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Quantum, AI e spazio: l’asse Italia-Ue per battere i colossi Usa



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La tecnologia è diventata campo di competizione globale. L’Europa tenta di uscire dalla subordinazione a colossi stranieri, investendo in una rete di imprese e progetti strategici per garantirsi autonomia e resilienza

Pubblicato il 28 lug 2025

Gabriele Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio

Nicola Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio



quantum computing europa; Alla scoperta del quantum tricolore: l'Italia può attrarre investimenti

In un’epoca di profonde ridefinizioni degli equilibri globali, la tecnologia è divenuta il nuovo campo di battaglia della geopolitica e della geoeconomia. La dipendenza da colossi tecnologici globali, spesso espressione di superpotenze straniere come le americane Microsoft, Amazon (AWS), Google, SpaceX, OpenAI o NVIDIA, che dominano ampie fette dei mercati cloud, AI e spaziale anche in Italia e in Europa, espone le nazioni a crescenti rischi di coercizione economica e vulnerabilità strategica.

La necessità di autonomia tecnologica europea

Decisioni prese al di fuori dei confini nazionali possono avere impatti diretti sulla sovranità, sulla sicurezza dei dati e sulla capacità di azione delle imprese e delle istituzioni europee. Di fronte a questo scenario, una nuova generazione di imprese italiane ed europee sta emergendo con l’obiettivo esplicito di costruire un’autonomia strategica in settori critici, finora dominio esclusivo di pochi giganti.

L’Europa, e l’Italia in particolare, sta attuando una strategia ambiziosa per forgiare un futuro più resiliente e indipendente, riducendo la vulnerabilità alle pressioni esterne. Questa risposta si concretizza nello sviluppo di una filiera autoctona che spazia da settori consolidati ma strategicamente cruciali a nuove frontiere tecnologiche. La chiave di volta è l’innovazione, alimentata da una stretta collaborazione tra ricerca, startup, piccole e medie imprese, e partnership pubblico-private.

Dallo spazio all’infrastruttura dei cavi sottomarini, dal quantum computing all’intelligenza artificiale e al cloud computing, la narrazione è la stessa: realtà europee stanno individuando e occupando spazi di mercato, spesso lasciati vacanti dai colossi globali meno propensi a navigare complessità geopolitiche o a investire in nicchie ad alta intensità di ricerca iniziale. Nel settore spaziale, aziende italiane come D-Orbit e Officina Stellare stanno ridefinendo la logistica e le strumentazioni di precisione. Per le infrastrutture critiche sottomarine, la romana Unidata, con il suo progetto Unitirreno, si sta ritagliando un ruolo fondamentale nella connettività del Mediterraneo, affiancata da operatori come Sparkle. Nel campo del quantum computing, imprese come Planckian e Algorithmiq, insieme all’installazione del primo computer quantistico IQM italiano al Politecnico di Torino, spingono i confini del calcolo.

L’intelligenza artificiale vede l’emergere di realtà italiane come Lara V2 e francesi come Mistral, che puntano a sviluppare soluzioni IA “made in Europe”. Infine, nel cloud computing, il Polo Strategico Nazionale (PSN) italiano per la Pubblica Amministrazione è un esempio concreto di questa spinta verso un’infrastruttura cloud sovrana e sicura, affiancato da aziende come Aruba Cloud e da iniziative europee come OVHcloud e il consorzio Gaia-X, volte a creare un ecosistema cloud più competitivo e autonomo. La realizzazione di infrastrutture come il supercomputer Leonardo a Bologna, parte dell’iniziativa EuroHPC, sottolinea ulteriormente l’impegno europeo nello sviluppo di capacità di calcolo e IA di livello mondiale. Questa “filiera della sovranità tecnologica” non è solo una questione di competitività economica, ma una necessità strategica per l’Europa in un mondo sempre più frammentato e caratterizzato da competizione sistemica.

Spazio: l’ecosistema italiano ed europeo sfida i monopoli

L’Italia vanta una profonda tradizione nel settore aerospaziale, iniziata con il lancio del satellite San Marco 1 nel 1964. Oggi si posiziona come il quinto paese al mondo e il secondo in Europa per investimenti nella Space Economy in relazione al PIL, oltre ad essere il terzo contributore all’ESA.

