studio infocamere

Il problema dell’Italia con le imprese giovanili: trend dell’ultimo decennio e sfide per il futuro

Un calo evidente delle imprese giovanili registrate in dieci è quello fotografato da InfoCamere nello studio sulla dinamica dell’imprenditoria giovanile. Uno spaccato sui settori interessati e le tendenze geografiche, i rischi per il sistema paese e le prospettive per gli anni a venire

Pubblicato il 18 Lug 2022

Valter Fraccaro

Presidente della Fondazione SAIHUB

Paolo Ghezzi

CEO di Infocamere ed Expert dell'Istituto EuropIA.it

startup-849805_1280

Complice la curva demografica da tempo in calo storico nel nostro Paese, sembra purtroppo avere imboccato una lenta quanto inesorabile erosione il numero delle imprese giovanili nel nostro Paese.

A certificarlo è uno studio sulla dinamica dell’imprenditoria giovanile[1] – di cui questo articolo è un’anticipazione – condotto da InfoCamere a partire dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio degli ultimi dieci anni.

L’Italia non è un Paese per giovani imprenditori: il problema delle competenze

I numeri di un decennio

L’andamento dei flussi del decennio, sia in valore assoluto sia attraverso i numeri indice, evidenzia la chiara tendenza al calo delle imprese giovanili registrate, passate dal rappresentare l’11,1% del totale (alla fine del 2012) all’attuale 8,9% (fine 2021). In termini assoluti, la riduzione del perimetro delle imprese giovanili corrisponde alla “scomparsa” (per raggiunti limiti di età e quindi per travaso nelle classi di imprese “over” 35, oppure per vera e propria uscita dal mercato) di circa 137mila imprese sulle 675mila che dieci anni fa risultavano registrate negli archivi delle Camere di Commercio, per una riduzione cumulata del 20,3% dello stock di questo tipo di imprese.

A fronte di questo fenomeno, dall’osservazione della serie storica del saldo tra iscrizioni e cessazioni emerge il contributo determinante che le imprese giovanili hanno sempre continuato ad assicurare al bilancio annuale tra aperture e chiusure di imprese. Lungo tutto il decennio esaminato, infatti, la componente delle imprese giovanili ha sempre fatto registrare saldi positivi, al contrario di quanto accaduto alla componente non giovanile il cui saldo è rimasto – pur se con performance alterne – sempre in campo negativo. In altre parole, senza il contributo delle imprese avviate da imprenditori under 35 il bilancio tra aperture e chiusure sarebbe stato sempre negativo e, in sei anni su dieci, estremamente negativo.

L’importanza della componente giovanile per il turnover  imprenditoriale

L’importanza della componente giovanile per il ricambio della base imprenditoriale del paese è evidente se si osservano in particolare i contributi ai flussi di entrata e di uscita. Negli ultimi dieci anni, la quota di iscrizioni di imprese giovanili sul totale delle nuove imprese è stata in media del 31,4%, mentre la corrispondente media sul totale delle imprese che hanno chiuso i battenti si ferma al 13,7%.

Un dinamismo indispensabile alla tenuta del sistema che, però, è stato messo a dura prova dalla caduta della natalità e della vocazione imprenditoriale di tanti giovani se ci si ferma ad osservare la parabola discendente di entrambe queste serie: le iscrizioni di imprese giovanili sono diminuite progressivamente – e senza interruzioni – dal 34,2% del 2012 al 29,4% dello scorso anno, realizzando una perdita di 4,8 punti percentuali. Più altalenante e ancor più accentuato appare il tragitto delle cessazioni, passate dal 15,4% sul totale del 2012 al 9,8% del 2021.

La geografia dell’invecchiamento dell’azienda-Italia

Non tutti i territori della penisola hanno risentito allo stesso modo di questo lungo “raffreddamento” degli spiriti imprenditoriali giovanili, anche se l’evidenza dei dati suggerisce qualche linea interpretativa. L’arretramento più consistente ha interessato il blocco delle regioni centrali a cavallo dell’Appennino: nei dieci anni considerati, Marche, Abruzzo, Toscana, Molise e Umbria sono le prime cinque regioni in ordine di arretramento percentuale della componente giovanile dello stock di imprese del rispettivo territorio (con una media del 29%, dal 32 delle Marche al 26 dell’Umbria). Da segnalare che solo nel caso delle Marche, l’arretramento riguarda anche la componente non-giovanile, diminuita del 3,5% nel periodo. A risentire in maniera più contenuta della riduzione del perimetro delle imprese under 35 sono state Campania, Lazio, Valle d’Aosta, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia (in media arretrate del 15,6% nel periodo) con valori compresi tra il -11,1% della prima e il -18,5% dell’ultima. Unica regione a segnalare un incremento di imprese giovanili nel decennio è il Trentino-Alto Adige (+6,5%), per di più associato anche alla crescita della componente non giovanile (+1,1%).

