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Cop 28: l’IA è arma a doppio taglio per il clima



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Alla Cop 28 di Dubai ha trovato spazio anche l’importanza dell’intelligenza artificiale (IA) nella protezione dell’ambiente, sancita da un accordo tra Microsoft e ONU verso un futuro sostenibile. A fronte dell’indispensabile ruolo dell’IA, emerge però anche la necessità di una maggiore trasparenza sul suo impatto ambientale

Pubblicato il 12 dic 2023

Giuseppe d’Ippolito

European Climate Pact Ambassador



Cop28: l'operatività del fondo loss and damage

Si è chiusa la Cop28 di Dubai con un bilancio che ha evidenziato i controsensi e i lenti ma reali passi avanti nella lotta ai cambiamenti climatici.

Volendo restare nell’ambito strettamente tecnologico, tra le iniziative degne di nota vi è quella portata avanti da Microsoft in collaborazione con l’ONU, un progetto che pone al centro la difesa dell’ambiente sostenuta dall’intelligenza artificiale.

Il ruolo dell’IA nella protezione del pianeta è cruciale ma, allo stesso tempo, non può essere ignorato il suo impatto ambientale. Ecco perché emerge la necessità di una trasparenza nell’impronta ambientale dell’IA, per indirizzarla verso un futuro sostenibile nel quale la tecnologia e l’ecologia possano convivere in maniera armoniosa ed efficace.

COP28: presenze e assenze significative

Ovviamente le prime news si sono concentrate su presenze e assenze: presenti i leader di quasi 200 paesi, con circa 70.000 delegati; presente re Carlo III del Regno Unito, che già aveva partecipato anche alle precedenti COP, noto per il suo impegno ambientale da verificare e confermare anche nel suo nuovo status di sovrano di un paese che fa parte del G7 e del G20. Significative le assenze: annullato per motivi di salute il viaggio di Papa Francesco (sarebbe stata la prima volta di un Pontefice) autore dell’Enciclica Laudato Si e della più recente Esortazione Apostolica Te Deum richiamate, in sua assenza, dall’intervento del Segretario di Stato card. Pietro Parolin.

Altra assenza di peso è stata quella del presidente USA Joe Biden, pur presente nelle precedenti COP in Egitto e a Glasgow, dove si è scusato per il fatto che gli Stati Uniti si fossero ritirati dal patto globale sul clima sotto il presidente Donald J. Trump, che notoriamente deride la scienza del clima.

Non è stata una novità, invece, l’assenza di Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, che ha partecipato unicamente alla Conferenza delle Parti del 2015 a Parigi. In quell’occasione, la Cina si era impegnata a ridurre le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 ma, secondo i dati di Our World in Data, la Cina ha emesso 10.171,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel 2019, e 10.162,5 milioni di tonnellate nel 2020 (il 28% delle emissioni globali).

Ha fatto poi molto discutere l’affermazione, un inedito per una Conferenza delle Parti sui mutamenti climatici, del Sultan Ahmed Al Jaber, presidente di Cop28 ma anche amministratore delegato della compagnia petrolifera degli Emirati Arabi Uniti Adnoc (Abu Dhabi National Oil Company), colosso mondiale delle fossili: “Non ci sono evidenze scientifiche che sia necessario abbandonare le fonti fossili per centrare l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura media globale entro gli 1,5 gradi”.

Gli impegni: sostegno al Loss & Damage Fund, spinta verso nucleare e rinnovabili

Va invece accolta favorevolmente la notizia di una ampia disponibilità (dichiarata) dei maggiori stati industrializzati, per sostenere finanziariamente il Loss & Damage Fund, il fondo per il risarcire le perdite e i danni subìti dai paesi che sono meno responsabili del riscaldamento globale ma ne subiscono i suoi danni peggiori, istituito già nella Cop27 del 2022 in Egitto. Anche se sembra ancora distante l’obiettivo posto dalle Nazioni Unite secondo cui le necessità per le perdite e i danni ammontano a circa 140-300 miliardi di dollari all’anno fino al 2050 e, come è noto, è sempre meglio prevenire che risarcire.

E poi, 22 paesi che annunciano di voler triplicare il nucleare entro il 2050 mentre altri 120 promettono che saranno triplicate le fonti rinnovabili, insomma, un insieme di luci e ombre che ciascuno è libero di interpretare come crede nell’abituale disputa se il bicchiere sia mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto.

L’iniziativa Microsoft-ONU a favore del clima

Una notizia diffusa a Dubai, pur strettamente legata alla tutela dell’Ambiente è, invece, passata pressoché sotto silenzio. Si tratta dell’annuncio di una nuova partnership tra Microsoft e Onu che consentirà di creare una nuova piattaforma basata sull’intelligenza artificiale e un hub di dati climatici globali per misurare e analizzare i progressi globali nella riduzione delle emissioni nei 196 paesi che hanno sottoscritto la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change -UNFCC).

