il caso

“Faccio arte NFT, ecco i rischi da conoscere”: l’esperienza

Speculazioni e attività come l’acquisto di un’opera da parte del suo stesso autore rendono il mondo dei crypto artist colmo di insidie, popolato spesso più da interessi economici che creativi: approfondiamo la situazione, per capirne l’impatto a livello culturale e sociale, con la voce di un nft artist

Pubblicato il 23 Mar 2022

Cupydo Art

Digital artist

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Per esprimere il rapporto tra NFT ed arte è utile riportare l’esempio di Beeple. È affascinante pensare che una creazione digitale formata da 5.000 opere, inizialmente era stata valutata per soli 100 dollari, sia stata poi venduta all’asta per 69 milioni di dollari. Proprio questa è la caratteristica del rapporto tra NFT e arte: fino a poco tempo fa un artista digitale poteva creare delle vere e proprie opere d’arte senza ottenere un compenso se non quello di sporadiche collaborazioni con brand e marchi.

Ciò accadeva proprio perché chiunque poteva ottenere quella fotografia, quel collage, quell’opera d’arte in questione senza doverla acquistare direttamente dall’artista. Adesso invece, grazie a questo certificato digitale che ne verifica la proprietà, l’opera può essere venduta grazie ad una blockchain che altro non è che un enorme registro virtuale. Ma non è tutto oro ciò che luccica: anche dietro il successo di Beeple pare nascondersi qualche ombra.

NFT, qual è il vero valore della digital art: ecco come cambia la valutazione

NFT e arte, il ruolo del marketing

Molto spesso dietro a vendite milionarie non ci sono solo straordinarie opere d’arte ma bensì straordinarie operazioni di marketing. Non è un segreto, infatti, che dietro alla maggior parte dei più noti crypto artisti nel panorama degli NFT si celino importanti agenzie di marketing, vere e proprie squadre di professionisti che gestiscono in maniera meticolosa il percorso dell’artista o aspirante tale.

Ed è proprio questo l’aspetto a cui bisogna prestare particolare attenzione, in quanto un’opera potrebbe assumere un valore stratosferico non per la sua vera straordinarietà ma piuttosto agli straordinari che hanno dovuto svolgere i marketing specialist affinché essa lo sia diventata.

Pump and sell

Tra le più conosciute strategie di marketing inerenti alle vendite di NFT troviamo sicuramente il “pump and sell” letteralmente gonfia e vendi, oppure pratiche come il washtrading. La tecnica è semplice anche se totalmente scorretta, perché vede l’auto-acquistarsi il proprio NFT con account e wallet diversi, a somme sempre più elevate, fino a quando qualche povero inesperto attirato dalle così tante operazioni di compravendita a prezzi altissimi, non deciderà di acquistarlo, con la vana speranza di poterlo rivendere subito dopo ad un prezzo ancora più alto.

Il caso #9998

Caso emblematico l’acquisto per ben 532 milioni di dollari avvenuto lo scorso 28 ottobre del NFT Cryptopunk #9998. L’acquirente era il proprietario, che lo aveva comprato per circa 350mila dollari, con l’intento di drogarne il valore.

L’aspetto speculativo degli NFT

Un mondo difficile da capire, dove i comportamenti di chi vi opera non sono dissimili da quelli di chi lavora su mercati più tradizionali ma con gradi di libertà e di rischio decisamente più elevati, vista l’assenza di regolamentazione e controllo. Sono un assiduo ed attento frequentatore di gruppi dedicati al mondo degli NFT e della crypto art in genere, quello che noto con una frequenza sempre più elevata è il comportamento della quasi totalità dei membri di questi gruppi, l’unico loro interesse sta nel solo aspetto speculativo che gli NFT possono generare. Non è importante se un contenuto sia originale, creativo, che possa esprimere emozioni o meno, l’unica cosa che sembri contare è: a quanto lo riesco a rivendere il giorno dopo?

E dire il giorno dopo è già forse un’esagerazione in quanto spesso e volentieri questi passaggi speculativi avvengono tra diversi wallet nel giro di pochi minuti l’uno dall’altro. Un’altra domanda forse anche più insistente della precedente è quella in cui si chiede del come si possa dare visibilità alle opere, questo però ancor prima che queste vengano create. Sembra quasi assurdo pensare di fare un qualcosa solo se si ha la certezza che queste dopo assumano un determinato tipo di visibilità.

Il movimento Coesionista

L’arte è un’altra cosa, e la crypto arte ha ancora tanto da imparare da essa. Il movimento Coesionista di cui mi faccio portavoce ha come obiettivo principale proprio quello di creare un contatto intimo tra arte tradizionale ed arte digitale, portando le due arti ad esistere insieme, senza che una prevalga sull’altra ma bensì che ognuna dia risalto all’altra.

Il manifesto

Ho creato i miei “NFT su tela” perché credo ancora in un profondo desiderio da parte dell’utente di “godere” fisicamente dell’arte, di vivere un esperienza di acquisto sensoriale, che lo porti fisicamente in una galleria o negozio d’arte, a toccare con mano un qualcosa che potrai appendere sulla parete di casa, cosa che invece il solo NFT come opera digitale non può regalare, in quanto il tutto si riduce ad un freddo scambio di file tra un computer e l’altro o addirittura tra smartphone e smartphone. È vero si può pensare di trasferire l’NFT originale su una tela, ma avrebbe senso farlo? Acquisteresti un Picasso solo per fargli una foto da appendere in salotto e rinchiuderne l’originale in cantina?

Purtroppo, fino a quando il mondo delle opere digitali verrà visto solo come un qualcosa su cui lucrare, non riusciremo a dare il giusto peso ed il giusto valore ad opere ed artisti. Forse risulterò presuntuoso nell’esprimere questo mio personale pensiero, ma sono più che convinto che il 90% degli attuali crypto artisti le cui opere oggi vengono valutate milioni di dollari, tra diversi anni saranno dimenticati. Questo perché non hanno portato nulla di significativo all’arte e o alla crypto arte, ma bensì esclusivamente hype sulle loro opere.

Benefici e svantaggi per i crypto artist

Se vogliamo schematizzare la questione vantaggi e svantaggi per un artista, sicuramente tra i vantaggi inserirei la possibilità che questo settore ha dato a moltissime persone di potersi esprimere, dando voce alla propria creatività in molteplici settori, come la fotografia, scultura, musica, videogiochi ecc. Mentre tra gli svantaggi vi è sicuramente quello di ritrovarsi tagliati fuori da questo mondo ancor prima di aver bussato alla porta.

Piuttosto che girovagare su decine di piattaforme in cerca dell’ennesimo NFT privo di anima su cui speculare, consiglio vivamente di ricercare il vero valore di un’opera attraverso contest artistici, dove si ha la possibilità di conoscere progetti ed artisti anche emergenti che però hanno una storia ed un progetto da raccontare.

Modigliani project

Tra questi troviamo sicuramente l’NFT Modigliani project promosso appunto dall’istituto Amedeo Modigliani. In anteprima su AgendaDigitale voglio svelare la mia possibile partecipazione al contest con un’opera di cui vi lascio un piccolo indizio (vedi immagine in evidenza).

Il mio augurio a tutti coloro che vogliono addentrarsi in questo mondo è solo uno, fatelo se avete qualcosa da esprimere e non perché siete alla ricerca di visibilità o denaro.

L’artista e l’autore si firma con il suo nome d’arte, non ha voluto divulgare la propria identità.

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