Creatività e tecnologie

WhatsBook, come nasce il romanzo epistolare postmoderno: genesi e obiettivi

Dalle chat all’e-book: il primo WhatsBook è un ibrido tra WhatsApp e romanzo. Ecco com’è nato e perché può rispondere al romanzo postindustriale su cui si è interrogato Calvino nelle “Lezioni Americane”

Pubblicato il 22 Set 2022

Francesca Patton

scrittrice, insegnante e giornalista

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Dall’incontro tra letteratura e applicazioni nasce il primo WhatsBook, ibrido tra libro e WhatsApp. L’applicazione per messaggistica istantanea tra le più note al mondo, che già nel 2021 contava 1 miliardo e 600 milioni di utenti attivi in oltre 180 paesi, diventa quindi la base di un nuovo genere letterario.

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Le “Lezioni Americane” e il romanzo postindustriale

Nel 1985 Italo Calvino, chiamato ad Harvard a tenere delle lezioni sulla letteratura, poi confluite nel volume “Lezioni americane”, dichiarava che il millennio che stava per chiudersi aveva visto nascere ed espandersi le lingue moderne dell’Occidente e le letterature che di queste lingue avevano esplorato le possibilità espressive e cognitive e immaginative.

Ci si interrogava, dunque, sulla sorte della letteratura e del libro nell’era tecnologica postindustriale. A tal proposito Calvino diceva: “La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare coi suoi mezzi specifici”.

Era, dunque, inevitabile. Come Calvino stesso aveva sempre sostenuto, e come prima di lui diversi altri scrittori e pensatori, compito di uno scrittore è quello di rappresentare il proprio tempo, o detto con le parole dell’esistenzialista francese Jean Paul Sartre, compito di uno scrittore è quello di significare il mondo.

E per noi, che viviamo nel terzo millennio, è necessario farlo a partire dal nostro qui e ora: da un’epoca che ha visto nascere il Web, gli i-phone, i tablet, gli e-book, le app. La letteratura non può rimanere indifferente al divenire della società. È suo stesso compito rappresentarla.

E fino a oggi lo abbiamo perfettamente visto fare dal mondo del cinema, che ha portato sul grande schermo tecnologia moderna e del futuro, dal mondo del teatro, dall’arte e anche dalla letteratura e dalla saggistica, che hanno sempre preso spunto dalla quotidianità per riprodurre fedelmente momenti del nostro tempo. Non ci sorprende, per esempio, trovarci davanti a scene cinematografiche in cui gli i-phone sono presenti, così come lo sono nei romanzi o in uno spettacolo teatrale.

Compito della letteratura, però, non è solo quello di ritrarre la propria società, ma anche quello di comprenderla e di evolversi in linea con essa. Appare, quindi, importante creare punti di contatto tra la letteratura e le nuove tecnologie che, del resto, si basano sullo stesso imperativo categorico: le storie.

Dalle chat al romanzo: come nasce un WhatsBook

L’essere umano stesso è narrazione, è flusso narrante, è in continuo dialogo con sé stesso e con il mondo. Questo principio lo hanno compreso benissimo tutti i creatori di social network, a partire dallo stesso Mark Zuckerberg. Facebook alla base di tutto pone sicuramente la persona con i suoi interessi, le sue vicende, la sua bacheca personale, le sue informazioni, le sue storie.

Principio pressoché identico dell’applicazione per messaggistica WhatsApp: forse, non è nemmeno un caso che sia stato proprio Facebook nel 2014 ad aver acquisito l’applicazione che si basa sulla necessità umana di comunicare e di raccontare storie.

Se ora facessimo un esperimento, e accedessimo al WhatsApp del nostro smartphone, e aprissimo una chat qualsiasi, ci renderemmo presto conto che in essa è raccontata una storia con date, giorni, messaggi, emozioni e magari anche foto, audio e video.

Certo, se ci inoltrassimo a leggere per lungo tempo quei messaggi, probabilmente ci annoieremmo, perché, seppur fondamentali, agli elementi tempo ed emozioni va dato qualcosa di più per renderli romanzo.

Per trasformare le nostre chat in romanzo, occorre aggiungere, a volte, un pizzico di finzione, vanno limati dei contenuti, vanno aggiunti degli aneddoti, va guidato il lettore in un viaggio.

In questo modo, nasce un nuovo genere letterario, il romanzo epistolare postmoderno, che ha saputo fondere le chat con la narrazione per portare il romanzo nell’epoca postindustriale come, appunto, già richiamato da Italo Calvino.

Nelle mie lezioni, a scuola, insegno sempre a osservare la realtà che ci circonda, a prenderne confidenza, a esplorarla in ogni aspetto per poi tradurla in narrazioni. Da tale osservazione, era inevitabile, l’incontro e il connubio con le nuove applicazioni, e dunque la nascita di questo primo ibrido letterario: un Whatsbook.

Al primo Whatsbook, io e il mio collega coautore Mattia Coser, abbiamo deciso di dare come titolo “WhatsLove ;)” [edito da Fides Edizioni, agosto 2022] e di partire da un sentimento cardine del nostro DNA emotivo, cioè dall’amore. Come a dire, per riprendere il pensiero dei filosofi dialogici come Martin Buber e Ferdinand Ebner, “In principio era il ‘tu’”.

E non a caso faccio riferimento ai filosofi dialogici del Novecento, perché proprio loro avevano visto, da un lato, il rischio dello solipsismo, di quell’io che si attorciglia su se stesso e si isola da ogni relazione, e dall’altro avevano compreso l’importanza del dialogo, dell’incontro totale tra Io e Tu. Due aspetti che sicuramente le nuove tecnologie hanno messo maggiormente in rilievo e che sono al contempo al centro di “Whatslove ;)”.

L’io e l’altro, quindi, l’altro da sé, un altro “per sé”, tornando al pensiero di Jean Paul Sartre, sono i protagonisti delle pagine di “Whatslove ;)”.

Nel primo Whatsbook è la relazione tra alcuni studenti liceali a essere al centro della narrazione e il loro divenire persone sempre più consapevoli.

In questo ibrido letterario, le chat si uniscono a pagine di diario, dove la protagonista Laura J. Freedman spinge il lettore a conoscere anche la parte più intima di sé per dargli una chiave precisa di lettura degli avvenimenti che da lì a breve la porteranno a vivere esperienze incisive della propria formazione.

Conclusione

Una storia, tante storie, un flusso narrante che dalle chat di un cellulare arriva su carta stampata e in e-book a testimoniare la duttilità della letteratura, capace di fondersi con le nuove tecnologie per creare un nuovo genere letterario in grado di rappresentare con maggiore nitidezza e forza il nostro “qui e ora” e poterlo, così, arricchire di significato.

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