l'analisi

Tagli a ricerca e istruzione, perché l’Italia sta sbagliando tutto

Il risultato delle ultime politiche, nella crisi economica, è formare personale che si possa rapidamente adeguare a un sistema produttivo a bassa intensità tecnologica e con bassi costi del lavoro. Invece di puntare sulla capacità del Paese di creare prodotti innovativi. Ma così perdiamo gli assi per ripartire davvero

Pubblicato il 18 Gen 2018

innovazione

Nei paesi europei più duramente colpiti dalla crisi economica, sono stati imposti rilevanti tagli di bilancio che si sono ripercossi su due settori particolarmente sensibili alla potenzialità di sviluppo: la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) e quella per istruzione. Se da una parte questa situazione ha reso questi paesi più vulnerabili nel medio e lungo termine a future crisi economiche, d’altra parte le politiche anticicliche d’investimento in R&S sono state adottate con l’unico obiettivo di abbassare il deficit annuo a un valore artificiosamente imposto dalle istituzioni europee e finanziarie, ignorando completamente i devastanti effetti che queste politiche stanno avendo sulla scienza e sul potenziale d’innovazione dei singoli Stati membri e di tutta l’Europa.

Le istituzioni europee si sono mostrate essere più preoccupate del rispetto delle misure d’austerità per soddisfare i vincoli di bilancio da parte degli Stati membri piuttosto che puntare al mantenimento e al miglioramento di un’infrastruttura di R&S, che possa servire a trasformare il modello produttivo esistente in uno più robusto basato sulla produzione di conoscenza. Questa politica, perpetrata con determinazione dal 2008 in poi, spesso, come vedremo di seguito, in combinazione con analoghe politiche a livello nazionale, ha causato un indebolimento della potenzialità stessa di ripresa dei paesi meno competitivi da un punto di vista industriale e tecnologico, tra i quali spicca il nostro.

E’ semplice rendersi conto che l’investimento pubblico in R&S è un attrattore d’investimenti privati e senza un rilancio del primo, anche il secondo rimane al palo. Basti pensare all’esempio dei paesi più forti da un punto di vista tecnologico e industriale come gli Stati Uniti, dove la crescita economica è supportata dall’innovazione che ha radici nella ricerca di base finanziata dal governo federale, ma anche ai casi della Germania, che ha aumentato del 70% la sua spesa in R&S dal 2000 al 2013,o della Cina che ha avuto uno spettacolare incremento dal 2000 a oggi. Per contro nei paesi dell’Europa meridionale, tra i quali il nostro, in combinazione con un rallentamento della spesa in R&S statale, vi è stato un rilevante calo del numero di aziende innovative. Questo è avvenuto partendo da una situazione in cui già vi era una prevalenza di aziende a dimensione familiare, tra le piccole e medie imprese, senza alcuna capacità d’innovazione. La quota d’investimento in R&S del settore privato nei paesi dell’Europa meridionale, tra i quali il nostro, è meno della metà della media europea, mentre il numero di ricercatori impiegati nell’industria manifatturiera nel nostro paese è tre volte di meno della media europea e quattro volte di meno che in Francia.

La perdita nell’investimento in ricerca è irreversibile, perché sta sacrificando generazioni di giovani scienziati, specialmente nei paesi dell’Europa meridionale che invece avrebbero dovuto incrementare in misura sempre più consistente il loro investimento in ricerca. Al contrario, seguendo la direttiva europea mirante per la riduzione del personale nel settore pubblico, sono stati imposti agli istituti di ricerca e alle università pubbliche drastici tagli nel reclutamento che, insieme alla mancanza di opportunità nel settore privato, hanno innescato una “fuga di cervelli” dal Sud al Nord dell’Europa e al di fuori del continente stesso. Questo si traduce in un’irreversibile perdita d’investimenti e aggrava il divario in R&S tra gli Stati membri. Scoraggiati dalla mancanza di opportunità e dall’incertezza derivante dalla concatenazione di contratti a breve termine, molti scienziati stanno abbandonando la ricerca: invece di diminuire il deficit, questo esodo contribuisce a crearne uno nuovo nella tecnologia e nell’innovazione.

Queste politiche hanno prodotto nel nostro paese una situazione paradossale. I laureati fanno fatica a entrare nel mondo del lavoro, ma in Italia la percentuale di laureati nella fascia d’età tra 30 e 34 anni è non solo la metà che nell’Europa del centro-nord, ma la più bassa tra i paesi OCSE. Solo nel 2016 sono aumentati i laureati italiani che hanno lasciato il Paese (quasi 25mila nel 2016 +9% sul 2015). I ricercatori italiani sono ancora capaci di vincere i più ambiti e ricchi progetti europei, ma sempre più spesso scelgono di svolgere la loro attività di ricerca all’estero: ad esempio i ricercatori italiani sono il secondo gruppo dietro la Germania per nazionalità ad aggiudicarsi i ricchi progetti ERC ma più della metà sceglie l’istituzione in cui lavorare in un altro paese che il proprio, mentre, nello stesso tempo, nessun ricercatore straniero sceglie l’Italia come paese di destinazione. La scarsa attrattività del nostro paese non è sorprendente, dato il disinvestimento in risorse finanziarie e umane nel settore dell’alta formazione e della ricerca.

Nonostante i laureati siano pochi e i ricercatori siano un terzo per unità di popolazione della Francia o della Germania, la politica dell’ultimo decennio si è focalizzata sul taglio di risorse nel settore dell’alta formazione e della ricerca con risultati devastanti. C’è stata una diminuzione del 20% degli immatricolati nell’università, del 18% dei docenti universitari e del personale tecnico amministrativo, del 18% dei corsi di studio e del 20% delle risorse complessive. In dieci anni si è ridotto del 40% il numero di posti di dottorato con il risultato che in Italia vi sono 0,5 dottorati ogni 1000 abitanti contro l’1,7 del Regno Unito e i 2,5 della Germania: nel 2015 siamo diventati penultimi in Europa e solo Malta riesce a fare peggio.  Le prospettive dei ricercatori che hanno un contratto a tempo determinato sono anche drammatiche: si calcola che su circa 13,500 assegnisti di ricerca, date le attuali condizioni, solo il 7% ha la possibilità di essere strutturato nell’accademia, mentre il 93% verrà espulso dal sistema. In totale il finanziamento statale al sistema universitario è diminuito del 21% in dieci anni: per avere un termine di paragone, questo ammonta a 6,6 miliardi di euro (0,42% del PIL) contro i 20 miliardi di euro della Francia (1% del PIL) e i 27 miliardi della Germania (1% del PIL).

Nel nostro paese, questa situazione è stata determinata da una combinazione tra le politiche europee, che come accennato sopra hanno imposto vincoli di bilancio, con le scelte a livello di politica nazionale negli ultimi dieci anni. Per quanto riguarda quest’ultima, la motivazione è stata la seguente. Tutti sono d’accordo sul fatto che la ricerca sia,da una parte, alla base dell’innovazione che a sua volta favorisce lo sviluppo economico, e, d’altra parte,sia il frutto di un sistema d’istruzione, inferiore e superiore, che crea quelle competenze che sono la precondizione del processo che collega ricerca a sviluppo economico. E se lo sviluppo economico non avviene, se il paese si trova immerso in una crisi ormai decennale, alla radice di chi è la responsabilità? La risposta che la politica ha trovato, e che ha motivato le scelte che hanno portato alla contrazione d’investimenti descritto sopra, è stata: del sistema formativo che è alla base della formazione delle competenze. Di qui dunque la necessità di modellare il sistema formativo, a tutti i livelli, per renderlo più adatto al mondo del lavoro, cioè per forgiare quelle competenze di cui si avrebbe realmente bisogno.

La riforma Gelmini con tutte le successive integrazioni, la riforma della Buona Scuola, con l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro, sono dunque il maldestro tentativo di cambiare il sistema formativo ai differenti livelli: sono cioè la risposta della politica al problema della crisi economia e in particolare della disoccupazione giovanile. Si tratta però di una risposta sbagliata poiché la presenza di un’attività di ricerca che sia di livello internazionale, è, infatti, una condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo economico. Il sistema formativo deve creare delle conoscenze e delle capacità che rappresentano il potenziale indispensabile per poi riuscire a innovare e a dare così impulso al sistema economico. Tuttavia queste capacità, se non sono inserite in un sistema imprenditoriale e industriale adeguato, non possono di per sé generare sviluppo economico. Il problema del nostro paese è, infatti, un altro: come abbiamo visto in precedenza, è quello di essere il fanalino di coda nella quota di occupati nei settori ad alta conoscenza, cioè quei settori ad alta intensità tecnologica che rendono possibile lo sviluppo di beni che più difficilmente sono prodotti anche da altri paesi. Così come l’Italia “eccelle” nell’occupare la penultima posizione per quanto riguarda la spesa in ricerca e sviluppo delle imprese.

Dunque la motivazione degli stravolgimenti in atto nelle politiche dell’istruzione è di formare personale che si possa rapidamente adeguare a un sistema produttivo a bassa intensità tecnologica, che a sua volta richiede dal sistema formativo scarse competenze qualificate, generando in tal mondo un circolo vizioso al ribasso per quel che riguarda la formazione: altro che economia della conoscenza! In questa situazione la spesa pubblica in ricerca e sviluppo è vista come uno spreco che va ridotto: esattamente quello che hanno fatto i governi nell’ultimo decennio.

In questa maniera si è preferito puntare su un’economia basata sulla competitività del costo del lavoro (e di qui il Jobs Act e tutte le altre misure volte ad abbassare i salari e le tutele dei lavoratori) piuttosto che puntare a una economia che guardi alla competitività tecnologica.

Solo con un coordinamento tra politiche della formazione, di ricerca e sviluppo e politiche industriali volte a potenziare la presenza di settori tecnologicamente innovativi potrà evitare all’Italia di andare incontro ad una emarginazione dal contesto competitivo internazionale e dunque a una regressione economica ancora più marcata di quella cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Delle politiche, cioè, che invece di puntare a formare manodopera di basso livello formativo per lavori a basso costo, ripunti a formare quelle capacità di conoscenza che rappresentano l’unico potenziale di uno sviluppo solido, come ci insegnano non solo gli Stati Uniti e la Germania ma da qualche tempo anche la Cina.

Referenze
Francesco Sylos Labini, “Rischio e Previsione: cosa ci dice la scienza sulla crisi” Laterza, Roma-Bari 2016
VII Indagine ADI su Dottorato e Post-Doc, Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani
Daniela Palma, “Cervelli in fuga” e gap tecnologico dell’Italia, Pubblicato su Italianieuropei il 28 aprile 2016
Gianfranco Viesti, “Elementi per un’analisi territoriale del sistema universitario italiano”, Fondazione RES

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati