#lascuolanonsiferma

Covid-19: così le scuole hanno creato gli anticorpi contro l’emergenza

L’arrivo del Coronavirus nel nostro Paese ha causato la chiusura prolungata delle scuole per motivi di salute pubblica, per la prima volta nella nostra storia. Quello che sarebbe potuto diventare un flagello ha invece stimolato la celere creazione di “anticorpi”. Vediamo cos’è accaduto nelle scuole, più o meno attrezzate

Pubblicato il 17 Mar 2020

Nicoletta Vitali

Dirigente Scolastico IC Eugenio Donadoni di Sarnico (BG)

Education concept

Il fattore tempo è fondamentale, nel tentativo di tracciare la confusa rivoluzione copernicana dovuta all’emergenza da Coronavirus che le scuole d’Italia hanno dovuto recepire, capire, razionalizzare e gestire in pochi giorni, a partire da domenica 23 febbraio 2020. Ad oggi, il  vitalissimo fermento mediatico sorto intorno all’emergenza, fatto di cronache in tempo reale in tutti i canali di comunicazione, Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri in bozza dati in pasto ai media, polemiche, allarmi più o meno giustificati, decreti non firmati, decreti finalmente firmati e notizie da un Paese sbigottito, a chiazze rosse, gialle e arancione, ha prodotto la terza di sei settimane previste di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Un  evento epocale, mai vissuto prima.

Per fare chiarezza su alcuni termini specifici che riguardano la scuola, utilizzati spesso impropriamente dai redattori di notizie, con il termine chiusura si deve intendere la situazione di edifici chiusi e personale scolastico, oltre che alunni, a casa. Questa è stata la situazione creatasi nella prima settimana, dal 24 febbraio al 1 marzo: scuole chiuse in alcune province lombarde.

Con il termine sospensione delle attività didattiche si fa riferimento alla situazione per la quale il personale ATA (collaboratori scolastici, amministrativi e tecnici, con il dirigente scolastico) è in servizio e gli edifici scolastici sono “abitati” solo da questo contingente. Gli alunni sono a casa, in “vacanza”, come a Natale, Pasqua e nel periodo estivo.

Questa è la situazione che connota il periodo attuale, dal 2 marzo al 3 aprile. Dal 5 marzo, la sospensione delle attività didattiche ha interessato l’intero Paese. Dall’8 marzo alcune regioni del Nord sono state chiuse agli spostamenti, e fino al 3 aprile tutta l’Italia sarà sottoposta a un unico, restrittivo, regime di protezione e prevenzione del contagio da COVID-19, sintetizzato efficacemente dall’hashtag #iorestoacasa.

Premessa lunga ma necessaria.

La reazione delle scuole, più o meno attrezzate

La prima settimana di chiusura ha evidenziato una dicotomia tra le scuole: da una parte, attrezzatissimi istituti superiori, in genere con rodate esperienze di didattica a distanza (DaD), adeguate dotazioni tecnologiche, frutto della progettazione di dirigenti con una vision ad ampio raggio e di docenti competenti per formazione nelle implicazioni didattiche delle nuove tecnologie applicate alla didattica. Fin dai primissimi giorni dell’emergenza Coronavirus, le scuole secondarie di II grado hanno risposto all’imprevisto stallo con lezioni e attività formative a distanza grazie alle nuove tecnologie e alle competenze possedute dalla comunità scolastica. Sull’altro versante, gli istituti comprensivi, con scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado, che possiedono, in genere, dotazioni tecnologiche obsolescenti di modesta entità e docenti che, per formazione, in genere non possiedono competenze tecniche e/o digitali adeguate per l’utilizzo strutturale delle nuove tecnologie nella didattica. Fortunatamente, anche tra i docenti delle scuole del Primo ciclo ci sono rare, ma preziosissime, eccezioni.

Cos’è accaduto nelle scuole meno attrezzate ad affrontare l’emergenza? Nel ruolo di dirigenti scolastici, abbiamo assistito ad un fenomeno, straordinario, che sulla stampa viene visto con sospetto, irriso dai luminari della pedagogia e dai teorici delle Università, che spesso non hanno avuto mai a che fare con classi di bambini, preadolescenti e adolescenti. Il risultato prodotto dall’iniziale, comprensibile, marasma, quando si susseguivano ipotesi di chiusura delle scuole per alcuni giorni, è il fatto che le nostre piccole-grandi scuole (di serie B?) si sono rimboccate le maniche, hanno ritrovato ispirazione, motivazione, spirito di collaborazione e senso di appartenenza alla comunità scolastica, oltre ad un sano spirito di competizione.