L’ecosistema italiano conta oltre 500 aziende attive, prevalentemente piccole e medie imprese. Solo nel 2024, il segmento dell’osservazione della Terra ha registrato una crescita del 28%, raggiungendo un valore complessivo di 290 milioni di euro.

A livello europeo, la Space Economy ha visto investimenti significativi, con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che gioca un ruolo centrale nel coordinamento e nel finanziamento di programmi ambiziosi.

Accanto a giganti come Thales Alenia Space, Leonardo SpA, Avio Aero, Telespazio ed e-GEOS SpA, che partecipano a missioni europee di rilevanza globale, emergono realtà che sfidano i modelli tradizionali:

  • D-Orbit si afferma come leader nella logistica spaziale, offrendo servizi di trasporto e gestione satelliti e pianificando l’espansione verso orbite lunari e marziane.
  • Officina Stellare, da Vicenza, è riconosciuta per la progettazione e realizzazione di strumentazione ottica e astronomica di alta precisione, ottenendo importanti commesse dall’ESA.
  • Stellar Project, spin-off dell’Università di Padova, si concentra su soluzioni innovative per satelliti leggeri e la sostenibilità spaziale, sviluppando tecnologie brevettate per la comunicazione laser e contribuendo alla ricerca sulla comunicazione quantistica e l’analisi dei detriti spaziali.

A livello europeo, la concorrenza a colossi come SpaceX di Elon Musk sta crescendo. Il debutto dell’Ariane 6 nel 2024 è un passo fondamentale per rompere la dipendenza dell’ESA da lanciatori esterni, con l’ESA che continua a sostenere altre imprese per espandere le capacità di lancio europee.

Comunicazioni satellitari: connettività strategica e autonomia

Le comunicazioni satellitari rappresentano un pilastro fondamentale per la connettività globale, la difesa, la sicurezza e la capacità di operare in aree remote o in situazioni di emergenza, diventando un campo di sempre maggiore interesse strategico. Il mercato globale delle comunicazioni satellitari è in rapida espansione, con il segmento della connettività a banda larga che guida la crescita, spinto dalla proliferazione delle costellazioni LEO. A livello europeo, il mercato dei servizi satellitari è stimato in miliardi di euro, con previsioni di forte crescita nei prossimi anni grazie agli investimenti in nuove infrastrutture e applicazioni. L’Europa e l’Italia stanno investendo per sviluppare e rafforzare le proprie capacità in questo settore, tradizionalmente dominato da operatori extra-europei, in particolare americani.

Tra le imprese italiane ed europee che stanno lavorando in questo campo spiccano:

  • Telespazio (Leonardo/Thales Alenia Space), un attore di primo piano a livello europeo nella fornitura di servizi e soluzioni satellitari, dalle comunicazioni all’osservazione della Terra, fino alla navigazione e alla gestione di servizi per la difesa e le istituzioni.
  • Eutelsat (Francia) è uno dei maggiori operatori satellitari al mondo, fornendo servizi di comunicazione e trasmissione dati via satellite. La sua recente fusione con OneWeb, specializzata in costellazioni di satelliti in orbita bassa (LEO), la posiziona come un player chiave nella fornitura di connettività globale a banda larga, in diretta competizione con operatori come Starlink.
  • SES (Lussemburgo) è un altro operatore satellitare globale che fornisce servizi di connettività dati e video per clienti broadcast, enterprise e governativi, con una flotta di satelliti geostazionari e non geostazionari.

Un esempio emblematico delle sfide e delle dinamiche in gioco è quanto accaduto in Italia con Starlink, la costellazione satellitare di SpaceX. Pur offrendo servizi di connettività a banda larga ad alta velocità anche in aree rurali e difficilmente raggiungibili dalla fibra, la sua natura di operatore non europeo e la dipendenza da una tecnologia di proprietà statunitense hanno sollevato interrogativi sulla sovranità digitale e la sicurezza nazionale. In Italia, come in altri paesi europei, l’operatività di Starlink è stata oggetto di attenzione da parte delle autorità, che hanno valutato l’impatto sul mercato delle telecomunicazioni e la necessità di garantire standard di sicurezza e conformità normativa.

L’ascesa di Starlink ha anche spinto l’Europa a investire maggiormente in proprie costellazioni satellitari, come il progetto IRIS² (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite), per assicurare un’autonomia strategica nelle comunicazioni a banda larga e nei servizi di governo sicuro.

