Chi ha trascorso un lockdown solitario sa cosa significa rivalutare la convivenza con un partner.
Non stupisce dunque che il profondo silenzio della vita in lockdown abbia dato la sveglia alle app di dating che stanno reinventandosi nella ricerca della classica “anima gemella”, andando a esplorare le nicchie e promuovendo una ricerca di partner meno frivola in base agli hobby personali.
Il motore di tutto non è più una foto che mette i single in bella luce, ma la profilazione in base agli interessi più autentici.
Le app di dating ripartono dalla nicchie
Le applicazioni di dating esplorano l’opportunità di specializzarsi, per aiutare i single a trovare velocemente un terreno comune di interessi e passioni per iniziare forse una nuova relazione, al di là della ricerca dell’apparenza fisica.
L’app S’More è dedicata proprio a chi cerca qualcuno con cui uscire insieme, mettendo in risalto il fil rouge che potrebbe unire due persone al di là dell’aspetto fisico. L’app genera il match prima di consentire la connessione: infatti le foto di ogni profilo rimangono sfocate, finché si svelano gradualmente, man mano che gli utenti si scambiano messaggi, dopo aver letto le rispettive biografie, gli hobby preferiti e risposto a domande come “Quali sono le tre qualità top in un incontro?”.
La scommessa dei single consiste in una ricerca meno superficiale e nella possibilità di evitare la delusione derivanti da mismatch.
Un’app per ogni passione
Anche chi ha visto un matrimonio naufragare durante il lockdown, oggi può sperare di ritrovare un partner con le nuove app di dating, meno rischiose, meno deludenti e più focalizzate sulle nostre vere passioni e attitudini.
Le app di dating sono più efficienti perché sanno trovare rapidamente interessi comuni e identità “sovrapponibili” o con tratti in comune: Loosid è l’app di dating dove il denominatore comune è la sobrietà, mente Hiki mette in contatto single con caratteristiche della personalità con disturbi dello spettro dell’autismo; TeamUp fa incontrare partner amanti del fitness, mentre Dig è destinata agli amanti dei cani; Kippo è dedicata ai gamer, mentre Veggly propone incontri fra vegetariani e vegani, invece gli appassionati di astrologia possono contare su ben tre apps (Stars Align, NUiT e The Pattern) per chi crede che l’incontro con l’anima gemella sia scritto nelle stelle.
Del resto, proprio la pandemia ha messo tutti di fronte alle proprie responsabilità: un cultore del metodo scientifico non potrà innamorarsi di un no-vax (e viceversa). Nell’era della polarizzazione (non solo politica) e delle bolle social, trovare un terreno comune di confronto è il modo migliore per evitare il mismatch nel dating online.
Il dating oltre Tinder
Il concetto, alla base di queste app specializzate su nicchie di utenti, ovviamente non è nuovo: nel 2009 debuttò Grindr, l’app per uomini gay, mentre Christian Mingle risale al 2001 e Tastebuds, che mette in relazione persone con gusti musicali affini, vide la luce nel 2010. Ma le app che vanno oltre Tinder, stanno catalizzando attenzione proprio nel post-lockdown.
Julie Spira, autrice del libro “I pericoli del Cyber-Dating”, ha dichiarato al Wall Street Journal che il fenomeno ora sta esplodendo.
Secondo la società specializzata in analytics App Annie, si contano 420 apps di dating sugli app store per Android (Google Play) e per iOS (Apple App store). La domanda è crescente e gli sviluppatori esplorano tutte le nicchie per offrire le giuste priorità a chi ha trascorso mesi a domandarsi cosa sia andato storto nell’ultima relazione fallita. Lifestyle e valori di fondo sono i fattori che più contano per chi cerca un nuovo partner.
Amore e micro-targeting
Le app di nicchia non sono esclusive, ma sono strumenti supplementari impiegati per affiancarsi (e non sostituire) le app di massa come Match, Bumble e Hinge. Il pre-filtro è dunque utile per capire se cerchiamo un amante di viaggi o un runner, ma per chi cerca rimane importante anche la base utenti: le app più famose registrano tantissime opportunità d’incontro, mentre le app di nicchia hanno una base utenti più selezionata, manche più limitata.
