le linee guida

Big data: ecco perché è decisiva l’interazione Agcom, Antitrust e Garante privacy

Saranno pubblicate a breve le Linee Guida e le raccomandazioni di policy sui big data, scaturite dall’indagine conoscitiva di AGCM, AGCOM e Garante privacy: un’interazione che riconosce la natura trasversale delle problematiche dell’economia digitale e la necessità di promuovere nuove soluzioni a tutela dei cittadini

Pubblicato il 04 Lug 2019

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Committee Member, CLUSIT Scientific Committee Member, FERMA Digital Committee, ENIA Scientific Committee Member

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E’ ormai evidente che al fine di attuare una sempre più efficace politica pubblica dei Big Data e dell’economia digitale, l’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato (AGCM), l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e il Garante per la protezioni dei dati devono necessariamente attuare azioni coordinate in un’ottica di protezione, di gestione e di accesso ai dati personali.

Proprio il riconoscimento della natura trasversale delle problematiche e la conseguente necessità di promuovere soluzioni innovative per la tutela dei diritti dei cittadini ha spinto le tre Autorità ad avviare un’indagine conoscitiva sui big data, da cui sono scaturite  Linee Guida di Cooperazione e raccomandazioni di policy che saranno pubblicate a breve.

L’indagine ha inteso approfondire le implicazioni in termini di privacy, regolamentazioni a tutela dei consumatori, misure antitrust e, soprattutto,  il tema della gestione dei Big Data e delle misure da adottare nei confronti delle Big Tech.

Il potere dei dati e i rischi dell’economia digitale

E’ sempre più evidente l’importanza dei dati nella nostra vita, nei processi decisionali e predittivi dei mercati a fronte di uno sviluppo sempre più consistente di economia data-driven.

Il potere dei dati inevitabilmente impatta sulla società e sul concetto di democrazia che, in un “continuum” di intrecci, vede inevitabilmente il confrontarsi delle tre Autorità in un’ottica di sviluppo di sinergie, nel rispetto delle reciproche competenze, sempre con l’obiettivo comune di meglio comprendere i fenomeni in atto e identificare delle misure più appropriate per fronteggiare le varie criticità che l’economia digitale comporta.

Dobbiamo prendere consapevolezza dei rischi che sottendono l’economia digitale, quali:

  • la concorrenza sleale
  • la violazione dei dati personali
  • il mancato pluralismo informatico

Protagoniste in questo scenario sono le Big Tech, colossi in grado di analizzare i dati ed elaborarli al punto da creare forme di “sfruttamento” economico del dato stesso e di convertirlo in una vera e propria “moneta” di scambio attraverso la proliferazione algoritmica. Assistiamo così ad una concentrazione di potere di mercato a discapito di una concorrenza leale e, cosa più grave, ad un aumento dei rischio di violazione dei diritti fondamentali del consumatore, di libertà e di democrazia.

Ne consegue la necessità di assicurare una economia digitale “equa, in grado di garantire i diritti e le libertà fondamentali, nonché di adottare le misure necessarie per la salvaguardia della trasparenza e della liceità nell’uso dei dati personali.

Problematiche di carattere sovra-nazionale e interazioni delle Autorità

Non bisogna dimenticare che il mondo globalizzato ed altamente digitalizzato in cui ci troviamo, implica anche problematiche di carattere sovra-nazionale con la conseguente necessità di interazione tra le varie autorità a livello europeo.

A questo proposito, non è superfluo ricordare importanti momenti di interazione.

In ambito europeo

  • AGCM aderisce alla Rete Europea della Concorrenza (European Competition Network – ECN) ed al gruppo di lavoro ECN – Digital Market che promuove la cooperazione tra le Autorità degli Stati Membri e la corretta allocazione di procedimenti istruttori riguardante l’economia digitale.
  • AGCOM, inoltre, partecipa attivamente all’attività dell’Agenzia BEREC il cui compito è contribuire alla corretta applicazione della normativa EU atta a garantire un mercato unico funzionante per le comunicazioni elettroniche.
  • È stata istituita a livello europeo la Digital Clearing House per poter valutare le implicazioni dei Big Data in termini di tutela del consumatore, della concorrenza e della protezione dei dati personali.

In ambito extra-europeo

È stata garantita la cooperazione multilaterale tra le Autorità Antitrust attraverso:

  • l’Organismo per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE)
  • l’International Competition Network (ICN)
  • l’United Nations Conference on trade and Development (UNCTAD)

Ricordiamoci, poi, che anche le Istituzioni e gli Enti pubblici fanno ricorso sempre più ai Big Data, nello svolgimento delle loro funzioni e, pertanto, devono garantire la gestione dei dati raccolti nel rispetto della normativa vigente del GDPR.

Una policy a tutela dei vari attori

Al fine di rendere “paritario” il rapporto tra utenti e operatori digitali è necessaria una policy che stabilisca in che modalità informare adeguatamente, puntualmente e repentinamente l’utente/consumatore in merito alle finalità e modalità di utilizzo dei dati ceduti a fronte del servizio offerto, oltre a permettere di esercitare consapevolmente le proprie scelte.

Tale policy dovrà considerare la portabilità e mobilità dei dati tra le diverse piattaforme attraverso l’adozione di standard aperti ed interoperabili in un’ottica di sviluppo della competitività nei vari ambiti di valorizzazione economica del dato e a tutela dell’utente/consumatore.

E’ indispensabile garantire da parte delle piattaforme digitali globali misure atte ad aumentare la trasparenza in termini di proliferazione dei dati ed evitare quelle azioni che possono contribuire a rendere tali piattaforme sempre più potenti sul mercato fino ad essere in grado di determinare effetti restrittivi della concorrenza.

Non meno “paritario” deve essere il rapporto tra le grandi piattaforme digitali e gli altri operatori che si avvalgono di tali piattaforme implementando una policy atta a rendere maggiormente trasparente i criteri con cui vengono analizzati i dati ed elaborati in modo da garantire una negoziazione fair del valore del dato e il suo utilizzo commerciale.

Necessario garantire il pluralismo

Sempre in un’ottica di corretto utilizzo dei Big Data è necessario disciplinare le modalità di utilizzo degli algoritmi che seguono una logica commerciale e che fisiologicamente compromettono la corretta informazione e lasciano spazio a speculazioni, i.e. la possibilità di “manipolare” le opinioni delle persone. Occorre dunque adottare policy atte a garantire la trasparenza degli algoritmi unitamente all’accesso dei Big Data di cui si alimentano.

Sappiamo quanto i dati siano una risorsa che comporta “vantaggi” per chi li possiede. E’ risaputo che la possibilità di utilizzo dei dati parte di pochi può avere un impatto significativo sul pluralismo informativo. Di fatto si corre il rischio che informazioni assunte tramite forme di “intermediazione” nuove non permettano di avere una visione oggettiva della realtà che viene così facilmente distorta e può generare fake news o influenzare in maniera fuorviante l’opinione pubblica.

Coordinamento permanente tra le tre autorità

Al fine di attuare una sempre più efficace politica pubblica dei Big Data e dell’economia digitale, le tre Autorità devono necessariamente attuare azioni coordinate in un’ottica di protezione, di gestione e di accesso ai dati personali, per:

  • Garantire la competitività del sistema economico e tutela dell’utente/consumatore.
  • Definire un level playing field in grado di garantire un dialogo, regole comuni e una normativa simmetrica che permetta sia al mercato sia agli operatori di crescere in un contesto di sana competizione.
  • Favorire l’embedding della cultura digitale unitamente alla consapevolezza dei benefici e dei rischi che essa comporta.
  • Favorire l’accesso ai dati di un’impresa dominante indispensabili e non agevolmente duplicabili per salvaguardare la concorrenza in uno o più mercati in cui la medesima impresa è attiva.
  • Prevedere regolazioni settoriali che consentano allo Stato di accedere a banche dati raccolte da imprese private, utili per ragioni di salute pubblica, ambientali, di sicurezza o di mobilità in un’ottica di interesse pubblico evitando duplicazioni inutili e costose di dati già disponibili.
  • Favorire l’accesso a dati in possesso delle piattaforme digitali globali e la loro replicabilità per garantire uno sviluppo pro-concorrenziale dei mercati della pubblicità on-line e assicurare un’offerta informativa di qualità.

Conclusioni

La trasformazione digitale in atto ci pone di fronte alla “dematerializzazione” dei rapporti e dei processi economici che, se ben gestita, nel rispetto delle regole antitrust, di gestione e di protezione dei dati, ci condurrà verso la realizzazione di una struttura economica-sociale circolare capace di generare maggiore equità.

E’ necessario far comprendere che la digitalizzazione è un elemento fondamentale per la crescita di ogni paese, adottando strategie e metodi condivisi per semplificare il presente e progettare il futuro e, in quest’ottica, va intesa la volontà delle tre Autorità di redigere linee guida di cooperazione e le raccomandazioni di policy.

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