tecnocapitalismo

La catena di montaggio ieri, oggi ChatGpt: è il capitale che governa il mondo

Cosa sono il digitale e la digitalizzazione delle masse “se non capitalismo all’ennesima potenza?”. Una serie di letture per capire come il vecchio taylorismo capitalistico si è digitalizzato e finalizzato in peggio solo a massimizzare (sempre di più…) produttività e profitto privato

Pubblicato il 13 Apr 2023

Lelio Demichelis

Docente di Sociologia economica Dipartimento di Economia- Università degli Studi dell’Insubria

IA intelligenza artificiale ai generativa e copyright

La politica – intesa come governo della polis?

Di fatto è scomparsa, grazie agli algoritmi e a quella amministrazione automatizzata della società temuta già dal francofortese Max Horkheimer, producendo il totalitarismo della società tecnologica avanzata secondo Herbert Marcuse.

ChatGPT e il rischio di “sostituzione intellettuale”: i lavori a rischio

E la filosofia – intesa come pensiero riflessivo e dialettico? Rimossa da ingegneri, manager, economisti e tecnocrati – e da ChatGpt – tutti dimenticando che la matematica è scienza avalutativa mentre noi – fidandoci della esattezza di un calcolo matematico/algoritmico – crediamo che esatto sia anche giusto, etico, morale e responsabile, mentre quasi mai lo è.

E l’illuminismo e il Progresso? Traditi e rovesciati nel loro contrario da capitalismo & tecnologia, o meglio dalla egemonia ormai tri-secolare di una razionalità solo strumentale/calcolante-industriale e positivistica che domina il mondo e produce incessantemente – ormai sono un prodotto anch’esso industriale – i nostri immaginari collettivi, ma che è tutto meno che razionale e responsabile, essendo piuttosto, intrinsecamente e per propria essenza, nichilista, antisociale ed ecocida[1]: come appunto dimostra la crisi climatica e ambientale, che sappiamo esserci almeno dagli anni Settanta del ‘900 (in realtà da molto di più), ma che il tecno-capitalismo e le logiche del profitto hanno mascherato in tutti i modi per mezzo secolo per farci fare la fine delle rane bollite in pentola pur di non rinunciare ai propri profitti capitalistici.

E poi il digitale: è davvero il nuovo che avanza e che non si può e non si deve fermare, oppure è solo il vecchio taylorismo capitalistico ma digitalizzato e finalizzato in peggio solo a massimizzare (sempre di più…) produttività e profitto privato?

Chi governa il mondo, parte prima

Partiamo dagli spunti offerti da un libro di prossima pubblicazione, Power and Progress, di Daron AcemogluSimon Johnson. I quali riprendono le classiche retoriche del passato per cui tutto dipenderebbe dalle scelte che facciano a proposito dell’uso della tecnologia, non vedendo che la tecnica ha una propria essenza (appunto, la razionalità strumentale/calcolante-industriale) che la porta, come il capitale, alla ricerca del proprio incessante accrescimento (“si deve fare tutto ciò che tecnicamente si può fare”, scriveva il filosofo della tecnica Günther Anders[2] e lo stesso vale per il capitale), e prescinde ormai dalle nostre scelte, mentre siano invece noi ad essere usati dal tecno-capitalismo per accrescere il sistema tecnico in sé e per sé e il capitale in sé e per sé, contro di noi e contro la biosfera, la libertà e la democrazia.

E quindi non è neppure più vero sostenere che i modi di organizzare la produzione, il consumismo e le informazioni/comunicazioni possono servire sì i peggiori interessi delle élite ma anche aprire una nuova era di prosperità – ma ricordiamo che questa promessa (le nuove tecnologie come avvio di una new era di prosperità e di crescita infinita e illimitata) era la stessa che il sistema usava negli anni ’90 per convincerci della bontà delle nuove tecnologie di allora: è accaduto esattamente il contrario, ma la retorica/propaganda compulsiva del sistema non cessa di produrre anche oggi per noi quegli immaginari collettivi (l’Infosfera, ChatGpt, la transizione digitale, eccetera), che ne impediscono la messa in discussione e ne permettono semmai la riproducibilità infinita, come del pluslavoro nostro per il plusvalore del tecno-capitale.

