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Agenda 2030, i punti fondamentali per innovazione e infrastrutture

Un programma che punta a migliori condizioni sociali, economiche e ambientali: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, iniziativa sottoscritta da 193 Paesi delle Nazioni Unite, prevede diciassette obiettivi strategici tra cui uno dedicato a imprese, innovazione e infrastrutture

Pubblicato il 18 Feb 2021

Nicoletta Pisanu

Redazione AgendaDigitale.eu

Agenda 2030

Obiettivi legati ad ambiente, economia, società: il programma Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile è una vera dichiarazione di intenti per migliorare le condizioni di vita in tutto il mondo. Il piano, sottoscritto da 193 Paesi delle Nazioni Unite, prevede diciassette punti strategici che riguardano diversi ambiti: dalla sconfitta della povertà alla lotta al cambiamento climatico alla pace e giustizia. In particolare, il goal numero 9 punta a individuare e sviluppare strategie per imprese, innovazione e infrastrutture.

Che cos’è l’Agenda 2030

Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile è un’iniziativa volta a individuare e sostenere azioni mirate a migliorare le condizioni di vita delle persone e del pianeta. Il programma è stato siglato da centonovantatrè Paesi delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015 e ha ottenuto l’approvazione dell’Assemblea Generale dell’ONU. L’obiettivo è l’implementazione di politiche volte al benessere delle persone, all’uguaglianza e alla tutela dell’ambiente, contemplando dunque le conseguenze positive dello sviluppo sostenibile. I pillar su cui si basa l’iniziativa sono società, economia e ambiente.

Il programma presenta una vera sfida a livello mondiale, che riguarda sia le persone che le realtà produttive: Agenda 2030 vuole rappresentare il sunto di obiettivi comuni, condivisibili globalmente.

Quali sono le “5 P” dello sviluppo sostenibile

I principi fondamentali del programma Agenda 2030 sono riassumibili nelle ” 5 P”:

  • People, cioè le persone
  • Planet, il nostro pianeta Terra
  • Prosperity, la prosperità
  • Peace, la pace
  • Partnership, la collaborazione tra diverse realtà.

Leggi il testo di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile – PDF

Agenda 2030 in Italia e nel mondo

I Paesi che hanno sottoscritto il programma Agenda 2030 sono tenuti all’impegno di definire una strategia per lo sviluppo sostenibile orientata al raggiungimento dei target. I risultati poi vanno comunicati all’ONU ogni anno, in sede di valutazione dell’HLPF – High-level Political Forum. Invece, ogni quattro anni si tiene all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il dibattito sull’attuazione dell’Agenda 2030. La prima si è tenuta a settembre 2019.

L’Italia ha istituito la cabina di regina “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha il compito di occuparsi delle strategie di miglioramento delle politiche dei ministeri con il fine del benessere dei cittadini. Si tratta di una prima azione per dotare il Paese di un’apposita governance del programma Agenza 2030. Invece, lo strumento individuato per il coordinamento delle azioni per implementare i punti di Agenda 2030 è la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile 2017-2030.

Sempre in Italia, la partecipazione della società civile al progetto è rappresentata da Asvis – Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile è una realtà nata il 3 febbraio 2016 da Università di Roma Tor Vergata e Fondazione Unipolis, che a oggi contempla 290 istituzioni, per fare sensibilizzazione nel nostro Paese sull’importanza del raggiungimento dei target dell’Agenda 2030.

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Che cosa stabilisce l’agenda 2030

Il programma di Agenda 2030 si basa su diciassette Goal (chiamati SDG) suddivisi a loro volta in centosessantanove target specifici. Come spiegato sulla pagina istituzionale dell’Agenzia per la coesione territoriale, le caratteristiche di questi ambiti sono:

  • Universalità dei temi
  • Interconnessione
  • Indivisibilità.

L’Agenzia specifica inoltre che tali target devono tenere conto delle differenti realtà territoriali, considerando però che possono essere applicati in qualsiasi luogo e ambito, sia a livello mondiale che nazionale o locale. Uno dei concetti base infatti è “non lasciare indietro nessuno”.

Quali sono gli obiettivi dell’agenda 2030

Nello specifico, i diciassette goal del programma Agenda 2030 riguardano diversi aspetti dello sviluppo sostenibile e si basano su concetti condivisibili da tutti, come la lotta alla povertà e alla disuguaglianza. Si punta quindi a diritti umani, benessere e salute del pianeta Terra.

I 17 goal di Agenda 2030

I diciassette punti sono, così come tradotti e riportati dall’Agenzia per la coesione territoriale:

  1. Sconfiggere la povertà
  2. Sconfiggere la fame
  3. Salute e benessere
  4. Istruzione di qualità
  5. Parità di genere
  6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari
  7. Energia pulita e accessibile
  8. Lavoro dignitoso e crescita economica
  9. Imprese, innovazione e infrastrutture
  10. Ridurre le disuguaglianze
  11. Città e comunità sostenibili
  12. Consumo e produzione responsabili
  13. Lotta contro il cambiamento climatico
  14. Vita sott’acqua
  15. Vita sulla Terra
  16. Pace, giustizia e istituzioni solide
  17. Partnership per gli obiettivi

Quali sono stati i progressi fino ad ora

Ogni anno viene pubblicato un report relativo all’implementazione delle strategie per attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile espressi dai diciassette goal del programma Agenda 2030. Questo è possibile perché l’ente United Nations Inter Agency Expert Group on SDG ha suggerito un elenco di duecentotrentadue indicatori, condivisi a livello globale come punti di riferimento statistici, per monitorare l’andamento dei goal.

