Il punto

Comuni e aree montane, quanti ostacoli alla digitalizzazione: lo stato dell’arte

La pandemia ha evidenziato i fronti critici del percorso di trasformazione digitale di Comuni e aree montane: dalla banda larga ai costi della burocrazia, ecco la situazione attuale in cui non mancano esempi virtuosi

Pubblicato il 16 Feb 2021

Gabriele Ferrieri

Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori

banda ultralarga - infrastrutture digitali PNRR

L’emergenza pandemica ha messo in luce la gravità del divario digitale per i Comuni e le aree montane. Molti cittadini e rappresentanti delle amministrazioni locali hanno evidenziato la grave arretratezza della macchina della PA e soprattutto la mancanza di un vero e proprio processo di digitalizzazione che permettesse di essere vicini alla cittadinanza e di sviluppare quel processo di trasformazione tecnologica invocato dal Governo.

A differenza degli altri Paesi europei, l’Italia non si è dimostrata preparata ad un repentino cambio di paradigma votato al digitale e per quanti sforzi si siano fatti finora per migliorare la situazione, si è ancora molto distanti dalla risoluzione.

Piano Banda ultralarga: lo stato dell’arte

Secondo gli ultimi dati diffusi, durante l’ultimo anno spinti anche da questa situazione di arretratezza, si è passati da 70 Comuni a più di 1.100 Comuni cablati a banda ultralarga, secondo i numeri enunciati dal Ministero per l’Innovazione. L’obiettivo è sicuramente quello di portare l’infrastruttura tecnologica sicura, capillare e potente in tutto il nostro paese, partendo soprattutto dalle scuole che secondo le ultime stime, dovrebbero ricevere contributi pari a circa 400 milioni proprio per sostenerle verso una conversione all’insegna dell’innovazione e del digitale.

La situazione nelle località montane

Il processo di digitalizzazione non può non passare poi per le aree montane con Uncem e ANCI che in più occasione hanno ribadito l’importanza e la priorità agli investimenti per i territori i quali diventano anche terreno fertile per la nascita di nuove imprese e startup coniugate ad un rinnovamento della PA e dei servizi ai cittadini.

Sarebbe doveroso promuovere iniziative di formazione volte a rafforzare e sostenere la cultura dell’innovazione e della digitalizzazione nei Comuni montani, sostenendo le imprese e le startup di questi ultimi e mettendo al centro il talento dei giovani innovatori dei territori, e fornendo nuovi strumenti per essere smart e a prova di futuro. Tali iniziative dovrebbero poi essere adeguatamene messe a conoscenza, al fine di garantire un’adeguata informazione ai cittadini, e agli operatori culturali-innovatori per la piena comprensione delle stesse. Inoltre, adoperarsi per implementare progetti di sostegno per il superamento del divario digitale relativo alla trasmissione dati, alla telefonia mobile, alla mancanza di adeguati segnali televisivi, utilizzando strumenti tecnologici avanzati, in coerenza con le azioni del Governo a favore dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.

L’importanza della digitalizzazione

È importante che tutte le istituzioni, le associazioni e i Comuni montani dialoghino in maniera orizzontale per adottare misure immediate che possano dare un valido sostegno all’ecosistema paese. La salute e il benessere dei cittadini devono avere la priorità, cosi come il sostegno all’ecosistema economico italiano. Si è potuto vedere come la digitalizzazione si sia rivelata fondamentale nel gestire e affrontare al meglio molti aspetti della quotidianità, per questo occorrono misure straordinarie di sostegno ai cittadini e alle imprese degli enti montani al fine di dare una stabilità più armonica all’interno del quadro economico italiano, anche in considerazione della ripresa della situazione di emergenza sanitaria.

Occorre sollecitare un più veloce sblocco per la ripresa e permetterà di sensibilizzare e valorizzare ancor più un percorso di trasformazione tecnologica e digitale, sostenendo così le imprese e i giovani all’insegna dell’innovazione.

I costi della burocrazia

Secondo i dati dell’Osservatorio sulla Semplificazione di Assolombarda Confindustria Milano e Monza Brianza, Il costo della burocrazia è stimato variare dai 108 mila euro per una piccola impresa ai 710.000 euro per un’azienda di medie dimensioni. In termini di tempo, gli adempimenti burocratici “costano” alle piccole e medie imprese, rispettivamente, tra i 45 e i 190 giorni da parte di un collaboratore dedicato. Le analisi condotte mettono bene in evidenza le difficoltà delle nostre imprese di fronte a una burocrazia lenta e complessa.

La questione non è tanto quella di un eccessivo carico burocratico per sé, quanto delle complicazioni che ne derivano: confusione tra norme, discrezionalità nella loro applicazione, disomogeneità dei procedimenti, lunghezza dei tempi di gestione delle procedure, difficoltà di comunicazione tra imprese e PA. Non a caso, il 58% degli operatori finanziari internazionali ritiene che la prima causa del mancato investimento in Italia sia il carico normativo e burocratico (AIBE 2014). È evidente che alleggerire il carico burocratico che grava sulle imprese contribuirebbe ad attrarre capitali esteri sul territorio, specie in una fase di ripresa come quella attuale.

Buona condotta nella PA: esempi concreti

Piccoli passi avanti si stanno facendo, anche per grandi città come quella di Roma Capitale, infatti in dati dell’anagrafe di Roma passano nel database nazionale, un iter semplificato per agevolare i cittadini. In termini di dati, l’apporto della Capitale è significativo: da sola rappresenta il 5,2% della popolazione gestita attualmente dall’Anagrafe nazionale, che sale così al 90%. Un passaggio che va verso semplificazione e sburocratizzazione delle pratiche amministrative e che offrirà la possibilità di richiedere i certificati anagrafici in qualsiasi Comune italiano anche se non è quello di residenza. Ad esempio, per il rilascio della carta d’identità.

Roma diventa così ufficialmente parte attiva di questo progetto governativo – portato avanti dal Ministero dell’Interno con il supporto tecnico di Sogei, hub digitale e infrastruttura strategica del Ministero dell’Economia – che ha lo scopo di creare un unico archivio nazionale per la gestione anagrafica della popolazione. Un’innovazione di ampia portata sia sul piano della governance che su quello dei servizi al cittadino.

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