Power and Progress di Acemoglu Johnson cerca di dimostrare – è sempre la propaganda prodotta dagli intellettuali organici del Principe tecno-capitalista in servizio permanente effettivo – ciò che sembra ormai impossibile, cioè mettere la tecnologia sotto controllo umano; impossibile a meno che, come noi invece sosteniamo, si produca una uscita radicale dalla razionalità strumentale/calcolante-industriale (che è la premessa al funzionamento della tecnologia e del capitale e ne permette e giustifica l’accrescimento infinito e illimitato) diventata ormai la nostra antropologia (la weberiana gabbia d’acciaio, ma sempre di più). Tecnologia che non può essere democratizzata – sostengono i due autori e su questo siamo d’accordo – if all major decisions remain in the hands of a few hubristic tech leaders.

Ma perché la tecnologia possa essere davvero democratizzata occorrerebbe appunto – ex ante – uscire dalla (ir)razionalità strumentale/calcolante industriale, uscire conseguentemente dal sistema del tecno-capitale, uscire ancor più conseguentemente dalla logica dell’accrescimento illimitato di produzione e consumo (e profitto privato) – e quindi bisognerebbe nazionalizzare le imprese e finalizzarle alla democrazia, all’utilità sociale e alla sostenibilità (sperando che anche lo stato non funzioni secondo questa stessa irrazionalità…) e a un principio di precauzione. E invece noi (e gli stati) siamo governati sempre più da imprese private.

Chi governa il mondo, parte seconda

Un processo che certo non nasce oggi, ma che oggi, grazie alle nuove tecnologie, si potenzia ancora/sempre di più e si fa ancora/sempre di più pervasivo quanto più viene appunto accettato come normalità. Ma visto che ciò che accettiamo come normale – il mondo governato da imprese private, autocratiche, antisociali e antidemocratiche per propria essenza e vocazione – è quanto di più anormale ci possa essere, soprattutto in sistemi che si dicono democratici, è opportuno ritornare sul tema, sperando che repetita iuvant.

Scriveva Luciano Gallino nel 2011[3] – che rileggiamo ancora una volta: “La democrazia, si legge nei manuali, è una forma di governo in cui tutti i membri di una collettività hanno sia il diritto, sia la possibilità materiale di partecipare alla formulazione delle decisioni di maggior rilievo che toccano la loro esistenza. […] e viene naturale includere diversi aspetti attinenti all’economia o ad essi strettamente correlati”. E invece, oggi “la grandissima maggioranza della popolazione è totalmente esclusa dalla formazione delle decisioni che ogni giorno si prendono” nei settori dell’economia e della tecnologia, di fatto espropriati e alienati dalla democrazia, per l’azione di quel soggetto che si chiama grande impresa, industriale o finanziaria, italiana o straniera che sia. “Il fatto nuovo del nostro tempo è che il potere della grande impresa di decidere a propria totale discrezione che cosa produrre, dove produrlo, a quali costi per sé e per gli altri, non soltanto non è mai stato così grande, ma non ha mai avuto effetti altrettanto negativi sulla società e sulla stessa economia”.

Richiamando F. D. Roosevelt – che nel 1938 si dichiarava preoccupato non solo perché l’impresa privata creava sempre meno occupazione (come oggi il digitale) e accentuava le disuguaglianze sociali (come oggi il digitale), ma perché era una minaccia per la stessa democrazia (come oggi il digitale) esercitando un potere più forte e condizionante dello stesso stato – Gallino aggiungeva: ormai “la preoccupante visione di Roosevelt si è pienamente avverata”. E chi ha avuto la peggio, continuava “sono stati i lavoratori americani. […] Pertanto, è davvero arduo capire come il caso americano ci possa venire solennemente presentato, da manager e politici italiani come una forma di modernizzazione delle relazioni industriali. E ancora più arduo è capire […] come, in Italia, tra le file dell’opposizione non si sia levata una sola voce per rilevare che il potere esercitato dalle corporation sulle nostre vite configura un deficit di democrazia da costituire ormai il maggior problema politico della nostra epoca” – “privando gli individui e le società del diritto di valutare i fenomeni e di manifestare o meno il loro assenso”, aggiungeva Éric Sadin nel 2019[4]. Senza dimenticare che già Henry Ford aveva imposto, per proprio profitto privato, all’intera società il modello della mobilità individuale di massa sulla base del motore a scoppio, in collusione di fatto con i big del petrolio, impedendo che si scegliesse invece per la mobilità collettiva. Modello perverso che continua ancora oggi, perché non è con la mobilità elettrica individuale di massa che ridurremo la nostra impronta ecologica sulla biosfera, ma con un massiccio passaggio alla mobilità collettiva.