In Italia si è occupata del report l’Istat, che a maggio 2020 ha pubblicato la terza edizione dello studio. Sul proprio portale Istat online, l’istituto nazionale di statistica spiega che il rapporto contiene soprattutto dati aggiornati al 2019, tuttavia gli esperti hanno cercato di tenere conto anche degli impatti provocati dalla pandemia di coronavirus nel corso dell’anno scorso. A questo pro, sono state rappresentate anche le interazioni tra l’evento dell’emergenza sanitaria e i diversi goal, per valutare le conseguenze su ogni obiettivo strategico ma anche per proporre una stima delle possibili riduzioni delle emissioni in seguito al lockdown e dunque al blocco degli spostamenti.

Emerge dal report Istat una fotografia dello stato dell’arte del percorso verso la realizzazione degli obiettivi. Per esempio, considerando alcuni degli indicatori descritti in precedenza, alla nascita una persona può aspettarsi una media di 58 anni e mezzo di vita in buona salute. Sono 237 i litri d’acqua potabile erogati ogni giorno per ogni abitante, mentre l’1,19& del PIL nazionale rappresenta la spesa pubblica per misure dedicate all’occupazione e alla tutela dei disoccupati. Ancora, sono il 27,8% le famiglie che vivono in abitazioni sovraffollate, mentre il 27,3% delle persone si trova in una condizione sociale a rischio di povertà. L’1,5% delle famiglie dà segni di insicurezza alimentare ed è al 13,5% il livello di uscita precoce dal percorso di istruzione.

Riguardo alle aziende, è all’1,39% l’investimento in ricerca e sviluppo, mentre per quanto riguarda l’ambiente il 31,2% delle specie terrestri di vertebrati è a rischio di estinzione, mentre sono 7,3 le emissioni di anidride carbonica e altri gas clima alteranti per abitanti.

Obiettivi per imprese, innovazione e infrastrutture

Soffermandoci sul goal numero nove del programma di Agenda 2030, l’obiettivo strategico che include misure e politiche per le imprese, l’innovazione e le infrastrutture, prevede cinque target e tre strumenti di attuazione. I target sono:

  • Lo sviluppo di infrastrutture che godano di qualità, affidabilità, sostenibilità e resilienza. Tra queste sono incluse anche le infrastrutture a livello regionale nonché transfrontaliero. Il fine è il sostegno allo sviluppo dal punto di vista economico e del benessere umano. Focus in particolare sulla necessità di dare equo accesso a tutti.
  • Promozione di un’industrializzazione che sia inclusiva e sostenibile. L’obiettivo è di aumentare in modo considerevole entro il 2030 il livello di occupazione e il PIL – Prodotto interno lordo, raddoppiandone la quota nel Paesi in via di sviluppo.
  • Aumentare la possibilità delle realtà imprenditoriali più piccole, soprattutto in quegli Stati in via di sviluppo, di accesso a servizi finanziari. In particolare, che il credito sia disponibile a prezzi accessibili. Le piccole imprese devono inoltre essere integrate nelle catene del valore.
  • Le infrastrutture vanno aggiornate e le industrie ammodernate entro il 2030, con l’obiettivo di renderle più sostenibili. Si deve spingere per l’adozione di tecnologie che siano “pulite”, nel rispetto dell’ambiente e anche dei processi industriali. Insomma, le risorse vanno usate con maggiore efficienza.
  • Il quinto obiettivo è il potenziamento della ricerca scientifica, oltre alla promozione delle capacità tecnologiche delle industrie in tutti i Paesi, soprattutto quelli che sono in via di sviluppo, incoraggiando entro il 2030 l’innovazione e spingendo per l’aumento dei lavoratori nei settori di ricerca e sviluppo, ambito per cui è necessario aumentare anche la spesa pubblica e quella privata.

Gli strumenti

I tre strumenti d’attuazione puntano a:

  • Rendere più facile lo sviluppo sostenibile e la resilienza delle infrastrutture negli Stati in via di sviluppo: l’obiettivo è perseguibile offrendo più supporto economico e tecnico all’Africa, ai Paesi in via di sviluppo che non hanno sbocchi sul mare, gli Stati insulari meno sviluppati e in generale ai Paesi che si trovano in via di sviluppo.
  • Sostegno allo sviluppo di ricerca, innovazione e tecnologie nei Paesi in via di sviluppo, grazie anche alla creazione di un ecosistema politico volto a diversificare l’industria e dare valore aggiunto alle materie prime.
  • L’aumento in modo significativo della possibilità di accesso alle tecnologie necessarie per l’informazione e la comunicazione, cercando di fornire anche un accesso globale e low cost a Internet negli Stati meno sviluppati.

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