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Rischi ESG, come gestirli al meglio: la guida completa per le aziende



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Le aziende sono sempre più consapevoli dell’importanza di gestire in modo efficace i rischi “non finanziari” o ESG (Ambientali, Sociali e di Governance) per preservare la sostenibilità e il successo a lungo termine delle operazioni. Una panoramica sui rischi, la loro gestione e su come allinearsi alle nuove normative

Pubblicato il 21 dic 2023



Twin transformation: un nuovo modello di impresa

Negli ultimi dieci anni, l’attuale contesto macroeconomico ha visto un cambiamento significativo nella percezione dei rischi, passando dalla focalizzazione principalmente sui rischi finanziari ed economici a una crescente attenzione ai rischi “non finanziari” o ESG (Ambientali, Sociali e di Governance).

Quali sono i rischi ESG

Il Global Risks Report del World Economic Forum negli ultimi anni ha posto una maggiore enfasi sui rischi EGS ovvero, sulle questioni ambientali, sui temi sociali e di governance che hanno il potenziale di influenzare non solo le performance finanziarie delle aziende, ma anche la loro reputazione. Pertanto, le aziende sono sempre più consapevoli dell’importanza di gestire in modo efficace questi rischi per preservare la sostenibilità e il successo a lungo termine delle loro operazioni.

Di seguito sono elencati alcuni dei principali rischi ESG:

Rischi ambientali

  • Cambiamento climatico – Le organizzazioni sono esposte a rischi derivanti da eventi climatici estremi, come inondazioni o siccità, che possono danneggiare le operazioni e la catena di approvvigionamento.
  • Regolamentazioni ambientali – Cambiamenti nelle normative ambientali possono comportare multe e costi aggiuntivi per l’adeguamento alle nuove leggi.
  • Scarsità di risorse – La crescente domanda di risorse naturali può portare a una maggiore volatilità dei prezzi e all’accesso limitato a tali risorse.

Rischi sociali

  • Diritti umani – Violazioni dei diritti umani nella catena di fornitura possono danneggiare la reputazione e portare ad azioni legali.
  • Salute e sicurezza dei lavoratori – Incidenti sul lavoro e condizioni pericolose possono avere conseguenze finanziarie e reputazionali negative.
  • Diversità e inclusione – L’ineguaglianza e la mancanza di diversità possono influire sulla cultura aziendale, sulla produttività e sulla capacità di attrarre e trattenere talenti.

Rischi di governance

  • Scarsa governance aziendale – Cattiva gestione, conflitti di interessi e mancanza di trasparenza possono danneggiare la fiducia degli investitori e degli stakeholder.
  • Compensazioni eccessive – Sistemi di compensazione dei dirigenti non allineati agli interessi degli azionisti possono essere visti come un rischio di governance.
  • Corruzione e frode – Attività illecite all’interno dell’azienda possono portare a sanzioni legali e perdita di reputazione.

Rischi ESG: l’importanza della leadeship

L’importanza di una leadership responsabile nella gestione di questi rischi è fondamentale. Di fatto, una leadership responsabile contribuisce a definire la cultura aziendale e i valori fondamentali che influenzano il comportamento dei dipendenti e determinano come l’azienda affronta le questioni etiche, sociali ed ambientali.

Inoltre, i leader responsabili promuovono la trasparenza nelle operazioni aziendali e rendono conto delle proprie azioni e decisioni.

È doveroso sottolineare che una leadership responsabile garantisce, altresì, che l’azienda rispetti tutte le leggi e i regolamenti applicabili, riducendo il rischio di sanzioni legali e di multe dovute a violazioni normative.

La leadership responsabile coinvolge attivamente gli stakeholder chiave nelle decisioni aziendali e ascolta le loro preoccupazioni, in modo tale da favorire la responsabilità aziendale, aiutando a identificare e ad affrontare tempestivamente i problemi. Inoltre, i leader responsabili devono essere in grado di promuovere l’innovazione e l’adattamento alle sfide emergenti, compresi i cambiamenti normativi e le tendenze del mercato, dimostrando di avere una capacità di adattamento essenziale per la sostenibilità a lungo termine dell’azienda. Senza dimenticare che una leadership responsabile contribuisce a costruire e mantenere una reputazione aziendale solida che è propedeutica a impattare positivamente sui clienti, i dipendenti e gli investitori, nonché favorire l’accesso al capitale e alle opportunità di business.