Anche Shoshana Zuboff[5] è arrivata quasi alle stesse conclusioni: “Il potere delle aziende private non è più solo economico, ma anche sociale. Io ho definito le forme economiche che stanno alla base di questo potere capitalismo della sorveglianza perché mantengono elementi centrali del capitalismo tradizionale – la proprietà privata, la quotazione in Borsa, la crescita e il profitto – ma non potrebbero esistere senza le tecnologie proprie del XXI secolo e delle relazioni sociali improntate alla sorveglianza. Metodi occulti di osservazione divorano le esperienze private e le trasformano in dati sui comportamenti. […] Questi dati possono essere elaborati per fare previsioni sui comportamenti umani […]. È un mercato delle materie prime con futures umani. [Ma] non abbiamo votato queste aziende perché ci governassero. Ma, grazie alla forza derivante dalla loro rivendicazione dei diritti di proprietà, gli imperi privati della sorveglianza hanno di fatto compiuto un golpe epistemico e antidemocratico. Con questo intendo una rivoluzionaria presa del potere, con cui si sono appropriati del sapere e degli strumenti per l’acquisizione del sapere. I giganti tech decidono che cosa si sa, chi può saperlo e con quale obiettivo. […] E lo fanno usando a proprio vantaggio il controllo assoluto e il potere totale che hanno su sistemi e infrastrutture di informazione di vitale importanza. Lo scopo è allontanare le persone dai governi, sostituire la società con sistemi computazionali e installare un governo computazionale al posto della democrazia[6].

Transizione digitale o transizione ecologica?

E quindi, ulteriore questione: transizione digitale e transizione ecologica, oppure transizione digitale o transizione ecologica? Domanda preliminare e fondamentale: “da cosa nasce la crisi climatica? Nasce da tre secoli di rivoluzione industriale e di capitalismo sfrenato e sfruttatore di uomo e biosfera. Perché il capitalismo – il tecno-capitalismo, come preferiamo chiamarlo – si basa su questi elementi strutturali e oggi anche sovrastrutturali: massimizzazione del profitto privato/plusvalore […]; divisione e poi totalizzazione del lavoro mediante mezzi tecnici di connessione (i veri mezzi di produzione), ieri la catena di montaggio e oggi il digitale; sfruttamento del lavoro umano, infinita ricerca di maggiore produttività ed estrazione crescente di pluslavoro (cioè lavoro non retribuito, lavoro gratuito, eccetera); delocalizzazioni produttive ed esternalizzazione del lavoro (grazie al digitale… [supra, Gallino]) e competizione sui costi; sfruttamento massimo delle risorse naturali via colonialismo di stato e di impresa, dal carbone al petrolio, oggi terre rare, litio, agrobusiness, deforestazione; impoverimento di massa e crescenti disuguaglianze sociali, con ricchi sempre più ricchi; imperativo categorico di consumare sempre di più per sostenere la produzione e i profitti privati conseguenti e quindi marketing come organizzazione scientifica del lavoro di consumo e management come organizzazione scientifica del lavoro di produzione [cioè come human engineering dei comportamenti umani funzionali a produrre e a consumare sempre di più]; privatizzazione della natura/biosfera (della Terra), ceduta a imprese private che hanno come unico scopo quello di massimizzare il profitto a breve senza responsabilità per il futuro; rifiuto quindi del concetto di bene comune, di limite e di responsabilità[7].

