Italia Login vuole essere la casa online del cittadino e dell’impresa italiana. Un’unica piattaforma che sostituisca l’eterogeneità dell’offerta attuale e sappia integrare i piani verticali avviati (sanità, scuola, giustizia, eccetera) in un’unica piattaforma di accesso, attraverso il Servizio Pubblico d’Identità Digitale e l’anagrafe nazionale della popolazione residente, che abiliterà la profilazione.
Ogni cittadino italiano avrà un profilo civico online dal quale potrà accedere alle informazioni e ai servizi pubblici che lo riguardano, in maniera profilata. Un luogo di interazione personalizzato con la pubblica amministrazione e le sue ramificazioni, arricchito dalle segnalazioni sulle opportunità e gli obblighi pubblici che il sistema filtrerà in relazione al profilo anagrafico.
L’intervento vuole rappresentare la vera semplificazione della pubblica amministrazione, uno «Stato» facile da usare e accedere su multipiattaforma, anche mobile:
• La pubblica amministrazione offre a cittadini ed alle imprese i propri servizi online, comunica l’avvio di ogni procedimento amministrativo che li riguardi, apre un canale aperto di comunicazione
• Cittadini ed imprese devono trovare in un solo luogo i servizi necessari, fare operazioni in pochi passaggi dovunque si trovino, trovare nei propri mezzi di interazione la risposta agli atti necessari nel suo ruolo di cittadino.
Un luogo unico dove il cittadino con il suo profilo unico:
• riceve e invia tutte le comunicazioni con le PA e ne conserva lo
storico
• accede a tutti i servizi via via disponibili
• riceve avvisi di scadenze, effettua e riceve versamenti e ne
conserva lo storico
• archivia i propri documenti
• interagisce con l’anagrafe digitale
• esprime valutazioni su servizi e fornisce feedback e suggerimenti
• partecipa alla vita democratica
Ogni amministrazione pubblica dovrà portare i propri servizi all’interno di questa “casa” online del cittadino.
La piattaforma avrà un set di API, documentate in un apposito sito, che garantiranno l’interoperabilità del servizio e il suo utilizzo attraverso l’interfaccia unica. E naturalmente gli uffici, interoperabili, si occuperanno di scambiarsi le informazioni in relazione alle funzioni che devono svolgere senza imporre al cittadino di trovarle per loro.
Ogni cittadino avrà una chiave d’accesso ai servizi digitali pubblici, ha un’identità digitale garantita da un sistema standard, ha un domicilio su Internet e un sistema facile e sicuro per i pagamenti e per ricevere scadenze ed avvisi.
Si tratta di un cambiamento di paradigma che pone il cittadino al centro e l’amministrazione al suo servizio, avendo una focalizzazione particolare sulla semplicità e l’usabilità. Una nuova piattaforma relazionale che nel tempo integrerà flussi applicativi delle relazioni con i cittadini di tutta la PA.
Per la realizzazione a regime di ItaliaLogin dovranno essere in esercizio
sia il Sistema Pubblico di Identità Digitale, sia l’Anagrafe Nazionale
Unica e dovranno essere previsti i seguenti interventi :
Sistema di Gestione dei Procedimenti Amministrativi
Attualmente i sistemi di gestione documentali in uso nella quasi
totalità delle amministrazioni sono obsoleti, incompleti, inadeguati,
caratterizzati da scarsa interoperabilità, senza visione unitaria e
sistemica.
Il Sistema di Gestione dei Procedimenti Amministrativi (SGPA)
realizzerà il modello organizzativo e strumentale di riferimento con
l’obiettivo di:
• mappare i servizi a cittadini e imprese sui procedimenti
amministrativi di una stessa PA e tra PA diverse;
• reingegnerizzare, standardizzare e digitalizzare i principali
procedimenti amministrativi interni e trasversali;
• ricondurre ad unitarietà la gestione dei dati, degli eventi e dei
documenti informatici non strutturati;
• favorire l’impiego – ed il riconoscimento in campo amministrativo
– di elementi documentali ampiamente usati nel settore privato, quali
le registrazioni degli eventi di sistema ed applicativi (log);
• definire il modello funzionale di riferimento che garantisca
multicanalità di accesso;
• creare un ambiente interoperabile, cooperante, scalabile e
realmente aperto in termini di dati e trasparenza dell’azione
amministrativa;
• ridurre i tempi di adeguamento dei processi alle sollecitazioni
normative e regolamentari;
• introdurre modalità di erogazione in modalità SaaS propria dei
servizi del Cloud Computing System;
Sistema di notification
Ogni servizio applicativo, sia che esso sia rivolto ai cittadini, sia che
esso sia rivolto ad altre pubbliche amministrazioni, genera degli eventi
al variare dello stato dei processi.
