Le big tech, da Amazon a Apple, da Facebook a Google si stanno affacciando sul mercato dei servizi finanziari. E’ la punta dell’iceberg di una grande trasformazione del comparto che chiama le banche a raccogliere la sfida. Lo stato dell’arte e le dinamiche che prospettano la nascita di un sistema di distributed bank.
Connessione, il mantra mondiale
“Collaboration rather than competition. Finally Fintegration”, così potrebbe essere definito il percorso di evoluzione delle banche e sturtup fintech, così come enunciate dalle previsioni dell’Economist Intelligence Unit del 2015.
In questi mesi stiamo assistendo, grazie alla tecnologia, al cambiamento radicale delle abitudini di connessione tra le persone. Sempre più ci stiamo abituando ad essere connessi sia sotto il profilo sociale sia sotto il profilo economico. L’evoluzione degli smartphone, e l’irruzione dei social, nelle nostre vite, sta modificando le nostre consuetudini. Continuamente siamo coinvolti nell’utilizzo dei device al fine di rendere la nostra esistenza più inclusive, e non tardano a nascere nuovi tipi di operatori e servizi che velocizzano le nostre operazioni, dagli acquisti alle operazioni bancarie.
Grazie all’utilizzo dei device nascono per il mondo bancario, e per i nuovi attori del mercato, nuove opportunità di rinnovo per i servizi di pagamento, nuove modalità di mobile payments. Diventa quindi una necessità, per le banche, assolvere al raggiungimento ed utilizzo delle nuove tecnologie: se da un lato il settore fintech sta prendendo il sopravvento, dall’altro le Big tech come Amazon, Google, Facebook, che costituiscono potenze mondiali, con il fenomeno di techfin stanno diventando vere e proprie banche. Sarà possibilie trattare Google come una banca.
Del resto è difficile pensare che un Millenials prenda consigli più da una banca che dalle Big tech, e questo tema aprirà una nuova frontiera nello sviluppo di prodotti.
L’impatto della direttiva PSD2
Con il d.lgs. 15 dicembre 2017, n. 18 è stata data in Italia attuazione alla seconda direttiva sui servizi di pagamento, la Payments service Directive 2. La direttiva europea PSD2 è entrata in vigore a partire dal 14 settembre 2019 ed è stata annunciata come una vera e propria rivoluzione per il settore finanziario. La Direttiva si propone di rafforzare ed armonizzare tra i paesi EU i presidi derivanti dalla PSD1, con l’obiettivo di realizzare un mercato unico ed integrato dei servizi di pagamento.
Interviene sulla definizione stessa dei servizi di pagamento per renderla quanto più neutra possibile sotto il profilo tecnologico, sia modificando le definizione ex PSD1, in particolare nell’acquiring, sia introducendo nuovi servizi di pagamento, e relativi prestatori, in particolare:
- Sulle disposizioni di ordini di pagamento
- Sulle informazioni sui conti.
In tema di novità, bisogna esaminare quattro aspetti:
- Principalmente la PSD2 estende le operazioni bancarie anche alle operazioni che non siano nella valuta di uno Stato membro, ricomprendendo tutte le transazioni in tutte le valute, le cosiddette one leg transaction, purchè siano operazioni effettuate con carta, ove anche solo uno dei due prestatori si trovi nel territorio dell’Unione Europea;
- In secondo luogo sono state regolate nuove soluzioni di pagamento, come il credito telefonico, quella concernente una fee per i pagamenti con carta in linea con la Mif, ovvero quelle commissioni extra legate all’utilizzazione di carta negli acquisti on line o con Pos,.
- E’ stata introdotta la strong customer authehntication, l’autenticazione basata su più fattori, uno conosciuto dall’utente il c.d. knowledge, ed uno posseduto solo dall’utente, possession.
- Ed infine l’assoggettabilità dei nuovi soggetti, i TPP (thirdy Party Providers)
La normativa propone alle banche uno scenario “open”, accessibile anche da realtà esterne, ovvero dalle API Application Programming Interface, applicazioni che, attraverso modalità standard espongono le funzionalità di altre applicazioni.
Tecnicamente un’API, “interfaccia di programmazione di un’applicazione, è un insieme di comandi formalizzati che consentono alle applicazioni software di comunicare tra loro in modo uniforme e di sfruttare i servizi di base per creare servizi incentrati sul cliente”.
Esistono diversi tipi di API classificabili attraverso le loro funzioni:
- API Payment: le API obbligatorie rivolte a tutte le tipologie di utenti;
- Le API bank: le API che offrono servizi i quali permettono di ottenere informazioni sulla banca
- Le API Finance: che permettono di offrire servizi finanziari come crowfunding
- API Business e Payment
Questo cambiamento permetterà alle nuove realtà esterne, le cosiddette terze parti che vedremo avanti, l’accesso ai dati di pagamento: ci sarà maggiore competizione nel mercato lock in delle banche. Di conseguenza la PSD2 sta modificando le relazioni tra consumatori e istituti finanziari.
Che cos’è l’open banking
L’open banking è la disponibilità dei dati tra i diversi player del mondo bancario, autorizzata dal consenso dei customer. E’ un nuovo tipo di experience alla quale gli istituti bancari stanno facendo fronte, al fine di rendere l’esperienza del cliente finale più efficace, rispondendo a quelli che sono i canoni della PSD2.