In sintesi, una leadership responsabile è un elemento chiave nella gestione dei rischi di governance e nella promozione di una cultura aziendale sostenibile e responsabile. Le organizzazioni con una leadership impegnata nella responsabilità aziendale sono più propense ad affrontare con successo i rischi di governance e a sfruttare le opportunità di creare valore a lungo termine per tutti gli stakeholder.

Cosa significa gestire i rischi in ottica ESG

I rischi ESG possono variare notevolmente da un settore all’altro e da un’azienda all’altra. Pertanto, alcune organizzazioni possono essere più esposte a determinati rischi ESG rispetto ad altre in base alla natura delle loro attività e alla geografia in cui operano. La gestione efficace di questi rischi è diventata sempre più importante poiché gli investitori, i clienti e i regolatori stanno prestando sempre più attenzione agli aspetti ESG nelle decisioni di investimento e nell’acquisto di prodotti e servizi.

Ne consegue che gestire i rischi in ottica ESG significa adottare un approccio strategico e proattivo per identificare, valutare, mitigare e monitorare i rischi associati a queste dimensioni nella gestione aziendale. Ovvero, tratta di una gestione dei rischi incentrata su questioni sostenibili e responsabili che possono influenzare le performance finanziarie, la reputazione e la sostenibilità a lungo termine dell’azienda. Vediamo in dettaglio cosa implica la gestione dei rischi in ottica ESG:

Identificazione dei rischi ESG

Il primo passo è riconoscere e comprendere i rischi ESG specifici che possono influenzare l’azienda. Ciò può comportare un’analisi dettagliata delle operazioni, della catena di approvvigionamento, delle politiche aziendali e delle dinamiche di settore per individuare potenziali aree di esposizione ai rischi ESG. L’identificazione dei rischi avviene attraverso:

  • Esame delle operazioni e della catena di approvvigionamento: Iniziare con un’analisi approfondita delle operazioni aziendali e della catena di approvvigionamento. Identificare le attività o i fornitori che potrebbero comportare rischi ESG. Ad esempio, le operazioni in aree ad alto rischio ambientale o le forniture da paesi con condizioni di lavoro precarie possono rappresentare rischi.
  • Coinvolgimento degli stakeholder: Raccogliere informazioni e ascolta le preoccupazioni degli stakeholder chiave, inclusi clienti, dipendenti, investitori, regolatori e comunità locali. Le segnalazioni e le aspettative degli stakeholder possono rivelare rischi ESG.
  • Monitoraggio delle tendenze globali: È importante monitorare le tendenze globali in materia di ESG e le normative emergenti. È doveroso ricordare che le leggi e i regolamenti cambiano e nuovi sviluppi possono avere un impatto significativo sulle attività aziendali.
  • Valutazione dei rapporti ESG: Esaminare i bilanci ESG delle organizzazioni comparabili del proprio settore, dato che possono rivelare rischi e opportunità comuni e best practice.
  • Collaborazione con esperti: Coinvolgere esperti interni o esterni in materia di ESG per condurre una valutazione approfondita, dato che essi possono contribuire a identificare rischi e opportunità che potrebbero essere sfuggiti all’attenzione.

Valutazione dei rischi

Una volta identificati, è necessario valutare l’impatto potenziale e la probabilità di occorrenza dei rischi ESG. La valutazione può essere quantitativa o qualitativa e serve a stabilire una priorità tra i rischi e a identificare quelli più rilevanti per l’azienda. È doveroso evidenziare che la valutazione dei rischi ambientali è un processo fondamentale della gestione sostenibile e della responsabilità ambientale aziendale. Ecco come effettuare una valutazione dei rischi ambientali:

  • Identificazione dei potenziali impatti ambientali – Iniziare identificando le attività, i processi e le operazioni aziendali che potrebbero avere un impatto sull’ambiente. Essi possono includere emissioni atmosferiche, scarichi di acque reflue, gestione dei rifiuti, utilizzo delle risorse naturali, impatto sulla biodiversità e altri aspetti.
  • Valutazione dell’importanza degli impatti – Si tratta, dopo aver identificato gli impatti di valutarne l’importanza, considerando fattori, quali: l’entità dell’impatto, la sua durata, la sua reversibilità e la sua potenziale gravità. Ciò ti aiuterà a concentrare le risorse sulla mitigazione dei rischi più critici.
  • Identificazione dei fattori di rischio – Identificare i fattori di rischio specifici associati a ciascun impatto ambientale. I fattori di rischio, ad esempio, in termini di emissioni atmosferiche, potrebbero includere le normative ambientali vigenti, la tecnologia utilizzata, le condizioni atmosferiche locali, ecc.
  • Valutazione della probabilità e dell’entità del danno – Stimare la probabilità che si verifichino gli impatti e l’entità del danno potenziale, qualora si verificassero, utilizzando modelli di rischio, dati storici, consultazione di esperti e altre fonti di informazione.
  • Classificazione dei rischi – Classificare i rischi ambientali in base alla loro probabilità e all’entità del danno. Ad esempio, puoi categorizzare i rischi come “elevati”, “medi” o “bassi” in base a questa valutazione.
  • Sviluppo di piani di mitigazione – Sviluppare i piani di mitigazione specifici, dopo aver identificato e classificato i rischi. Tali piani dovrebbero includere azioni concrete per ridurre la probabilità di impatti ambientali e mitigare il danno se si verificano.
  • Monitoraggio e reportistica – Implementare un sistema di monitoraggio costante per verificare l’efficacia delle misure di mitigazione e rivede periodicamente la valutazione dei rischi ambientali, oltre a redigere report interni ed esterni per dimostrare l’impegno dell’azienda nella gestione ambientale responsabile.
  • Conformità normativa – Assicurarsi che tutte le attività e le operazioni siano conformi alle normative ambientali locali, nazionali e internazionali in quanto rispettare le leggi ambientali è un requisito fondamentale per la gestione dei rischi ambientali.

Mitigazione dei rischi

Dopo aver valutato i rischi, è importante sviluppare e implementare strategie di mitigazione. Queste strategie possono includere:

  • Sviluppo di politiche e procedure ESG – Creare politiche e procedure interne per affrontare i rischi ESG identificati. Tali politiche dovrebbero coprire aree quali, l’ambiente, i diritti umani, la salute e la sicurezza, la diversità e l’inclusione, la trasparenza e la gestione della catena di approvvigionamento.
  • Formazione e sensibilizzazione – Assicurarsi che i dipendenti siano adeguatamente formati e consapevoli dei rischi ESG e delle politiche aziendali correlate, considerando che la sensibilizzazione può contribuire a prevenire comportamenti che potrebbero portare a rischi.
  • Integrazione di ESG nelle decisioni aziendali – Assicurarsi che i fattori ESG siano considerati nelle decisioni aziendali, inclusi investimenti, acquisizioni, sviluppo di prodotti e pianificazione strategica.
  • Revisione della catena di approvvigionamento – Implementare e rafforzare le pratiche di gestione della catena di approvvigionamento, verificando, altresì, che i fornitori rispettino le norme ESG e collaborando con loro per affrontare eventuali problemi.
  • Comunicazione trasparente – Comunicare in modo trasparente gli sforzi dell’organizzazione per mitigare i rischi ESG e promuovere la sostenibilità. Tale comunicazione può avvenire tramite report ESG, comunicazioni esterne e dialogo con gli stakeholder.

