teleriabilitazione

Disturbi specifici dell’apprendimento: app e programmi che aiutano i bambini

L’uso di app e piattaforme digitali può portare a ottimi risultati nel supporto al trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento, sia in termini di efficienza che di efficacia. Ma l’uso corretto delle tecnologie richiede un’elevata competenza professionale e una formazione dettagliata. Vediamo pro e contro

Pubblicato il 27 Ott 2021

Agnese Capodieci

Psicologa, Psicoterapeuta

Chiara Pecini

prof. associato presso UNIFI

Fausto Petrini

Psicologo clinico, formatore, ricercatore e progettista di interventi

filtro parental control agcom

Nel corso degli anni passati, già prima della pandemia da Covid-19, l’avvento del digitale in campo sanitario aveva portato un forte aumento dell’utilizzo di device tecnologici per la cura a distanza del paziente. Oltre alle tecnologie più ampiamente riconosciute come telemedicina (strumenti di monitoraggio a distanza, chirurgia da remoto, ecc.), uno dei settori in cui le tecnologie stanno portando un miglioramento evidente, è quello del trattamento dedicato ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (quali dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia). Si tratta di disturbi del neurosviluppo che riguardano l’impossibilità di leggere, scrivere e fare calcoli in modo corretto e fluente, come ci si aspetterebbe per l’età e la classe del bambino.

I disturbi dell’apprendimento si manifestano “apertamente” con la scolarizzazione e sono in grado di provocare, a lungo termine, limitazioni nelle opportunità educative, problemi sociali, con conseguenti ripercussioni sul benessere psicologico della persona.

Proprio per prevenire tali effetti negativi a lungo termine risulta evidente la necessità di un intervento precoce e intensivo sui bambini che manifestano questo tipo di disturbi. Purtroppo però, le lunghe liste di attesa nei servizi pubblici e le spese elevate di una riabilitazione in presenza, hanno spesso reso questi interventi non tempestivi ed eccessivamente protratti nel tempo.

App per i disturbi specifici dell’apprendimento: le migliori risorse disponibili in rete

Le piattaforme di teleriabilitazione per i DSA

Proprio per far fronte a questo problema, negli ultimi anni sono state sviluppate varie piattaforme web e applicazioni per la teleriabilitazione degli apprendimenti scolastici e dei processi cognitivi sottostanti (come ad esempio l’attenzione, o l’integrazione visuo-verbale). Tali software consentono di impostare e monitorare da remoto attività personalizzate, in base del profilo del singolo bambino e intensive, con esercizi quotidiani finalizzati all’allenamento dei processi mentali. Gli strumenti di teleriabilitazione consentono inoltre a uno stesso professionista clinico di seguire più bambini contemporaneamente, riducendo le liste di attesa e le distanze fisiche.

I programmi di teleriabilitazione, dunque, consistono in piattaforme che supportano diversi tipi di esercizi specifici (app) per un percorso di potenziamento delle funzioni deficitarie (quali ad esempio lettura e discriminazione di parole e suoni, allenamento della velocità nella lettura e nel riconoscimento di immagini e segni, esercizi di memorizzazione e comprensione di testi, ecc.). Sulla base degli studi e di una parametrizzazione fondata sulla misurazione delle prestazioni “attese” per le diverse classi di età, gli esercizi vengono “tarati” per permettere al bambino di esercitarsi in un’area e a un livello di difficoltà adeguati alle sue possibilità.

Le app di teleriabilitazione, lavorando online, garantiscono inoltre l’autoadattività, una caratteristica importante per una riabilitazione efficace, poiché permette di tarare continuamente il compito proposto per tipologia e difficoltà, in base alle prestazioni (ad esempio per numero di errori commessi, velocità di svolgimento, ecc.). È interessante notare come tale architettura permetta di agire non solo sul compito di apprendimento (lettura, scrittura o calcolo), ma anche sulle singole funzioni di base sottostanti a tali processi, come il mantenimento dell’attenzione, o la capacità di integrare sequenze di figure o segni con i suoni corrispondenti. Questi esercizi possono risultare più immediati e piacevoli per il bambino, che può viverli come vere e proprie “sfide di abilità”, pur trovandosi invece all’interno di un vero e proprio protocollo di trattamento costruito secondo parametri e modelli scientifici consolidati.

In genere le app di teleriabilitazione necessitano comunque dell’affiancamento di un clinico per la taratura e la selezione dei compiti corretti per il bambino. In altre parole, siamo in presenza di uno strumento tecnico che deve sempre essere integrato con l’intervento professionale; tuttavia il suo impiego è in grado, secondo studi di efficacia ormai comprovati, di migliorare i risultati e l’efficienza dell’intervento terapeutico.

