scuola e lavoro

Fare della scuola un luogo dell’innovazione è possibile: il progetto “Il Celerifero”

Il Celerifero è un velocipede a trazione elettrica sviluppato dagli studenti, con i docenti e con il supporto dei partner aziendali, prevalentemente nel laboratorio dell’Istituto di Istruzione Superiore “Ferrari” di Maranello (MO). Rappresenta un esempio di percorso che qualifica la scuola come luogo dell’innovazione

Pubblicato il 28 Set 2021

Annalisa Buffardi

Ricercatrice, Indire - Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa

Stefania Sansò

Indire, Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa

scuola covid dad

Nel mondo della scuola e in quello del lavoro le frontiere della digitalizzazione e dell’eco-sostenibilità rappresentano temi di attenzione, nella comune necessità di adeguamento ai cambiamenti sociali e culturali in corso, e di cogliere le possibilità offerte dalle tecnologie per intercettare nuove ed emergenti opportunità.

In tali due ambiti la trasformazione in corso – e l’esigenza di agevolare la transizione digitale ed ecologica –appare particolarmente evidente nei termini della sfida e offre nuove possibilità di incontro tra due mondi che troppo spesso si mostrano disallineati.

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La ricerca

Su questi temi la ricerca condotta da Indire e già presentata in queste pagine ha evidenziato alcuni elementi interessanti, innanzitutto rispetto alla comune esigenza di comprendere il generale scenario che caratterizza il cambiamento culturale e tecnologico in atto. Attraverso l’analisi di esperienze basate dichiarativamente sull’obiettivo di intraprendere percorsi di innovazione con gli studenti, la ricerca ha esplorato ha approfondito l’esperienza di 10 studi di caso sul territorio nazionale[1], avviati da scuole capofila di Laboratori Territoriali per l’occupabilità[2], e/o basati sulla realizzazione di servizi o prodotti innovativi in ambito robotica e tecnologia[3]. I casi sono stati selezionati attraverso una preliminare indagine desk orientata all’individuazione delle esperienze potenzialmente innovative sul versante tecnologico, a partire dalla partecipazione degli Istituti scolastici ai Laboratori, o a contest, gare, programmi nazionali o regionali. L’indagine è stata condotta attraverso focus group e interviste con studenti, docenti, partner aziendali e territoriali, dirigenti scolastici[4]. Uno dei primi elementi da rilevare emerge proprio in relazione all’importante questione del disallineamento tra scuola e lavoro. Tra i diversi soggetti ascoltati nel corso dell’indagine, si evidenzia piuttosto una dinamica di confronto rispetto al cambiamento tecnologico e culturale in corso. “Portare i ragazzi alla consapevolezza che la tecnologia deve avere una finalità sociale ed ambientale”, come afferma uno dei referenti aziendali intervistati, è un obiettivo condiviso tra i diversi attori ascoltati. Ciò si riflette nella definizione di progettualità che, anche dal punto di vista dei docenti, coinvolgono gli studenti nella comprensione degli scenari quotidiani, entro i quali intrecciare gli elementi tecnico-professionali degli istituti di riferimento.

Uno dei casi esplorati nell’indagine è relativo all’esperienza progettuale avviata dell’Istituto di Istruzione Superiore “Ferrari” di Maranello (MO), che punta sull’innovazione tecnologica a basso impatto ambientale per coinvolgere diversi target di interesse sociale dal punto di vista della cultura della mobilità sostenibile. il progetto coinvolge in prima istanza i giovani studenti coinvolti nelle attività, con l’obiettivo, in ottica di engagement sociale, di una più larga ricaduta nella comunità, tra le famiglie e le istituzioni, le aziende e i cittadini.

Nel cuore della motor valley, la formazione segue la pista dell’innovazione sostenibile e rappresenta un significativo esempio di incontro tra mondo della scuola e mondo del lavoro, che mette insieme tecnica e creatività. L’attività raccoglie l’esperienza di docenti e aziende del territorio, in un progetto costruito nel tempo e con obiettivi definiti in una visione innovativa non solo per la formazione, ma più in generale per il settore. Il progetto nasce nell’ambito del corso “Laboratorio Prototipi” che ha progettato e realizzato, in oltre un ventennio, veicoli alimentati a idrogeno, solari elettrici, elettromuscolari e ibridi. Numerosi di questi hanno vinto competizioni, come l’American Solar Challenge 2018[5] . che ha visto premiare l’auto solare Emilia 4, realizzata in collaborazione con l’Università di Bologna e con Multiforme Team Onda Solare[6].

