La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana segna un nuovo capitolo con la pubblicazione dell’aggiornamento 2025 del Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026.
Il documento, che rappresenta lo strumento fondamentale per guidare l’evoluzione tecnologica del settore pubblico, arriva in un momento cruciale caratterizzato da rapidi cambiamenti socioeconomici e tecnopolitici.
Questa nuova versione del Piano si distingue per un approccio più strutturato alla governance digitale e per l’introduzione di elementi innovativi che meritano una particolare attenzione, anche se non è ancora integrato rispetto alle normative sulla sicurezza informatica definite dalla L90 e NIS2.
Aggiornamento 2025 Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026
Il 23 gennaio 2025 l’Agenzia per l’Italia Digitale ha ufficialmente presentato l’aggiornamento del Piano, frutto di un percorso articolato che ha visto il coinvolgimento di numerosi attori istituzionali. Il documento mantiene l’impianto strategico del Piano 2024-2026, con alcuni adeguamenti mirati a rispondere alle evoluzioni normative.
Una delle caratteristiche più significative di questa edizione è stata la metodologia di elaborazione. Per la prima volta, infatti, è stato istituito un Tavolo di concertazione permanente che ha coinvolto le principali istituzioni del settore: dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, passando per ANCI, INAIL, INPS e le rappresentanze delle Regioni. Questo approccio collegiale ha permesso di costruire un documento realmente condiviso e ancorato alle esigenze concrete del territorio.
Il percorso di approvazione è stato particolarmente rigoroso. Dopo l’avvio del tavolo di concertazione a giugno 2024, il documento ha attraversato diverse fasi istituzionali: la trasmissione ufficiale da parte del Direttore dell’AGID il 22 novembre 2024, l’approvazione con DPCM il 3 dicembre 2024 a firma del Sottosegretario Alessio Butti, il protocollo alla Corte dei Conti il 13 dicembre 2024 (numero 0069518) e infine l’ammissione alla registrazione il 20 gennaio 2025 (numero 175).
Le novità strutturali dell’aggiornamento
L’aggiornamento 2025 introduce diverse modifiche significative nella struttura e nei contenuti del Piano. Il documento mantiene la suddivisione in tre parti principali – componenti strategiche, componenti tecnologiche e strumenti – ma presenta importanti novità in ciascuna sezione.
Nella prima sezione dedicata alle componenti strategiche, viene dato particolare risalto al ruolo del Responsabile per la Transizione Digitale (RTD) e alla necessità di una governance diffusa della digitalizzazione. I dati aggiornati al 31 agosto 2024 mostrano che 20.029 amministrazioni su 23.497 hanno nominato il proprio RTD, con un trend positivo particolare nei piccoli comuni.
Per quanto riguarda le componenti tecnologiche presenti nella seconda parte, l’aggiornamento introduce il tema dell’IT-Wallet nello scenario delle piattaforme nazionali, una novità significativa che si allinea con le strategie europee sull’identità digitale. Viene inoltre aggiornato il framework SUAP-SUE per adeguarlo ai target del PNRR e viene introdotto un nuovo risultato atteso relativo a SIOPE+.
La terza parte del Piano, dedicata agli strumenti, si arricchisce di 11 nuovi strumenti operativi, portando il totale a 16. Questi strumenti rappresentano modelli di supporto, esempi di buone pratiche e check-list che le amministrazioni possono utilizzare per pianificare i propri interventi di digitalizzazione.
Gli 11 nuovi strumenti proposti sono il vademecum RTD (Responsabile della transizione digitale), RTD diffuso, strategie di trasformazione digitale nei PIAO (Piano integrato di attività e organizzazione), mappatura di iniziative strategiche, appalti innovativi nel settore della mobilità cooperativa, connessa e automatizzata, sportello digitale INAIL (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), strategia data governance INAIL, approccio INAIL all’intelligenza artificiale, centro di competenza regionale per l’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, validatore semantico, modello ITD (idoneità tecnico professionale) per presidi e comunità territoriali a garanzia dei diritti di cittadinanza digitale.