Mare profondo e cavi sottomarini: infrastrutture vitali per la connettività

Le infrastrutture dei cavi sottomarini sono la spina dorsale della connettività globale, e in questo settore emergono attori italiani ed europei con un ruolo strategico. Il mercato globale dei cavi sottomarini è in costante crescita, stimato in diversi miliardi di dollari a livello globale e con investimenti significativi previsti in Europa per rafforzare la resilienza della rete.

L’azienda romana Unidata è in prima linea nella realizzazione di infrastrutture critiche con il progetto Unitirreno Submarine Network, un sistema Open Cable a 24 coppie di fibre ottiche nel Mediterraneo, essenziale per la transizione digitale italiana ed europea. Sparkle, pur operando globalmente, riesce a prosperare nel Mediterraneo con progetti come il cavo sottomarino GreenMed, sfruttando la flessibilità e la conoscenza del contesto geopolitico locale, dove i colossi preferiscono non addentrarsi.

Prysmian, leader mondiale nei sistemi in cavo, è un attore chiave nella produzione di cavi sottomarini, come quelli per il Tyrrhenian Link di Terna, evidenziando l’eccellenza italiana nella tecnologia di produzione.

A livello europeo, Afr-IX Telecom, con sede in Spagna, è un esempio di operatore in espansione nel settore dei cavi sottomarini, partecipando a progetti ambiziosi come il cavo Medusa. La sicurezza di queste infrastrutture è un tema crescente, e aziende come AP Sensing si specializzano nel monitoraggio e nella protezione dei cavi, rispondendo a un’esigenza cruciale e in espansione.

Quantum computing: la corsa europea verso il futuro del calcolo

Nel campo del quantum computing, un’area ad altissimo potenziale, l’Italia e l’Europa stanno investendo per non perdere il passo con i colossi tecnologici. Il mercato globale del quantum computing è previsto raggiungere decine di miliardi di dollari entro il prossimo decennio. In Europa, l’impegno totale degli Stati membri supera i 5,7 miliardi di euro su un periodo di 5 anni, e il Quantum Flagship ha un budget di 1 miliardo di euro. Un passo significativo per l’Italia è l’installazione del primo computer quantistico IQM italiano a cinque qubit presso il Politecnico di Torino, frutto di una partnership strategica che mira a creare un polo di collaborazione tra mondo accademico e industria per rendere questa tecnologia accessibile, riducendo la dipendenza da costosi servizi cloud remoti.

Aziende come Planckian (Milano) stanno sviluppando processori quantistici basati su circuiti superconduttori per computer scalabili, mentre Algorithmiq (Finlandia) sviluppa algoritmi quantistici per la chimica e le scienze della vita, integrando quantum computing e IA. QuantumX (Nextmind) è tra i pionieri italiani nel campo, e il gruppo QuIT dell’Università di Pavia rappresenta un centro di eccellenza nella ricerca fondamentale. Secondo il Quantum Readiness Report 2025, l’Italia ha investito 227,4 milioni di euro nel settore tra il 2021 e il 2024, con una crescita prevista del 14% nel 2025.

Le sfide includono l’accesso limitato all’hardware, i costi elevati e la carenza di talenti, ma la strategia nazionale mira a costruire laboratori e test facility, incentivare il settore privato e sfruttare il potenziale per applicazioni in finanza e logistica. La Bologna Quantum Alliance (BoCA) promuove la sinergia nella ricerca, mirando a un consorzio nazionale. Le tecnologie più promettenti per il futuro sono i qubit basati su atomi neutri e i qubit superconduttori.

Intelligenza artificiale: la corsa all’innovazione

L’intelligenza artificiale (IA) è un campo in rapida evoluzione che sta trasformando ogni settore, e l’Italia e l’Europa stanno cercando di ritagliarsi un ruolo di primo piano, sfidando il dominio dei colossi globali. Il mercato globale dell’IA è stimato in centinaia di miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) che supera il 30%.

L’adozione dell’IA in Italia è in crescita ma ancora frammentata: solo il 22% delle grandi aziende italiane e il 6% delle PMI hanno progetti strutturati di IA generativa, anche se una diffusione capillare potrebbe aggiungere fino a 312 miliardi di euro all’economia italiana in 15 anni, aumentando il PIL del 18,2%. Nel complesso, il 60% delle aziende italiane ha avviato o prevede progetti IA nei prossimi due anni, con un potenziale aumento della produttività nazionale di 115 miliardi di euro. Le applicazioni più comuni includono la gestione e l’analisi dei dati (35,4%), i chatbot per il supporto IT (23,2%) e l’analisi predittiva (22,2%). Un terzo delle aziende riporta un aumento di produttività tra l’1% e il 5%, con il tempo risparmiato reinvestito in formazione, miglioramento prodotto e R&D. Tuttavia, l’adozione dell’IA in Italia (8,2% nel 2024) è ancora inferiore alla media europea (14%), con ostacoli principali quali la mancanza di competenze specializzate (55,1%), i costi elevati (49.6%) e una carenza di visione strategica nella gestione aziendale. Molte aziende preferiscono esternalizzare le soluzioni IA piuttosto che sviluppare strategie interne per i dati.

Tra le imprese italiane più innovative si annoverano:

  • Lara V2 (Translated.com), un’IA per la traduzione che comprende contesto e sfumature culturali;
  • iGenius, che si pone come “sfida contro i giganti dell’AI”;
  • ASC27 (Vitruvian-1-M), con un modello di IA focalizzato sul ragionamento logico;
  • IdentifAI, specializzata nel distinguere contenuti umani da quelli generati da IA;
  • Contents.com, che abilita l’IA generativa per contenuti aziendali;
  • Axyon AI, fintech per IA in gestione patrimoniale;
  • Indigo.ai per chatbot e customer experience;
  • Volta per digitalizzazione ordini B2B;
  • e Saturnalia per IA nel settore agricolo e assicurativo.

A livello europeo, Mistral (Francia) sfida ChatGPT con i suoi LLM, e OpenEuroLLM, un consorzio europeo, sviluppa LLM multilingue open-source per rafforzare l’autonomia europea.

Cloud computing: infrastruttura abilitante

Il cloud computing è una delle tecnologie fondamentali che abilitano la trasformazione digitale e lo sviluppo di servizi avanzati, inclusi l’IA e il quantum computing. Nel 2025, il panorama italiano ed europeo del cloud è caratterizzato da una crescita dinamica e da una sempre più pressante ricerca di autonomia strategica e sovranità digitale. Il mercato Cloud in Italia ha mostrato una crescita robusta, raggiungendo i 6,8 miliardi di euro nel 2024 (+24% rispetto al 2023). In particolare, i servizi di infrastruttura (IaaS) hanno registrato un balzo del 42%, arrivando a 2,1 miliardi di euro e diventando la componente principale. Anche le Piccole e Medie Imprese (PMI) stanno accelerando l’adozione del Public e Hybrid Cloud, con una spesa di 581 milioni di euro nel 2024 (+21%).

Questo trend di crescita è previsto continuare nel 2025, spinto dalla crescente domanda di servizi digitali, l’adozione dell’IA e la necessità di scalabilità e flessibilità offerte dal cloud.

A livello europeo, il mercato cloud continua a espandersi, ma l’Europa mantiene una significativa dipendenza dagli hyperscaler extra-europei (principalmente AWS, Microsoft Azure e Google Cloud), che detengono oltre il 70% della quota di mercato. Sebbene un “disaccoppiamento” totale sia considerato irrealistico, la spinta verso la sovranità e il controllo dei dati e delle applicazioni è diventata di “vitale importanza” per le organizzazioni europee.

Tra le principali imprese italiane nel settore cloud, spiccano Aruba Cloud, qualificata ACN per la PA e fornitrice di una vasta gamma di servizi. Altre realtà significative includono Fastweb, Retelit (ex Irideos), It.net, Netalia, Register, Seeweb, ServerPlan e Tiscali con le loro divisioni cloud, oltre ad aziende come XSTREAM Srl e SB Italia, che si occupano di soluzioni e servizi cloud per le imprese. Un esempio di innovazione dal basso è Cubbit, un’azienda italiana che sviluppa soluzioni di cloud distribuito, riutilizzando la capacità internet inattiva per offrire servizi cloud sicuri ed economici.

A livello europeo, attori significativi includono OVHcloud (Francia), uno dei maggiori fornitori di infrastrutture cloud in Europa che punta su trasparenza e reversibilità. Altri attori rilevanti includono IONOS (Germania), noto per i suoi servizi cloud e storage; Hetzner Online (Germania), apprezzato per la sua affidabilità e i prezzi competitivi con data center proprietari; e Scaleway (Francia), con soluzioni innovative e developer-friendly. Il panorama europeo include anche fornitori come UpCloud, Exoscale, Serverspace.io e Contabo.

Una novità significativa è l’investimento di NVIDIA, che sta realizzando in Germania la “prima cloud industriale AI al mondo per i produttori europei”, con una “AI factory” dotata di 10.000 GPU. Questa iniziativa, in partnership con sviluppatori di modelli e fornitori di cloud europei, mira ad accelerare l’adozione dell’AI nelle imprese e a sviluppare modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) sovrani. La tendenza per il 2025 vede le grandi aziende europee adottare sempre più una “strategia di doppia fornitura” (dual-supply strategy) per i servizi cloud, diversificando geograficamente i propri fornitori.

Politiche nazionali ed europee per l’autonomia strategica e l’innovazione

Sia a livello italiano che europeo, sono in atto politiche mirate a sostenere queste filiere emergenti. L’Unione Europea (UE) e i suoi Stati membri considerano le tecnologie quantistiche, l’intelligenza artificiale e il cloud computing domini strategici globali, con il potenziale di rivoluzionare le capacità tecnologiche e affrontare sfide urgenti. Per garantire una posizione di leadership globale, salvaguardare gli interessi strategici, assicurare l’autonomia e rafforzare la sicurezza, l’UE si impegna a creare una capacità indipendente di sviluppo e produzione di tecnologie in questi settori.

Politiche del governo italiano

Il governo italiano riconosce la strategicità di questi settori e sta implementando misure concrete:

  • Space Economy. Il PNRR ha destinato 1,39 miliardi di euro alla Space Economy, con ulteriori 800 milioni di euro dal Fondo Complementare. Il Piano Strategico Space Economy prevede oltre 7 miliardi di euro per l’ecosistema spaziale nazionale nel periodo 2023-2027.
  • Quantum computing. Il PNRR ha stanziato oltre 140 milioni di euro per il quantum computing. È stato istituito un Coordinamento nazionale per l’High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing. Il centro ICSC mira a promuovere lo sviluppo nazionale delle tecnologie quantistiche, finanziando la costruzione di computer quantistici su larga scala in Italia. L’installazione del computer quantistico IQM al Politecnico di Torino rientra pienamente in questa strategia. Nonostante investimenti inferiori a quelli di Germania, Francia e Regno Unito (227,4 milioni di euro tra 2021-2024), la strategia nazionale punta a costruire laboratori e strutture di test nazionali, incentivare il settore privato e affrontare la carenza di talenti. La Bologna Quantum Alliance (BoCA) promuove la sinergia nella ricerca, mirando a un consorzio nazionale. Le tecnologie più promettenti per il futuro sono i qubit basati su atomi neutri e i qubit superconduttori.
  • Intelligenza Artificiale. L’Italia ha lanciato una Strategia Nazionale sull’Intelligenza Artificiale (2021 e aggiornata per il 2024-2026), con l’obiettivo di sostenere l’adozione dell’IA, stimolare lo sviluppo e investire in ricerca e applicazioni avanzate. Questa strategia enfatizza principi etici e la necessità di garantire la neutralità tecnologica. È stato istituito un gruppo di lavoro permanente sull’IA nel Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale. Disposizioni legislative recenti adeguano la normativa nazionale all’AI Act europeo.
  • Cloud Computing. La Strategia Cloud Italia è la direttiva chiave per la migrazione dei dati e dei servizi della Pubblica Amministrazione (PA) verso un’infrastruttura cloud sicura, attraverso la classificazione dei dati, la qualificazione dei servizi da parte dell’ACN e la realizzazione del Polo Strategico Nazionale (PSN), con i suoi data center ad alta affidabilità. Gli investimenti del PNRR stanno supportando questa transizione, con incentivi e finanziamenti per i comuni e le altre PA.
  • Cavi sottomarini. Il MIMIT promuove lo sviluppo di un Meccanismo Integrato di Sorveglianza per i cavi sottomarini, l’esplorazione di reti di sensori subacquei e l’avvio di un programma specifico per droni di sorveglianza per potenziarne il monitoraggio e la sicurezza. Si prevedono inoltre fondi UE per aumentare la capacità delle navi per la riparazione dei cavi e l’acquisto di attrezzature modulari di riparazione.
  • Spazio. L’Italia è un partner chiave nell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e partecipa a importanti programmi come Vega C. Le politiche mirano a rafforzare l’industria nazionale e la ricerca, con un focus sull’innovazione e la collaborazione tra pubblico e privato.

