l'indagine

CIO alle prese con la trasformazione digitale: scelte e problemi

Portare avanti iniziative di Digital Transformation non è un compito semplice per le aziende, soprattutto con un budget IT spesso limitato a fronte di una domanda crescente di servizi e applicazioni. Vediamo dai risultati del Connectivity Benchmark 2018, ostacoli, criticità, obiettivi e iniziative di 650 IT Decision Maker

Pubblicato il 11 Lug 2018

Niccolò Francini

Digital Transformation Expert - Florence Consulting Group

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In un momento delicato per i reparti IT come quello attuale, in cui budget e risorse IT appaiono limitate, ma la domanda di nuove applicazioni e servizi è in crescita continua, è evidente come l’approccio tradizionale, in cui il reparto IT centrale deve farsi carico di tutti i progetti, sia destinato a fallire.

CIO e nuove strategie per la trasformazione digitale

I CIO confermano che il proprio carico di lavoro aumenta in modo costante, mentre budget e risorse rimangono stabili; allo stesso tempo, i reparti IT devono operare nella costante pressione di portare a compimento iniziative di trasformazione digitale, volte ad incrementare l’efficienza dei processi interni e migliorare la Customer Experience dei clienti.

I CIO sanno che è arrivato il momento di cambiare. La Digital Transformation non si limita all’acquisto di nuovi software, sperando che questo basti per risolvere tutti i problemi; il numero di applicazioni che richiedono di essere integrate e gli approcci tradizionali all’integrazione aggiungono complessità.

Il fatto che i decisori IT investano in API, asset riutilizzabili e metodologie di sviluppo più efficienti, dimostra come la maggior parte delle organizzazioni stiano pensando a nuove soluzioni per fronteggiare queste sfide tipiche dell’economia digitale.

L’indagine “Connectivity Benchmark 20181, condotta su un campione di 650 CIO operanti in realtà globali con più di 1.000 dipendenti, evidenzia:

  • Le modalità di gestione adottate dai CIO per portare avanti le iniziative di Digital Transformation e affrontare il cambiamento tecnologico generale;
  • Le principali sfide da affrontare quando si introducono nuove tecnologie digitali a fianco di quelle già esistenti in azienda.

Trasformazione digitale, obiettivi e iniziative

La Digital Transformation è ormai un tema imprescindibile per la maggior parte delle organizzazioni. Quasi tre quarti (74%) dei CIO appartenenti al campione dichiarano di aver avviato iniziative di trasformazione digitale.

Fra gli obiettivi principali da raggiungere troviamo:

  • L’incremento di efficienza dei processi IT (83%);
  • L’ottimizzazione della Customer Experience (71%);
  • L’aumento di efficienza a livello di business (70%).

Con un budget IT spesso contenuto e una domanda crescente di servizi e applicazioni, due elementi che sembrano in netto contrasto tra loro, non sorprende che l’efficienza operativa sia il principale obiettivo dei direttori IT.

Per raggiungere gli obiettivi dichiarati, i CIO identificano una serie di iniziative specifiche da portare avanti:

  • Modernizzare i sistemi legacy (36%);
  • Integrare applicazioni SaaS (32%);
  • Investire nello sviluppo di app mobile (31%).

Trasformazione digitale, i principali ostacoli

Portare avanti le iniziative di Digital Transformation non è un compito semplice per le aziende, dal momento che, lungo il percorso, si devono fronteggiare numerose barriere culturali e tecnologiche.

Gli ostacoli più comuni da superare riguardano:

  • Il disallineamento tra IT e dirigenza aziendale (43%);
  • L’aggiornamento dei sistemi legacy (42%);
  • L’allocazione di budget e risorse (38%).

A questi si aggiunge la difficoltà di integrare silos di app e dati, preoccupazione che emerge in oltre un terzo delle risposte.

IT delivery gap

La “corsa” alla trasformazione digitale avviene in un momento in cui i budget IT risultano piuttosto stabili, nonostante la domanda per nuovi progetti e iniziative sia sempre crescente.

Il 71% degli intervistati afferma che il budget di cui dispone rimarrà stabile o aumenterà a breve di meno del 10%.

Allo stesso tempo, il numero di progetti IT da consegnare non accenna a diminuire; in media, la domanda in termini di attività aumenta del 27% rispetto all’anno precedente.

In tale contesto, non sorprende che la distanza tra delivery attesa ed effettiva sia sempre più ampia; 2 intervistati su 3 affermano di non essere riusciti a consegnare tutti progetti richiesti nell’ultimo anno.

La fine dell’integrazione point-to-point

L’indagine evidenzia inoltre come uno dei principali ostacoli alla Digital Transformation sia rappresentato da processi di integrazione obsoleti.

