Il quadro

Banda larga: 2,5 mln di utenti da coprire nei prossimi 12 mesi

Fabbisogno ridotto a 1,1 miliardi di euro. Grazie a nuove tecniche di scavo, riutilizzo di infrastrutture esistenti, varie economie di scala, migliori tecnologie wireless e avanzamento dei piani degli operatori. Entro un anno digital divide azzerato

Pubblicato il 08 Mag 2014

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Il Piano nazionale banda larga, finanziato in tranche successive, prevede tre tipologie di intervento tra loro complementari: la realizzazione di infrastrutture ottiche – modello A; il contributo ad operatori privati per la realizzazione di rete e l’erogazione del servizio – modello B a cui concorrono gli investimenti effettuati dagli operatori privati beneficiari; l’incentivo alla domanda (modello C) da effettuarsi contribuendo all’acquisto di terminali in neutralità tecnologica.

Ma a che punto siamo nella realizzazione di questo ambizioso Piano nazionale?

Le infrastrutture di cui al modello A (poco meno di 800 milioni di Euro) sono quasi tutte completate e sono in fase di attuazione le gare relative al Modello B. Al completamento di questa seconda parte sarà avviata quindi la terza fase del Piano che prevede, appunto, un incentivo alla domanda dedicata alle microaree in digital divide residue da effettuarsi contribuendo all’acquisto di terminali – nel rispetto del principio di neutralità tecnologica.

Quanto è costato il Piano?

Rispetto alla dotazione inizialmente prevista dal Piano, abbiamo registrato alcuni fattori che hanno portato ad una riduzione del fabbisogno finanziario del progetto che da 1.471 milioni di euro previsti ammonta oggi a circa 1.100 milioni di euro. Alcuni fattori hanno determinato la riduzione dei costi quali ricordiamo l’introduzione di nuove tecnologie di scavo a basso impatto ambientale, successivamente disciplinate, dal Decreto Scavi, l’utilizzo delle infrastrutture esistenti nel sottosuolo che hanno limitato gli scavi solo ove strettamente necessario con risparmi fino al 40% rispetto alla realizzazione ex novo, varie economie di scala garantite dal fatto che Infratel ha agito come un unico soggetto a livello nazionale, lo sviluppo di tecnologie wireless più performanti e a costi sempre più bassi che sono risultate una valida alternativa per l’attuazione della tipologia di intervento B e, infine, l’avanzamento dei piani degli operatori privati soprattutto con tecnologie wireless che sono stati censito attraverso l’annuale procedura di consultazione pubblica.

Il modello Infratel è risultato efficace e ha trovato l’appoggio di quasi tutte le Regioni italiane, perché non ha fatto sovrapposizioni rispetto alle reti degli Operatori, in altre parole, attraverso una continua e attenta analisi abbiamo realizzato solo le infrastrutture complementari alle reti già esistenti, limitando i nuovi scavi e rendendo quindi meno oneroso, più veloce e meno invasivo l’impatto che i cantieri stradali hanno sulla vita dei cittadini. Come spiega Salvatore Lombardo, Direttore Generale di Infratel, l’azienda riesce a utilizzare, per il 45 per cento, infrastrutture esistenti e questo vale sia nell’attuazione del Piano Nazionale Banda Larga, sia nel Piano strategico banda Ultralarga.

Ogni 100 km di infrastrutture ottiche realizzate, dunque, per 45 km sono state utilizzate le infrastrutture disponibili, ovvero palificazioni e tubazioni idonee alla posa di fibra ottica. Non si tratta solo di infrastrutture telco, anzi, aggiunge Lombardo: da poco abbiamo siglato un accordo anche con Enel che si è offerta per poter cedere i diritti d’uso della palificazione elettrica.

Si tratta di un modello virtuoso che favorisce la concorrenza, poiché le reti realizzate vengono concesse a tutti gli operatori in condizioni di equità e non discriminatorie ad un prezzo accessibile stabilito da Agcom e regolamentato nel regime d’aiuto di 3,5 euro flat a 15 anni per due coppie di fibra. Un prezzo di mercato che però incentiva gli operatori a fornire il servizio di connettività anche nelle aree a fallimento di mercato in cui Infratel investe. I clienti di Infratel italia sono infatti molti: da Telecom a Vodafone, fastweb, BT Italia e tanti piccoli operatori che utilizzano le infrastrutture pubbliche per ampliare la loro offerta di servizi nei territori in digital divide.

Ad oggi abbiamo realizzato 11.000 Km di nuove infrastrutture ottiche in tutte le regioni del territorio nazionale ad esclusione del Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, connettendo 1700 località di cui 1300 già attive con servizi ADSL e servizi LTE, abilitando ai servizi a larga banda su fibra Infratel circa 3,5 Milioni di cittadini che entro i prossimi 12 mesi diventeranno 6 milioni – azzerando così il digital divide italiano.

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