Lo scenario

Fisco, una stagione di innovazione: e-fattura europea, precompilata Iva e dichiarazioni doganali, cosa cambia

In cinque anni tre riforme fiscali punteranno all’innovazione e alla tecnologia per trasformare gli adempimenti fiscali: vediamo i dettagli sui cambiamenti previsti per la fatturazione elettronica europea, la precompilata IVA e la dichiarazione doganale

Pubblicato il 24 Feb 2023

Alessandro Mastromatteo

Avvocato, Studio Legale Tributario Santacroce & Partners

Benedetto Santacroce

Studio Legale Tributario Santacroce & Associati

fattura elettronica

Dal 2023 al 2028 tre riforme fiscali, utilizzando la tecnologia, trasformeranno gli adempimenti in opportunità di automazione e di controlli incrociati gestiti integralmente dai sistemi gestionali. In particolare, il legislatore unionale e quello nazionale con degli specifici provvedimenti diretti a modernizzare il sistema fiscale sono, in contemporanea intervenuti su: fatturazione elettronica europea per il monitoraggio delle transazioni di beni tra Stati membri, dichiarazione Iva precompilata dal periodo d’imposta 2022 per 3,4 milioni di partite Iva e dichiarazione doganale in import ed export con nuove modalità di gestione del tutto digitali.

Questi interventi si inseriscono in un percorso iniziato in Italia nel 2007 (se non prima) diretto, da una parte, a rendere più tempestivo il controllo delle amministrazioni finanziarie e, dall’altra, consentire ai contribuenti un salto di qualità nella gestione del dato.

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Fatturazione elettronica europea: lo scenario

Questa è sicuramente la riforma più ambiziosa e forse la meno impattante per le imprese italiane perché, comunque l’Italia adotta la specifica modalità di certificazione dei corrispettivi in tutti i settori dal 1 gennaio 2019. In effetti, l’8 dicembre scorso la Commissione Europea ha approvato un trittico di proposte normative (sotto il titolo VAT in the digital Age – VIDA) che modificando rispettivamente la direttiva Iva 2006/112/Ce (doc COM (2022)701 finale), il regolamento applicativo 282/2011 (doc COM (2022)704 finale) e il regolamento di cooperazione 904/2010 (doc COM (2022)703 finale) ridisegnano il quadro di riferimento della fatturazione elettronica sia sul piano dei singoli Stati dell’UE che sul piano della gestione degli scambi intraunionali.

In entrambi i casi lo scopo che si propone il legislatore unionale è di uniformare la struttura e la composizione elettronica delle fatture per ridurre gli impatti operativi per quelle imprese che operano contestualmente in diversi Stati membri e di rendere più efficace la lotta alle frodi transnazionali Iva.

Più in dettaglio per la fattura elettronica viene liberalizzato, a livello di Stato membro, la possibilità di introdurre senza più bisogno di una preventiva autorizzazione UE l’adempimento tra privati. Inoltre, per uniformare i formati, con un intervento deciso a livello unionale, viene stabilito che entro il 31 dicembre 2027, tutte le transazioni intraunionali dovranno, di fatto, essere certificate con la fattura elettronica europea di cui alla direttiva 2014/55/UE – standard EN 16931 – UBL e CII – vale a dire con il formato unico previsto in materia di appalti pubblici. Diciamo di fatto perché il formato dovrà essere obbligatoriamente utilizzato per fornire con un’apposita comunicazione (Digital Reporting Requirements – DRR) entro due giorni dalla fatturazione della operazione intraunionale i dati certificati al sistema VIES centrale che li metterà in condivisione con tutti gli Stati membri. Proprio attraverso l’introduzione di questo obbligo la Commissione persegue l’obiettivo di uniformare entro il 1 gennaio 2028 in tutti gli Stati membri lo standard di fatturazione.

Le novità sulla dichiarazione Iva precompilata

Il nostro Stato, giocando d’anticipo rispetto agli Stati membri, il 10 febbraio 2023 ha messo a disposizione di ben 2,4 milioni di partite Iva il modello precompilato della dichiarazione Iva relativa al periodo d’imposta 2022. Questo nuovo strumento di compliance è il risultato della graduale introduzione degli obblighi di fattura elettronica, invio telematico dei corrispettivi e invio giornaliero dell’esterometro.

La predisposizione della precompilata Iva (che non è certo – almeno a breve – la corretta fotografia della dichiarazione iva delle singole imprese costituisce, però, abbinato al rilascio di nuovi servizi di consultazione e elaborazione dei dati del sistema di interscambio (SdI), uno strumento con cui le imprese possono effettuare in piena autonomia e in modalità del tutto digitale e automatizzata una serie di quadrature e degli specifici controlli di conformità. In pratica, al momento della predisposizione della dichiarazione Iva l’operatore potrà scaricare i dati a disposizione del fisco e potrà incrociarli con i dati contenuti nei propri gestionali. Questo rivoluziona il rapporto tra fisco e contribuenti ed elimina alla fonte una serie di errori. certamente per ottenere il massimo dei risultati da questi controlli bisognerà provvedere, se non ancora fatto, a rivedere i propri codici Iva allineandoli ai codici natura delle singole transazioni previste dall’Agenzia delle Entrate. In questo modo, oltre a semplificare la gestione interna delle fatture e dei relativi registri si potrà introdurre dei meccanismi automatici di esecuzione dei singoli adempimenti.

Come funzionerà la dichiarazione doganale

Dal 30 novembre 2022 per l’import e da maggio 2023 per l’export la dichiarazione doganale ha cambiato e cambierà pelle, abbandonando il DAU (la bolletta doganale) per abbracciare, con uniformità europea, dei data set. Quindi la dichiarazione da documento diviene un flusso di dati. Anche questa riforma ha lo scopo di migliorare la compliance e consentire all’agenzia delle Dogane e ai contribuenti di incrociare in automatico diverse informazioni.

Sul piano operativo questa riforma, appena partita necessita ancora alcune evoluzioni tecnologiche che consentiranno ai contribuenti di scaricare in modo massivo le informazioni. Certamente lo scopo finale sarebbe quello, come capita con l’Agenzia delle Entrate, di dotare ogni operatore di un proprio cassetto doganale, nel quale è possibile consultare e elaborare le informazioni delle operazioni extra-UE importandoli all’interno dei propri gestionali. Per ora questa funzione non è ancora disponibile anche se ADM ha lanciato, in contemporanea con la piena operatività dei data set d’importazione (30 novembre 2022), una fase sperimentale che si spera che in un tempo piuttosto breve consenta, almeno, di gestire con maggiore semplicità lo scarico del prospetto di sintesi ai fini contabili della dichiarazione doganale. Prospetto di particolare rilievo, ai fini Iva, perché è il documento designato da ADM e ADE per consentire ai contribuenti di registrare e detrarre l’Iva sulle singole importazioni.

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