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Registro.it compie 30 anni, ecco il futuro dei domini italiani

Registro .it è al quinto posto tra i ccTLD Ue e al decimo posto a livello mondiale. Obiettivi per il futuro: aumento della qualità dei dati contenuti nei database del Registro e sempre maggiore sicurezza del DNS

Pubblicato il 11 Mag 2017

Domenico Laforenza

Direttore dello IIT-CNR e del Registro.it

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A quasi trent’anni dal primo nome a dominio italiano (cnuce.cnr.it) ne è passata di acqua sotto i ponti di Pisa, sede del Registro .it all’interno dell’Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Vogliamo, con l’approssimarsi di questa ricorrenza, tracciare un breve resoconto di come il Registro, con la sua costante opera di supporto e di sensibilizzazione all’uso dei nomi a dominio, cerca di fare la sua parte nel contribuire alla crescita socio-economica del nostro Paese e presentare alcune importanti evoluzioni operative e tecnologiche intese a migliorarne l’efficienza e la sicurezza.

Il Domain Name System (DNS) e il Registro.it

Ad ogni computer collegato in rete è assegnato un univoco indirizzo IP (Internet Protocol), che viene usato per raggiungere il computer e le sue applicazioni. Gli indirizzi IP sono composti da una lunga sequenza di cifre esadecimali (32 nella versione IPv6), che risultano alquanto difficili da ricordare. Per questo è stato inventato il DNS (Domain Name System), uno standard adottato in tutto il mondo per associare gli indirizzi IP a stringhe di caratteri (tipicamente, nomi memonici, molto più facili da ricordare). Queste stringhe vengono dette “nomi a dominio”, sotto una determinata estensione (l’espressione usata è “a targa .it / .eu / .com”, ecc.), e vengono conservate in un database gestito e costantemente aggiornato da organizzazioni denominate “Registri”.

Nel dicembre 1987, IANA (Internet Assigned Number Authority), oggi ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), incaricò il CNR di gestire i domini “a targa .it” (ccTLD .it), in virtù delle competenze tecniche e scientifiche maturate dai suoi ricercatori, tra i primi in Europa ad adottare il protocollo IP. Nacque così il Registro .it, che ha sede presso l’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa.  Per registrare un nome a dominio i “Registranti” (aziende, persone fisiche, organizzazioni, associazioni) possono individuare un “Registrar” (fornitori di servizi Internet con un contratto con il Registro) tra gli attuali 1.214 Registrar accreditati dal Registro, italiani (1.106) e stranieri (108). I Registrar curano per proprio conto e attraverso la propria organizzazione, servizi di registrazione e mantenimento di nomi a dominio nel ccTLD .it alle condizioni contrattuali stipulate con il Registro in conformità al Regolamento del ccTLD .it

I dati dei Registranti sono memorizzati in un database (Data Base dei Nomi Assegnati, DBNA). Il DBNA può essere consultato tramite il sito del Registro mediante un servizio denominato “Whois”.

Ciascun Registrar può offrire ai Registranti servizi (semplice registrazione di un nome a dominio, hosting, realizzazione di siti web, fornitura di connettività Internet, erogazione di servizi specializzati) in totale autonomia, stabilendone anche i relativi costi. Ogni Registrar corrisponde al Registro .it 4 euro per ogni nuovo nome a dominio registrato e 3,30 euro per il suo rinnovo annuale.

Il mercato mondiale dei nomi a dominio

I nomi a dominio si distinguono tra “generic Top Level Domain (gTLD)” (es. .com, .net), ccTLD (es. .it,.eu), “new generic Top Level Domain (ngTLD)” (es. .xyz, .paris).

A fine 2016 il numero totale di nomi a dominio (gTLD, ccTLD e ngTLD) registrati era circa 329,3 milioni, di cui circa 303,7 milioni imputabili a gTLD (161 milioni, di cui circa 126,9 milioni sotto il .com) e ccTLD (142,7 milioni) e, infine, circa 25,6 milioni a ngTLD.