Con l’ascesa di trend quali cloud, mobile e “shadow IT”, il numero di applicazioni utilizzato quotidianamente nelle organizzazioni continua a crescere in modo esponenziale.

Una modalità diffusa per integrare queste applicazioni è tramite la creazione di codice custom in integrazioni di tipo point-to-point.

In una realtà che utilizza un numero estremamente limitato di applicazioni, questa modalità non crea particolari problemi; in un’azienda dove l’ecosistema applicativo cresce, nascono invece numerosi problemi e colli di bottiglia.

Nonostante il crescente numero di applicazioni presenti in ogni ecosistema aziendale, solo il 29% di esse risultano integrate tra loro.

La stragrande maggioranza dei CIO (89%) ritiene che le sfide di integrazione rallentino e ostacolino la Digital Transformation nella propria azienda; l’81% degli intervistati dichiara che le attività di integrazione point-to-point siano state la principale causa di problemi a livello operativo.

Andando nel dettaglio di quali siano i problemi causati dall’integrazione point-to-point, sono emersi i seguenti fattori:

  • Impiego eccessivo di tempo e risorse (71%);
  • Delivery troppo lunghe (58%);
  • Difficoltà nel rilasciare applicazioni in ambienti misti cloud e on-premises (52%).

Questi aspetti sono chiaramente una fonte di frustrazione per i reparti IT; 8 intervistati su 10 affermano che, per raggiungere gli obiettivi di ridurre i costi, ottimizzare i tempi di delivery, innovare rapidamente, rimanere competitivi e ricavare quanto più valore possibile da dati e informazioni, l’integrazione point-to-point dovrebbe sparire nell’arco di 5 anni.

Risulta quindi chiaro come le sfide di integrazione influiscano in modo decisivo sulla delivery dei progetti IT.

La ricerca mostra come le organizzazioni spendano in media il 22% del proprio budget IT per l’integrazione di tecnologie diverse. Tradotto in termini economici, si parla a livello globale di un totale di 814 miliardi di dollari all’anno, una cifra sproporzionata se confrontata ai 178 miliardi spesi annualmente per infrastrutture e data center.

Data la criticità dei processi di trasformazione digitale, nessuna azienda può permettere ai problemi di integrazione di incidere negativamente su tempi, risorse e budget.

Verso un modello più efficiente

Dai precedenti dati, risulta evidente che le aziende debbano adottare un approccio più efficiente allo sviluppo IT, necessità che si traduce in un cambiamento sia culturale che tecnologico.

La pratica come sempre è molto più complessa della teoria: nel 63% dei casi, i reparti IT trascorrono 2/3 del proprio tempo nella gestione dei sistemi già in essere, investendo solo il rimanente in progetti di sviluppo e innovazione.

Quando si tratta di sviluppare nuove applicazioni e servizi, è ancora molto frequente che diversi team IT lavorino in maniera isolata, con il risultato di non avere una conoscenza diffusa di quanto già realizzato (da poter sfruttare a livello organizzativo, con un risparmio in termini di tempi e di costi).

Questa mancanza di allineamento e visibilità si traduce spesso nel replicare inutilmente gli stessi sforzi, e creare nuove applicazioni e servizi a partire ogni volta da zero. Non sorprende quindi che il 93% dei CIO dichiari che il proprio modello di sviluppo applicativo potrebbe essere molto più efficiente.

Come si può raggiungere questo obiettivo? Le aziende stanno imparando a riconoscere questa problematica ed iniziano ad adottare nuovi approcci di sviluppo.

Il concetto di riutilizzo degli asset per lo sviluppo di nuove applicazioni sta prendendo progressivamente piede. Tuttavia, nella maggior parte delle organizzazioni, asset e componenti software (codice, API, best practice, modelli etc.) non possono essere riutilizzati per problemi strutturali.

Il report rivela che appena 1/3 delle componenti software interne all’organizzazioni sono disponibili per il riutilizzo da parte degli sviluppatori.

Per attuare una piena Digital Transformation e innovare più rapidamente, saper connettere e riutilizzare elementi è fondamentale.

Le organizzazioni dovrebbero attuare un modello che permetta alle diverse aree aziendali (oltre che a partner e rivenditori) di accedere e trovare API e asset pronti all’uso per integrare applicazioni e dati.

La ricerca evidenzia come la stragrande maggioranza dei CIO intervistati (93%) ritenga questo modello un fattore decisivo per il successo della propria Digital Transformation.

L’imperativo API

Basare la propria strategia di integrazione sulle API è un elemento centrale nell’attuale economia digitale. L’utilizzo di API permette di massimizzare il valore dei dati interni, facilitare la condivisione e il consumo di applicazioni all’interno dell’azienda in modo semplice e standardizzato, sviluppare nuove applicazioni fino a 5–6 volte più velocemente.

Tra le aziende che dispongono di API proprie, oltre la metà riesce a sfruttarle per aumentare la propria produttività; quasi 1 azienda su 2 ha potuto aumentare il grado di innovazione, il coinvolgimento del personale e la collaborazione.

La ricerca mostra anche come queste organizzazioni siano state in grado di sfruttare il riutilizzo di asset esistenti a proprio vantaggio, abbassando i costi operativi.

Oltre 1/3 degli intervistati (35%) ha dichiarato che, in media, circa 1/4 dei propri ricavi viene generato dalle API e relative implementazioni.

Questi dati mostrano come sempre più organizzazioni inizino a percepire i benefici delle strategie basata su API e connettività (“API Network”), anche e soprattutto in termini economici.

Trasformazione digitale, settori di mercato

La maggior parte delle organizzazioni finanziarie ha intrapreso un percorso di Digital Transformation. Questo è comprensibile se si considera l’impatto che l’innovazione digitale ha avuto sui servizi finanziari e sulle regolamentazioni del settore bancario.

Le organizzazioni operanti nei settori sanitario e retail risultano leggermente indietro, tuttavia la quasi totalità dei rispondenti dichiara che saranno intraprese iniziative di trasformazione digitale entro i prossimi 5 anni.

Aumentare le performance operative del reparto IT, la Customer Experience e l’efficienza aziendale sono i tre obiettivi principali della Digital Transformation. In particolare, la Customer Experience è un aspetto molto sentito per le organizzazioni finanziarie e per le aziende retail.

Il report mette in luce le differenze rilevate nei diversi settori. Ad esempio, l’automazione dei processi aziendali è centrale per le organizzazioni finanziarie, mente nel settore retail si investe maggiormente su applicazioni mobile e piattaforme di e-commerce. Nell’ambito sanitario, la modernizzazione dei sistemi legacy e la migrazione al cloud risultano essere le iniziative primarie.

Per 3/4 delle aziende finanziarie e retail, il budget IT è rimasto invariato o è incrementato per una percentuale inferiore al 10%; tuttavia, per 1 azienda retail su 5 l’aumento del budget è destinato a superare il 10%. Nel settore sanitario, il budget IT appare molto più contenuto, con circa il 60% dei CIO che dichiara che il proprio budget rimarrà invariato o subirà una riduzione fino al 10%.

I principali problemi in termini di delivery si verificano nelle organizzazioni sanitarie e finanziarie, dove rispettivamente l’80% e il 73% dei CIO ammette di non essere riuscito a consegnare tutti i progetti prefissati.

Secondo i risultati della ricerca, le organizzazioni finanziarie utilizzano in media 1.259 applicazioni, un dato molto più alto della media complessiva (1.020); tuttavia, solo il 29% risultano integrate o interconnesse.

In tutti i settori, le applicazioni integrate sono in netta minoranza rispetto al totale. Non sorprende che la percentuale maggiore (31%), ma comunque inferiore ad un terzo del totale, si rilevi nel settore retail, nel quale la connessione tra diversi sistemi e l’attenzione al cliente sono aspetti cruciali.

Il 42% dei retailers ha dichiarato che le API generano più di un quarto dei ricavi. Al contrario, nel settore sanitario, le API incidono solo per un 15%, ma questo non sorprende se si considera la maggiore lentezza nei processi di digitalizzazione tipica di questo settore.

Trend IT

Per quanto riguarda gli ambiti tecnologici su cui sono attesi gli investimenti più consistenti, questi sono:

La grande attenzione a Big Data e Analytics trova giustificazione nel fatto che i dati e le informazioni rappresentano la chiave per tutte le altre iniziative di Digital Transformation.

Un altro trend importante è la creazione di una Customer Experience integrata (il cosiddetto “Approccio Omni-Channel”). Si tratta di un ambito in cui molte aziende hanno ancora un ampio margine di miglioramento; il 92% degli intervistati ammette che creare una User Experience connessa per utenti interni, partner e clienti sia una priorità assoluta, ma solo il 39% delle organizzazioni dichiara di offrire una Customer Experience integrata attraverso tutti i canali.

_________________________________________________________

  1. L’indagine indipendente è stata condotta da Vanson Bourne e commissionata da MuleSoft. La dimensione totale del campione è di 650 IT Decision Makers (ITDM), operanti in aziende con più di 1.000 dipendenti, nei seguenti paesi: Stati Uniti (250), Regno Unito (100), Germania (75), Olanda (50), Australia (50), Singapore (50) e Cina (75). ↩︎

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