L’importanza della gestione dei rischi ESG per le organizzazioni

La gestione dei rischi in ottica ESG è diventata, oggigiorno, fondamentale per le organizzazioni per una serie di motivi chiave, quali:

  • Reputazione e fiducia degli stakeholder – La reputazione è un asset cruciale per qualsiasi azienda. La gestione dei rischi ESG aiuta a prevenire incidenti e comportamenti che potrebbero danneggiare la reputazione aziendale. Investire nella sostenibilità e nella responsabilità sociale può migliorare la percezione dell’azienda da parte dei clienti, degli investitori, dei dipendenti e delle comunità in cui opera.
  • Accesso al capitale – Sempre più investitori stanno considerando i fattori ESG nelle loro decisioni di investimento. Le organizzazioni che gestiscono in modo efficace i rischi ESG sono più attraenti per gli investitori responsabili e hanno accesso a una più ampia base di investitori. Questo può ridurre i costi di capitale e migliorare l’accesso ai finanziamenti.
  • Vantaggio competitivo – Le pratiche sostenibili possono conferire un vantaggio competitivo, considerando che i consumatori stanno diventando sempre più consapevoli delle questioni ESG e scelgono sempre più prodotti e servizi da organizzazioni che dimostrano un impegno per la sostenibilità. Inoltre, alcune organizzazioni potrebbero richiedere ai propri fornitori di rispettare determinati standard ESG, il che può influenzare le opportunità di business.
  • Gestione dei rischi finanziari – I rischi ambientali, sociali e di governance possono avere impatti finanziari significativi. Ad esempio, eventi climatici estremi o problemi legati alla catena di approvvigionamento possono causare perdite finanziarie. La gestione dei rischi ESG aiuta, quindi, a identificare e mitigare tali minacce.
  • Compliance normativa – Le normative ESG stanno diventando sempre più rigorose in molti paesi. Le organizzazioni che non rispettano queste normative possono affrontare sanzioni legali e multe. La gestione dei rischi ESG aiuta a garantire la conformità alle leggi e ai regolamenti in evoluzione.
  • Sostenibilità a lungo termine – La gestione dei rischi ESG è essenziale per la sostenibilità a lungo termine di un’azienda. DI fatto, la considerazione dei fattori ESG contribuisce a identificare opportunità di crescita sostenibile e a mitigare le minacce che potrebbero minare la stabilità dell’azienda nel tempo.

In sintesi, la gestione dei rischi ESG è fondamentale e, negli ultimi anni, è diventata una componente chiave della gestione aziendale responsabile e sta diventando sempre più centrale nelle strategie aziendali.