Secondo quanto annunciato a Dubai, la piattaforma fornirà ai membri dell’UNFCCC capacità di simulazione, benchmark e visualizzazioni di dati per informare azioni mirate e sviluppare strategie efficaci di riduzione delle emissioni di carbonio. Risparmiando tempo e risorse, questi strumenti consentiranno alle nazioni di intraprendere azioni significative e tempestive per il clima.

UN e Microsoft hanno dichiarato che la trasparenza e la responsabilità sono elementi essenziali per affrontare il cambiamento climatico. Nell’ambito di questa collaborazione, Microsoft e l’UNFCCC creeranno dashboard globali sul clima che saranno pubblicati sul sito Web dell’UNFCCC. Questi cruscotti miglioreranno la trasparenza, faciliteranno la responsabilità e forniranno al pubblico preziose informazioni sugli sforzi globali per l’azione per il clima.

In particolare, ha dichiarato Brad Smith, vicepresidente e presidente di Microsoft: “Il mondo deve muoversi più velocemente per ridurre le emissioni di carbonio. In poche parole, non si può aggiustare ciò che non si può misurare, e questi nuovi strumenti di intelligenza artificiale e dati consentiranno alle nazioni di misurare le emissioni molto meglio di quanto possano fare oggi”.

L’impegno Microsoft per un’IA alleata nella lotta ai cambiamenti climatici

La multinazionale statunitense con sede a Redmond, nello Stato di Washington, fondata da Bill Gates e Paul Allen, conferma così la propria attenzione verso le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, su cui sta investendo molto. E lo fa stanziando 3 milioni di dollari in due anni per consentire l’implementazione dell‘Enhanced Transparency Framework e dei meccanismi di Global Stocktake stabiliti dall’Accordo di Parigi. È possibile ipotizzare che sia lo stesso Gates, dopo aver donato 64 milioni di azioni di Microsoft, equivalenti a circa 4,6 miliardi di dollari, riducendo così la sua partecipazione al 1,3% (comunque il maggior azionista individuale) a spingere sull’impegno ambientale della sua creatura.

Nel 2020 Microsoft si era già impegnata a investire 1 miliardo di dollari nel corso dei successivi 4 anni nel Climate Innovation Fund. Questo fondo mira a sostenere tecnologie emergenti che possono ridurre, catturare e rimuovere il carbonio dall’aria. Gli obiettivi principali riguardano gli investimenti in soluzioni tecnologiche emergenti legate al clima che hanno una trazione commerciale iniziale e necessitano di capitale per scalare nel mercato. La fornitura di finanziamenti per portare soluzioni climatiche esistenti a una scala maggiore. Gli investimenti diretti in aziende, dimostrando la fattibilità di nuove tecnologie e collaborando con altri investitori per raggiungere gli obiettivi climatici globali.

Anche l’UNFCCC, attraverso il suo segretario esecutivo Simon Stiell, ha sottolineato l’urgente necessità di tecnologia sia negli sforzi di adattamento che di mitigazione. Il cambiamento climatico è un’emergenza globale e affrontarne l’impatto richiede collaborazione e soluzioni innovative. E attualmente, l’aggregazione e l’analisi dei dati sul carbonio è un processo che richiede molto tempo e che spesso si basa su metodi manuali. Adesso arriva in soccorso l’IA.

Il ruolo cruciale dell’Intelligenza Artificiale nella difesa dell’ambiente

L’Intelligenza artificiale (IA) sta dimostrando un ruolo cruciale nella difesa dell’ambiente. Dalla riduzione delle emissioni di gas serra alla protezione della biodiversità, passando per la prevenzione degli incendi e l’ottimizzazione dell’efficienza energetica, l’IA sta guidando una vera rivoluzione nella tutela del nostro pianeta. Sono vari i modi con cui l’IA contribuisce alla sostenibilità ambientale, eccone alcuni:

  • Riduzione delle Emissioni: L’IA può ottimizzare processi industriali, veicoli e sistemi energetici per ridurre le emissioni di gas serra. Ad esempio, l’analisi dei dati può aiutare a migliorare l’efficienza dei trasporti e delle reti elettriche.
  • Monitoraggio Ambientale: L’IA può analizzare grandi quantità di dati provenienti da sensori, satelliti e altre fonti per monitorare l’inquinamento atmosferico, la deforestazione, il cambiamento climatico e altro ancora.
  • Gestione delle Risorse: L’IA può ottimizzare l’uso delle risorse naturali, come l’acqua e l’energia, per ridurre gli sprechi e migliorare la sostenibilità.
  • Previsione degli Incendi: L’IA può analizzare dati storici e in tempo reale per prevedere incendi boschivi e attivare misure preventive.
  • Biodiversità e Conservazione: L’IA può aiutare a identificare specie minacciate, monitorare gli habitat e sviluppare strategie di conservazione.
  • Agricoltura Sostenibile: L’IA può migliorare la gestione delle colture, ottimizzare l’irrigazione e ridurre l’uso di pesticidi.
  • Energia Pulita: L’IA può contribuire alla transizione verso fonti di energia rinnovabile, migliorando la previsione della produzione eolica e solare.
  • Ricerca e Innovazione: L’IA accelera la scoperta di nuovi materiali, processi e tecnologie per affrontare le sfide ambientali.