Anche il dating segmenta i partner in maniera sempre più raffinata per individuare e raggiungere un preciso target di riferimento e convincerlo all’incontro. Le sofisticate potenzialità del microtargeting puntuale possono accelerare l’incontro fra persone nell’era della personalizzazione più spinta (e, a volte, invasiva).
Il vantaggio del dating specializzato è quello di offrire un elevato grado di compatibilità fra eventuali partner: una passione in comune (il fitness, la cura degli animali eccetera) è un collante non indifferente. Innanzitutto, chi coltiva un interesse di qualsiasi natura non ama essere giudicato come “una persona fissata”, ma vuole soltanto essere capita e apprezzata per come realmente è.
Per esempio Dig conta oltre 100 mila utenti e consente di filtrare il proprio partner in base alla taglia del pet di compagnia. Anche per vegani e vegetariani il dating è sempre un appuntamento al buio, dal momento che, da un recente sondaggio, condotto su 430 mila persone, è risultato che il 52% non vorrebbe mai avere un appuntamento con chi non segue una dieta vegetariana. L’etica fa parte di quei principi non negoziabili. Ma anche per gli appassionati di astrologia, ha il suo perché la “compatibilità cosmica” fra chi è nato sotto una precisa mappa astrale. L’algoritmo tiene conto di tutte queste caratteristiche per far incontrare due persone che leggono l’oroscopo e credono nelle connessioni celesti.
Loosid, l’app che valorizza la sobrietà, ha registrato invece un incremento a quattro cifre del 3.500% dopo il primo lockdown, in cui sono aumentati i problemi legati all’alcolismo e alle dipendenze. Hiki, nata nel 2019, rappresenta una grande opportunità per il 79% di adulti autistici che si sentono soli o socialmente isolati: l’app è realizzata tenendo conto della user experience dei suoi utenti, privilegiando alcuni accostamenti di colore rispetto ad altri e la dimensione dei font e dei pulsanti, in modo tale che il graphic design dell’app vada incontro alle esigenze della sua utenza finale. Il fondatore Jamil Karriem, pur non essendo autistico, assicura che l’80% dei suoi dipendenti è affetto da autismo.
Il video-dating in sicurezza nell’era di Zoom
Il dating virtuale è un fenomeno destinato a restare, ma chi ama il dating vuole anche qualcosa in più: la sicurezza. Anche il dating ha introdotto l’uso di Zoom e di altre video-chat. La possibilità di filtrare un possibile partner mediante una pre-selezione, prima dell’incontro faccia a faccia, offre un ulteriore livello di sicurezza.
Hinge, che offre video-chiamate in-app, riporta che il 44% dei suoi utenti ha avuto un video-dating. Il 65% preferisce continuare a fare video chat nel proprio processo di dating anche post-pandemia, perché il primo step in video-calling per verificare la compatibilità prima dell’incontro in real life riduce la tensione e la pressione dell’incontro reale; il 70% dei membri di Eharmony intende continuare col dating virtuale, combinando la strategia digitale acquisita durante la pandemia con il dating face-to-face di sempre.
Oggi chi usa il dating per incontrare nuovi partner dovrebbe continuare a usare la pre-selezione:
- per verificare se chi incontriamo è già stato vaccinato;
- rimanere open-minded di fronte alle opportunità d’incontro che la vita ci offre;
- dare importanza all’ascolto attivo e partecipare alla conversazione, partendo dagli interessi condivisi (una curiosità: esiste l’app Swoon-me di voice dating in stile ClubHouse, dedicata all’ascolto);
- contattare subito, senza aspettare, un profilo che ha “affinità elettiva” con noi;
- se la pre-selezione ci convince e la video-chiamata ci ha incuriosito, passare subito all’incontro in real life. La pandemia ha dimostrato che aveva ragione Orazio col suo “carpe diem”: bisogna sempre cogliere l’attimo, soprattutto col supporto della tecnologia che cerca di evitarci delusioni o spiacevoli sorprese.