Queste scuole “minori” hanno scelto di attivare, o più spesso accelerare, iniziative di formazione riservate ai docenti, lodevolmente messe a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, dall’INDIRE e dalle scuole superiori più innovative del Paese. I Dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, direttamente responsabili dell’organizzazione, gestione e motivazione delle necessarie azioni da compiere, si sono costruttivamente confrontati online con i colleghi dell’intero Paese, anche attraverso i loro gruppi di Facebook , attraverso webinar, appositamente e tempestivamente creati.

Gli obiettivi e le risorse interne

Gli obiettivi , comuni a tutte le scuole, di questa “rivoluzione copernicana”, per la quale i docenti delle scuole, in autonomia e dal basso, hanno realizzato in breve tempo azioni di sviluppo e supporto della didattica a distanza sono stati: raggiungere i loro alunni direttamente a casa loro, indicando proposte di attività formative attraverso gli strumenti della comunicazione digitale (siti istituzionali delle scuole, registro elettronico, aule virtuali, blog didattici, email, videolezioni con semplici applicazioni,  Padlet e altre soluzioni creative, come chat e forum rivolti ai loro alunni o ai colleghi insegnanti; tramite smart working, perseguire gli obiettivi formativi progettati per l’anno scolastico in corso progettando attività didattiche interamente digitalizzate; richiedere la collaborazione delle famiglie, per dare piena attuazione al concetto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, ai fini dei raggiungimento del fatidico successo formativo nonostante l’eccezionalità della situazione creatasi.

I docenti hanno utilizzato  proficuamente la rete di comunicazione interna al proprio istituto, si sono confrontati a distanza sul da farsi, su come e con quali strumenti raggiungere gli alunni rimasti a casa, per realizzare la didattica a distanza. Chi “ne sa di più” ha offerto le sue competenze digitali (a volte di altissima qualità) al servizio della scuola ed è diventato tutor dei colleghi più restii, timorosi di non avere sufficienti competenze digitali per affrontare con serenità l’utilizzo di svariate applicazioni utili alla produzione di esperienze significative, tramite materiali multimediali. La facilità della comunicazione tramite applicazioni come Meet di Google per gestire videoconferenze, della condivisione attraverso padlet, dell’utilizzo di piattaforme come Gsuite, ha permesso un approccio ad alcuni degli straordinari, intuitivi, innovativi e divertenti modi di costruire le UDA, unità di apprendimento, da condividere con i loro alunni, suggerendo proposte di attività didattiche e formative creative.

Le altre risorse

Altre straordinarie risorse utili, sono state suggerite da alcune scuole superiori (come l’ITE Tosi di Busto Arsizio), che hanno ospitato eventi ed iniziative di formazione a supporto dei docenti per l’implementazione della didattica a distanza. Anche i produttori dei software dei registri elettronici hanno dato un fondamentale contributo alle scuole per supportare la DaD, creando intuitive aule virtuali, permettendo così l’interazione tra i docenti e gli alunni delle loro classi attraverso uno strumento, il registro elettronico, che, quotidianamente, è già utilizzato da anni, sia dai docenti che dai genitori.

Tra le buone pratiche che gli insegnanti stanno utilizzando per realizzare coinvolgenti lezioni a distanza, ci sono siti, creati da insegnanti esperti, che mettono a disposizione materiali utili per attività didattiche ludiche e divertenti.

Le scuole polo del Movimento Avanguardie Educative (INDIRE) hanno pubblicato, con l’hashtag #lascuolanonsiferma, il Manifesto della Scuola che non si ferma, la prova della vitalità sorprendente di una realtà scolastica con molti problemi, ma piena di risorse.

Uno sguardo (parziale) sulla geografia delle Scuole che non si fermano

Con il permesso dei rispettivi Dirigenti scolastici, che ringrazio di cuore, ho voluto presentare solo un dettaglio del complesso lavoro di organizzazione delle attività didattiche a distanza che ha visto l’impegno enorme di tutto il corpo docente delle scuole di ogni ordine e grado. Prima di ogni altra cosa, si evince la cura e la vicinanza agli alunni/allievi, per sostenerne la motivazione e l’impegno. La Scuola Italiana ha messo in gioco, in questo frangente difficile e senza precedenti, tutta l’energia e la creatività delle sue risorse umane e strumentali.

