il punto

Il digitale europeo dopo la Brexit: tutte le sfide sull’asse Parigi-Berlino

Se non fosse stato per la spinta iniziale del Regno Unito, probabilmente l’Europa avrebbe tardato a liberalizzare le tlc, perpetuando telefoni grigi, maxi-bollette, nonché ritardando l’avvento di Internet. Ora tutte le sfide della data economy, dalla cyber security all’AI, si giocheranno sull’asse franco tedesco

Pubblicato il 12 Feb 2020

Innocenzo Genna

giurista specializzato in diritto e policy europee del digitale

brexit

La Brexit colpisce nel cuore l’Europa soprattutto sul fronte digitale. L’Unione europea infatti è stata profondamente plasmata dalle politiche liberiste e pro-concorrenziali che sono giunte proprio da oltre Manica sin dagli anni ‘70.

Dal mercato unico alla liberalizzazione delle telecomunicazioni, passando per l’abolizione del roaming e l’unbundling dell’ultimo miglio, sono stati molti i traguardi raggiunti grazie alla spinta iniziale del Regno Unito anche nel settore delle telecomunicazioni.

Ora per l’Unione Europea, orfana del Regno Unito a seguito della Brexit, si apre un quinquennio di sfide molto impegnative su diversi fronti – dalla cyber security all’intelligenza artificiale – la cui risoluzione si giocherà molto probabilmente sull’asse franco-tedesco.

L’impronta UK su tlc e internet

Nei mesi di frenetiche discussioni sulla definizione dei termini della Brexit, molti osservatori hanno fatto notare come il Mercato Unico Europeo non si sarebbe forse realizzato così velocemente se dietro non vi fosse stata Londra che spingeva tenacemente per una maggiore integrazione economica, intesa come eliminazione delle barriere alle libertà economiche fondamentali: lavoro, servizi, stabilimento e capitali. La creazione di un grande mercato è stato sicuramente l’obiettivo fondamentale dell’avventura europea del Regno Unito, un obiettivo che si può dire largamente raggiunto ma che, al suo esaurimento, ha evidenziato anche i limiti dell’europeismo all’inglese: per Londra non vi era ragione di spingere il processo europeo troppo oltre lo stadio dell’integrazione commerciale.

L’impronta britannica sul mercato unico si può ben vedere anche nel più specifico settore delle telecomunicazioni e di Internet. Il Regno Unito è stato infatti lo Stato membro europeo che maggiormente ha spinto per la liberalizzazione dei mercati delle telecomunicazioni, che in Europa, all’inizio degli anni ’70, erano saldamente in mano a monopoli governativi: la SIP in Italia, Deutsche Telekom in Germania, Telefonica in Spagna ecc.. Ma negli anni ’80 il Regno Unito lanciò un vasto programma di privatizzazioni e liberalizzazioni, che investirono in particolar modo le utiility, tra cui l’operatore telecom domestico (British Telecom) e quello d’oltre mare (Cable & Wireless). Questi processi di politica industriale furono poi esportati nell’Unione Europea e fornirono il background per il Libro Verde delle telecomunicazioni (1987) e per le prime direttive di liberalizzazione, in particolare la direttiva ONP (Open Network Provision) 90/387/CE. Non si trattò però della semplice pressione da parte del governo britannico: in verità era l’industria inglese nel suo complesso che giocò un ruolo fondamentale. Infatti, il Regno Unito ospitava le filiali europee di quasi tutti i carrier telefonici internazionali, i quali vedevano nel mercato europeo un formidabile, nonché necessario, terreno per espandersi. Una spinta analoga venne anche dalle grandi corporation internazionali (banche, assicurazioni, fondi) stabilite o comunque presenti a Londra, che necessitavano, per collegare le varie filiali europei, di prezzi più bassi per i servizi telefonici e maggiore disponibilità di connettività.

Questa congiuntura di interessi tra governo britannico ed establishment industriale/finanziario stabilito a Londra furono quindi decisivi per il processo di liberalizzazione delle telecomunicazioni europee, che fu poi abbracciato anche dai governi continentali quando capirono i potenziali ritorni economici delle privatizzazioni e delle aste.