Spostando l’osservazione dai valori percentuali a quelli assoluti, colpisce anzitutto la simmetria disegnata nella geografia dello stivale dalla contrazione di imprese giovanili: ai primi due posti della graduatoria regionale, infatti, troviamo la Lombardia (-16.883 imprese di under 35) e la Sicilia (-15.923). Insieme con Toscana (-12.483) e Puglia (-12.045) che seguono a breve distanza, queste regioni condividono una contemporanea crescita di imprese non giovanili che in tre casi su quattro (l’eccezione è la Toscana) compensano la riduzione delle imprese di under 35. Subito dopo segue un terzetto di altre regioni di grande rilievo per l’economia nazionale (Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto) in cui alla riduzione di imprese giovanili si è accompagnata anche la riduzione della componente non giovanile.

La contrazione a livello settoriale

A livello settoriale, l’indagine evidenzia un profilo decisamente più movimentato dei cambiamenti che hanno interessato l’imprenditoria giovanile. In quattro settori il numero di imprese guidate da under 35 è cresciuto, muovendosi in qualche modo all’ombra delle imprese non giovanili: noleggio e servizi alle imprese (+11,8%), attività professionali, tecniche e scientifiche (+7,36%), istruzione (+6,3%) e attività finanziarie e assicurative (+3,7%). Segnali di un certo dinamismo che, tuttavia, si traducono in una crescita complessiva che non arriva alle 5mila unità.

Nei rimanenti 14 settori dell’elenco delle principali attività economiche, le imprese giovanili hanno invece fatto segnare il passo con arretramenti anche fortissimi nel periodo considerato: è il caso delle costruzioni che tra 2012 e 2021 hanno perso quasi la metà delle imprese a conduzione giovanile (-46,6% il bilancio), delle attività di estrazione di minerali (-42,7%), di quelle propriamente manifatturiere che hanno visto sparire esattamente un terzo delle loro aziende giovanili e del commercio che, a fine decennio, si ritrovano con un quarto delle imprese giovanili in meno rispetto a quelle che avevano al suo inizio.

Passando ad analizzare i settori in arretramento e seguendo l’ordine della sua rilevanza percentuale nel periodo, spicca la continuità di un blocco di attività economiche in cui la componente giovanile – negli ultimi dieci anni – appare essersi mossa in controtendenza rispetto a quella non giovanile. Si tratta di sette settori (dall’alloggio e ristorazione alle attività immobiliari) nei quali l’opportunità di fare impresa sembra più appannaggio degli over 35 e, per converso, non sia percepita allo stesso modo dai giovani al di sotto di questa soglia di età.

Un ultimo blocco di settori, infine, restituisce l’immagine di una decisa riduzione dell’interesse dei giovani con aspirazioni imprenditoriali rispetto alle attività più tradizionali. Al netto dell’agricoltura – che, pur chiudendo il decennio con il segno meno (-4,2%), vede i giovani imprenditori tenere meglio le posizioni dei loro colleghi più maturi (-10,9%) – la riduzione delle imprese under 35 dei trasporti, del commercio, delle attività manifatturiere ed estrattive e delle costruzioni, negli ultimi dieci anni è decisamente più accentuata rispetto a quella fatta registrare dalle non giovanili.

Conclusioni

Questa analisi è un tassello di un’indagine più ampia che InfoCamere ha condotto di recente sui fenomeni legati alla trasformazione del tessuto imprenditoriale italiano rispetto all’età delle imprese e degli imprenditori.

Il rallentamento del turnover dei giovani nelle imprese italiane è un limite all’innovazione, allo sviluppo di nuove idee, all’allargamento dei settori emergenti. Non solo. Rappresenta anche un potenziale rischio per la continuità aziendale di tante attività gestite a livello familiare che, con l’uscita di scena delle generazioni più anziane, si ritrovano spesso svuotate dell’energia che le ha fatte vivere e prosperare e quindi con meno opportunità di continuare ad esistere.