La Tabella 1 mostra la classifica dei primi dieci paesi per numero di nomi a domini registrati dal rispettivo Registro ccTLD a fine 2016 che rappresentano circa il 64% di tutti i nomi registrati dai ccTLD a livello mondiale.

ll 2016 è stato un anno importante per il Registro .it perché è stato raggiunto il record dei 3 milioni di nomi a dominio registrati che lo posiziona al quinto posto tra i ccTLD dell’Unione Europea e al decimo posto a livello mondiale, posizioni che, in virtù di un’antica e sana rivalità, ci contendiamo con la Francia, con un continuo di raggiungimenti e sorpassi a vicenda. La tabella permette anche di paragonare la situazione italiana rispetto a quella di altre realtà europee; non si può non notare il paragone con l’Olanda, paese significativamente più piccolo di noi in termini di abitanti, ma che vanta un numero di nomi a dominio che si avvicina a quasi il doppio dei nostri, confermando così quel notevole divario digitale riportato nel Digital Agenda Scoreboard 2016 all’indice “Use of Internet” secondo il quale l’Olanda è al 7mo posto su 28 paesi della EU mentre l’Italia è al 28mo posto…

PaeseCodice ccTLDNumero di nomi a dominio sotto il ccTLD nazionale (milioni) (*)Numero di abitanti (milioni) (**)
1. Cina.cn21,11.380
2. Tokelau (***).tk18,70,0015
3. Germania, 18,1M),.de18,182
4. Regno Unito.uk10,665
5. Federazione Russa.ru6,3143
6. Olanda.nl5,617
7. Brasile.br3,9201
8. Unione Europea (EU-28).eu3,7510
9. Australia.au3,124
10. Italia.it3.061

(*) Fonte: CENTR (the association of European country code top-level domain name registries) e “The Verisign Domain Name Industry Brief – Q4 2016”.

(**) Fonte: EUROSTAT

(***) Tokelau è un gruppo di piccoli atolli situati nel sud dell’Oceano Pacifico, a metà strada tra Hawai e Nuova Zelanda. Il Registro .tk è una joint venture del governo di Tokelau e la società di comunicazione del paese, Teletok, e BV .tk, una società privata con sede a Amsterdam che per permette la registrazione di nomi a dominio in maniera gratuita.

Negli anni passati il .it ha visto una costante crescita che, nel tempo, lo ha fatto preferire ad altre estensioni, e ciò è dovuto anche alla consapevolezza della necessità di un marchio distintivo “Made in Italy” anche per quel mercato, globale ed altamente competitivo, che la Rete rappresenta. Nel 2016 il .it è cresciuto significativamente (4,70%) surclassando altri importanti Registri europei quali: .fr (2,20%), .de (0,60%), .nl (0,50%), uk (-1,10%) e eu (-2,60%).

Nonostante questo importante traguardo c’è ancora molto da lavorare perché resta ancora modesta nel nostro Paese la consapevolezza dell’importanza di avere un nome a dominio. Se si considera, ad esempio, che il numero di partite IVA in Italia è circa 8,2 milioni, delle quali 6,2 milioni sono quelle attive, ne deriva che i margini di crescita ci sono e potrebbero essere molto ampi. Nell’intento di capire il perché di questo ritardo nell’adozione di un nome a dominio da parte delle aziende italiane, nel 2016 il Registro ha incaricato la società Pragma di condurre un’indagine sulla digitalizzazione e l’uso del web su un campione di 1.200 micro imprese italiane rappresentative di tutti i settori del manifatturiero, del commercio, dell’edilizia e dei servizi. Lo studio ha permesso di scoprire che una significativa percentuale (33%) di micro imprese italiane non ha ancora un proprio nome a dominio mentre il restante 67% ne ha almeno uno. Interessante è che il “.it” viene preferito dal 73% delle imprese campione con un solo dominio, rispetto ad altre estensioni come il “.com”, “.net”, “.eu”. Purtroppo, dallo studio è emerso anche che il 91% del campione non usa il nome a dominio come moderno veicolo per avviare attività di e-commerce ma bensì di utilizzarlo in maniera decisamente più tradizionale; infatti, il 65% del campione dichiara di usarlo per la posta elettronica e solo il 15% come strumento di comunicazione e marketing. Ciò rappresenta un chiaro sintomo di divario digitale dal quale consegue, purtroppo, che le micro imprese italiane non sono ancora in grado di sfruttare appieno le opportunità che Internet offre. È proprio per questo che il Registro sta intensificando le collaborazioni con le principali organizzazioni e associazioni, sociali ed economiche, al fine di contribuire alla riduzione di questo divario in Italia che viene confermato anche dalla distribuzione dei Registrar a livello nazionale; su un totale di 1.106 Registrar italiani, 659 (60%) sono localizzati al Nord, 257 (23%) al Centro e 190 (17%) al Sud.