Il progetto “Il Celerifero”

Il progetto “Il Celerifero” nasce nell’anno scolastico 2008-2009 a partire dalla collaborazione tra la scuola, due aziende e una startup del territorio[7]. L’obiettivo che sottende l’esperienza è dare vita ad un percorso professionalizzante capace di accrescere le competenze e valorizzare l’orientamento degli studenti nello specifico settore della mobilità elettromuscolare, attraverso la progettazione e la costruzione di velocipedi ad emissione zero. Il Celerifero è un velocipede a trazione elettrica, sviluppato dagli studenti, con i loro docenti e con il supporto dei partner aziendali, prevalentemente nel laboratorio scolastico dell’Istituto. Il prodotto finale è il frutto di ridefinizioni operate a partire dai primi prototipi realizzati che, negli anni, conducono ad un design e ad una progettazione declinata in diversi modelli per differenti utilizzi. Nel tempo, infatti, il progetto si arricchisce di nuovi elementi, che derivano anche dallo sviluppo delle tecnologie e della ricerca. Un punto di svolta si ha nel 2016, quando il progetto incontra la vocazione imprenditoriale di un giovane studente che, oramai diplomato, dà vita alla omonima start-up.

La nuova impresa non tradisce le sue origini e nell’anno scolastico 2018-2019 torna nella scuola a cui deve la genesi ideativa con un nuovo progetto – Velobike – che coinvolge un ulteriore partner[8] e quattro comuni della provincia di Modena nell’ambito delle attività dell’ex Alternanza Scuola Lavoro. Velobike mette in circolazione sul territorio i nuovi modelli sviluppati nei laboratori della startup con l’obiettivo di avviare un’azione di mobilità leggera in area urbana. I diversi modelli sono destinati a diverse finalità, che incrociano specifici interessi dei territori coinvolti; nel comune di Fiorano e di Sassuolo il progetto pilota coinvolge la biblioteca comunale e riguarda la consegna di libri a domicilio. A Maranello, il mezzo si traduce in velotaxi ed è impiegato per percorsi turistici a partire dal piazzale del Museo Ferrari; nel comune di Formigine la sperimentazione è stata realizzata con un prototipo dedicato alla micro-pulizia urbana nei parchi e nella piazza, anche allo scopo di testare a fondo la versatilità e le potenzialità del mezzo. In tutti i casi, l’esperienza progettuale si configura come uno strumento di community engagement sul tema della mobilità sostenibile, capace di creare dialogo sociale e aggregazione all’interno della comunità.

La scuola realizza servizi per la comunità

Come affermano i docenti coinvolti nelle attività, si tratta di provare a contribuire a realizzare servizi per la comunità, dalla riduzione dell’inquinamento alla pulizia stradale, ma anche di far circolare i mezzi “per dimostrare la bontà del mezzo” (docente 1) e quindi per sensibilizzare la comunità rispetto al tema della mobilità sostenibile. In questa direzione, come riconosciuto anche dai partner imprenditoriali, il ruolo dell’istituzione scolastica nel coinvolgere enti e istituzioni locali assume un particolare rilievo sul piano dell’incontro tra pubblico e privato.

I giovani studenti, su base volontaria, prendono parte alle attività in qualità di tester, sperimentando i mezzi e

svolgendo attività di monitoraggio su modalità, tempi di utilizzo e efficienza del servizio, per valutare la quantità di CO2 risparmiata, col fine di incrementare la mobilità leggera sulla base dei dati ottenuti.

Gli studenti

Sul versante didattico-metodologico le attività svolte dagli studenti nei diversi comuni rientrano nel percorso di ex Alternanza scuola-lavoro, finalizzato da un lato a sensibilizzare i giovani sulle tematiche dell’ambiente, dall’altro a favorire l’incontro con il lavoro nella forma di una pratica esperienziale che punta alla promozione di competenze tecniche e trasversali, dalla capacità di analisi e risoluzione dei problemi riscontrati sui veicoli in uso, al senso di responsabilità che ne scaturisce, al lavoro collaborativo. Nella pratica del mezzo, gli studenti spiegano di aver riscontrato conoscenze e teorie apprese in aula, di aver compreso il valore di procedure di monitoraggio condotte attraverso “le schede compilate, che poi sono risultate utili quando si è verificato il problema. Abbiamo analizzato i dati cercando di operare la diagnosi, ma il professore ci ha detto di aspettare e ci siamo affidati ai ragazzi che lavorano in stage, che sono venuti e ci hanno aiutato a risolvere il problema” (studente 3).