Istituto comprensivo “e. Calvi” di Rivolta d’Adda: infanzia

Da Circolare (Le quattro sezioni dell’Infanzia dell’IC Calvi hanno avuto attività differenti da svolgere, su padlet. Qui, ne riporto solo un dettaglio)

Un padlet è uno strumento di semplice utilizzo ed accessibile da pc, tablet, cellulare. È una bacheca digitale. Per accedere al padlet vi sono due possibilità alternative:

  • copiare il link, relativo alla sezione frequentata,  in un qualsiasi motore di ricerca
  • oppure inquadrare il QRcode associato.

Sezione Blu

Mail: bluinfanziaagnadello@gmail.com

Link per padlet 

QRCODE:

Istituto comprensivo F. Riso – Isola delle Femmine

Da Circolare (sintesi dell’organizzazione generale e degli strumenti utilizzati).

Scuola Primaria – Docenti

  • Bacheca di Argo DidUp, per la condivisione di documenti di testo, link e video YouTube, immagini e file in generale.

Tutorial disponibili sul portale ARGO:

Scuola Primaria – Famiglie

  • Bacheca di ScuolaNext Famiglia, per visualizzare compiti e documenti inoltrati dai docenti e consegnare i compiti svolti.

Tutorial disponibili (collegamenti attivi):

  • L’interazione con gli studenti

Scuola Secondaria I grado

  • Bacheca di Argo DidUp, per la condivisione di documenti di testo, link e video YouTube, immagini e file in generale.

Istituto comprensivo di Nereto (TE)

Tutorial per Alunni e Genitori (a supporto della didattica a distanza)

Liceo Carlo Porta – Erba (CO)

Da Circolare (La vicinanza del Dirigente scolastico)

In questi giorni difficili la scuola italiana, e il Liceo Porta in particolare, sono impegnati a fornire agli studenti la possibilità di mantenere i contatti con l’ambiente scolastico e con lo studio.

Moltissimi docenti di questo Liceo si stanno adoperando per seguire da vicino i propri studenti nel loro processo di apprendimento, utilizzando i mezzi più congeniali a ciascuno di loro. A questi docenti, quindi, è doveroso un grande ringraziamento.

Ma la volontà dei docenti da sola non basta: ci vuole l’impegno di tutti gli studenti e il supporto delle loro famiglie.

In particolare, mi permetto di dare le seguenti indicazioni:

  • Sospensione delle lezioni non significa vacanza. È un dovere di ogni studente seguire scrupolosamente le indicazioni degli insegnanti, svolgere i compiti nei tempi assegnati, presenziare (compatibilmente con le possibilità offerte dalla propria connessione) agli appuntamenti online, ecc.
  • I genitori devono agevolare l’impegno dei loro figli, assicurando loro, nei limiti del possibile, la possibilità di accedere alle attività online in un ambiente tranquillo e silenzioso, vigilando però, nello stesso tempo, sul rispetto dei tempi e delle regole da parte dei figli.
  • Tutti sono invitati a consultare quotidianamente il Registro elettronico e il Quaderno elettronico per controllare le consegne e gli appuntamenti. Inoltre  consultare regolarmente le mail dei loro account istituzionali.
  • I rappresentanti degli studenti nei Consigli di classesono invitati a consultare quotidianamente le mail della classe al loro account istituzionale e fare da tramite con i compagni.
  • Nel caso si incontrino difficoltà tecniche, consultare la Guida di Drive e Classroom per per studenti.

I meriti del Piano Nazionale Scuola Digitale

L’eccezionalità dell’arrivo del nuovo Coronavirus nel nostro Paese ha creato problemi e conseguenti azioni di contenimento che hanno visto, per la prima volta nella storia italiana, la chiusura prolungata delle scuole per motivi di salute pubblica. Quello che potenzialmente sarebbe potuto diventare un flagello per l’istruzione in Italia, ha invece stimolato la creazione di “anticorpi”, che hanno reagito prontamente all’emergenza. Il merito va riconosciuto, in primis, al Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), documento di indirizzo dell’allora Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (ora denominato Ministero dell’Istruzione) per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale, risalente all’anno scolastico 2015-2016.

Costituiva (e continua ad esserlo) un pilastro fondamentale de La Buona Scuola (legge 107/2015), una visione operativa che rispecchiava la posizione del Governo Renzi rispetto alle più importanti sfide di innovazione del sistema pubblico: al centro di questa visione, vi erano l’innovazione del sistema scolastico e le opportunità dell’educazione digitale.