La stessa Telecom Italia fu privatizzata a passo di carica (con la storia che tutti conosciamo) perché i relativi proventi erano necessari per permettere all’Italia di rispettare i parametri per l’entrata nell’Euro. Ad ogni modo, se non fosse stato per la spinta iniziale da parte del Regno Unito, probabilmente l’Europa avrebbe tardato nel liberalizzare le telecomunicazioni, perpetuando a lungo i telefoni grigi, il duplex e le esose bollette telefoniche, nonché ritardando l’avvento di Internet.

Il Regno Unito è stato anche uno dei paesi maggiormente attenti alle questioni di concorrenza, nelle telecom, promuovendo nel resto d’Europea una politica di favore verso i new entrants. Ciò era dovuto al fatto che il mercato inglese si era liberalizzato prima degli altri e pertanto sia l’incumbent (BT) che gli alternativi (ad esempio Colt, Global Croassing, ma persino gli incumbent americani Verizon ed AT&T) avevano bisogno di espandersi fuori del mercato domestico inglese, nel resto d’Europa, anche a scapito degli operatori incumbent locali. Il regolatore OFCOM divenne attivissimo nell’esportare all’estero i suoi modelli regolamentari, tanto che si parlò di vero e proprio “marketing regolamentare”.

Il Regno Unito fu infatti un fortissimo sostenitore dell’ULL (la disaggregazione della rete locale, cioè quella regola che consente agli operatori alternativi di passare attraverso l’ultimo miglio dell’operatore storico, e così fornire servizi finali agli utenti) ed arrivando persino ad imporre la separazione della rete di BT. Sia ULL che separazione della rete furono dei veri e propri cavalli di battaglia di OFCOM, che giustamente vantava il mercato europeo maggiormente competitivo a livello retail, con una quota di mercato dell’incumbent ben sotto il 30% (nel resto d’Europa è mediamente intorno al 40%). Il rimedio inglese della separazione della rete fu proposto ai partner europei e fu effettivamente inserito nel quadro regolamentare europeo del 2009, ma con scarsa applicazione pratica fuori dallo Regno Unito.

Regolamentazione leggera di internet e roaming: il ruolo del Regno Unito

Il Regno Unito fu anche uno dei fautori della regolamentazione leggera di Internet all’inizio degli anni 2000. A differenza delle telecomunicazioni, Internet nacque come un mercato completamente nuovo, senza posizioni dominanti o legacy da abbattere. Non vi erano imprese pubbliche da privatizzare. Inoltre, Londra ospitava la gran parte degli headquarter delle aziende americane che stavano creando Internet (e la relativa bolla). Fu così che il Regno Unito ebbe un ruolo fondamentale nel 2000 nel lasciare carrier, siti web e datacenter sostanzialmente deregolamentati, salvo alcune regole fondamentali di responsabilità per gli ISP e per gli hosting provider. Tale deregolamentazione ha facilitato il boom dei servizi Internet e la diffusione delle tecnologie digitali in tutta Europea ma, come si sa, ora è in fase di profonda revisione, poiché l’assetto concorrenziale del mercato Internet è cambiato e si va verso la concentrazione.

Infine, UK è stato un grande sponsor della riforma del roaming. Si badi bene: per l’Europa si è trattato di una grande traguardo per i cittadini europei, ma per il governo di Londra è stato soprattutto una logica conseguenza del percorso liberista iniziato negli anni 90.

Le sfide del prossimo quinquennio

La liberalizzazione europea delle telecomunicazioni resta e continuerà a produrre effetti positivi per i cittadini e le imprese europee, nonostante la Brexit. Vi sono però nuove sfide che avanzano e che impegneranno duramente le istituzioni europee nel prossimo quinquennio: l’emergere delle piattaforme online ed in particolare degli OTT globali (i cd. GAFA: Google, Amazon, Facebook, Apple); i problemi di sicurezza cibernetica; l’economia dei dati; la corsa verso l’intelligenza artificiale; l’esigenza di sovranità tecnologica dell’Unione Europea verso USA e Cina. Se il Regno Unito fosse rimasto nella UE avrebbe sicuramente fornito un contributo formidabile a queste tematiche. Invece, sarà probabilmente l’asse Parigi-Berlino a giocare ora un ruolo decisivo nel futuro del digitale europeo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 4