piano triennale agid

Acquisti PA, evitare il nuovo rischio di oligopoli

Il potenziamento dell’e-procurement, come disegnato nel piano triennale, produrrà a breve un oligopolio nelle forniture pubbliche e un apparato monocratico gestionale detentore del monopolio normativo della fase di costruzione del disciplinare e del bando di gara

Pubblicato il 18 Set 2017

Michele Gorga

avvocato

procurement_563512447

Il lato oscuro del Piano triennale dell’informatica pubblica tenta di materializzarsi nella programmata istituzionalizzazione della centralizzazione dei soggetti aggregatori per gli acquisti pubblici e nella riduzione del numero dei soggetti aggregatori della domanda delle esigenze di acquisto, che unendosi alla filosofia di fondo del nuovo Codice dei contratti pubblici, volto sempre più alla centralizzazione della domanda, produce una decisa accelerazione verso una possibile distorsione dei processi di e-procurement

Un paese che neanche nella pianificazione dell’informatizzazione pubblica riesce a trovare equilibrio e per ansia da prestazione pianifica processi che potrebbero essere forieri di rischi, per la democrazia economica e la pluralità democratica, e inconsapevolmente ne produce maggiori di quelli a cui cerca di porre rimedio, ossia dilatazione della spesa pubblica e corruzione.

Come la recente inchiesta CONSIP insegna, la soluzione per porre freno alle storture che si producono nelle procedure concorsuali degli appalti pubblici non può essere il potenziamento dell’e-procurement come disegnato nel piano triennale che indica cosa e come comprare e, attraverso la legge di bilancio, ne rimette le risorse a grande azioni gestite da pochi soggetti aggregatori della domanda e dell’offerta.

Un modello siffatto produrrà a breve un oligopolio nelle forniture pubbliche e un apparato monocratico gestionale detentore del monopolio normativo della fase di costruzione del disciplinare e del bando di gara.

Solo una diffusa collaborazione tra Pubblica Amministrazione e imprese, nella fase concorsuale, sul modello di aggregazione di imprese ed in una logica del modello del pre-commerciale potrebbe, invece, temperare quei rischi che si vogliono in generale prevenire.

E’ la fase della costruzione della gara che richiede una maggiore collaborazione tra monitoraggio dei bisogni pubblici e scelte normative trasparenti, giammai la riduzione degli aggregatori potrà essere la soluzione.

La riduzione degli aggregatori non è condizione necessaria e sufficiente per arginare la variante dell’autonomia delle scelte normative e del latente conflitto d’interesse dove chi costruisce il bando (Consip docet) e programma la gara, fa parte dello stesso ufficio di chi deve curare il procedimento, il contratto e il controllo.

E’ stata perciò, fino ad oggi, proprio la poca precisione dei documenti di gara, ovvero i bandi ad “abito sartoriale” unito all’assenza di controlli adeguati in fase esecutiva – per l’evidente conflitto d’interesse – che ha determinato in molti casi una bassa rispondenza tra quanto promesso e quanto effettivamente prodotto sotto il profilo della legalità.  

Il Codice dei contratti non avrà nessuna influenza se le gare continueranno a costruirsi come è stato  fatto fino ad oggi, anche a prescindere della emergenza, che sono la prova provata di un sistema di aggiudicazione di beni e di servizi arcaico volto più allo snervante snocciolamento di regole e regolette, direttive e linee guida che producono storture maggiori di quelle che si intendono evitare, essendo le imprese  chiamate a rispondere a richieste pubbliche preconfezionate su modelli precedenti (taglia e incolla) definite sulla via di fuga dell’aggiudicazione delle gare  basate sul criterio del massimo ribasso, e non dei costi standard (per sicurezza, diritti dei lavoratori, contenuto tecnologico innovativo delle soluzioni) ciò che ha determinato uno svilimento delle imprese e del lavoro senza che siano stati eliminati i fenomeni di corruzione.   

Un nuovo procurement pubblico non può restare legato al palo di una PA che elargisce risorse per servizi la cui finalità è al massimo ribasso o del nuovo toccasana dell’offerta economica più vantaggiosa, nuovo totem di una PA che resta solo distributore di risorse.

L’indole del procurement pubblico dovrebbe essere solo quello rivolto alla R&S in tutti i settori pubblici, dalla Sanità alla Giustizia, dalla mobilità ai servizi di sicurezza pubblica ai grandi settori strategici nazionali, ma dove il nuovo Piano triennale non si avvicina neanche, preferendo restare confinato nell’orto dell’oligopolio per assicurare agli imprenditori del partito delle maggioranze momentane provvidenze pubbliche in ragione della captazione del consenso effimero e per una monocrazia dal pensiero unico.   

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Social
Analisi
Video
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati