intelligenza artificiale

Se il candidato sindaco è un’IA: cosa impariamo su noi stessi e la politica

Un “esperimento” condotto per mezzo di un candidato sindaco “artificiale” ci spinge a interrogarci non solo sulle conseguenze dell’uso illecito dell’IA, ma anche su una rappresentanza politica è diventata una raccolta di cliché fine a sé stessa incapace di intercettare il coinvolgimento della cittadinanza

Pubblicato il 06 Apr 2023

Davide Bennato

professore di Sociologia dei media digitali all’Università di Catania

ai act copyrigt

Vincenzo La Monica, operatore della Caritas di Ragusa, molto attivo nel panorama del terzo settore della città siciliana. La Monica, forte delle prossime elezioni amministrative, ha avuto l’intuizione di creare su Facebook un candidato sindaco , Gian Piero Trovato, i cui contenuti erano completamente prodotti tramite tool di intelligenza artificiale e le cui iniziali formavano un indizio inequivocabile (GPT).

Il processo di produzione del candidato artificiale è stato gestito nella sua interezza da tool di IA. La foto è stata prodotta tramite strumenti di GAN (Generative Adversarial Network: rete generativa avversaria) ovvero il celebre This Person Does Not Exist, usata per produrre una faccia che fosse simpatica, ispirasse fiducia e avesse delle fattezze quanto più vicine agli abitanti della Sicilia (il tool infatti produce foto in automatico di diverse età, genere ed etnie).

L’IA generativa è ora alla portata di tutti: impariamo a usarla con giudizio

Il testo di presentazione e le varie parti del programma politico sono stati creati dal tool di IA più mediatizzato di questo periodo, ChatGPT il celebre progetto di Open AI in grado di produrre testi piuttosto credibili sugli argomenti più disparati.

Proviamo a esaminare questo esperimento dal punto di vista sociologico.

Le ragioni dell’esperimento

Intervistato al telefono per avere ragguagli sul progetto, Vincenzo La Monica ci ha raccontato che i prompt utilizzati sono stati molto vaghi e generici, proprio perché lo scopo non era quello di ingannare l’opinione pubblica ragusana, bensì quello di riflettere su come la politica abbia perduto la sua capacità di coinvolgere le persone, forse anche a causa di una comunicazione sempre più retorica e dissimulata dietro formule generiche prive di reale base valoriale.

In questo suo esperimento sociale, ci sono stati due momenti chiave che hanno mostrato le potenzialità – termine da intendersi in senso positivo e negativo – dell’uso delle IA per generare testi.

Il primo contenuto è stato la proposta politica per la città di Ragusa ispirata al PNNR.

Le proposte politiche dell’AI Gian Piero Trovato

Qui il prompt è stato piuttosto essenziale: la richiesta si basava su un testo ispirato al PNNR integrato da qualche dato sulla città di Ragusa e corredato da proposte per combattere la povertà. ChatGPT ha svolto il suo compito in maniera piuttosto efficiente in quanto non solo ha prodotto un testo con indicazioni statistiche sulla diffusione della povertà, tutte da verificare, ma ha anche elaborato tre diverse proposte – un progetto di inclusione sociale giovanile basato su corsi di formazione, un progetto di turismo sostenibile, un progetto di sostegno alle famiglie in difficoltà attraverso una rete di servizi dedicata – che nella loro genericità, hanno comunque una certa credibilità, soprattutto perché usano le stesse retoriche tipiche di una certa narrativa del terzo settore.

Il secondo contenuto è stato il dialogo a distanza con Nello Dipasquale, Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS).

Dipasquale ha scritto un post su Facebook per presentare un proprio intervento relativo all’impatto degli impianti del parco eolico offshore “Scicli” sul sistema della pesca siciliano. Il testo del suo post è stato usato come prompt su ChatGPT, il quale ha prodotto una sofisticata elaborazione dotata di osservazioni trigonometriche e calcoli dell’ingombro delle pale eoliche rispetto all’orizzonte marino.

Un esperimento ricco di spunti di riflessione

Sollecitato su quale siano state le motivazioni che lo hanno portato a sviluppare un’idea così interessante (e ricca di spunti di riflessione), Vincenzo La Monica afferma che alla base c’è stata essenzialmente una sua curiosità su quali ambiti di coinvolgimento politico vengono lasciati alla dimensione umana. Nella visione di La Monica, la politica sta perdendo spazi di coinvolgimento democratico: dalla mancanza delle assemblee di quartiere fino ai tassi problematici della partecipazione elettorale. La tendenza dominante è la delega sistematica del processo politico; perciò, l’idea era quella di sperimentare una situazione in cui la macchina amministrativa, percepita come sostanzialmente avulsa dal coinvolgimento dei cittadini, potrebbe diventare completamente autonoma grazie ai processi di automazione resi possibili dalla IA. La Monica – ad esempio – svela che uno scambio di messaggi con un giornalista attraverso Messenger è stato completamente gestito tramite ChatGPT senza che questi se ne rendesse conto.

ChatGPT al banco di prova: limiti e possibili usi in ambito pubblico

Il successo e le conseguenze del progetto

L’esperimento nel suo piccolo ha avuto un certo successo, poiché molte persone hanno preso sul serio le parole del candidato sindaco artificiale, complice anche la promozione fatta dallo stesso La Monica tramite il suo profilo Facebook che, grazie alla stima da lui goduta come cittadino attivo nel sociale, ha superato gli eventuali sospetti della sua rete di contatti. Le conseguenze del progetto se venisse attuato con intenti disinformativi e in assenza di un atteggiamento di rispetto della fiducia pubblica sarebbero comunque ben chiare: non è un caso che è stato deciso di terminare la simulazione dopo pochi giorni (20-23 febbraio), quando la visibilità del candidato Gian Piero Trovato stava crescendo progressivamente grazie anche all’interessamento della stampa locale.

Le domande che solleva il caso del sindaco artificiale sono tante e diverse, ma ce n’è una che emerge con assoluta forza: la politica è diventata semplicemente vuoto esercizio di retorica a scapito di un impegno civile? Se una intelligenza artificiale è in grado di simulare in maniera credibile il programma politico di un candidato – “Uniamo le forze per una Ragusa migliore” era lo slogan – e relativo tono dei messaggi elettorali questo potrebbe indicare che la rappresentanza politica è diventata una raccolta di cliché fine a sé stessa incapace di intercettare il coinvolgimento della cittadinanza. Una serie di stereotipi e luoghi comuni che nulla hanno a che fare con la res pubblica. Non è un caso come La Monica abbia scoperto le potenzialità di ChatGPT: è stato grazie a suo figlio, studente di terza media che, forse preso da rimorso, ha confessato al padre che l’ottimo voto della sua tesina sul cambiamento climatico era dovuto grazie all’uso del tool di Open AI.

La domanda a questo punto diventa: possiamo noi lasciare la rappresentanza politica in periodo di sfide globali a dei messaggi politici che sembrano scritti da studenti delle medie ma risultano essere compatibili con l’attuale classe politica?

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