La nuova guida alla compilazione
Un elemento di particolare interesse per le amministrazioni è la nuova guida alla compilazione del Piano, che introduce standard precisi per uniformare l’approccio alla redazione dei piani triennali locali. Il documento dovrà essere pubblicato in una sezione dedicata del sito istituzionale, in formato aperto e accessibile, con un indice interattivo.
La struttura del piano locale dovrà seguire uno schema preciso che include:
- Una premessa con la descrizione della struttura dell’ente e il contesto normativo Il contesto strategico con obiettivi a breve e lungo termine
- La definizione del ruolo del RTD, specificando contesto, team e responsabilità
- Gli strumenti di self-assessment per il monitoraggio dei progressi
- La spesa complessiva prevista per ogni annualità
- La roadmap delle linee d’azione per ogni capitolo
Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026, aggiornamento 2025: l’analisi delle modifiche nei singoli capitoli
Capitolo 1 – Organizzazione e gestione del cambiamento
Il capitolo dedicato all’organizzazione evidenzia l’importanza del progetto UPIAO, nato dall’iniziativa “Province & Comuni”. Questo progetto delinea il ruolo fondamentale delle province nella creazione del valore pubblico territoriale e introduce nuovi strumenti per la gestione associata delle funzioni digitali.
Capitolo 2 – Il procurement per la trasformazione digitale
Significativi aggiornamenti riguardano l’ecosistema digitale degli acquisti pubblici, con particolare riferimento all’attuazione del nuovo Codice dei contratti pubblici. Le determinazioni AGID 137/2023 e 218/2023 introducono nuovi requisiti tecnici per le piattaforme di approvvigionamento digitale.
Capitolo 3 – Servizi
Una modifica importante riguarda la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND): viene specificato che l’obbligo di utilizzare esclusivamente la PDND si applica solo alle nuove implementazioni, chiarendo così la gestione delle integrazioni esistenti.
Il documento dà inoltre risalto al tema della dematerializzazione degli archivi cartacei, cruciale affinché le amministrazioni possano conseguire i propri obiettivi di digitalizzazione.
Capitolo 4 – Piattaforme
L’introduzione di SIOPE+ rappresenta una novità significativa per la gestione della contabilità pubblica. Parallelamente, l’IT-Wallet viene presentato come strumento strategico per l’identità digitale dei cittadini. I target del Fascicolo Sanitario Elettronico vengono rimodulati con una prospettiva più realistica al 2026.
Si parla anche del completamento e piena entrata a regime delle piattaforme ANIS (Anagrafe nazionale dell’istruzione superiore) e ANIST (Anagrafe nazionale dell’istruzione).
Il Piano si focalizza inoltre sulle componenti tecnologiche con approfondimenti specifici anche per quanto riguarda l’ecosistema dei dati sanitari.
Capitolo 5 – Dati e Intelligenza Artificiale
Il capitolo recepisce il regolamento UE 2024/1689 sull’Intelligenza Artificiale e introduce nuove iniziative, tra cui un chatbot per il catalogo nazionale dei dati aperti. Viene dato particolare risalto alla qualità dei dati come prerequisito per lo sviluppo di soluzioni di IA affidabili.
Viene dato in aggiunta particolare risalto alla qualità dei dati (principio Rintracciabile, Accessibile, Interoperabile e Riutilizzabile) e all’importanza del ruolo dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) nella standardizzazione delle nomenclature e delle metodologie di base per la classificazione e la rilevazione dei fenomeni di carattere demografico, economico e sociale.
Sono introdotti specifici obiettivi per l’aggiornamento del Catalogo nazionale dei dati aperti, l’organizzazione di cicli di formazione sulle politiche open data, la realizzazione della versione beta dell’assistente virtuale (chatbot) sul Catalogo nazionale dei dati aperti.
