saremo inclini a ritenerla tale, anche nel caso dovessimo avere dei dubbi. E’ un bias che si intreccia fortemente con la riprova sociale, per cui se un nutrito numero di persone ritiene l’informazione corretta allora lo sarà sicuramente.
  • Availability cascade: una credenza collettiva guadagna sempre maggiore plausibilità attraverso la sua ripetizione in pubblico. Possiamo ritenere questo bias cognitivo la summa dei bias cognitivi sociali: tutto converge qui.

La guerra alle fake news è aperta

Le principali piattaforme di diffusione delle informazioni stanno combattendo le fake news da anni con successi e insuccessi vari.

Alcune si affidano alle segnalazioni degli utenti, altre filtrano queste segnalazioni attraverso un gruppo di esseri umani che le verifica.

Altre studiano e affinano costantemente algoritmi di machine learning nella speranza di individuare le informazioni scorrette nell’esatto momento dell’invio per la pubblicazione.

Altre ancora più semplicemente si affidano alla capacità degli esseri umani di distinguere il vero dal falso, lavandosene in questo modo le mani.

Tuttavia è una guerra che non avrà mai un vincitore e un vinto, ma che si configura piuttosto come giocare a guardie e ladri.

Eppure anche noi utenti possiamo fare la nostra parte: ad esempio alcune ricerche hanno dimostrato che la conoscenza di questi fenomeni e dei processi sottostanti aiutano le persone ad acquisire una maggiore consapevolezza e a tenere il livello di guardia costantemente alto.

Il risultato è una maggiore capacità di individuare e riconoscere in modo istintivo una fake news.

Come sempre, trattandosi di esseri umani, la vera soluzione è l’educazione.

_________________________________________________________________________________

Sitografia e bibliografia

American Psychological Association. “Why we’re susceptible to fake news, how to defend against it: Thinking developed in childhood makes people vulnerable, researchers say.” ScienceDaily. ScienceDaily, 10 August 2018. www.sciencedaily.com/releases/2018/08/180810120037.htm

Association for Psychological Science. “Fake news feels less immoral to share when we’ve seen it before.” ScienceDaily. ScienceDaily, 3 December 2019. www.sciencedaily.com/releases/2019/12/191203094813.htm

Camilleri S, Agius MR and Azzopardi J (2020) Analysis of Online News Coverage on Earthquakes Through Text Mining. Front. Earth Sci.8:141. doi: 10.3389/feart.2020.00141

Gordon Pennycook, Adam Bear, Evan T. Collins, David G. Rand. The Implied Truth Effect: Attaching Warnings to a Subset of Fake News Headlines Increases Perceived Accuracy of Headlines Without Warnings. Management Science, 2020; DOI: 10.1287/mnsc.2019.3478

How to Fight Fake News—Cognitive biases can make discerning truth from fiction difficult, but recent research suggests there may be hope

How to Fight Fake News—Cognitive biases can make discerning truth from fiction difficult, but recent research suggests there may be hope

Jeremy Cone, Kathryn Flaharty, Melissa J. Ferguson. Believability of evidence matters for correcting social impressions. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2019; 201903222 DOI: 10.1073/pnas.1903222116

Kaspar K, Zimmermann D and Wilbers A-K (2016) Thrilling News Revisited: The Role of Suspense for the Enjoyment of News Stories. Front. Psychol. 7:1913. doi: 10.3389/fpsyg.2016.01913

Lăzăroiu G, Pera A, Ştefănescu-Mihăilă RO, Bratu S and Mircică N (2017) The Cognitive Information Effect of Televised News. Front. Psychol. 8:1165. doi: 10.3389/fpsyg.2017.01165

Looking inward in an era of ‘fake news’: Addressing cognitive bias

Looking inward in an era of ‘fake news’: Addressing cognitive bias

M. Laeeq Khan, Ika Karlina Idris. Recognise misinformation and verify before sharing: a reasoned action and information literacy perspective. Behaviour & Information Technology, 2019; 1 DOI: 10.1080/0144929X.2019.1578828

NYU Tandon School of Engineering. “Red-flagging misinformation could slow the spread of fake news on social media.” ScienceDaily. ScienceDaily, 28 April 2020. https://www.sciencedaily.com/releases/2020/04/200428112542.htm

R. Kelly Garrett, Brian E. Weeks. Epistemic beliefs’ role in promoting misperceptions and conspiracist ideation. PLOS ONE, 2017; 12 (9): e0184733 DOI: 10.1371/journal.pone.0184733

Thornhill C, Meeus Q, Peperkamp J and Berendt B (2019) A Digital Nudge to Counter Confirmation Bias. Front. Big Data 2:11. doi: 10.3389/fdata.2019.00011

University of Cambridge. “Fake news ‘vaccine’: online game may ‘inoculate’ by simulating propaganda tactics.” ScienceDaily. ScienceDaily, 20 February 2018. www.sciencedaily.com/releases/2018/02/180220093555.htm

Verónica Pérez-Rosas, Bennett Kleinberg, Alexandra Lefevre, Rada Mihalcea. Automatic Detection of Fake News. submitted to arXiv, 2018

Yang Cheng, Zifei Fay Chen. The Influence of Perceived Fake News Influence: Examining Public Support for Corporate Corrective Response, Media Literacy Intervention, and Governmental Regulation. Mass Communication and Society, 2020; DOI: 10.1080/15205436.2020.1750656

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Social
Analisi
Video
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati