Un approccio innovativo basato sui dati può migliorare anche la riscossione crediti di un’amministrazione pubblica. È questa anche la nostra esperienza, come Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.
Un tema affrontato dall’evento Cerved Next – Future of Credit (5 luglio, Milano) che illumina un problema: secondo un’analisi della stessa Cerved sui bilanci dei Comuni italiani, il totale dei loro crediti correnti (esistenti da almeno dodici mesi) ammonta a oltre 23 miliardi di euro.
Ecco come l’abbiamo affrontato noi, in due modi: da una parte facilitando il pagamento del credito (anche aderendo a PagoPA), dall’altra usando le tecniche di credit analisi basate su dati per riscuotere dagli insolventi.
Cosa sono i consorzi di bonifica
I Consorzi di bonifica sono infatti amministrazioni pubbliche a tutti gli effetti. Per la precisione, enti pubblici economici con potere impositivo nei confronti dei consorziati.
I consorziati – proprietari degli immobili che ricadono all’interno del comprensorio consortile – sono tenuti a partecipare alle spese del Consorzio con il pagamento dei contributi di bonifica. Le spese del Consorzio sono ripartite tra i vari immobili in proporzione al “beneficio” che ciascun immobile trae dalle attività e dalle opere di bonifica.
Le modalità e i criteri con cui il Consorzio accerta e determina per ciascun immobile il “beneficio” sono definite nel “Piano di classifica per il riparto degli oneri consortili”. Con il “Piano di riparto annuale“, il Consorzio ripartisce le spese previste nel Bilancio Preventivo tra gli immobili che ricadono all’interno del comprensorio, in proporzione al beneficio, determinando in tal modo i contributi a carico di ciascun consorziato.
Come avviene la riscossione contributi
La riscossione dei contributi di bonifica avviene, per legge, con il sistema dell’iscrizione ai ruoli esattoriali mediante notifica delle relative cartelle, che costituisce il modo ordinario di esazione dei contributi di bonifica, ai sensi dell’art. 32, comma 1, lettera a) del D.Lgs. 26/2/99 n. 46.
In concreto, al fine di facilitare i consorziati nel pagamento dei contributi, di limitare il costo di esazione e di fornire allo stesso tempo maggiori informazioni sulle ragioni di fatto e di diritto su cui si fonda l’obbligo contributivo, la notifica delle cartelle esattoriali è normalmente preceduta dall’invio, per posta ordinaria, di un avviso di pagamento. Il versamento di quanto in tal modo richiesto solleva il contribuente dalla notifica della cartella e dai i relativi oneri aggiuntivi.
Per contro, il mancato pagamento degli avvisi, anche per causa non imputabile al contribuente (ad esempio per un disguido postale), comporta la notifica, dopo qualche mese, della cartella esattoriale o di analogo provvedimento coattivo per l’importo dovuto maggiorato delle spese di notifica.
il Consorzio di Bonifica a partire dall’anno 2011 effettua la riscossione diretta delle proprie entrate, ricorrendo ad Agenti per la riscossione solo per la fase coattiva, dopo anni di riscossione ricorrendo ai Concessionari per la riscossione o ad Equitalia,
Nel dettaglio, il Consorzio emette gli avvisi di pagamento dei contributi consortili, incassando in forma spontanea circa l’85% dei contributi emessi, a questa fase segue l’invio dei solleciti a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, incassando un ulteriore 10%, i restanti crediti vengono avviati alla fase di riscossione coattiva, tramite ingiunzione fiscale.
Il miglioramento del processo
Il miglioramento del processo di riscossione, dopo la decisione di abbandonare il sistema di riscossione a mezzo ruolo, è iniziato dalla formulazione di un avviso che fosse un biglietto da visita del Consorzio.
Nell’avviso, concepito all’inizio della riscossione in proprio, si è cercato di esporre in modo grafico e testuale quale fosse l’attività del Consorzio, il perché il consorziato dovesse versare il contributo di bonifica e quale beneficio traesse la sua proprietà immobiliare dall’attività del Consorzio.
In questo modo il contribuente riceve un avviso di pagamento chiaro, conforme alla giurisprudenza in tema di beneficio, con grafica accattivante e di massima leggibilità.
Successivamente è stata impostata la riscossione a mezzo Mav, pagabile senza spese presso tutti gli uffici postali e tutti gli istituti di credito presenti sul territorio.
Nella fase di ulteriore miglioramento del processo di riscossione dei contributi l’Ente si è dato due obiettivi: migliorare ulteriormente la percentuale di riscossione, accorciare il periodo di riscossione di ogni annualità e ridurre le spese di coattivo a carico dell’Ente per inesigibilità, chieste dall’Agente per la riscossione per le partite non riscosse.
Nel 2015 per raggiungere gli obiettivi prima delineati, è stata avviata la collaborazione con Cerved (il più grande Information Provider in Italia e una delle principali agenzie di rating in Europa), in un primo tempo per verificare i margini di riscossione delle partite che il concessionario per la riscossione aveva presentato per inesigibilità.
L’attività ha comportato ulteriori incassi di alcune partite, ma la maggior parte delle posizioni, risalenti alle annate 2011 e 2012, erano ormai effettivamente inesigibili.
Ciò ha suggerito di cambiare strategia e di attivare i servizi di Cerved, analisi crediti (data-driven) e phone collection per raggiungere i due obiettivi delineati: da una parte aumentare le percentuali di incasso dopo l’invio delle raccomandate e prima della fase coattiva, dall’altra analizzare i crediti per verificare il grado di esigibilità prima della fase coattiva.
Gli esiti della collaborazione sono stati buoni: da una parte la riscossione del 2017 ha registrato un andamento positivo con incrementi immediati sulla riscossione in corso, con benefici anche per l’incasso dei contributi emessi l’anno successivo nel 2018 (a parità di tempo la riscossione 2018 è aumentata di due punti percentuali).
Dal prossimo anno potremo verificare anche la bontà delle analisi che stiamo compiendo per i crediti del 2017 da inviare alla riscossione coattiva, per i quali si sta verificando il grado di solvibilità dei debitori, alla luce degli elementi forniti da Cerved.
Per le partite che si manifesteranno maggiormente a rischio di insolvenza, con scarse o nulle probabilità di incasso, la fase coattiva sarà effettuata cumulando più annualità, per contenere i costi di coattivo che comunque per ragioni di equità va attuata su tutti i crediti dell’Ente.
La prima azione per attuare principi di equità e universalità della riscossione è stata attuata nel 2014 quando l’Ente ha deciso di porre a carico dei contribuenti morosi le spese sia per l’invio delle raccomandate, sia per la fase coattiva anche per la parte dovuta dal consorzio.
L’altra azione è stata quella di sospendere l’irrigazione alle aziende agricole che non avevano pagato lo specifico contributo per l’anno precedente, pur mantenendo la caratteristica del beneficio irriguo.
La riscossione cattiva, a distanza di alcuni anni, ha manifestato la criticità maggiore, rappresentata dalle spese richieste per inesigibilità dal concessionario per la riscossione che effettua le azioni coattive.
L’incidenza di queste spese era tale da vanificare ogni tentativo di riduzione dei costi di riscossione.
Attualmente il Consorzio sta esplorando il mondo dei pagamenti digitali, aderendo volontariamente a PagoPa, in modo tale da offrire al Consorziato la massima facilità di pagamento sia nella forma tradizionale (sportelli bancari e postali) sia nel mondo on line.
Quest’articolo fa parte di un progetto di collaborazione tra Cerved e il network Digital360 per l’evento Cerved Next-Future of Credit