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Agroalimentare, perché puntare su tecnologia e formazione



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La razionalizzazione dei processi, l’automazione e l’adozione di sistemi data driven sono asset strategici per il settore agroalimentare: l’esempio degli investimenti in tecnologia e formazione di Latteria Soresina permette di approfondire il tema

Pubblicato il 15 apr 2025

Nicoletta Pisanu

Giornalista professionista, redazione AgendaDigitale.eu



innovazione agroalimentare

La crescita e l’innovazione del settore agroalimentare richiede una revisione profonda dei modelli di sviluppo. L’export si configura come leva primaria di espansione, mentre l’innovazione tecnologica diventa un fattore critico per rispondere alle trasformazioni demografiche e ai nuovi paradigmi di consumo, oltre che alla necessità di dare priorità ad aspetti come la sostenibilità alimentare. In parallelo, l’instabilità geopolitica caratteristica del momento storico in cui ci troviamo impone una maggiore resilienza, che si può ottenere adottando strategie industriali orientate alla diversificazione dei mercati e all’efficienza produttiva.

​Il 9 aprile 2025, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato una sospensione temporanea di 90 giorni dei dazi imposti sulle importazioni, escludendo la Cina da questa misura. Questa decisione rappresenta un sollievo significativo per il settore agroalimentare italiano, precedentemente colpito da tariffe del 25% su prodotti chiave come il Parmigiano Reggiano. Lo scenario è senza dubbio complesso: “Il mercato domestico presenta flessioni continue, legate alla recessione demografica: meno bocche mangeranno e quelle che richiederanno prodotti avranno meno esigenze di volumi dovute all’invecchiamento. La ricerca di nuovi mercati all’estero è la base per la futura crescita”, spiega Michele Falzetta, direttore generale di Latteria Soresina.

Innovazione nell’agroalimentare, perché è una priorità

Dunque invecchiamento della popolazione, riduzione dei consumi interni e instabilità geopolitica sono le leve che richiedono alle imprese un ripensamento delle strategie di crescita e che spingono a cercare nuove opportunità sui mercati internazionali. Al contempo, il progresso tecnologico accelera il ritmo dell’innovazione industriale, per cui da un lato è importante restare al passo per mantenersi competitivi, dall’altro occorrono investimenti in questo ambito. Per l’agrifood è indispensabile integrare soluzioni digitali e introdurre tecnologie sostenibili nei processi produttivi, investendo in sistemi avanzati di automazione industriale. L’obiettivo è migliorare l’efficienza, ridurre i costi e aumentare la capacità di risposta alle nuove esigenze del mercato.

Come racconta Falzetta, in Italia “benché continuiamo a crescere ogni anno, l’export agroalimentare è ancora solo 70 miliardi di euro” e l’innovazione “gioca un ruolo fondamentale, specialmente in un mercato tradizionale come il nostro. La continua ricerca di soddisfare le nuove esigenze del consumatore rientra nel nostro dna”. Il caso aziendale rispecchia questa situazione: “come Latteria Soresina abbiamo programmaticamente una crescita organica del 2,5% a prezzi costanti, la maggior parte della quale è legata all’innovazione di prodotto, anche se per noi innovazione è anche di metodi e processi”.

Come garantire la competitività con l’innovazione nell’agroalimentare

In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, nel 2024 il 41 per cento delle aziende del settore agroalimentare usava soluzioni smart. Tuttavia proprio l’anno scorso si è registrato, dopo anni di crescita, un rallentamento del mercato dell’agricoltura 4.0, con un calo dell’otto per cento causato, secondo gli esperti da:

  • una flessione dei redditi provento di agricoltura
  • investimenti realizzati negli anni precedenti
  • diminuzione degli incentivi pubblici.

Secondo Falzetta, “l’incertezza blocca le aziende negli investimenti. Il settore ha spinto molto nell’ultimo decennio riguardo all’agricoltura 4.0, anche se molto c’è ancora da fare. Per poter essere appetibili nei confronti dei nuovi giovani lavoratori, bisogna investire in tecnologie e così che si gestirà meglio anche il passaggio generazionale”. Con le nuove tecnologie, infatti, spiega il manager che “si potrà premettere di lavorare meno il weekend lasciando tempo libero, cosa molto ricercata”. Tuttavia, precisa che “la digitalizzazione non è solo per l’agricoltura, le industria hanno davanti una sfida ciclopica nella trasformazione digitale – con riferimento al paradigma di industria 5.0 -. Infatti, oggi si parla di intelligenza artificiale, ma come si potranno utilizzare tali strumenti e non si passa prima attraverso la digitalizzazione delle nostre imprese ed una trasformazione culturale del top management?”.

Secondo Falzetta “i leader devono agire nel guidare i propri board a supportare un cambio culturale delle imprese, con formazione continua sulle maestranze sulla digitalizzazione e investendo risorse sui sistemi. Le aziende oggi devono essere data driven, non ci sarà spazio per quelle aziende che non affronteranno questa trasformazione in questi due, tre anni”.

Innovazione in agricoltura, perché investire in formazione e tecnologie

Assume quindi grande importanza valorizzare percorsi di formazione 5.0 in azienda. Per esempio, racconta Falzetta che “in Latteria Soresina abbiamo un percorso di formazione continua sulla trasformazione digitale ed un piano di investimenti di 3,5 milioni di euro in 5 anni, piano che ci porterà alla sostituzione del nostro attuale ERP, diventato obsoleto per le necessità di un’impresa che vuole fare del data driven il pilastro principale”.

L’implementazione della digitalizzazione nei processi industriali di Latteria Soresina è avvenuta secondo un piano strutturato: “In merito al nostro piano quinquennale, siamo in mezzo al guado. Abbiamo completato la prima fase del sales and operations planning, cioè abbiamo cambiato il processo della pianificazione, passando da quella giornaliera a quella quindicinale, bonificando inizialmente il numero delle referenze, per poi passare all’identificazione di quelle da tenere a stock, con le relative scorte minime – aggiunge il manager -. Abbiamo creato un forum specifico e multifunzionale per la gestione della pianificazione. Tutto ciò ci ha permesso di ridurre i costi di set-up degli impianti e ha migliorato il servizio al cliente”.

Attualmente è in corso “la fase di esecuzione del MES. Questo ci permetterà di avere le fabbriche interconnesse con una disponibilità precisa ed importante di KPI di linea. Dopo tale passaggio, completeremo l’intralogistica per poi passare alle top linee su sistemi di CRM rivolti al cliente e sistemi di CPM per la migliore gestione di processi di budgetting”.

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