nuovi poteri agcom

Pirateria di eventi live, Capitanio (Agcom): “Fenomeno da debellare con strumenti snelli, ecco quali”

Contro la pirateria audiovisiva di eventi live servono strumenti efficaci che intervengano sul reato e ne impediscano la reiterazione. Ben vengano quindi i nuovi poteri attributi ad Agcom da un recente progetto di legge. Ma occorrono anche nuovi strumenti legislativi e più educazione sui danni della pirateria

Pubblicato il 09 Giu 2022

Massimiliano Capitanio

Commissario Agcom

piracy shield

Fermo restando il ruolo dell’educazione e quello della repressione dei reati, per debellare il fenomeno della pirateria audiovisiva l’imperativo è quello di poter contare su strumenti snelli ed efficaci che permettano, da un lato di intervenire tempestivamente andando a indebolire alla radice le condotte violative, e, dall’altro, ostacolare il più possibile la reiterazione delle stesse da parte di soggetti già noti.

Stop alla pirateria di eventi sportivi in diretta: ecco i nuovi poteri Agcom

Ben vengano, quindi, i nuovi poteri conferiti ad Agcom da un progetto di legge recentemente adottato in seduta congiunta dalle Commissioni VII e IX della Camera dei deputati contenente “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica”.

Il progetto di legge, in particolare, prevede che l’Autorità “con proprio provvedimento, può ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare l’accesso ai contenuti illeciti mediante il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio, e il blocco all’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP”, anche con riferimento al blocco futuro di ogni altro nome di dominio, sotto dominio o di ogni altro indirizzo IP che possa consentire l’accesso ai medesimi contenuti.

Per quanto riguarda gli eventi live, inoltre, nei casi di gravità e urgenza Agcom potrà ordinare ai provider, con provvedimento cautelare abbreviato adottato inaudita altera parte, “di disabilitare l’accesso ai contenuti trasmessi abusivamente mediante blocco dei nomi a dominio e degli indirizzi IP”.

È proprio questo ultimo elemento, ossia la gravità e l’urgenza che riguardano la messa a disposizione di contenuti in diretta o assimilabili, che ci riporta alla notizia relativa alla recente operazione condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza che ha permesso di smantellare una piattaforma di gestione di IPTV illegali, alla quale erano connessi circa 20.000 utenti in occasione dell’ultima giornata del campionato di calcio di serie A e della finale della Conference League.

Le Forze dell’ordine si sono avvalse di una infrastruttura informatica già sequestrata: al momento dell’accesso, gli utenti sono stati reindirizzati ad una pagina web redatta dalla stessa Finanza, con cui venivano avvisati che il sito era sotto sequestro e che tutti i loro dati erano stati tracciati e salvati.

Questa operazione ancora una volta pone l’accento su alcuni elementi critici in termini di tutela del diritto d’autore: la naturale urgenza di intervento sugli eventi live (tra i quali, quelli sportivi, rappresentano il non plus ultra in termini di appetibilità); il ruolo delle tecnologie digitali nella proliferazione di sistemi illegali e, non da ultimo, le responsabilità in capo non solo ai gestori delle piattaforme pirata, ma anche ai fruitori delle stesse.

Nuovi strumenti e più educazione contro la pirateria audiovisiva

Queste notizie confermano l’urgenza di attuare nuovi strumenti legislativi per debellare la pirateria audiovisiva (secondo Fapav ogni anno vengono rubati al sistema Paese oltre un miliardo di euro) e, allo stesso tempo, la possibilità di raggiungere, individuare e multare (nella ipotesi più soft) anche gli utenti finali di questo commercio criminale.

La pirateria è un reato commesso ogni giorno con eccessiva leggerezza: secondo la ricerca condotta da Time2play il 74,9% degli intervistati di fronte alla domanda su quali fossero i fattori sociali e culturali che li spingevano a scegliere la pirateria informatica ha dichiarato: “perché pagare per qualcosa che posso avere gratis?”.

È quindi necessario che, in primis, siano attuate campagne di educazione che imprimano, soprattutto nella mente dei più giovani, il concetto secondo cui la pirateria, danneggiando l’industria culturale, pregiudica la qualità dei contenuti e, di conseguenza, la cultura stessa.

In secondo luogo, che tali condotte hanno conseguenze gravi. L’art. 171-octies della legge sul diritto d’autore punisce con la reclusione fino a tre anni chiunque, a fini fraudolenti, utilizza apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale. Pena che, tra l’altro, può essere aumentata nel caso in cui la condotta posta in essere integri anche un più grave reato, quale la ricettazione, per cui è prevista una pena della reclusione fino a sei anni, sempre che si tratti di fatti di particolare tenuità.

Il ruolo di Agcom

In questa sfida di civiltà un ruolo chiave è svolto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Come noto, a valle di un processo iniziato con un’indagine conoscitiva del 2010 sulla pirateria online, l’Autorità, con delibera n. 680/13/CONS, ha adottato il “Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica e procedure attuative ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70”, entrato in vigore il 31 marzo 2014. Da allora, l’azione dell’Autorità è stata incentrata anzitutto sul contrasto alle violazioni massive che, come tali, sono particolarmente lesive. L’obiettivo della procedura messa a punto nel corso degli anni è stato quello di impedire o porre fine alle violazioni, in particolar modo tramite siti collocati all’estero, attraverso l’inibizione dell’accesso tramite disabilitazione del DNS da parte degli ISP.

A seguito dell’entrata in vigore della “Legge europea 2017”, sono stati poi ulteriormente implementati i poteri dell’Autorità, che oltre ad adottare provvedimenti cautelari in caso di necessità e urgenza, ha anche il potere di adottare misure finalizzate ad impedire la reiterazione di violazioni già accertate.

Grazie a questi poteri, a distanza di poco meno di un decennio, sono pervenute ad Agcom complessivamente 3.547 istanze, di cui 3531 per violazioni del diritto d’autore online. Inoltre, negli ultimi due anni se ne contano più di 1300, ossia circa il 40% del totale dal 2014 ad oggi: ciò dimostra la positiva influenza dei recenti interventi normativi e regolamentari sull’area di intervento dell’Autorità.

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