Si spera che i semi gettati cinque anni fa, nonostante la lunga e stentata germinazione, possano riprendere forza e vigore, come conseguenza dell’eccezionale esperienza maturata dalle scuole italiane in seguito dell’emergenza Coronavirus. Va riconosciuto agli operatori della scuola un ruolo di primo piano nel contenimento dei danni collaterali dovuti all’eccezionalità dell’evento, insieme agli operatori sanitari e alle forze dell’ordine.

Il glossario minimo della scuola a distanza (smart school)

  • Webinar <u̯èbinaa> s. ingl., usato in it. al masch. – Seminario condotto sul web. La caratteristica principale di tutti i w. è la partecipazione di persone dislocate in luoghi differenti. Un w. può essere condotto in tempo reale e/o registrato per una successiva consultazione su richiesta. Alcuni servizi per i w. consentono l’interattività fra uno o più presentatori e i partecipanti. Le caratteristiche disponibili variano da un servizio a un altro, ma possono anche comprendere la presentazione di slide e/o video, la disponibilità dell’audio tramite Internet VoIP e/o una linea telefonica, la registrazione del seminario, una chat testuale condivisa, una lavagna bianca condivisa, un’applicazione per i sondaggi o test e la condivisione dello schermo del computer. I w. si prestano particolarmente alla formazione a distanza e ad attività di vendita. Esistono diversi servizi disponibili sia a pagamento, come Cisco Webex, Citrix GoToWebinare, Mikogo, sia gratuiti, come BigBlueButton, OnWebinar, WebHuddle, OpenMeetings e Google+ Hangouts. Talvolta si utilizza il termine webcast per indicare w. senza interattività e l’espressione web conference per indicare il pieno coinvolgimento dei partecipanti. (Piattaforma Treccani)

I giochi da tavolo a scuola: un modo diverso di sviluppare le competenze

  • Tutorial (inform.) programma di facile uso che guida l’utente nell’apprendimento di un programma complesso Etimologia:← voce ingl.; dalla loc. tutorial (program) ‘programma d’istruzione’. (Garzanti linguistica)

Tutorial – Meet Gsuite tutorial italiano

  • Smart Working – “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.

Si tratta di una “nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”, riprendendo in questo caso la definizione che già nel 2015 ne dava l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.” (Ministero del lavoro e delle politiche sociali)

In Stantec il lavoro si fa smart

  • Padlet, cos’è e come si usa e un esempio per attività didattiche e formative a casa, preso dal Blog didattico Donadoniblog dell’IC Donadoni di Sarnico (Autore: Prof.ssa Elena Valaperta)

Cronache di Gerusalemme

  • Piattaforme per materiali multimediali: sono siti web che, previa registrazione, offrono un sistema per la gestione della didattica (tecnicamente infatti parliamo di LMS: learning management system).  Un sito di questo tipoè per gli insegnanti  un modo semplice e sicuro per collegarsi e collaborare con studenti, genitori e altri insegnanti. Con funzionalità intuitive e spazio illimitato, ad esempio, può svolgere queste funzioni:
    • crea gruppi rapidamente,
    • assegna compiti,
    • programma quiz,
    • È progettato per dare a un insegnante un controllo completo della propria classe digitale.

Weschool

  • Google Sites: Google Sites è un’applicazione web gratuita fornita da Google, che permette la creazione di siti web. Attualmente Google Sites è uno dei servizi base inclusi nel pacchetto Google Apps.

Tecnologica – Mente

  • Cloud: (termine inglese che significa nuvola e che in italiano si pronuncia clàud)  è uno spazio di archiviazione personale, chiamato talvolta anche cloud storage (si pronuncia clàud storij), che risulta essere accessibile in qualsiasi momento ed in ogni luogo utilizzando semplicemente una qualunque connessione ad Internet. (Informatica per tutti)
  • Blog didattico: Un blog è uno spazio sul webdove poter raccontare storie, esperienze e pensieri, una sorta di diario di bordo che ognuno di noi può “tenere” e condividere con gli altri. L’importante è poter scrivere senza complicazioni tecniche e senza intermediazioni. Non esistono tematiche prefissate, ognuno scrive liberamente su qualsiasi argomento. (Scuola e tecnologia)

Donadoniblog

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