Esperto risponde

CUP e fatturazione elettronica: quali sanzioni in caso di omissione

Il quesito posto da un lettore che svolge consulenza per un Gal – Gruppo di azione locale, offre l’occasione per approfondire la relazione tra Cup e fatturazione elettronica

Pubblicato il 30 Apr 2020

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista

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DOMANDA

Sono consulente di un Gruppo di azione locale (Gal). Il Gal, nell’attuare il suo programma di sviluppo locale,  è riconosciuto quale organismo intermedio dalla Regione di appartenenza. Il Gal, attraverso una procedura pubblica, riceve dalla Regione delle risorse per la gestione della sua struttura finalizzata allo svolgimento di attività di comunicazione e promozione di eventi informativi e formativi sul Programma di sviluppo locale. Le risorse sono a valere sul Feasr misura 19.4 e per la quale abbiamo un Cup.

Sono stato selezionato ai sensi del D.lgs 165/2001 e sono un Ragioniere. Nell’emettere le fatture elettroniche, ho inserito tutti i riferimenti alla misura del Feasr 19.4 ed alle attività svolte, ma non ho indicato il Cup. Le fatture mi sono state regolarmente pagate con bonifico e riguardano gli anni 2017,2018 e 2019. Le stesse pertanto non possono più essere annullate.

I pagamenti sono avvenuti sempre da un conto dedicato alla misura 19.4  al mio conto corrente che nel corso degli anni è stato sempre lo stesso. La descrizione della fattura è univoca, non lascia dubbio a nessuna incertezza circa la ragione della prestazione. Come posso sanare la mancata indicazione del Cup nelle mie fatture?

Daniele Borrelli

RISPOSTA

La norma che impone la obbligatorietà della indicazione del campo Codice Unitario Progetto  (CUP) nella fattura elettronica  è  l’articolo 1, comma 917, della legge n. 205 del 2017, che così dispone “Le fatture elettroniche emesse ai sensi della presente lettera riportano gli stessi codici CUP e CIG  di  cui all’articolo 25, comma 2, del decreto-legge 24 aprile  2014,  n.  66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23  giugno  2014,  n.  89, riportati nelle fatture emesse dall’impresa  capofila  nei  confronti dell’amministrazione pubblica.” A sua volta, l’articolo 25, comma 2, del D.L. 66/2014, prevede che: “Al fine di assicurare l’effettiva tracciabilità dei  pagamenti da parte delle pubbliche  amministrazioni,   le  fatture  elettroniche emesse verso le stesse pubbliche amministrazioni riportano:  …  2) il Codice unico di Progetto (CUP), in caso di fatture relative a  opere  pubbliche,  interventi   di   manutenzione   straordinaria, interventi finanziati da contributi  comunitari  e  ove  previsto  ai sensi dell’articolo 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3”.

La norma è finalizzata ad assicurare la tracciabilità dei pagamenti della PA e le sanzioni sono comminate qualora i pagamenti non contengano la indicazione del CIG o del CUP (dal 2% al 10% dell’importo della transazione, ai sensi del comma 2, dell’articolo 6 Legge 136/2010).

Attesa la predetta finalità, appare decisivo che sia stato rispettato l’obbligo di indicazione del CUP nel bonifico che Lei ha ricevuto (questo non si evince dal suo quesito); in questa ipotesi sotto il profilo IVA non sussisterebbe violazione di norma specifica, e, in ogni caso, si tratterebbe di una violazione che non ha avuta alcuna conseguenza per l’avvenuto raggiungimento dello scopo per cui è stata istituita.

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu

Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

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