Due notizie di questi giorni, tutte assieme, distruggono certezze rassicuranti su cui molti ancora riposavano. Che i sistemi Apple fossero intrinsecamente sicuri. Che gli antivirus fossero strumenti utili a proteggerci e basta; senza controindicazioni.
Sbagliato. Sbagliato due volte. Una vulnerabilità, ancora non corretta, mette a rischio iPhone e iPad esponendo milioni al possibile furto di dati.
Un’altra vulnerabilità consente di usare 28 antivirus come mezzo per attaccare pc e (di nuovo!) sistemi MacOs.
La lezione da imparare è amara e dolce assieme. Amara perché dimostra una volta di più come piattaforme ritenute invulnerabili a queste minacce, come gli OSx, sono tanto vulnerabili quatto le altre. Inoltre rende evidente come strumenti che riteniamo infallibili, ad esempio l’antivirus, siano da considerare quel che effettivamente sono: ausili che automatizzano alcune protezioni di base, lasciando all’utilizzatore la responsabilità di indirizzare altre minacce più specifiche.
La lezione è dolce per lo stesso motivo. Perché conferma che la diligenza di un essere umano non può essere sostituita da un programma per computer. E meno male.