Gli studenti dichiarano di aver superato difficoltà, sperimentato tecniche e strategie di risoluzione. Spiegano come hanno affrontato tecnicamente i momenti imprevisti, gli scopi del lavoro svolto e le nuove consapevolezze acquisite: “abbiamo trovato quest’errore e abbiamo capito anche da cosa derivava. Abbiamo spostato la batteria perché l’errore era lì, quindi abbiamo voluto spostare la batteria dentro il cassone, facendo questo foro per far passare i fili con un passacavo e collegarli. Adesso quest’errore è risolto” (studente 9); “non avevo mai utilizzato una bicicletta elettrica e adesso ho capito la funzionalità dell’elettricità” (studente 5). Ed inoltre: “aiutiamo le persone, che non possono muoversi da casa, mi è successo di consegnare dei libri a delle signore non in grado di recarsi di persona in biblioteca e comunque è anche un servizio alle persone anziane” (studente 7).

Il territorio e le imprese

Il rapporto tra scuole e imprese è interpretato, dai docenti e dai partner coinvolti, come una occasione di confronto e si traduce in una opportunità di crescita a diversi livelli. Come afferma uno dei partner aziendali: “un’azienda piccola come la nostra deve interpretare i tempi, anticiparli se è possibile, e in ogni caso non rimanere indietro a quello che chiede il mercato in un determinato periodo storico (…). L’idea di collegarci in modo costruttivo e fisico con un mondo che non era il nostro, ma che comunque ha a che fare con mezzi moderni, non inquinanti, che si muovono in città, l’ho preso come una occasione per guardare in maniera attenta a quello che sta avvenendo”. I docenti parlano di “un forte, continuo e ininterrotto travaso bidirezionale tra scuola e territorio, formazione, istruzione, alternanza, stage” (docente 1). Evidenziano con orgoglio il coinvolgimento della comunità territoriale, “incuriosita dal servizio; ogni volta che un ragazzo è in giro col mezzo viene fermato perché il mezzo è particolare (…) in diversi, vengono, chiedono, guardano, quindi sono incuriositi sicuramente” (referente territoriale).

L’esperienza lato docenti

Per i docenti, l’esperienza rappresenta anche un modo per dimostrare ai loro studenti come un’impresa possa funzionare sul mercato, quali sono le caratteristiche che un’idea deve possedere affinché funzioni: “il Celerifero in sé è una questione proprio di riuscire a capire come si può fare in futuro. Non si tratta di una idea nuova, ma il punto è proprio mostrare ai ragazzi che fare un’impresa non vuol dire scoprire qualcosa di nuovo o creare qualcosa che non esiste. Si tratta di scoprire qualche potenzialità in alcune idee, metterle in pratica, migliorarle e quindi si può fare impresa anche senza scoprire nulla di nuovo, ma soltanto pensando di fornire appunto un servizio” (docente 1); “oltre al pensiero di voler andare in azienda, qualcuno potrebbe voler dar vita ad un’azienda propria. Questo è un esempio che dimostra che non c’è bisogno di avere un lampo di genio e scoprire una cosa nuova, a volte basta migliorare delle cose che sono state già inventate e magari messe da parte perché non era possibile utilizzarle.” (docente 2).

La disponibilità di laboratori attrezzati rappresenta un elemento rilevante per la realizzazione delle complessive attività dell’Istituto, per il coinvolgimento dei partner e per alimentare nuovi percorsi. Il Laboratorio Territoriale per l’Occupabilità, che ha sede presso l’Istituto – e che già rappresenta la capacità progettuale della scuola nel competere per finanziamenti pubblici – assume un ruolo rilevante. “Disponiamo di macchine che anche le aziende non hanno ancora. Ma anche noi dobbiamo imparare ad usarle. Alcune aziende ci chiedono di utilizzarle per fare formazione ai loro operai, e noi facciamo partecipare anche i nostri docenti e studenti. Loro sono competenti dal punto di vista pratico, perché magari già hanno un 3 assi ma non il 5 assi, però lo sanno usare perché il meccanismo di funzionamento è lo stesso. Noi non chiediamo ritorno economico ma formazione. Questo è l’obiettivo che ci proponiamo ogni anno, una formazione avanzata anche per i nostri docenti e studenti (docente 3).

