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Cosa ci spinge a condividere fake news sui social



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La condivisione di fake news sarebbe legata alla funzione fatica della comunicazione: potrebbe nascere dall’esigenza di stabilire contatti più che dall’intenzionalità di diffondere informazioni false.

Pubblicato il 8 nov 2023

Chiara Cilardo

Psicologa psicoterapeuta, esperta in psicologia digitale



disinformazione, fake news

Utilizziamo principalmente i social media per leggere e condividere news e aggiornamenti: secondo l’ultimo Digital News Report del Reuters Institute (2023), tra questi Facebook e Twitter rappresentano la prima fonte di informazione su contenuti di attualità, mentre vengono preferiti Instagram, TikTok e Snapchat per informasi su tematiche più leggere, come lifestyle e cronaca rosa.

Perché consideriamo attendibili le news sui social

Oltre alla fruizione in sé di contenuti, i social consentono un ulteriore elemento: la condivisione. La maggior parte di queste news proviene dalla nostra rete, quindi da contatti personali e verificati. Ciò le rende più rilevanti ai nostri occhi e ne aumenta il valore percepito; ci sembrano più attendibili e genuine.

La condivisione di notizie attraverso i social ha diverse funzioni oltre ad informare: fa da collante sociale, denota interesse per gli altri, aiuta a socializzare e a creare un senso di comunità (Duffy e Ling, 2020).

Quando un atto comunicativo ha lo scopo di stabilire, mantenere, validare o interrompere un contatto sociale e relazionale ha una cosiddetta proprietà fatica; questo non esclude che possa avere anche una valenza informativa (Malinowski, 1972).

La divulgazione di notizie false e infondate, fake news, può essere uno strumento utilizzato per produrre disinformazione e manipolazione; ma se escludiamo queste casistiche, rimane significativa la quota di informazioni false diffuse per altri scopi.

La funzione fatica della comunicazione sui social network

Un atto comunicativo ha una funzione fatica quando è volto a creare e mantenere un contatto sociale (Malinowski, 1972). La condivisione di notizie sui social può avere anche questo tipo di proprietà che, anzi, viene rafforzata dalle opzioni disponibili, anche non verbali: per esempio il bottone “mi piace” è una forma di comunicazione fatica, un’azione comunicativa automatizzata volta a costruire e mantenere attivamente relazioni sociali, è indipendente dal contenuto e privo di un significato specifico.
Questa tipologia di elementi rientra nella definizione di “tecnologie fatiche”, utilizzate appunto per stabilire, sviluppare e mantenere relazioni piuttosto che trasmettere informazioni specifiche. Quando non verbali vengono definite più precisamente paralinguistic digital affordances, affordances digitali paralinguistiche (PDA), che sono l’insieme di tutti quei segnali che permettono agli utenti di interagire ed esprimersi in maniera simbolica, come i “like” su Facebook (Hayes et al., 2016).
Questo non vuol dire che quello che comunichiamo non possa avere anche una funzione informativa (come come avvertire, informare, consigliare): per esempio condividere un aggiornamento meteo può comunicare sia l’informazione in sé sia avviare un contatto con la propria rete.

La condivisione di notizie è un atto prosociale

Condividere una notizia è indubbiamente un’azione attiva, che compiamo intenzionalmente. Cosa ci spinge a farlo? Perché lo facciamo? Certo non a caso. Sicuramente per informare e intrattenere, ma non solo; cosa condividiamo e con chi è una scelta strategica. Ci serve innanzitutto per restare in contatto e sentirci connessi alla nostra rete, per mostrare ciò che pensiamo. E’ infatti anche un modo per presentarsi, per dare un’immagine di sé, per comunicare qualcosa su come si è attraverso un contenuto che veicola le proprie opinioni e il punto di vista. La condivisione di notizie “proietta l’identità di chi condivide”: stabilisce e mantiene la reputazione, la propria immagine ideale di sé, mostra competenze e conoscenze su un determinato argomento (Ihm e Kim, 2018).

Non è un caso che sia proprio Facebook il social più utilizzato per condividere news: è un ambiente ‘sicuro’ in cui la rete di contatti è selezionata e composta da amici. L’intento non è condividere per far cambiare opinione alla rete ma mantenere dei legami solidi basati su interessi comuni: non è un caso che gli argomenti più condivisi riguardino cibo, salute e viaggi, tutte tematiche tendenzialmente neutre e non divisive (Duffy e Ling, 2020). L’intento è mantenere e rafforzare dei legami sociali: la condivisione di notizie sui social ha anche, quindi, una funzione fatica.

La comunicazione fatica di fake news

La produzione e diffusione di notizie ha un valore civico, è un mezzo per supportare i cittadini ad orientarsi nella comunità e prendere decisioni informate (Duffy e Ling, 2020).

Se le notizie sono uno strumento per rendere le persone informate sui fatti, principalmente su fatti importanti che possono incidere sulle loro vite, perché ne circolano di false? Escludendo da questa analisi fake news divulgate volontarimente per secondi fini malevoli, cosa spinge a diffondere notizie poco attendibili?

La condivisione di fake news potrebbe avere una funzione fatica e prosociale: creare e mantenere la connessione con la propria rete, migliorare le relazioni, la coesione del gruppo di appartenenza e della società in generale. Gli utenti la considerano un modo per tutetare, informare, educare o avvisare gli altri (Perach etal., 2023). Il paradosso è possono farlo “in nome della lotta alle informazioni false”, cioè con l’intento di promuovere la libertà di informazione e sostenere il pluralismo.

Pluralismo e libertà di informazione sono entrambi indirizzati a portare un vantaggio alla collettività attraverso la partecipazione e l’inclusione, aggirando e bilanciando eventuali pregiudizi nei media che possono rendere informazioni importanti poco accessibili. E’ per questo che la condivisione di fake news potrebbe avere una funzione fatica: instaurare e mantenere relazioni con l’effetto secondario di promuovere il cambiamento sociale e morale (Duffy & Tan, 2022; Perach et al., 2023).

L’impatto della condivisione di fake news

La funzione fatica non è l’unica che motiva la condivisione di notizie false. Come prevedibile, Perach e colleghi (2023) hanno individuato tra le motivazioni anche comportamenti manipolatori. In questi casi gli utenti sono consapevoli di divulgare contenuti che possono danneggiare gli altri; si tratta di atti deliberati e intenzionali. Le altre motivazioni “positive” fanno capo ad una sorta di attivismo prosociale, di desiderio di combattere un sistema che negherebbe l’accesso a tutti i punti di vista e ad un’informazione pluralista.

Se la condivisione ha lo scopo di aiutare gli altri a capire, se c’è l’intenzione di promuovere un cambiamento sociale ed il mantenimento delle relazioni, una strategia efficace potrebbe essere focalizzarsi su come fornire gli strumenti per smentire storie false. Gli interventi di debunking, mirati proprio migliorare competenze e conoscenze, senso critico e capacità di verificare l’accuratezza delle informazioni, sono quelli più funzionali.

Le news condivise dalla nostra rete ci appaiono più puntuali e, a quanto pare, è proprio sui social che tendiamo ad informarci (Reuters Institute, 2023): i social potrebbero essere uno strumento molto utile nel combattere la disinformazione. Collocare nel quadro della comunicazione fatica la condivisione di fake news nei social network ha una sua valenza pratica: da un lato ridimensiona il valore meramente informativo dei contenuti, dall’altro offre nuovi spunti di indagine.
Una notizia non è solo una notizia; è anche – e forse soprattutto – una spinta a creare legami.

Bibliografia

Duffy, A., & Ling, R. (2020). The gift of news: Phatic news sharing on social media for social cohesion. Journalism studies, 21(1), 72-87.

Hayes, R. A., Carr, C. T., & Wohn, D. Y. (2016). One click, many meanings: Interpreting paralinguistic digital affordances in social media. Journal of Broadcasting & Electronic Media, 60(1), 171-187.

Ihm, J., & Kim, E. M. (2018). The hidden side of news diffusion: Understanding online news sharing as an interpersonal behavior. New Media & Society, 20(11), 4346-4365.

Malinowski, B. (1972). Phatic communion. Communication in face-to-face interaction. Harmondworth: Penguin Books.

Perach, R., Joyner, L., Husbands, D., & Buchanan, T. (2023). Why Do People Share Political Information and Misinformation Online? Developing a Bottom-Up Descriptive Framework. Social Media+ Society, 9(3), 20563051231192032.

Reuters Institute, 2023. Digital News Report.

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