Ieri sera siamo andati a cena da amici e c’erano altri bimbi. Ovviamente i primi 15 minuti li hanno passati a studiarsi, mentre alla fine non volevano più andare via. Un classico, non so se capita anche a voi.
Dopo cena però è stato bellissimo vederli giocare assieme venendo in salotto cercando di non farsi vedere e poi scappando via per non farsi prendere da noi (che con la pancia piena non avevamo nessuna intenzione di muovere un dito per prenderli, ma a loro questo non importava, perché per loro noi in quel momento eravamo mostri feroci che li inseguivano eccome).
Rivolgendomi agli altri genitori ho detto “i bambini quando giocano recitano una storia dove rivivono le loro emozioni, le paure, i timori, le angosce, ma anche i loro desideri e il loro vissuto”
Allora stamattina sono andato a rivedermi quello che avevo letto e diceva la famosa Psicanalista Melanie Klain che ha sviluppato la teoria del play terapy a partire dagli studi di Freud, in cui sostanzialmente dice che i bambini mentre giocano mettono in scena le loro emozioni e, appunto, il loro vissuto.
Correlato a questo ho trovato la teoria del gioco come rito di Johan Huizinga, un influente storico della cultura della prima metà del ventesimo secolo. Secondo lui appunto il gioco è come un rito.
Esattamente come durante un matrimonio ci sono delle frasi da recitare, dei gesti da compiere e dei movimenti ben precisi, lo stesso capita nel gioco. Ad esempio a nascondino c’è il rituale di contare e recitare la frase che da il via alla ricerca o il tana per me quando ti riesci a liberare, o ad acchiapparella gridi “preso” quando tocchi un compagno e a quel punto lui sa che tocca a lui iniziare a prendere gli altri ecc.. si recita all’interno di regole ben precise.
Nei videogiochi avviene la stessa cosa. In Minecraft recitano la parte di un costruttore, in Fortnite c’è il rito del balletto del personaggio ecc.. si recita all’interno di regole ben precise, in cui i bambini esternano e riproducono le proprie emozioni. È incredibile vedere come nelle costruzioni su Minecraft si riconosca la differenza tra chi sente il bisogno di protezione, e allora costruisce edifici chiusi e ben protetti, e chi invece può contate sulla figura famigliare solida e può avventurarsi più lontano.
Questo non per dire i videogiochi fanno bene o fanno male, non spetta a me dirlo, ma per dire che anche nei videogiochi si rispettano dei riti, si rispettano delle regole, si recitano delle storie che tirano fuori il vissuto e le emozioni dei bambini, per questo è importante non trascurarli.
La prossima settimana invece vedremo dei veri e propri insegnamenti dei giochi secondo il direttore del centro di sviluppo dei bambini di Harvard.
Fammi sapere se anche tu hai visto i tuoi figli, mentre giocavano, recitare delle storie che racchiudevano le loro emozioni.
Ciao nè.