La scuola come parte dell’ecosistema di innovazione

Ciò appare rilevante anche ricordando che quella del Celerifero rappresenta una esperienza costruita nel tempo, che attraversa un decennio scolastico, formando diversi studenti, in relazione a obiettivi di progettazione sensibili ai cambiamenti tecnologici, economici e sociali e allo sviluppo delle conoscenze nel settore. Nel consolidamento di una progettualità non episodica, i docenti giocano un ruolo centrale, coinvolgendo gli studenti intorno alle possibili idee di prototipazione, sviluppo e utilizzo delle tecnologie da impiegare e dei mezzi da realizzare.

L’esperienza progettuale de “Il Celerifero”, nel complesso e variegato percorso che dai banchi di scuola conduce alla costituzione della startup, rappresenta un esempio di percorso che qualifica la scuola come luogo dell’innovazione, attento a favorire la voglia di fare, di sperimentare, di appassionarsi al nuovo, di trasmettere alle nuove generazioni fiducia verso il futuro, individuale e collettivo. Al di là delle caratteristiche proprie dello specifico percorso, emerge l’immagine della scuola come parte dell’ecosistema di innovazione, che si apre ad altri attori, favorisce lo sviluppo di partenariati per sviluppare finalità e progetti condivisi, fortemente radicati nella tradizione e orientati alle nuove frontiere del settore.

È superfluo ricordare l’identità di Maranello, costruita nel mito del “cavallino rampante” e nel solco della tecnologia d’avanguardia nei motori. L’Istituto voluto da Enzo Ferrari nel 1963 appartiene a quella storia, nasce a stretto contatto con la fabbrica e come scuola d’avanguardia per rispondere alle esigenze del settore automobilistico.

A distanza di poco meno di sessant’anni, nel terzo millennio, i laboratori dell’Istituto – le tecnologie e le persone che li abitano – incarnano l’identità dell’Istituto, come luogo operativo nel quale formare competenze professionali adeguate alle innovazioni del settore e nel quale allenare menti. E si estende oltre la scuola, esplorando le nuove opportunità ed esigenze tecnologiche, portandone la spinta nel territorio e oltrepassandolo, nella direzione di una prospettiva di sviluppo sostenibile globale.

Note

  1. L’indagine stata svolta nell’ambito del Progetto Modelli Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro, condotta presso Indire per il Programma Operativo Nazionale 2014-2020 ‘Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento’.
  2. I Laboratori territoriali per l’occupabilità sono definiti «spazi dall’alto profilo innovativo a disposizione di più scuole del territorio dove sviluppare pratiche didattiche avanzate in sinergia con le politiche locali per il lavoro e le imprese».(L.107/2015; DM 657/2015). Al momento delle interviste la gran parte dei Laboratori non era ancora attiva, ma in fase di allestimento.
  3. Le esperienze selezionate sono state condotte presso Istituti Tecnici e Istituti di Istruzione Superiore comprendenti indirizzi tecnici-professionali sul territorio nazionale: IIS Costanzo, Decollatura (CZ); ITI Panella Vallauri, Reggio Calabria; ITT Altamura-Da Vinci, Foggia; ITI Righi, Napoli; ITI Lucarelli, Benevento; IIS Caboto, Gaeta (LT); IIS Mandela e IIS Cattaneo Dall’Aglio, Castelnovo ne’ Monti (RE); IIS Ferrari, Maranello (MO); IIS Gae Aulenti, Biella; ITI Pininfarina, Moncalieri (TO). Nel corso del testo, i casi saranno indicati con riferimento alla regione, con numerazione progressiva nel caso di doppia appartenenza. Si ringraziano tutte le comunità scolastiche per l’accoglienza e la disponibilità.
  4. In particolare sono stati condotti: 15 focus group con 92 studenti; 15 focus group con 51 docenti; 15 interviste con 38 partner; 10 interviste con dirigenti scolastici.
  5. L’American Solar Challenge è una competizione tra squadre che progettano, costruiscono e testano su strada veicoli elettrici alimentati da energia solare.
  6. Onda Solare è una Associazione Sportiva Dilettantistica specializzata nell’impiego di materiali e tecnologie avanzate per la mobilità sostenibile.
  7. I partner di progetto sono RCM Motoscope spa, azienda specializzata nella produzione di macchine per la pulizia industriale e urbana; Andreoli & C. srl, azienda attiva nell’ambito delle “saldature di alto livello per il settore dell’automotive” e Voltaide srl, una start-up innovativa “incentrata sull’efficienza e la consapevolezza energetica”.
  8. Il progetto “Velobike” coinvolge l’IIS Ferrari, la startup “Il Celerifero” e l’associazione culturale “Lumen”.

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