Anche per questo il Registro ha varato una nuova campagna di comunicazione, denominata «Made in .it: piccole imprese crescono con il digitale», in partnership editoriale con Nòva24 del Sole 24 Ore, al fine di dare supporto al processo di digitalizzazione delle imprese italiane attraverso l’uso dei domini italiani. Perché è proprio da qui che bisogna ripartire, dal potenziale della Rete, strumento fondamentale per sanare il divario tra Nord e Sud, puntare sull’Internet economy e sfidare la crisi economica.

Future direzioni d’intervento e d’innovazione da parte del Registro

Due delle principali priorità future del Registro sono: aumento della qualità dei dati contenuti nei database del Registro e sempre maggiore sicurezza del DNS.

  • Qualità dei dati

Come per qualsiasi altro Registro, anche per il .it la qualità (accuratezza e affidabilità) dei dati presenti nel database Whois è di fondamentale importanza per la conformità alle norme di legge in vigore e al fine di garantire un uso corretto di Internet riducendo i rischi di uso fraudolento dei suoi servizi (es. phishing, spamming, vendita di prodotti contraffatti). È necessario che i dati (nome, indirizzo fisico, indirizzo di posta elettronica, p.iva/codice fiscale, ecc.) relativi al Registrante del nome a dominio e ai referenti (amministrativi e tecnici) siano corretti e sempre aggiornati, allo scopo di poter comunicare prontamente con gli interessati in caso di necessità per risolvere eventuali problemi organizzativi e tecnici o di attività fraudolente operate attraverso il nome a dominio e/o i servizi attivati sullo stesso (es: sito web, posta elettronica, ecc). I Registrar sono contrattualmente obbligati a controllare, sulla base delle dichiarazioni rese da ciascun Registrante, che questi rispetti i requisiti soggettivi previsti per la registrazione dei nomi a dominio nel ccTLD .it. Purtroppo, sono sempre più frequenti i casi nei quali dette informazioni, a fronte di una verifica, risultano inaccurate e, spesso, anche deliberatamente non veritiere.

Il corretto trattamento dei dati è ritenuto strategico nella politica di sviluppo economico perseguita dall’Unione Europea, costituendo un elemento essenziale per la fiducia degli utenti e dei consumatori nel mercato elettronico. Il nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (Regolamento (UE) 2016/679) General Data Protection Regulation (GDPR) che entrerà in vigore il 25 maggio 2018 ha stabilito una normativa unica, applicabile in maniera armonizzata in tutti i paesi dell’Unione e che tiene conto dell’imponente sviluppo tecnologico in atto.

Tale normativa avrà probabili riflessi anche nelle politiche sulla privacy dei vari Registri e, quindi, sarà sempre più necessario assicurare, nell’interesse generale, che i dati ritenuti indispensabili alla registrazione siano correttamente riportati all’interno del data base Whois.

Il Registro .it, al fine di migliorare la qualità dei dati, in ottemperanza alle norme di legge nazionali e europee e considerato che in alcuni casi i Registrar non sono nella condizione tecnica e/o organizzativa di conoscere ed avere contezza sulle variazioni e dell’accuratezza stessa dei dati dei propri Registranti, ha avviato un progetto volto, in primis, allo studio di metodologie e tecniche di indagine e di analisi che permettano di valutare la qualità dei dati del Registrante. Il progetto prevede lo sviluppo di sistemi software atti a elaborare grosse quantità di dati, evidenziando eventuali difformità e incongruenze, al fine di intraprendere, successivamente, con la collaborazione dei Registrar e dei Registranti le azioni utili e necessarie a mantenere un idoneo livello di accuratezza dei dati presenti nel DB. Il progetto prevede anche l’eventuale adeguamento del Regolamento di assegnazione e gestione dei nomi a dominio .it, nonché delle Linee Guida Tecniche al fine di mantenere allineato anche l’impianto normativo e tecnico che governa l’assegnazione dei nomi a dominio con targa .it. La sua realizzazione prevede la collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e con la Società Consortile delle Camere di Commercio Infocamere, nonché con altri organismi e ccTLD europei.