Panoramica dei rischi ESG

  • Rischi ambientali: impatti e opportunità per le organizzazioni – La valutazione dei rischi ambientali è un processo fondamentale per identificare, valutare e gestire i potenziali impatti negativi sull’ambiente che possono derivare dalle attività di un’azienda. Questo processo è un componente essenziale della gestione sostenibile e della responsabilità ambientale aziendale. Ecco come puoi effettuare una valutazione dei rischi ambientali:
  • Identificazione dei potenziali impatti ambientali – Iniziare identificando le attività, i processi e le operazioni aziendali che potrebbero avere un impatto sull’ambiente. Questi possono includere: emissioni atmosferiche, scarichi di acque reflue, gestione dei rifiuti, utilizzo delle risorse naturali, impatto sulla biodiversità e altri aspetti.
  • Valutazione dell’importanza degli impatti – Una volta identificati gli impatti, si tratta di valutare l’importanza di ciascuno di essi, in base a fattori come l’entità dell’impatto, la durata, la reversibilità e la potenziale gravità. Ciò ti aiuterà a concentrare le risorse sulla mitigazione dei rischi più critici.
  • Identificazione dei fattori di rischio – Identificare i fattori di rischio specifici associati a ciascun impatto ambientale. Ad esempio, per le emissioni atmosferiche, i fattori di rischio potrebbero includere le normative ambientali vigenti, la tecnologia utilizzata, le condizioni atmosferiche locali, ecc.
  • Valutazione della probabilità e dell’entità del danno – Stimare la probabilità che si verifichino gli impatti e l’entità del danno potenziale se si verificano, utilizzando modelli di rischio, dati storici, consultazione di esperti e altre fonti di informazione.
  • Classificazione dei rischi – Classificare i rischi ambientali in base alla loro probabilità e all’entità del danno. Ad esempio, i rischi possono essere categorizzati come “elevati”, “medi” o “bassi” in base alla valutazione.
  • Sviluppo di piani di mitigazione – Una volta identificati e classificati i rischi, si tratta di sviluppare piani di mitigazione specifici per affrontarli che includano azioni concrete per ridurre la probabilità di impatti ambientali e mitigare il danno se si verificano.
  • Monitoraggio e reportistica – Implementare un sistema di monitoraggio costante per verificare l’efficacia delle misure di mitigazione e prevedere una revisione periodica della valutazione dei rischi ambientali. Inoltre, si tratta di predisporre report interni ed esterni per dimostrare l’impegno dell’azienda nella gestione ambientale responsabile.
  • Conformità normativa – Si tratta di assicurare che tutte le attività e le operazioni siano conformi alle normative ambientali locali, nazionali e internazionali. Rispettare le leggi ambientali è un requisito fondamentale per la gestione dei rischi ambientali.
  • Rischi ESG nel settore finanziario – Sono diventati sempre più rilevanti negli ultimi anni a causa dell’accentuazione delle preoccupazioni legate alla sostenibilità e della crescente consapevolezza degli investitori e degli organismi di regolamentazione. Ecco alcuni dei principali rischi ESG che possono influenzare il settore finanziario:
  • Rischi di credito e di mercato – I rischi ambientali, come le catastrofi climatiche, possono avere impatti diretti sui prestiti bancari e sui portafogli di investimenti, causando perdite finanziarie. Inoltre, le normative ambientali e sociali possono influenzare la redditività e la sostenibilità delle imprese, con conseguenti impatti sui prestiti e sugli investimenti.
  • Rischi legati alle emissioni di carbonio – La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio può avere un impatto significativo sui settori legati ai combustibili fossili. Le politiche di mitigazione del cambiamento climatico e il calo della domanda di combustibili fossili possono comportare perdite finanziarie per le istituzioni finanziarie che hanno investimenti in questi settori.
  • Rischi di responsabilità legale – Le questioni ESG, come le violazioni dei diritti umani, possono portare a procedimenti giudiziari e a costi legali significativi per le organizzazioni finanziarie. Gli investimenti in organizzazioni coinvolte in violazioni di questo tipo possono anche esporre le istituzioni finanziarie a rischi legali.
  • Rischi di reputazione – Gli scandali legati a questioni ESG, come la cattiva condotta aziendale o la mancanza di attenzione all’ambiente, possono danneggiare la reputazione delle istituzioni finanziarie. Ciò può influenzare la fiducia dei clienti e degli investitori, portando a una perdita di affari e di valore azionario.
  • Rischi normativi – Le normative ESG in continua evoluzione possono avere un impatto significativo sulle attività delle istituzioni finanziarie. La mancata conformità alle normative può comportare multe e sanzioni.
  • Rischio di credito legato a questioni sociali – I rischi sociali, come lo sciopero dei lavoratori o il disagio dei dipendenti, possono influenzare la stabilità finanziaria delle imprese, in particolare quelle che forniscono finanziamenti o investimenti in settori ad alto rischio sociale.
  • Rischio di mercato legato alla sostenibilità – I mercati finanziari stanno diventando sempre più sensibili ai fattori di sostenibilità. Le imprese con prestazioni ESG inferiori potrebbero essere soggette a svalutazioni o a perdite di valore azionario.
  • Rischi operativi e di catena di approvvigionamento – Eventi estremi legati al cambiamento climatico, come alluvioni o incendi, possono danneggiare le infrastrutture e i sistemi di gestione delle istituzioni finanziarie. Inoltre, le questioni di sostenibilità nella catena di approvvigionamento delle organizzazioni possono influenzare la continuità delle operazioni.
  • Rischio di transizione – La transizione verso un’economia più sostenibile può comportare costi di adeguamento significativi per le organizzazioni e le istituzioni finanziarie. La mancata preparazione per questa transizione può comportare perdite finanziarie.
  • Rischi legati alla governance – La governance aziendale, inclusa la struttura di leadership, la trasparenza e la responsabilità, è cruciale per la gestione efficace dei rischi ESG. Scandali legati alla governance possono influenzare negativamente le organizzazioni e le istituzioni finanziarie.
  • Rischi ESG nel supply chain – Essi rappresentano una preoccupazione significativa per le organizzazioni, poiché possono avere un impatto diretto sulla continuità operativa, sulla reputazione aziendale e sulla responsabilità sociale. Di seguito sono descritti alcuni dei principali rischi ESG nel supply chain.

