Anche in Italia le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, sia «tradizionale» sia agentica, stanno imponendosi rapidamente all’interno delle imprese. La loro introduzione coinvolgerà anche le realtà più piccole, la maggioranza delle imprese italiane, investendo tutte le professionalità in una nuova inevitabile alfabetizzazione.
Secondo uno studio realizzato nel 2025 da Minsait e The European House-Ambrosetti il 63% delle aziende di grandi dimensioni ha già adottato o intende adottare questo tipo di tecnologie. Per contro si calcola che da qui ai prossimi anni la domanda di professionisti ICT sarà decisamente superiore all’offerta, generando nel sistema produttivo una fase critica di passaggio da superare rapidamente.
Indice degli argomenti
Competenze nell’intelligenza artificiale, da necessità a emergenza
Per il mondo delle imprese il tema delle competenze si trasforma così da necessità a emergenza. Grande responsabilità ha in questa fase il sistema formativo nazionale: non solo le università ma anche le scuole superiori e la rete degli ITS. La rapidissima evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale e la loro rapida introduzione nei processi rende infatti particolarmente stimolante e complessa la sfida della formazione.
Per superare questa grave strozzatura del sistema e arrivare preparati agli esiti della rivoluzione digitale è quanto mai indispensabile rafforzare la connessione tra università e imprese, affinché i profili uscenti dai nostri corsi di laurea si propongano al mondo del lavoro soddisfacendo il più possibile la domanda del mercato.
Competenze per l’intelligenza artificiale nelle imprese italiane
Questo è uno dei dati emersi nel corso del recente incontro “Future Skills”, organizzato lo scorso 5 novembre in Università Campus Bio-Medico di Roma con Unindustria sul tema delle competenze nell’era dell’Intelligenza artificiale. L’evento ha evidenziato come la trasformazione digitale in atto richieda un ripensamento profondo dei profili professionali e dei percorsi formativi.
L’utilizzo appropriato degli strumenti di intelligenza artificiale è un nodo cruciale nella fase che alcuni settori si trovano a vivere, perché in ballo non è solo la loro modernità e la loro sostenibilità, ma in ultima istanza la loro stessa sopravvivenza. Ed è un tema centrale anche per i professionisti che cercano di posizionarsi validamente nel mondo del lavoro.
Alleanza tra università e imprese sulle competenze nell’intelligenza artificiale
In questa temperie l’università è chiamata a dare un contributo decisivo, laddove essa va vista come una piattaforma, un osservatorio sulla realtà, uno spazio per sua natura aperto all’incontro e alla collaborazione tra entità diverse, aziende in primis.
Con queste siamo uniti dallo stesso desiderio di individuare e gestire i processi decisionali che scaturiscono dal contributo degli strumenti di intelligenza artificiale. E ricerchiamo le soluzioni per offrire una formazione adeguata ai tempi, capace di integrare dimensione tecnica, organizzativa ed etica.
Etica, decisioni e competenze nell’intelligenza artificiale
Il fattore tempo è essenziale: è inutile rincorrere la tecnologia, è necessario invece padroneggiarla anticipando le risposte ai bisogni nascenti. Le intelligenze artificiali dispongono infatti di funzionalità che per la prima volta sono non solo tecniche ma anche relazionali, e permettono loro di effettuare scelte, di agire anche autonomamente ove l’uomo non rimanesse decisivo.
Parliamo di meccanismi decisionali che coinvolgeranno sempre più uomini e macchine insieme, non più soltanto sul piano delle conoscenze tecnico-scientifiche. Per la prima volta queste macchine sono disponibili a collaborare con noi anche su un piano etico, con tutti i risvolti pratici, legali ed esistenziali che questo può comportare.
Lavoro, salute e nuova convivenza con l’IA
L’AI rappresenta certamente un rafforzamento degli strumenti a nostra disposizione e, in alcuni casi, può migliorare le performance di chi lavora. Proprio durante l’evento “Future Skills” è stato ricordato che un singolo che opera con AI può lavorare fino al 16% più velocemente. In molti casi l’AI è considerata alla stregua di un vero e proprio collaboratore.
Risulta quindi fondamentale per tutti noi, ciascuno nel proprio ambito, essere preparati a utilizzare questi strumenti e saper prendere decisioni “profondamente umane” nell’ambito di questa “nuova convivenza tecnologica”. Non siamo preoccupati del fatto che queste potenti macchine possano guidare i processi o sbagliare. Saremo sempre noi “umani” a prendere le decisioni, sbagliate se non avremo le giuste competenze per scegliere bene, anche con l’aiuto di questi potenti strumenti. E questo è tanto più vero quando ci occupiamo di salute, di anziani, di persone con disabilità, di chi ha più bisogno di aiuto.
UCBM tra formazione, ricerca, terza missione e nuovo umanesimo
Come Università Campus Bio-Medico di Roma siamo fortemente orientati a una gestione consapevole della IA sia sul fronte della didattica, sia su quello della ricerca, sia lato terza missione. Didatticamente, crediamo che i nostri ragazzi debbano arrivare preparati nelle rispettive materie ma soprattutto essere presenti sul piano etico e dei valori. In questo senso sono attivi percorsi di formazione all’interno delle tre facoltà, in particolare quelle di Ingegneria e Medicina, e nel post lauream e ad attività estive come il Bootcamp a Cambridge o la Summer School in intelligenza artificiale.
Le esperienze in Ateneo sono unite a percorsi di orientamento sui temi dell’Intelligenza artificiale: abbiamo aderito con entusiasmo al percorso “Jump- Job-University Matching Project” promosso dalla Fondazione Rui che gestisce residenze universitarie in tutta Italia e, grazie al “Consulting Committee filosofia e scienza”, abbiamo offerto una serie di seminari centrati sulla rivoluzione digitale in corso.
Percorsi formativi e iniziative su intelligenza artificiale e valori umani
Con la “Unità di ricerca in Intelligenza artificiale e sistemi di elaborazione” la nostra ricerca scientifica sviluppa quotidianamente progetti in ambito IA. Su questi temi sono numerosi i progetti e le collaborazioni nelle tre facoltà dipartimentali UCBM. Siamo sede del Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale, area Salute e Scienze della Vita, e sviluppiamo progetti rilevanti impegnandoci in settori strategici ed emergenti come il biomedicale o la robotica applicata agli ambiti clinici.
Ricerca su IA, salute e scienze della vita
Nell’ambito della terza missione siamo impegnati nel fare di UCBM un polo dell’innovazione e del confronto a livello internazionale. Con Emtech Italy, organizzato per la prima volta in Italia con MIT nel 2025 e atteso nel 2026 in UCBM per la seconda edizione, stiamo riunendo i protagonisti delle ultime novità in fatto di tecnologie emergenti, con un interesse particolare per il rapporto tra tecnologia e persone. Partecipiamo alla Notte Europea delle ricercatrici e dei ricercatori e coinvolgiamo nelle nostre attività le scuole del territorio.
Terza missione, innovazione e nuovo umanesimo digitale
Negli anni abbiamo dato vita a numerosi progetti imprenditoriali di successo, sviluppando nei nostri laboratori ben 40 brevetti e 7 spin-off, di cui due partecipate e cinque accreditate. Siamo convinti che tutto questo renda l’università snodo essenziale per fare cultura, diffondere consapevolezza, presidiare valori. Temi sempre più sentiti anche da chi si occupa di management delle imprese. Da sempre offriamo formazione scientifica curando con attenzione le soft skills e le “humanities”: per questo siamo sempre più convinti che il governo della realtà e dell’impresa nella rivoluzione digitale passerà sempre più per un nuovo umanesimo, fatto di recupero di sapienza, utilizzo del pensiero critico e di una consapevolezza sempre più forte di ciò che è specifico dell’essere umano, oltre le illusioni di una tecnologia sempre più presente nella nostra vita, per orientare al bene le scelte del prossimo futuro.











