Industry 4.0, il ruolo dei big data per il futuro delle aziende italiane

La vera rivoluzione dei Big data è la capacità di gestire il mare di informazioni per elaborare, analizzare e trovare riscontri oggettivi per lo sviluppo del business nel caso di aziende private o per lo sviluppo e l’ottimizzazione dei servizi al cittadino, nel caso delle Pubbliche Amministrazioni. Ecco qualche frontiera

Pubblicato il 26 Set 2016

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Dopo la macchina a vapore, la produzione di massa e l’automazione industriale scaturita dalla nascita dell’informatica, stiamo assistendo alla quarta rivoluzione industriale in cui tutto è digitalmente connesso a reti di telecomunicazione, e i dialoghi tra oggetti e processi avvengono in tempo reale.

La quarta rivoluzione industriale trasformerà il disegno, la produzione, la gestione e i servizi dei prodotti e del sistema produttivo. La connettività e l’interazione tra le parti, macchine o umani che siano, renderà il sistema più veloce e più efficiente ed eleverà la produzione di massa a nuovi livelli.

Le nuove tecnologie digitali, infatti, rendono disponibile una pluralità di sensori che misurano, controllano, governano oggetti e processi, offrendo un costante flusso di dati che consente di prendere decisioni in tempo reale, governare e gestire la produzione in modo ottimale.

Le evoluzioni tecnologiche seguiranno quattro direttrici di sviluppo: la prima riguarda l’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività, e si articola in Big Data, Open Data, Internet of Things, Machine-to-Machine e Cloud Computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione.
La seconda è quella degli analytics: una volta raccolti i dati, bisogna ricavarne valore. Oggi solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato dalle imprese, che potrebbero invece ottenere vantaggi a partire dal “machine learning”, dalle macchine cioè che perfezionano la loro resa “imparando” dai dati raccolti e analizzati.
La terza direttrice di sviluppo è l’interazione tra uomo e macchina, che coinvolge le interfacce touch, sempre più diffuse.
Infine avrà un forte impulso il settore che si occupa del passaggio dal digitale al reale e che comprende la manifattura additiva, di cui sono esempio la stampa 3D, la robotica, le interazioni machine-to-machine e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato, razionalizzando i costi e ottimizzando le prestazioni.

Tra le aree tecnologiche in sviluppo citate, una che suscita spesso interesse è quella dei Big Data, ma ci si accorge sovente che chi usa questa espressione non conosce davvero bene il suo significato.
La digitalizzazione dei processi, le telecomunicazioni, i pagamenti elettronici, i canali social, i sensori dell’Internet of Things generano un gigantesco flusso di dati non gestibili dai Data Base tradizionali e in genere descritti con la cosiddetta regola delle V: Volume (cioè quantità non riscontrate fino ad ora), Velocità (continua produzione e ricezione di nuovi dati a frequenze elevate), Varietà (di differenti tipologie, testi strutturati e non , multimediali,..), Variabilità (lo stesso dato può assumere significati diversi a seconda del contesto), Veracità (è necessario garantire la qualità del dato), Visualizzazione (il dato deve essere presentato in maniera facile da comprendere), Valore (è necessario trarre un vantaggio anche economico dall’utilizzo del dato).

La vera rivoluzione a cui ci si riferisce parlando di Big Data è quindi la capacità di gestire tutte queste informazioni per elaborare, analizzare e trovare riscontri oggettivi per lo sviluppo del business nel caso di aziende private o per lo sviluppo e l’ottimizzazione dei servizi al cittadino, nel caso delle Pubbliche Amministrazioni. Ecco perché l’utilizzo dei Big Data risulta fondamentale nel mercato odierno: le aziende che saranno in grado di cogliere il loro enorme potenziale avranno un notevole vantaggio competitivo e le opportunità che si verranno a creare saranno un terreno fertile su cui costruire il business del futuro.

In questo contesto, il Piano Strategico di Olivetti punta sulle soluzioni a supporto delle Aziende e delle Amministrazioni per seguire la rivoluzione dell’Industry 4.0 e in particolare punta sui Big Data.

Un esempio concreto è la soluzione TIM Big Data Value City Forecast sviluppata da Olivetti e utilizzata per il Giubileo della Misericordia, attiva dal 22 marzo a Roma.

La soluzione elabora i dati della rete radiomobile TIM, gestendoli in forma anonima, nel rispetto della privacy, e offre strumenti di analisi sulla presenza e sulla mobilità delle persone sul territorio del Comune.

La rete radiomobile TIM infatti tiene traccia della posizione dei terminali e agisce come una rete capillare di sensori fornendo informazioni sulla presenza, sulla mobilità e sull’interazione delle persone, poiché ogni chiamata, SMS o connessione dati viene tracciata. Questo flusso costante di dati viene elaborato da una piattaforma sviluppata da Olivetti offrendo alle Aziende e alle Amministrazioni strumenti avanzati di analisi qualitativa e quantitativa, di presenza, di mobilità, di nazionalità e di caratteristiche socio demografiche per il territorio nazionale e per aree geografiche quali le Città italiane, la Province, le Regioni.

Le rilevazioni di presenza vengono presentate in formati grafici evoluti, ad esempio su “mappe di calore” e possono essere organizzate in “giorni-tipo” (feriale, prefestivo e festivo), in periodi di riferimento (p.e. una stagione), e generare rilevazioni in occasione di specifici eventi (fiere, feste, manifestazioni di piazza, spettacoli,..). L’analisi della presenza prende anche in esame le caratteristiche socio-demografiche della popolazione (sesso, classe di età, etc.) e le informazioni di nazionalità per gli stranieri.

Per dare un’idea di quanto “big” sono i dati trattati dalla piattaforma, si tratta di un campione di più di 30 milioni di linee telefoniche che genera più di 3 miliardi di cartellini di traffico al giorno.

Per usare le parole di H. Poincarè, “La scienza è fatta di dati come una casa è fatta di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una vera casa”. La sfida è quindi organizzare, gestire e soprattutto trarre valore dai BIG Data, trasformandoli in servizi e soluzioni a supporto delle Aziende per lo sviluppo del proprio business e per il contenimento dei costi operativi e delle Amministrazioni per l’ottimizzazione delle infrastrutture e la focalizzazione delle risorse sulle reali esigenze dei cittadini.

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