Le applicazioni disponibili sul mercato

Al momento sono disponibili sul mercato applicazioni che supportano un’ampia varietà di obiettivi di intervento: per esercitazioni di lingua e di articolazione (ad esempio, ArtikPix), oppure che offrono un feedback uditivo o visivo per l’articolazione, la fluidità e la voce-terapia (come Speech4Good).

Altre applicazioni offrono modelli per supportare la costruzione della frase (Sentence Builder) o la narrazione di storie (Pictello). Una parte degli sviluppatori possono vantare la definizione di “evidence-based” per le loro applicazioni, testimoniando come l’efficacia dell’app sia stata valutata attraverso una ricerca peer-reviewed, o che le caratteristiche dell’app si basano su una teoria o su un modello di apprendimento pubblicati.

Una delle piattaforme dall’efficacia maggiormente documentata e attualmente già molto utilizzata in Italia è RIDINET, sviluppata dalla Cooperativa Sociale ANASTASIS in collaborazione con diversi esperti sia del mondo accademico che clinico. Si tratta in questo caso di un vero e proprio modello integrato di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare che si appoggia sull’utilizzo asincrono di una piattaforma online sia da parte del clinico che della famiglia del piccolo paziente. L’ampio ventaglio di app integrate nella piattaforma e la presenza di un contesto narrativo alla base degli esercizi proposti consente di creare un trattamento personalizzato sotto forma di giochi ed attività, sempre sotto la supervisione periodica del clinico che monitora utilizzo e risultati, comunicando con il paziente tramite una chat dedicata.

Benefici comprovati e lacune ancora da colmare

È proprio favorendo la possibilità per il clinico di lavorare parallelamente in presenza e a distanza, che l’uso di queste tecnologie può portare a ottimi risultati, sia in termini di efficienza che di efficacia. La pandemia da COVID-19, inoltre, ha messo in luce ulteriori vantaggi dei programmi di teleriabilitazione. Là dove i servizi si erano dotati di questa possibilità, è stato possibile tutelare sia i pazienti che gli operatori, proseguendo l’erogazione di un trattamento che, come è intuibile, ha un suo “periodo finestra” ottimale per essere somministrato ai giovani pazienti. Anche per questo attualmente le soluzioni che integrano la teleriabilitazione nella più classica prassi clinica sono guardate con rinnovato interesse anche dai servizi sanitari pubblici. Per migliorare direttamente le abilità di scrittura, lettura e calcolo, l’uso di piattaforme di teleriabilitazione genera:

  • maggiore motivazione del paziente, poiché i compiti vengono percepiti come divertenti e accattivanti, la presentazione è dinamica ed interattiva, con un contesto narrativo e delle gratificazioni simboliche che stimolano a procedere nell’attività;
  • la possibilità di applicare con maggiore frequenza l’esercizio, che può diventare parte integrante delle attività quotidiane del bambino in un contesto a lui più familiare;
  • il minor costo per la famiglia in termini di spostamenti e di visite da parte di specialisti;
  • la maggior sistematicità nella raccolta di dati e quindi il più efficace monitoraggio dei progressi del paziente, utile sia a scopo clinico che di ricerca.

D’altro canto, va sottolineato che l’uso corretto delle app richiede un’elevata competenza professionale e una formazione dettagliata che consentano al clinico di impostare correttamente gli esercizi, interpretare adeguatamente l’andamento delle prestazioni ed eventualmente integrare il software con gli interventi ambulatoriali.

Inoltre, molte delle applicazioni richiedono comunque la presenza di un adulto che affianchi il bambino per valutare la correttezza nell’esecuzione e la segnalazione di errori, là dove l’intelligenza artificiale non sia in grado di automatizzare alcune correzioni. Il lavoro che si chiede di effettuare è intensivo (si richiedono sessioni di 15-20 minuti per 3-4 volte a settimana, per periodi di 2-3 mesi) e impegnativo per l’intera famiglia. In tal senso, il tema del digital divide e della gestione del tempo genitoriale rimangono elementi centrali, in grado di inficiare del tutto o in gran parte i potenziali benefici dovuti all’uso delle soluzioni di teleriabilitazione.

Il cambiamento richiesto per beneficiare al massimo di questa tecnologia non riguarda solo l’accesso e la padronanza delle risorse digitali (rete, device adeguati, ecc.), ma comporta anche un ripensamento culturale da parte sia dei servizi sanitari che delle famiglie.

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