A dette transizioni di stato è necessario associare una comunicazione
di informazione che uno stato si è modificato e/o che sono richieste
azioni da intraprendere.
Il sistema di notification – anche integrato con il Sistema Pubblico di
Connettività – potrà prevedere forme multicanale di comunicazione,
anche con eventuale fallback a sistemi tradizionali già esistenti.
Sistema di identificazione documentale
Sempre più i documenti tendono a dematerializzarsi perdendo la loro
forma cartacea ed assumento una forma di struttura dati in un
sistema informativo. Per ragioni di user experience, questi dati
vengono normalmente rappresentati agli utenti, non in forma di dati o
di schemi XML ma in forma grafica con una rappresentazione
“tradizionale” analoga a quella dei documenti tradizionali, seppure il
dato con valore legale sia quello presente nei sistemi informativi.
E’ quindi opportuno realizzare una infrastruttura che consenta di
collegare la rappresentazione ai dati per il tramite di un URI (Uniform
Resource Identifier) da includere nella rappresentazione, dotato di una
opportuna struttura di metadati che potrà includere informazioni da
altri sistemi quali SPID, il sistema di notification ed il sistema dei
pagamenti.
Lo spazio dei nomi di detti URI dovrà essere oggetto i coordinamento
centrale ed il sistema potrà disporre di un repository di supporto.
Chi fa cosa?
– AgID progetta la soluzione e detta gli standard
– tutte le amministrazioni partecipano e si integrano, anche attraverso
il supporto di AgID, attraverso l’esposizione del loro patrimonio
informativo e di servizio
Gli stakeholders pubblici coinvolti
▪ tutta la PA nazionale e locale
Ruolo degli stakeholders privati
▪ Le imprese che possono offrire servizi aggiuntivi
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
▪ Razionalizza e migliora l’offerta pubblica
▪ Favorisce la domanda attraverso il progressivo switch off della
opzione analogica
Tempistica
Prima fase: profilazione e login tramite SPID e anagrafe unica 2015- 2016
Seconda fase: incremento servizi disponibili, progressiva da 2016 a 2020
Calcolo dei benefici /indicatori
▪ punto unico di accesso per tutti i servizi della pubblica
amministrazione
▪ maggiore usabilità e efficienza del rapporto amministrazione-
cittadino
▪ miglioramento della qualità dei servizi resi all’utenza;
▪ sviluppo di servizi innovativi per cittadini e imprese;
Tali benefici possono essere calcolati seguendo le seguenti metriche:
▪ numero di servizi sulla piattaforma
▪ % amministrazioni aderenti
▪ numero utenti registrati
▪ numero utenti con transazioni















OK, E QUINDI QUANDO PARTIRà? IO HO GIà LA CIE, DOVE LA POSSO UTILIZZARE?
cosa occorre fare da parte dei cittadini per ottenere le credenziali di accesso?
cosa avviene per colui che ha gia accesso via smart cart alla sanità, inps,ed agenzia delle entrate? deovrà cambiare il PIN o resta quello in uso?
grazie
Caos su caos.
Invece che far funzionare l’esistente, nuoca propaganda su novità.
Quanto è attuale il mestiere del ciarlatano in Italia !!
veramente una vergogna … il progetto andava “semplificato” non cancellato … poi il passare ai privati .. a pagamento .. ridicolo … stato inesistente
A quando le istruzioni operative?
Con la recente abolizione della CEC-PAC, restiamo in attesa, a meno di pagare ad un provider il suo servizio di PEC (obbligatoria)…
O è questa la happy end per il cittadino?
