Le deliberazioni sul 14esimo piano quinquennale della Cina, relativo al periodo compreso tra il 2021 e il 2025, sono state in cima all’agenda delle Due Sessioni svoltesi a Pechino in questi giorni. È subito emersa la conferma del nuovo paradigma economico che seguirà il Paese da qui ai prossimi anni: sviluppo equilibrato e sostenibile, considerando la doppia circolazione come pilastro.
Per consentire equilibrio e sostenibilità alla crescita del Paese sarà necessario accelerare lo sviluppo di attività a ridotto impatto ambientale. Non a caso, considerando la tutela della salute del popolo una priorità strategica, la Cina vuole raggiungere il picco delle emissioni di carbonio prima del 2030, per poi conseguire la neutralità del carbonio entro il 2060.
Nella nuovo programma quinquennale sono indicati tutti gli obiettivi specifici per il miglioramento dell’efficienza energetica del sistema produttivo, della qualità dell’aria e delle acque, delle attività di riforestazione, ecc.
Verso una produzione sostenibile
Secondo la bozza del 14esimo programma, il governo cinese promuoverà la trasformazione ecologica dello sviluppo sociale ed economico. Da questo punto di vista, i settori principali del sistema economico cinese – cioè quello manifatturiero, dei trasporti e dei consumi – dovranno migliorare le performance ecologiche entro il 2025, per poi arrivare alla definitiva svolta entro il 2035. Tutto ciò significa che le industrie ad alta intensità energetica e più inquinanti – dall’acciaio alla produzione della carta – cambieranno presto registro, adottando metodi di produzione sostenibile.
Durante le varie sessioni tematiche vi sono stati incontri mirati su alcune regioni chiave per garantire lo sviluppo sostenibile del paese, regioni particolarmente ricche di risorse naturali ma anche fragili, come quelle del plateau tibetano (Qinghai e Tibet) dove si concentrano, ad esempio, le principali sorgenti idriche del paese.
I risultati raggiunti
Nel complesso, la Cina ha già raggiunto risultati ragguardevoli. Un rapporto del Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente ha evidenziato infatti come il Paese sia riuscito ad abbassare l’intensità del carbonio – cioè la quantità di emissioni di anidride carbonica prodotta per unità di Pil – del 18.8% nei cinque anni precedenti al 2020, superando l’obiettivo ufficiale fissato al 18%. La Cina sta quindi riducendo sempre di più la propria dipendenza dai combustibili fossili, aumentando nel contempo il consumo totale di energie rinnovabili.
Nelle intenzioni del governo, non a caso, c’è un altro obiettivo prestigioso: entro il 2035, quasi tutte le nuove auto vendute dovranno essere ibride o NEV (new-energy vehicles). I dati parlano chiaro e certificano il progresso della Cina verso una crescita sostenibile: nel 2020 il consumo di carbone nel Paese rappresentava il 56.8% del consumo di energia, in diminuzione rispetto al 64% registrato nel 2015. La quota di gas naturale, energia idroelettrica, energia nucleare, eolica e altri consumi di energia pulita, sempre nel 2020, raggiungeva il 24.3% rispetto al 17.9% del 2015. Secondo le indicazioni più recenti, dunque, il 2025 e il 2035 saranno due tappe fondamentali per accelerare i progressi in questa direzione.
Conclusioni
Il governo cinese non punta semplicemente a rendere ecosostenibili le proprie industrie, bensì intende per questa via contribuire a rendere il mondo un posto migliore per tutta l’umanità. Non a caso, le autorità cinesi hanno lanciato, già ad aprile 2019 a Pechino, la Coalizione per lo Sviluppo Verde Internazionale della BRI.