Il rovescio della medaglia: l’impatto ambientale dell’Intelligenza Artificiale

Ma ogni medaglia ha il suo rovescio e agli indubitabili meriti dell’IA nel supporto alla salvaguardia dell’ambiente, essa stessa, però, si trova sul banco degli imputati per ciò che attiene le sue emissioni e la sua complessiva impronta ecologica. L’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale (IA) è un tema di crescente rilevanza. Tuttavia, sappiamo ancora molto poco riguardo a quanto inquina effettivamente l’IA. Gli studi che stimano le emissioni generate dai modelli sono ancora pochi, e ancor meno si concentrano su altri fattori che pesano sull’ambiente e sul clima.

Secondo uno studio dell’Università del Massachusetts Amherst negli Stati Uniti, lo sviluppo di una singola intelligenza artificiale determina l’emissione di 284 tonnellate di anidride carbonica, cinque volte l’impatto medio ambientale di un’automobile durante l’intero ciclo di vita. La sola fase dell’apprendimento degli algoritmi di un sistema di IA consuma oltre 280 tonnellate di anidride carbonica.

Un fattore cruciale è l’aumento della complessità dei modelli. Più parametri ha un modello, più sarà potente e darà risultati migliori. Ad esempio, grandi aziende come Google e Amazon stimano che circa il 90% del consumo energetico si verifichi con la fase di inferenza, cioè l’esecuzione di un modello di machine learning addestrato.

Un ostacolo significativo nel valutare l’impronta ambientale dell’IA è la scarsa trasparenza delle compagnie. Molte di esse non rivelano la base dati su cui i modelli vengono addestrati, rendendo difficile stimare l’impatto di questa attività. Tuttavia, l’impiego dell’IA nei settori chiave come acqua, agricoltura, trasporti ed energia potrebbe portare a una riduzione delle emissioni del 4% entro il 2030, equivalente alle produzioni inquinanti combinate di Australia, Canada e Giappone.

Conclusioni

In sintesi, l’IA rappresenta un’opportunità senza precedenti per la salvaguardia dell’ambiente ma ha anche ha un impatto significativo sull’ambiente. È quindi necessario continuare a investigare e monitorare attentamente le sue conseguenze per sviluppare soluzioni sostenibili perché solo così avremo fondati motivi per fare pressioni sui governi, sulle organizzazioni e sulle imprese affinché sfruttino appieno il suo potenziale per creare un futuro sostenibile per tutti. Solo in un quadro completamente trasparente e approfondito anche l’accordo tra Microsoft e l’ONU rappresenterà una valida sinergia tra tecnologia, politica e impegno per un futuro sostenibile. E mentre la COP28 e le successive continueranno a esplorare soluzioni e impegni, l’uso dell’IA per monitorare i progressi verdi potrebbe essere un catalizzatore per azioni più efficaci. La strada verso la sostenibilità richiede la collaborazione di tutti, e si auspica che questo accordo sia un passo nella giusta direzione.

Sitografia

– COP28, Conferenza sul clima a Dubai: programma e argomenti. https://tg24.sky.it/mondo/2023/11/28/cop28-conferenza-clima-dubai-programma.

– IA monitorerà cambiamenti climatici e progressi green/ Accordo tra …. https://www.ilsussidiario.net/news/ia-monitorera-cambiamenti-climatici-e-progressi-green-accordo-tra-microsoft-e-onu-annunciato-alla-cop-28/2626534/.

– La COP28 si apre a Dubai con un accordo sul fondo per i danni. https://unric.org/it/la-cop28-si-apre-a-dubai-con-un-accordo-cruciale-sul-fondo-per-le-perdite-e-i-danni/.

– Si apre a Dubai la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28. https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2023/11/30/crisi-climatica-cop28-dubai-apertura.

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– Intelligenza Artificiale e sostenibilità. https://www.skilla.com/blog/intelligenza-artificiale-e-sostenibilita/

– L’addestramento di un singolo modello di intelligenza artificiale può emettere una quantità di carbonio pari a quella di cinque auto nel corso della loro vita. https://www.technologyreview.com/2019/06/06/239031/training-a-single-ai-model-can-emit-as-much-carbon-as-five-cars-in-their-lifetimes/

– Considerazioni sull’energia e sulle politiche per il deep learning nella PNL. https://arxiv.org/abs/1906.02243

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– Qual è l’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale? Cosa …. https://www.greenme.it/scienza-e-tecnologia/impatto-ambientale-intelligenza-artificiale/.

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