  • Sicurezza: principali vulnerabilità del DNS

La risoluzione di un nome a dominio nel suo associato indirizzo IP è un’operazione che impegna risorse del sistema DNS e, quindi, con l’intento di migliorarne le prestazioni, sono stati studiati sistemi atti ad evitare la ripetizione dell’operazione di risoluzione del medesimo nome a dominio, ad esempio, memorizzandone l’associazione in opportune memorie cache e conservandola per un determinato periodo temporale, fissato a priori. Così facendo però, le cache sono esposte a possibili attacchi (denominati “cache poisoning” e descritte in letteratura nel 2008 da Dan Kaminsky, un noto esperto di sicurezza informatica), operabili fraudolentemente da attaccanti malevoli con l’intento di modificare gli indirizzi IP veri con altrettanti indirizzi fasulli in modo da rendere possibile il dirottamento delle comunicazioni verso server gestiti dagli attaccanti e permettendo a quest’ultimi di operare azioni malevoli di vario genere (ad esempio, di phishing per sottrarre password e dati personali all’inconsapevole utente).

Per risolvere questo problema è stato proposto e implementato il protocollo DNSSEC (Domain Name System SECurity Extensions), inteso a migliorare la sicurezza dei server DNS attraverso l’impiego di firme digitali e di tecniche di crittografia a chiave pubblica per l’autenticazione delle risposte alle interrogazioni inviate dagli utenti rendendo DNS molto meno vulnerabile a determinati tipi di attacchi.

Anche il Registro .it si è mosso nella direzione di implementare il DNSSEC. In particolare, nel corso del 2014-2015 è stata avviata una collaborazione con il Registro svedese NIC.SE (primo Registro europeo che ha adottato il DNSSEC) che ha prodotto risultati molto positivi e ha consolidato, tramite un corso di formazione e attività di laboratorio, le conoscenze tecnologiche e infrastrutturali, peraltro già in parte presenti nel Registro .it, relativamente all’utilizzo e alla gestione, non in forma sperimentale, di tale protocollo in un ccTLD. Nel 2016 è stato costituito un gruppo di lavoro misto “Registro .it – Registrar”, al fine di realizzare un sistema che tenesse in debito conto anche delle necessità e esigenze operative dei Registrar. La prima fase di sperimentazione aperta ai Registrar è stata avviata a fine 2016 e si prevede che il sistema potrà andare in produzione dopo circa sei mesi di test e quindi, presumibilmente, prima dell’inizio dell’estate 2017.

Per concludere, sottolineiamo che l’incremento del numero delle imprese in Rete attraverso l’adozione di un nome a dominio sotto il .it è tra gli obiettivi primari del Registro che lo vede impegnato, ormai da anni, anche in azioni di comunicazione e marketing con messaggi miranti ad aumentare la consapevolezza dell’uso della Rete e l’utilizzo dei nomi a dominio .it, come presidio della propria identità digitale e simbolo di Made in Italy nell’universo Internet. Infine, ulteriore obiettivo del Registro, intimamente legato alla sua storia e alla collocazione nel più grande ente pubblico di ricerca italiano, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, è diffondere la cultura di Internet, anche mediante l’incremento dei nomi a dominio, non solo al fine di far conoscere meglio caratteristiche e vantaggi di essere assegnatari di un nome sotto il dominio .it, ma anche di promuovere la consapevolezza di un uso corretto e intelligente di Internet nelle scuole e tra i giovani: già oggi grandi utilizzatori di Internet e futuri protagonisti dello scenario sociale ed economico del Paese.

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