Capitolo 6 – Infrastrutture
L’aggiornamento recepisce il nuovo regolamento cloud in vigore dal 1° agosto 2024 e rivede i target relativi alla connettività SPC, con lo spostamento dell’aggiudicazione della nuova gara Consip a luglio 2025.
Le criticità emerse
Il nodo della cybersecurity
Una delle principali criticità riguarda il Capitolo 7 sulla sicurezza informatica, che mostra un’apparente disallineamento con le nuove normative del 2024 (Legge 90 e decreto NIS 2).
Le prescrizioni contenute nel Piano sembrano non tenere adeguatamente conto delle nuove disposizioni, creando potenziale confusione soprattutto per gli enti di minori dimensioni.
La questione più delicata riguarda gli enti che non rientrano nel perimetro delle nuove normative: il Piano continua a fare riferimento alle misure minime di sicurezza ICT del 2017, ma non chiarisce se queste debbano essere l’unico riferimento o vadano integrate con i nuovi requisiti della NIS 2.
La gestione degli open data
Un’altra area critica emerge nell’ambito degli open data. Le categorie utilizzate per definire gli obblighi di pubblicazione risultano poco chiare e non sembrano tenere conto delle reali capacità organizzative di alcuni enti.
In particolare, l’equiparazione tra ordini professionali ed enti territoriali appare poco realistica, considerando le diverse strutture e risorse disponibili.
Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026: proposte per il futuro
Per migliorare l’efficacia del Piano e facilitare la sua implementazione, emergono alcune proposte concrete:
Versioning e trasparenza
Si rende necessaria l’implementazione di un sistema di controllo versione pubblico, sul modello di GitHub, per facilitare il confronto tra le diverse versioni del Piano e rendere più trasparente il processo di aggiornamento.
Comunicazione istituzionale
È opportuno strutturare meglio la comunicazione istituzionale, evitando vuoti informativi tra un aggiornamento e l’altro. La programmazione di webinar formativi e la creazione di una knowledge base centralizzata potrebbero facilitare la comprensione e l’applicazione del Piano.
Automazione come nuovo principio
Si suggerisce l’introduzione del principio “automation first” tra i pilastri fondamentali del Piano, considerando la crescente disponibilità di strumenti di produttività e automazione che possono efficientare i processi amministrativi, nonché la diffusione di strumenti di RPA e AI. Sempre in questo ambito diventano fondamentale le integrazioni sia con le piattaformi abilitanti, sia con le basi di dati di interesse nazionale, sia tra applicativi dei fornitori, per una PA che possa davvero conseguire il miglior risultato possibile dalla trasformazione digitale.
Un bilancio sul piano 2025
L’aggiornamento 2025 del Piano Triennale rappresenta un passo importante nel percorso di trasformazione digitale della PA italiana.
Nonostante alcune criticità, il documento fornisce un framework completo per guidare questo processo complesso.
La sfida per il futuro sarà quella di rendere il Piano uno strumento sostenuto da un ecosistema di supporto robusto e ben strutturato.
Le amministrazioni sono ora chiamate a un duplice sforzo: da un lato, adeguare i propri piani alle nuove indicazioni, dall’altro, contribuire attivamente al processo di miglioramento continuo del Piano attraverso feedback e proposte concrete.
Solo attraverso questa collaborazione attiva tra centro e territorio sarà possibile realizzare una vera trasformazione digitale della PA italiana.
Nelle prossime settimane saranno disponibili gratuitamente risorse gratuite relative a questo importante aggiornamento: guide, modelli e webinar di approfondimento. Per rimanere aggiornato e ricevere gratuitamente il materiale completo una volta creato, puoi lasciare i tuoi dati a questo indirizzo: https://www.transizionedigitale.it/prenotazione-documentazione-piano-triennale-2024-2026/