Politiche dell’Unione Europea

L’Unione Europea è sempre più consapevole della necessità di rafforzare la propria sovranità tecnologica e la resilienza delle sue infrastrutture, con un impegno totale negli Stati membri che supera i 5,7 miliardi di euro su un periodo di 5 anni. La sua strategia per competere nella corsa globale al quantum, all’IA e al cloud include:

  • Unificazione degli sforzi. La strategia europea si basa sull’unificazione degli sforzi nella ricerca, infrastrutture e commercializzazione quantistica e dell’IA, per affermare l’Europa come leader globale e ridurre la dipendenza da sistemi esteri. L’obiettivo è di diventare la “Quantum Valley” del mondo.
  • Quantum Flagship. Lanciata nel 2018 con 1 miliardo di euro, accelera lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie quantistiche, con 25 start-up e 105 brevetti già creati.
  • EuroQCI (European Quantum Communication Infrastructure). Mira a costruire un’infrastruttura di comunicazione quantistica sicura in tutta l’UE, integrandosi con IRIS² per le comunicazioni sicure via satellite.
  • EuroQCS (European Quantum Computing & Simulation Infrastructure). Integra computer e simulatori quantistici nell’infrastruttura di High Performance Computing (HPC) europea. Sei siti in tutta l’UE (inclusa Bologna con il supercomputer Leonardo al Cineca) sono stati selezionati per ospitare e gestire i primi computer quantistici EuroHPC. Leonardo, un supercomputer di classe exascale, è fondamentale per l’avanzamento della ricerca in intelligenza artificiale e machine learning.
  • European Chips Act. Fondamentale per l’industrializzazione delle tecnologie quantistiche e dell’IA, promuove lo sviluppo e la produzione di chip dedicati, rafforzando le capacità europee.
  • AI Act. È la prima legge completa al mondo sull’intelligenza artificiale, approvata dall’UE. Stabilisce un quadro giuridico basato sul rischio. L’Ufficio europeo per l’IA, istituito all’interno della Commissione, fungerà da centro di competenza per la governance dell’IA.
  • AI Continent Action Plan. Questo piano mira a guidare l’UE verso una leadership globale nell’IA, rafforzando le infrastrutture di calcolo e IA su larga scala con “AI Factories” e “AI Gigafactories”, e promuovendo l’accesso a dati di alta qualità.
  • EU AI in Science Strategy. Definisce una strategia unitaria per l’uso dell’IA nella scienza, per farne un acceleratore di scoperta e uno strumento affidabile al servizio della società.
  • Cloud Computing. La Commissione europea mira a fornire alle imprese e alle autorità pubbliche europee accesso a infrastrutture e servizi cloud sicuri, sostenibili e interoperabili entro il 2030, con l’obiettivo che il 75% delle imprese europee utilizzi tecnologie cloud all’avanguardia. L’UE promuove iniziative per l’autonomia digitale nel continuum informatico, dal cloud all’edge computing, attraverso progetti come “Simpl” e ReDigitalEU. L’iniziativa EuroStack si propone di creare un “cloud made in Europa” per ridurre la dipendenza dai colossi Big Tech statunitensi.
  • Cluster di competenza e finanziamenti. La strategia europea prevede la creazione di cluster di competenza che favoriscano la collaborazione e lo sviluppo delle tecnologie in tutti i settori strategici. L’UE è il secondo investitore pubblico mondiale in tecnologie quantistiche, dopo la Cina, ma affronta la sfida di mobilitare maggiori investimenti privati.

In sintesi, l’emergere di queste imprese italiane ed europee, supportate da politiche nazionali e comunitarie mirate, rappresenta una risposta strategica alla dominazione dei colossi globali. L’enfasi sull’autonomia strategica, l’innovazione e la cooperazione tra pubblico e privato sta permettendo all’Europa di ritagliarsi un ruolo da protagonista in settori che definiranno il futuro tecnologico e geopolitico mondiale.

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