La possibilità di tracciare dati e informazioni in contesti sempre più complessi e in un periodo di crisi dell’informazione e della sua gestione è un’esigenza sempre più centrale per il mondo professionale. E in risposta alle numerose richieste pervenute soprattutto da avvocati, investigatori privati, agenti delle forze dell’ordine, consulenti e legali d’azienda, interessati a comprendere a fondo la tematica, Università di Milano ha attivato un corso di perfezionamento interamente online in Criminalità Informatica e Investigazioni Digitali, specificamente dedicato alle infedeltà.
Una opportunità di formazione ideata per fornire una “cassetta degli attrezzi” a chiunque per aver maggior controllo del dato e per poter sviluppare capacità di analisi nel mondo dei big data.
Vediamo di cosa si tratta.
Di cosa parliamo quando parliamo di infedeltà
La crisi nella gestione dell’informazione è testimoniata non soltanto dai numerosi data breach ormai all’ordine del giorno in ogni settore produttivo ma, anche, dal trasferimento della vita delle persone, e delle loro relazioni personali, sentimentali e lavorative, su dispositivi e piattaforme sempre più sofisticati ma non sempre sicuri.
Siamo nell’era, insomma, della corsa ai big data, dell’accumulo delle informazioni, ma non sempre questi dati sono ben protetti e, quindi, possono rivelare informazioni preziose senza particolari sforzi investigativi.
Il termine “infedeltà” richiama, subito, torbide vicende sentimentali.
In realtà, se si riflette con calma, comportamenti in senso lato “infedeli” si possono individuare almeno in cinque ambiti ben distinti: l’infedeltà del partner, appunto, ma anche l’infedeltà del dipendente nei confronti del datore di lavoro, l’infedeltà del professionista nello svolgimento del suo mandato, l’infedeltà del gestore di piattaforme o “venditore” nei confronti dei consumatori e, persino, l’infedeltà e i comportamenti fraudolenti di utenti nei confronti di altri utenti (una sorta di infedeltà “interpersonale” tra utilizzatori delle stesse tecnologie, ambienti o piattaforme).
Muovendo da queste considerazioni, e dividendo il tema di ricerca e di didattica in tre grandi aree, è stato facile, poi, “esplodere” i vari argomenti e dedicare approfondimenti specifici ai singoli settori.
Infedeltà e forme di violenza
Il primo grande ambito, quello delle infedeltà tra partner/coniugi e legata a vicende sentimentali o, peggio, a storie di violenza (quali bullismo, stalking e revenge porn), è ormai completamente digitalizzato.
Vi sono temi di analisi molto tradizionali (ad esempio le modalità migliori per analizzare i dispositivi Android o iPhone alla ricerca di fonti di prova seguendo le migliori pratiche di digital forensics) e temi più innovativi.
A mio avviso, di particolare interesse sono la ricerca di informazioni su fonti aperte (saper, oggi, maneggiare con cura software e tecniche di Open Source Intelligence permette spesso di attivare processi professionali di investigazioni con bassi sforzi economici), i captatori informatici e i software di controllo tramite geo-localizzazione (anche dei bambini), oltre alla scoperta e gestione di profili e dati fake.
Le molte facce dell’infedeltà
In ambito aziendale, soprattutto in periodo di emergenza, sono di grande interesse le migliori strategie di controllo per verificare l’operato del dipendente senza che siano messi in pericolo i diritti dello stesso, soprattutto quelli previsti dallo Statuto dei Lavoratori.
La concorrenza sleale, il furto dei dati dall’azienda, l’aggiramento di filtri alla navigazione diventano, sicuramente, aspetti molto importanti.
Il dovere di fedeltà del professionista è altrettanto interessante se visto nell’ottica particolare di una possibilità di controllo e scrutinio da parte del cliente sulle attività digitali svolte.
Infine, il grande tema della infedeltà sulle, e delle, piattaforme apre grandi spazi all’analisi del riciclaggio dei dati venduti e delle valute, al furto delle credenziali, alle frodi perpetrate nei confronti dei soggetti più deboli, all’uso di sistemi di whistleblowing per segnalare illeciti e, in generale, alla necessità di una tutela rafforzata dei diritti degli utenti nell’ambiente digitale (si pensi, per dire, al grande tema della protezione dei dati).
Come è strutturato il corso
Non si tratta, quindi, di un corso di perfezionamento su come diventare infedeli, e ci mancherebbe, bensì di 68 ore di formazione pensate per fornire gli strumenti per aver maggior controllo del dato e per poter sviluppare capacità di analisi che nel mondo dei big data diventano necessari.
Il percorso è stato strutturato in 32 incontri da due ore ciascuno, tutti online e in asincrono (quindi chi lavora potrà, ad esempio, seguire il corso e studiare di sera o di notte). La metà delle ore sono gestite da tecnici, periti e consulenti che da anni analizzano fonti di prova digitale, al fine di portare un contributo critico e, seppur nel poco tempo a disposizione, dare indicazioni concrete su come operare. Gli altri docenti sono avvocati, magistrati e agenti delle forze dell’ordine, con un particolare interesse per i reati informatici e per gli aspetti penalistici dell’informatica.
Il Corso sarà anche un’occasione per parlare di stalking, bullismo, uso di video o foto a fini di vendetta e per cercare di inquadrare questi fenomeni con il rigore che solo un approccio scientifico può dare.
Il bando e le iscrizioni sono aperti sino al 25 settembre, e tutte le informazioni sono reperibili sul sito del Corso e dell’Università di Milano.