Ovvero – ed è una realtà da non dimenticare mai, perché da qui deve partire ogni ulteriore nostra riflessione – “il tecno-capitalismo è strutturalmente in conflitto con la transizione ecologica e di fatto tenta di impedirla con ogni mezzo, cercando infatti e insistentemente di convincerci che alla crisi climatica possiamo solo adattarci ed essere resilienti, essendo da considerare ormai un dato di fatto immodificabile e soprattutto irreversibile – anzi potendo diventare (si chiama shock economy) una nuova fonte di lucroso profitto privato” – e perché il tecno-capitale dovrebbe rinunciarvi?

Ma allora, cosa sono il digitale – e la digitalizzazione delle masse[8] ormai subentrata alla vecchia nazionalizzazione delle masse otto-novecentesca e di cui scriveva George Mosse – “se non capitalismo all’ennesima potenza? Escludendo ciò che il digitale permette di ottenere in termini positivi di diffusione della cultura, di archiviazione, di conoscenza, di ricerca scientifica e di cura medica, di previsione, di razionalizzazione energetica, questi sono i suoi veri effetti sulla vita umana: sfruttamento ulteriore del lavoro e della vita, con intensificazione e accelerazione dei tempi-ciclo nel taylorismo appunto digitale, produttivo e consumativo; estensione del pluslavoro/lavoro gratuito, con la caduta della distinzione tra tempo di vita e tempo di lavoro, con quindi estensione della giornata lavorativa e consumativa ad h24, quindi accrescimento della produttività, quindi produzione di più cose che necessitano di essere consumate sempre di più per accrescere il profitto privato (e se i redditi diminuiscono il sistema inventa il Black Friday…); neo-colonialismo aziendale e statale per lo sfruttamento anche delle materie prime necessarie al digitale; cattura anche della psiche umana ed estrazione da essa di profitto privato (la nostra profilazione per il Big Data); delega del governo del mondo alle macchine/i.a./machine learning e al tecno-capitale che ne è proprietario – quindi alienazione dell’uomo da se stesso e dalla responsabilità verso la biosfera e le future generazioni; ulteriore rifiuto del concetto di limite (perché il digitale è soprattutto funzionale all’accrescimento e al potenziamento appunto dei processi produttivi e consumativi, sempre di più…)”[9].

Se tutto questo è vero – ed è vero – allora dovremmo iniziare a ragionare non in termini di transizione ecologica e di transizione digitale, ma di transizione ecologica o di transizione digitale. E di razionalità strumentale/calcolante-industriale o di libertà e democrazia. Senza lasciare che sia Elon Musk – invece di tutti noi, come dovrebbe essere – a proporre una pausa nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Bibliografia

  1. L. Demichelis, “La società-fabbrica. Digitalizzazione delle masse e human engineering”, Luiss UP, Roma, 2023
  2. Per un richiamo alla filosofia di G. Anders rimandiamo a: L. Demichelis, “Günther Anders, filosofo scortese”, 22 marzo 2023 – https://www.doppiozero.com/gunther-anders-filosofo-scortese
  3. L. Gallino, “Democrazia e grande impresa”, in MicroMega nr. 4/2011
  4. É. Sadin, “Critica della ragione artificiale”, Luiss UP, Roma, 2019, pag. 15
  5. S. Zuboff, “Il capitalismo della sorveglianza”, Luiss University Press, Roma, 2019
  6. S. Zuboff, “Soltanto la democrazia può salvare se stessa dalle Big Tech” – https://www.linkiesta.it/2021/12/linkiesta-magazine-democrazia-salvare-big-tech/
  7. L. Demichelis, “Se il clima fosse una banca”, 28/03/2023 – https://naufraghi.ch/se-il-clima-fosse-una-banca/
  8. L. Demichelis, “La società-fabbrica. Digitalizzazione delle masse e human engineering”, Luiss UP, Roma, 2023, pag. 259 e segg.
  9. L. Demichelis, “Se il clima fosse una banca”, 28/03/2023 – https://naufraghi.ch/se-il-clima-fosse-una-banca/

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 4