Era un buon servizio per noi cittadini e l’unica cosa che fatte ora che abbiamo usato il servizio e’ metterlo a pagamento. Roba da schifo come sempre. Vorra’ dire che ritorniamo a inviare le vecchie raccomandate alla posta
Vero che la PEC è un’assurdità che Brunetta ha spacciato per la soluzione di tutti mali. Invece costringe gli operatori dei Comuni a reinserire tutti i dati quasi come fosse arrivata una raccomandata cartacea. Inoltre qua spuntano altri ridicoli acronimi da consulenti informatici mentre la verità è che la maggior parte dei comuni non è in grado di gestire neanche una firma digitale e se gli mandi una PEC con u P7M allegato vanno in tilt. L’unica cosa giusta che ho visto apparire era l’anagrafe unica (ANPR) ma l’intervento delle lobbies delle softwarehouse ha vanificato l’operazione. Aggiungo che era ora che il Governo prendesse in mano la gestione di moduli unici per i procedimenti, permessi disabili nazionali che qualsiasi agente possa controllare (pensate a quei pirla che falsificavano il permesso disabili nel formato del proprio comune, bastava copiarne uno di un’altra città e nessun agente locale sarebbe stato in grado di controllare). E’ ora di distinguere che cosa è corretto gestire a livello regionale (territorio, sanità) rispetto a procedimenti on line, autenticazione on line, anagrafe animali etc. che invece devono essere appannaggio di una gestione centrale. DA Parma ci sono 20 km per essere in Lomabrdia e se perdo il cane li nessuno potrà controllare se invece lo perdo a Rimini, a 200 km, tutto bene). Ma su siamo seri e facciamo le cose per bene consapevoli che la maggioranza dei comuni è all’età della pietra.
La PEC è un balzello unicamente ITALIANO, non doveva esistere punto e basta! Basterebbe “legalizzare” la posta elettronica tradizionale che già possediamo, obbligando tutti i gestori di posta (Gmail, Yahoo, Apple, Microsoft, Libero, etc.) al mantenimento della qualità e delle caratteristiche del servizio alla pari del servizio PEC.
Dopo i 50 milioni che la politica ha dato ai loro “amici” (chissà perchè sempre i soliti) per creare la piattaforma postacertificata.gov.it, si doveva trovare una scusa per inventarsi una nuova “tangente” pubblica che costerà svariati milioni di euro da dare alle solite aziende note per un progetto che come il precedente sarà destinato ad un fallimento perchè è solo tutto parte di Mafia Capitale anche queste gare di appalto…se la magistratura indagasse a fondo su tutte le “finte” gare che ruotano intorno allo IT delle PA ed aziende pubbliche si vedrebbero facilmente i cartelli di aziende che guarda caso si aggiudicano sempre le gare ma non al risparmio per il cittadino, ma allo ingrasso per i vari politici e burocrati via via coinvolti e che hanno potere di pilotare la gara….Non raccontiamoci idiozie…le gare si sanno già in anticipo chi se le deve aggiudicare….
Le gare dovrebbe gestirle la Guardia di Finanza con la supervizione della Magistratura!
Tolta la Pec gov.it e in sostituzione cosa si deve fare, sicuramente poco per volta i cittadini -come al solito- la Pec la devono pagare una PEC EFFICIENTE -privati, ditte, PA, ecc.-
Sicuramente al mancato raggiungimento dell’obiettivo ha contribuito la scarsa competenza della maggior parte degli sportellisti Poste Italiane, rallentando il processo e scoraggiando i cittadini a proseguire. Peccato, altri soldi del popolo italiano andati in fumo. 🙁
Quindi dismessa la Pec.gov, ogni cittadino che vorrà crearsi una nuova Pec dovrà,come le aziende, crearne una a pagamento ?? Si ok…per me potete continuare a spendere i miei soldi per spedirmi le letterine !!
Vergogna…l’unico servizio 2.0 in Italia era la pec e la tolgono !!! Siamo un paese del 4° mondo.
Sicuro,come tutto in Italia,che qualcuno non ci guadagnava abbastanza…
E’ mai possibile che in questo paese, ogni volta che qualcosa non va, anziché analizzare il problema e correggere i difetti, si ricominci sempre da capo con un nuovo progetto che, avendo inevitabilmente delle deficenze, verrà poi cestinato e quindi….
I tempi di attuazione sono troppo lunghi: nel frattempo sarebbe opportuno rivedere anche la PEC. Io ho quella … governo.it, ma serve a ben poco.
Mi sembrano eccessivi i tempi di attuazione (2020) per essere uno strumento d’informatizzazione e innovazione, si rischia che sia obsoleto ancor prima della sua piena funzionalità
Cmq sta scritto nell’articolo
Digitalizzare i procedimenti, reingegnerizzare
Bene: torniamo ai portali di 20 anni fa! In un mondo dove i portali sono stati sostituiti dai metadati, i motori di ricerca e alla comunicazione diretta, noi facciamo un bel portalone del cittadino. Complimenti a questo governo e ai grandi esperti. Ma provare a guardare cosa abbiano fatto gli altri, no vero? E capire che gli altri non fanno questo, no vero? Ma perché nessuno parla di digitalizzare i processi? I problemi vanno risolti a monte, poi i portali, i social, le comunicazioni, sono tutte una conseguenza.