Rischi ambientali

  • Impatti climatici – Le catastrofi naturali legate al cambiamento climatico, come alluvioni, incendi boschivi o siccità, possono danneggiare le infrastrutture, causare ritardi nella produzione e interrompere la catena di approvvigionamento.Scarso uso delle risorse – L’uso inefficace delle risorse naturali, come l’acqua o le materie prime, può comportare un aumento dei costi e una maggiore pressione ambientale.

  • Emissioni di carbonio – Le emissioni di gas serra generate dalla catena di approvvigionamento possono contribuire al cambiamento climatico e portare a costi associati a regolamentazioni più rigorose o a sanzioni.

Rischi sociali

  • Condizioni di lavoro non etiche – Le cattive condizioni di lavoro, la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro e il lavoro minorile nelle catene di approvvigionamento possono comportare una reputazione danneggiata e rischi legali.
  • Violazioni dei diritti umani – Violazioni dei diritti umani, come la discriminazione o lo sfruttamento, nelle catene di approvvigionamento possono avere gravi conseguenze reputazionali e legali.
  • Relazioni con i fornitori – La dipendenza da fornitori poco etici o poco responsabili può comportare rischi di approvvigionamento, inclusi ritardi nelle consegne o interruzioni.

Rischi di governance:

  • Mancanza di trasparenza – La mancanza di trasparenza e visibilità nella catena di approvvigionamento può rendere difficile identificare i rischi e affrontarli in modo efficace.
  • Conflitti di interesse – I conflitti di interesse tra organizzazioni e fornitori possono influenzare la gestione etica e responsabile del supply chain.
  • Normative e conformità – Le normative ambientali, sociali e di governance in continua evoluzione possono comportare costi aggiuntivi e rischi di conformità per le organizzazioni che non sono preparate.

Strategie per affrontare i rischi ESG

Per affrontare questi rischi ESG nel supply chain, le organizzazioni possono adottare le seguenti strategie:

  • Valutazione dei fornitori – Valutare attentamente i fornitori in base alle loro pratiche ESG e selezionare quelli che condividono gli stessi valori e impegni.
  • Monitoraggio e audit – Implementare programmi di monitoraggio e audit per garantire che i fornitori rispettino gli standard ESG concordati.
  • Collaborazione con i fornitori – Collaborare con i fornitori per migliorare le pratiche ESG e promuovere la sostenibilità nell’intera catena di approvvigionamento.
  • Trasparenza – Comunicare in modo trasparente con gli stakeholder sulla gestione dei rischi ESG nel supply chain e sui progressi compiuti nella loro mitigazione.
  • Diversificazione della catena di approvvigionamento – Diversificare la catena di approvvigionamento per ridurre la dipendenza da un singolo fornitore o regione geografica.

L’attenta gestione dei rischi ESG nel supply chain è essenziale per garantire la sostenibilità e la responsabilità sociale dell’organizzazione e per evitare impatti negativi sulla reputazione e sulla redditività.

L’ondata normativa ESG: la sfida di oggi, l’opportunità di domani

Nel contesto attuale di sostenibilità, una delle principali questioni affrontate dalle organizzazioni riguarda le numerose normative a cui devono fare fronte. Le principali potenze economiche mondiali stanno sviluppando regolamenti, mentre crescono anche le richieste da parte di altri attori interessati come investitori, consumatori e agenzie di rating.

L’Unione Europea svolge un ruolo di primo piano come promotore dell’adesione delle imprese a un’economia sostenibile. A tal fine, ha lavorato a diverse normative ESG, tra cui la Corporate Sustainability Reporting Direttiva (CSRD), la tassonomia delle attività sostenibili, la Corporate Sustainability Due Diligence e la Fit for 55.

Anche gli Stati Uniti stanno promuovendo lo sviluppo della regolamentazione ESG, attraverso proposte avanzate dalla Securities Exchange Commission (SEC) come le Proposed Rules to Enhance and Standardize Climate-Related Disclosures for Investors e la Cybersecurity Risk Management, Strategy, Governance e Proposta di divulgazione dell’incidente.

Modificare processi e operazioni per adattarsi nai nuovi requisiti normativi

Di conseguenza, le organizzazioni che operano in diversi mercati si stanno adattando ai nuovi requisiti normativi, modificando i propri processi e operazioni di conseguenza. Ovvero devono adoperarsi per:

  • Gestire i nuovi obblighi – I cambiamenti normativi hanno reso la gestione della sostenibilità più complessa, richiedendo professionisti esperti che, tra le altre cose, hanno il compito di:
  • Garantire l’esecuzione di una doppia analisi di materialità – Uno strumento chiave per identificare e dare priorità alle questioni ESG più significative per una determinata organizzazione, in un particolare settore e paese, sulla base della valutazione di rischi, opportunità e impatti.
  • Adeguare la rendicontazione ESG ai nuovi requisiti – Si tratta di sviluppare, calcolare, consolidare e diffondere nuovi indicatori, come quelli che combinano fonti finanziarie e di sostenibilità che cercano di essere un riferimento quando si prendono decisioni di investimento. Un esempio di ciò potrebbero essere quelli riguardanti la tassonomia dell’Unione Europea per le attività sostenibili.
  • Migliorare la sostenibilità lungo tutta la catena di attività – Si tratta di estendere la responsabilità aziendale oltre le proprie operazioni aziendali e comporta quindi la valutazione e il monitoraggio dell’impatto ambientale e sociale di fornitori, subappaltatori, società partecipate, ecc.
  • Sviluppo di misure per “frenare” il cambiamento climatico – Le normative ESG cercano, altresì, di promuovere un’economia priva di emissioni e incoraggiano le aziende ad analizzare, quantificare, gestire e riferire sui loro impatti climatici.
  • Garantire la privacy e la sicurezza delle informazioni – Si tratta di una componente importante considerando che viviamo in un ambiente digitale in continua evoluzione.
  • Digitalizzazione e maggiore controllo sulle informazioni ESG – Gli organismi di regolamentazione stanno rivedendo le informazioni ESG che le organizzazioni devono rendicontare, stabilendo nuovi indicatori che devono essere comunicati, il loro perimetro aziendale e i formati e le scadenze da rispettare. Di fatto le organizzazioni devono essere in grado di raggiungere un solido livello di controllo interno che garantisca la trasparenza, la qualità, l’integrità e l’accuratezza delle informazioni anche a livello di gruppo – ove applicabile – in termini di questioni ESG.
  • Promozione di una cultura ESG e adeguamento del modello di governance – Si tratta di due fattori chiave per trasformare in realtà quanto sopra esposto. Se le convinzioni, i comportamenti e le decisioni dei dipendenti non tengono conto dei fattori ESG, non sarà possibile soddisfare i requisiti normativi. Pertanto, per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo rafforzare la sostenibilità attraverso le diverse aree, organi e livelli dell’azienda. A tal fine, occorre tenere nella dovuta considerazione misure che vanno dall’introduzione di obiettivi ESG nei sistemi di remunerazione all’implementazione di campagne di sensibilizzazione e allo sviluppo e aggiornamento delle politiche aziendali e della formazione.

Conclusioni

Di fatto la regolamentazione ESG è destinata a convertirsi in una leva per generare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, ovvero, potrebbe diventare il principale motore per sfruttare le opportunità derivanti dalla sostenibilità, che possono essere riassunte in tre punti, già precedentemente accennati, ovvero: attrarre capitali, ridurre i costi operativi e generare efficienze, ottenere maggiori profitti attraverso una maggiore fiducia degli stakeholder e l’accesso a nuovi mercati

Concludendo, gli sforzi odierni per allinearsi alle nuove normative, aiuteranno le organizzazioni a continuare ad aumentare il proprio impatto positivo sulla società e sull’ambiente in futuro.

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PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
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PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
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Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
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Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
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Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
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