I dati del Registro delle imprese si confermano uno strumento indispensabile per tracciare – anche grazie a opportune integrazioni con altre fonti – l’evoluzione dei fenomeni imprenditoriali nel tempo e fornire indicazioni utili per l’elaborazione di policy sempre più mirate, misurabili ed efficaci per sostenere i processi di cambiamento dell’economia reale del Paese.

Come sempre, il futuro non è da temere, ma da affrontare. Questo tempo si caratterizza dalla simultanea presenza dell’ultima generazione umana che ha conosciuto un mondo esclusivamente analogico e della prima che lo interpreta attraverso il digitale e, insieme, da un cambiamento epocale nel modello economico e sociale in cui viviamo.

Le elaborazioni sull’imprenditoria giovanile e non giovanile ci restituiscono una visione che non è solo numerica, ma che include e descrive un passaggio: comunque vada, le aziende gestite dai figli non potranno essere la lineare prosecuzione di quelle fondate dai padri. Allo stesso modo, i fondatori di oggi hanno una visione più ampia di quella delle generazioni che li hanno preceduti: il confine dell’azienda era delineato un tempo dalla stessa lingua, dalla stessa moneta, mentre oggi i giovani hanno un rapporto i cui gli “altri” sono lì, vicini e raggiungibili con una tastiera, e alle stesse valute nazionali, ai simboli e alle immagini che le rappresentano si affiancano criptovalute il cui paese di origine non costituisce né referenza né descrizione.

Veniamo da un mondo in cui i cambiamenti erano per lo più associati a rivoluzioni, a piazze, a organizzazioni di massa, ideologie e religioni, mentre il futuro, anche il più prossimo, si fa diverso dal presente per un’etica basata su pochi punti condivisi su una scala che attraversa confini, credo, culture: per tutti, l’obiettivo è rappresentato dalla multicolorata tavola dei 17 SDGs dell’ONU, sottoscritta da 190 Paesi nel 2015.

Un’etica condivisa e un obiettivo comune non bastano a rassicurarci, a garantirci una “pace universale”, ma almeno ci fanno capire che la cronaca e la storia stanno su due piani differenti, e che la seconda non è la somma degli eventi descritti dalla prima.

La generazione che ha studiato sui libri di carta ha portato l’umanità ad uno stato di benessere mai esistito prima e pagato a caro prezzo: un modello sociale che ha consumato più energia nel presente di quanta ne abbia lasciata per il futuro, se il riferimento è alle fonti non rinnovabili.

Il cambiamento climatico, le migrazioni, la riduzione della biodiversità: fenomeni di decenni che richiedono decenni per essere fermati e altri perché prendano un diverso segno.

La generazione che ha studiato e studia davanti agli schermi di pc e smartphone ha davanti un processo lungo di rigenerazione planetaria e pare lo sta affrontando con lucidità, con una convinzione che non è data dall’obbligo, dalla paura di un pianeta che si corrode tra benessere umano e distruzione delle altre specie, ma dalla consapevolezza di un ruolo dell’umanità che non è più predestinata padrona della Terra, ma la sua custode.

A quelli che pensano che “sostenibilità” sia solo un nuovo ammaestramento ai molti perché i pochi possano accaparrarsi nuove ricchezze, si può chiedere solo di guardare ai propri figli, alle loro ragioni, a come le portano avanti senza barricate e scegliendo consumi responsabili, rifiutando di giocare con palloni cuciti da bimbi nepalesi o di indossare pellicce. I tempi cambiano e tutto sta per iniziare.

Note

  1. Si considerano Imprese giovanili le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni. Il grado di partecipazione di giovani è desunto dalla natura giuridica dell’impresa, dall’eventuale quota di capitale sociale detenuta da ciascun socio e dalla percentuale di giovani presenti tra gli amministratori o titolari o soci dell’impresa. In generale si considerano giovani le imprese la cui partecipazione di giovani è complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da giovani, per tipologia di impresa, in base ai criteri definiti nella tabella sotto indicata. Le imprese sono poi classificate in base al maggiore o minore grado di imprenditorialità giovanile.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati