scuola digitale

PNSD, tutti i problemi da superare sulla formazione del personale

Il PNSD è fondamentale per il rinnovamento della scuola, e il suo successo dipende dall’efficacia delle attività di formazione, che però in questa prima fase hanno evidenziato frammentazione, disomogeneità di approccio, con risultati non soddisfacenti. Ecco alcuni suggerimenti

Pubblicato il 02 Ago 2017

scuola_473684896

A quasi due anni dall’avvio del PNSD si moltiplicano gli interventi che, da diversi punti di vista, abbozzano dei bilanci (seppur parziali) sulle tantissime azioni che tale Piano ha ininterrottamente avviato da venti mesi a questa parte e di cui le scuole italiane (docenti compresi) sono state investite.

Su questa stessa testata si sono susseguiti di recente una serie di interessantissimi articoli sul PNSD e sullo stato della sua complessa attuazione. Direttamente il MIUR ha poi recentemente chiamato a raccolta dirigenti e docenti proprio per un grande e importante evento di bilancio e rilancio del PNSD (Roma 26/7/2017 – registrazione integrale dell’evento).

Certo non è ancora tempo di bilanci consuntivi definitivi e/o di valutazioni sommative, ma i tentativi fatti (tutti molto seri) di provare a fare un check-up di controllo (approfittando anche della pausa estiva) vanno comunque nella direzione di un possibile miglioramento ed eventuali aggiustamenti di rotta: hanno tutti un intento positivo e di critica costruttiva, insomma.

Si sta adesso (finalmente) palesando meglio una consapevolezza di come il PNSD costituisca il vero “cuore” della legge 107 (che a sua volta costituisce il ganglo centrale della strategia riformatrice dell’intera azione di governo).

Chi ha avuto (ed ha), a vario titolo e a diversi livelli, parte attiva in qualcuna delle tante azioni avviate dal PNSD, sente il bisogno di riportare la propria esperienza e magari di riuscire in qualche modo a contribuire con essa all’emersione (e alla soluzione) delle tante criticità attuative. Pressoché concorde è il giudizio positivo generale sul piano in sé, e diffusa è la sensazione che le azioni in esso strutturate abbiano in qualche modo raccolto e reso organiche le esigenze, gli auspici ed i bisogni che da tempo aleggiavano all’interno del mondo scolastico italiano (o almeno in una parte di esso).

Personalmente sono stato e sono coinvolto come formatore in tante delle azioni di formazione del PNSD destinate ai dirigenti e ai docenti. Il punto di vista di chi come me ha potuto in questi mesi essere investito della responsabilità di cercare di rendere la formazione prevista dal PNSD efficace, qualitativamente di buon livello e con ricadute effettive nella vita scolastica potrebbe forse fornire ai decisori (per le azioni a venire) una prospettiva di analisi particolare. Anche la privilegiata posizione di “admin” (amministratore) di una grossa community di insegnanti sensibili e attenti ai temi del PNSD (Insegnanti 2.0) mi mette nella condizione di ricevere continui feedback da tante parti e da diversi punti di vista (altri formatori, animatori digitali, docenti partecipanti alla formazione, ecc…). Senza per questo (lo ribadisco) voler emettere alcuna valutazione o giudizio di sorta, vorrei (con umiltà e senza alcuna pretesa) provare a dare il mio contributo in un’ottica collaborativa che possa far tesoro di eventuali errori passati.

Da quella che è la mia esperienza in questi mesi azzarderei affermare che le azioni di formazione previste dal PNSD costituiscono l’essenza stessa del Piano e che da esse dipende buona parte delle chances di pervasività di questo. Se fallisce la formazione del PNSD, fallisce il PNSD. Da ciò la necessità di un ulteriore sforzo e di una maggiore attenzione nei confronti di ciò che si sta attuando e si attuerà in termini di formazione.

I tanti formatori attivi nelle varie azioni di formazione del PNSD costituiscono un piccolo esercito di “attuatori” del PNSD, un ganglo importante di tutta l’enorme macchina del Piano. Non è secondo me affatto secondario il loro ruolo. Dalla loro opera (buona o cattiva) ne discendono buone o cattive ricadute su chi fruisce della formazione (DS, DSGA, AD, Team e Docenti).

La vastissima azione di formazione sui temi del digitale a scuola avviata dal PNSD (da tanti, me compreso, più volte e da tempo invocata e auspicata) si è dispiegata in questi due anni con una “potenza di fuoco” ed una capillarità forse mai viste prima nella scuola italiana. Da molto tempo era evidente ai più attenti osservatori come la mancata formazione degli insegnanti (in particolare quella sulle tecnologie digitali applicate alla didattica) costituisse un freno ed un ostacolo a qualsiasi progetto di rinnovamento all’interno della scuola. Il PNSD ha intavolato in gran stile una formazione specifica per tutti gli “attori” interessati dal processo d’innovazione. Dirigenti scolastici, DSGA, personale amministrativo, tecnici e (ovviamente) insegnanti.

Bene, anzi benissimo! Il PNSD tenta quindi di colmare un gap ormai evidente a molti.

E allora giù con la formazione dispiegata su tutto il territorio nazionale e per tutti i livelli scolastici. Vai con gli snodi formativi: bandi, selezioni, esperti e via dicendo. Una condizione necessaria ma non sufficiente. È assolutamente indispensabile assicurarsi della qualità e dell’efficacia di tale formazione. Vero nodo centrale da cui dipende la capacità di incidere (progressivamente e col tempo) nell’ordinario scolastico.

Non si può non ammettere che ci sono delle difficoltà. La macchina organizzativa/attuante non è ovunque ben rodata su questo genere di compiti e quindi si evidenziano situazioni molto diverse da regione a regione. In alcuni casi si va spediti usufruendo di percorsi e strutture organizzative già preesistenti (vedi Emilia Romagna), in altri casi si parte da zero o quasi.

Pur in presenza di un valido piano nazionale ci si è ritrovati insomma a dover fronteggiare una problematica fase di attuazione e di “localizzazione” di questa imponente azione di formazione. Alcune criticità sono emerse subito, altre strada facendo. Provo qui a farne un elenco dal punto di vista di un formatore (in modo empirico e assolutamente parziale).

L’individuazione dei destinatari della formazione

In alcuni casi si trattava di figure di sistema ben precise e quindi facilmente individuabili (DS, DSGA). In altri casi il compito di individuare i destinatari della formazione è stato lasciato alle singole istituzioni scolastiche e questo ha generato una notevole difformità tra le scuole. Pensiamo solo a com’è avvenuta l’individuazione dell’Animatore Digitale (AD). I DS (non tutti ancora in quel momento adeguatamente consapevoli del ruolo e dei compiti di tale nuova figura) hanno ottemperato nei modi più disparati. Chi ha nominato d’ufficio la Funzione Strumentale più attigua, chi ha coinvolto il Collegio Docenti, chi ha fatto un vero e proprio bando, chi ha svolto delle selezioni e chi si è tolto l’impiccio alla meno peggio. Risultato? Non sempre l’AD individuato è risultato essere la persona più adeguata al compito richiesto. In alcuni casi la nomina è stata vissuta come l’ennesima “gatta da pelare” elargita dal proprio DS. Una certa percentuale di AD ha palesemente osteggiato (o in alcuni casi boicottato) la formazione e il compito ricevuto (e quindi il PNSD in quella sua specifica realtà scolastica).

Qualcosa di simile è accaduta al momento di scegliere i facenti parte del Team per l’Innovazione.

L’individuazione, infine, dei dieci docenti per ogni scuola (candidati destinatari anch’essi di formazione PNSD) è avvenuta in tempi strettissimi (tant’è che mi risulta addirittura di alcune scuole che vi abbiano rinunciato) e con modalità di selezione non sempre coerenti con gli obiettivi e le finalità del PNSD stesso. Risultato? Classi troppo disomogenee nei livelli di competenze digitali di base e nella stessa motivazione ad una partecipazione attiva e convinta.

<p”>L’individuazione degli snodi formativi

In quanto alle sedi dove la formazione si è svolta (e si sta svolgendo ancora) c’è davvero un’ampia casistica. Parlo da formatore con esperienza diretta e anche basandomi su numerosi feedback ricevuti da altri formatori.

Si può proporre una formazione sulla didattica con le tecnologie digitali in un’aula senza dispositivi e con una connessione wi-fi di tipo casalingo (che dovrebbe permettere però l’accesso ad internet ai dispositivi personali di 40 persone)? Può essere efficace la formazione sulle didattiche attive condotta in locali che permettono a stento una lezione frontale minimamente supportata dalla tecnologia? Può una scuola con una connettività ad internet inadeguata farsi carico di decine di corsi di formazione PNSD per centinaia di docenti? Non si rischia di sprecare una preziosa occasione?

Forse tra i criteri di selezione e individuazione delle sedi dove la formazione del PNSD deve aver luogo, bisognava aggiungerne un paio che valutassero l’adeguatezza della banda di connessione, gli apparati e i dispositivi disponibili, la possibilità reale di fare attività di laboratorio, ecc… Si sarebbe forse data l’opportunità a tanti formatori di svolgere il loro compito in modo più efficace.

Forse dico cose già risapute, ma ribadirle non mi sembra inutile. Tant’è che tra le nuove azioni annunciate dalla ministra proprio all’incontro sul PNSD ve n’è una che delinea l’intenzione di creare dei super-snodi (uno soltanto per regione però) con adeguate apparecchiature e banda di connessione.

La progettazione dei percorsi formativi e loro attuazione

In molti casi la progettazione dei percorsi formativi è stata espletata in totale autonomia dalle istituzioni scolastiche preposte (gli snodi). In altri casi si è centralizzato a livello regionale. Spesso comunque le indicazioni date al formatore incaricato sono risultate molto poco chiare a volte lasciandogli eccessiva discrezionalità. Bene hanno fatto quegli USR che hanno predisposto delle piattaforme con raccolte di materiali appositamente predisposti a cui poi i formatori hanno attinto (in Sardegna ad esempio, ma non solo). Altri hanno lasciato “troppa libertà” su contenuti, metodologie e approcci.

Risultato? Anche nella stessa regione (o nella stessa città, o nella stessa scuola-snodo) e per lo stesso percorso formativo, l’effettiva attuazione è risultata essere esageratamente diversificata. Non sono rari i feedback raccolti totalmente discordanti (alcuni molto positivi e altri totalmente negativi) fra docenti del team provenienti da una stessa scuola ma assegnati a corsi differenti. In pratica è successo che la declinazione di un percorso formativo sia stata molto (troppo) diversa tra i diversi corsi attivati proprio perché nella definizione del percorso stesso si è lasciata estrema libertà agli snodi e ai formatori. Nessuna garanzia (in troppi casi) di effettiva coerenza col PNSD.

La selezione dei formatori

Non esistendo nulla che possa somigliare ad una sorta di “albo dei formatori” né a livello nazionale né a livello regionale, anche la selezione e l’individuazione dei formatori deputati ad espletare il delicatissimo compito è stata effettuata con modalità estremamente diversificate da caso in caso. Ho avuto modo di confrontare bandi di selezione che in teoria avrebbero dovuto contenere criteri simili (o identici) e il confronto mi ha stupito. Criteri, indicatori, pesi e valutazioni ogni volta diversi (anche molto diversi) per selezionare figure di formatori teoricamente identiche. Tra uno snodo e l’altro (e quindi tra i rispettivi bandi) lo stesso candidato poteva ricevere punteggi e valutazioni completamente diversi per i propri titoli e/o esperienze pregresse. Non è raro ritrovare lo stesso nominativo a volte ai primi posti a volte agli ultimi (o viceversa) in graduatorie per la selezione di esperti destinati a percorsi formativi del tutto simili. È anche frequente la comparsa o scomparsa di intere voci nella valutazione delle candidature. In casi estremi si sono rilevati artificiosi sbarramenti o eccessivi privilegi nei confronti di interi ambiti disciplinari.

E ancora. Alcuni bandi obbligano i candidati a produrre un progetto (a cui vengono dati punteggi diversi), altri no. In alcuni bandi si tiene conto delle precedenti esperienze come formatore sulle tematiche specifiche, in altri no o in altri ancora si apre alla formazione svolta in qualsiasi ambito. In sintesi: una vera giungla!

In genere la produzione di una domanda di candidatura costituisce un vero e proprio lavoro preliminare da parte del candidato formatore, sempre. Ma in questo caso la rielaborazione fine a sé stessa in funzione dei criteri contenuti nei vari bandi si è rivelata essere davvero eccessiva (oltre che di nessuna utilità).

Poche le situazioni in cui si è riusciti ad avere un elenco di formatori unico a livello regionale da cui poi le scuole-snodo potevano attingere di volta in volta.

Ma mi chiedo perché e come mai non si è pensato in tempo ad istituire degli elenchi specifici di formatori selezionati secondo criteri omogenei e coerenti col PNSD (magari formando i futuri formatori adeguatamente su come condurre le varie tipologie di corsi previsti dal piano)? Possibile che figure così importanti (da cui dipende il successo o l’insuccesso di questa vasta azione di formazione) possano essere individuate con criteri che non sempre vanno d’accordo con l’impostazione dello stesso PNSD?

La coerenza col PNSD

Il PNSD contiene una filosofia. Il PNSD è una strategia. Il PNSD ha una vision.

La vasta azione di formazione prevista dovrebbe essere proprio il “sistema di trasmissione” di tale filosofia e di tale vision. Chi attua la formazione dovrebbe sposare e condividere obiettivi, filosofia e strategia del PNSD. Da ciò ne dovrebbe discendere una conseguente impostazione metodologica nella conduzione dei corsi. E invece anche in questo c’è stato un “liberi tutti” che ha prodotto non poca insoddisfazione in molti docenti-corsisti.

Considerazioni finali

Sono convinto che il cuore della strategia d’innovazione del Sistema-Paese-Italia non può non avere la Scuola come motore propulsore. Credo che la riforma (la Buona Scuola) affidi al PNSD un ruolo e un compito centralissimi nell’innovazione dell’intero sistema scolastico. Penso che all’interno del PNSD le varie azioni di formazione costituiscano il primo motore del cambiamento e la condizione necessaria (ma non sufficiente) per qualsiasi auspicabile disegno innovatore. Prendo atto che (fino a questo momento) l’attenzione nei confronti della qualità e dell’efficacia della formazione ha lasciato un po’ a desiderare. Mi auguro (per il bene del PNSD, in cui credo moltissimo) che il nuovo impulso e il rilancio recentemente annunciati dalla Ministra possano davvero rendere la formazione futura prevista dal PNSD davvero efficace, coerente e pervasiva. Auspico una ancora maggior diffusione dei principi e dei temi del PNSD attraverso una migliore, più coerente e più efficace azione di formazione.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2