Difatti la PSD2, dal 14 settembre, obbliga gli isituti bancari ad “open” (aprire) le proprie API ai nuovi attori del fintech e questo cambiamento consentirà alle società esterne di accedere ai dati di pagamento, dietro consenso dei clienti.
Le open API permettono oggi alle banche di mettersi in contatto con le realtà tecnologiche innovative, ed avere un time to market necessario per sviluppare le linee di business in maniera più veloce, arricchito anche con competenze esterne che dovranno arrivare a sostegno delle tecnologie.
Gli istituti bancari hanno perciò la possibilità di cogliere le opportunità competitive offerte da tale sviluppo, e l’opportunità di valorizzare il ruolo di intermediazione tra clientela ed i nuovi operatori fintech. L’open banking sta permettendo l’ascesa di nuovi mercati, ma non tutti gli istituti bancari sono pronti.
Possiamo classificare le banche italiane in 5 gruppi, ognuno dei quali si sta preparando a rendere disponibili le API differenti:
- Gli istituti bancari che stanno sviluppando internamente il settore IT: UniCredit, Che banca, Fineco.
- Gli istituti che si sono affidati a Thirdy Party Provider: Poste Italiane, Banco BPM, MPS, UBI, BPER, Intesa San Paolo, Credit Agricole, Banca Nazionale del Lavoro BNP Paribas, Credem.
- Gli istituti bancari che appartengono a grandi gruppi internazionali le quali sviluppano in bound: Conto corrente arancio ING, deutsche bank.
- Gli istituti bancari di grandi gruppi internazionali che si sono affidati a thirdy Party Provider
- Gli istituti bancari che hanno il proprio IT outsourced e l’outsourcer: Unipol banca, BP Bari e altre
- Banca Sella, pioniera dell’open banking: è stata infatti il primo istituto di credito a lanciare un’open banking platform anticipando la PSD2
Questi attori vengono poi classificati a seconda della varietà di servizi offerti in altre quattro categorie:
- Starters: sono quegli istituti che si sono adeguati al regolamento con le API richieste dallo stesso;
- Open Minded: gli istituti che oltre ad attenrsi al regolamento propongono funzioni aggiuntive ai servizi;
- Specialized: gli istituti che hanno sviluppato API lontane dal loro core business;
- HUB: gli istituti che offrono una vasta gamma di API nei vari market place;
I temi interessati in Fintech nelle banche sono di svariato tipo, dall’attività di consulenza, all’attività di investimento, attraverso robo-advisory, meccanismi di intelligenza artificiale, fino alle attività core della banca, come l’erogazione del finanziamento, sia in forma classica che come bond.
Non spariranno delle funzioni ma andranno ridisegnate, ci saranno competenze nuove, all’interno delle banche, delle assicurazioni, delle società, potremmo pensare che delle società potrebbe scomparire anche la traccia fisica, e quindi avere magari sede legale su ip.
Fintech: nascita di soggetti TTP
Le banche non sono più gli unici operatori nel campo delle attività finanziarie, né rappresentano le realtà più tecnologicamente avanzate. Grazie alle nuove regolamentazioni stiamo assistendo alla nascita di nuovi operatori che si interpongono nella relazione che intercorre tra la banca ed il consumatore, i Thirdy Party Providers, TTP, istituti di pagamento che si affiancano alle banche, che vengono regolamentati, e riconosciuti per la prima volta dalla stessa PDS2. La direttiva dispone stringenti standard per questi soggetti, oltre alla condizione che i servizi di pagamento siano preventivamente autorizzati.
Nel disciplinare i prestatori di servizio, la direttiva li distingue in due categorie:
- Payment Initial Service Providers (PISP): i prestatori di servizio di ordine di pagamento: “Dispongono l’ordine di pagamento su richiesta dell’utente di servizi di pagamento relativamente ad un conto di pagamento detenuto presso un altro prestatore di servizi di pagamento”.
- Account Information Services Providers (AISP): i prestatori di servizio di informazione sui conti: “Sono i prestatori di un servizio online che fornisce informazioni relativamente a uno o più conti di pagamento detenuti dall’utente di servizi di pagamento presso un altro servizio prestatore di servizi di pagamento o verso più prestatori di servizi di pagamanto”.
Con il fintech, l’espressione inglese di financial technology, l’offerta di finanziamenti classicamente intesi resi più veloci, efficaci, efficienti e meno dispensdiosi grazie ll’utilizzo di di tenologie, nascono le “fintech indipendenti” e quelle dipendenti dai gruppi bancari.
Far fronte alla domanda dei millenial
Partendo dal concetto di sconfinamento nel campo bancario (es Bigtech and techfin), è intuitivo comprendere come il miglior consiglio da dare è direzionato agli imprenditori, ed è di iniziare ad affacciarsi ai nuovi tipi di mercato, basati su tecnologia differente, al fine di poter reperire in tempo quelli che sono i nuovi strumenti finanziari attraverso i quali far fronte soprattutto alla richiesta, e alla domanda, dei nuovi Millenials. Dalla “relegated bank” alla “the distributed bank”.