l’intervento

Asstel: “Dal decreto Tlc uno spiraglio per la ripresa del settore”



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La crisi delle tlc dura ormai da molti anni. L’evoluzione del settore, da cui dipende il futuro delle reti digitali, richiede, quindi, specifiche misure e provvedimenti su cui il Governo ha posto la sua attenzione. Vediamo quali sono

Pubblicato il 9 giu 2023

Laura Di Raimondo

direttore Asstel



telco smartphone

La bozza di documento sulle Tlc del Governo contiene importanti misure per la Filiera delle telecomunicazioni. Interventi essenziali che darebbero sostegno alle imprese che svolgono un servizio essenziale e giocano un ruolo strategico nella digitalizzazione del Paese.

Da tempo, Asstel e il sindacato di categoria esprimono preoccupazione per la sostenibilità economica e occupazionale del settore. Pertanto, come Associazione abbiamo proposto alle Istituzioni istanze puntuali e articolate per definire una nuova politica industriale dedicata alla Filiera Tlc e offrire una prospettiva di sostenibilità e sviluppo nell’interesse di tutto il sistema produttivo nazionale.

I numeri della crisi della filiera tlc

Numeri alla mano, la filiera, in termini di ricavi, ha registrato maggiori perdite in Europa: in 12 anni ha perso oltre un terzo del suo valore. E il 2022 è stato l’anno più complesso. Per la prima volta si è registrato un valore negativo di circa 4 miliardi determinato prevalentemente dal pagamento dell’ultima rata per le licenze 5G​. Tale situazione è determinata da una competitività accesa, che ha portato a un calo dei prezzi negli ultimi dieci anni del 33,6% e dagli interventi regolatori sui mercati wholesale.

Misure e provvedimenti su cui il Governo ha posto la sua attenzione

L’evoluzione del settore richiede, quindi, specifiche misure e provvedimenti su cui il Governo ha posto la sua attenzione, quali: mitigazione strutturale del costo dell’energia e armonizzazione dei limiti elettromagnetici a livello europeo. A questi, si affiancano gli interventi per la riduzione dell’IVA per i servizi di connettività e l’estensione del beneficio per investimenti in beni strumentali nuovi nel piano Transizione 4.0. Sicuramente efficaci sono stati i recenti interventi normativi sulle semplificazioni; per attuare uniformemente la norma è necessario un coordinamento ottimale tra le istituzioni centrali e locali.

Va evidenziato che la Filiera TLC nel suo complesso è impegnata nello sviluppo di servizi innovativi che abilitano nuove funzionalità per cittadini, imprese e PA. Sono attività che richiedono nuove specifiche competenze e l’aggiornamento di quelle esistenti. A tal proposito, la filiera opera dal 2020 un piano di formazione permanente di 5 giornate a persona su base annua (con una media nelle TELCO di circa 12 giornate pro-capite), che riguarda annualmente ben oltre 100mila dipendenti. Inoltre, per garantire il ricambio generazionale, d’intesa con il sindacato di categoria, abbiamo convenuto nell’ultimo rinnovo del CCNL TLC la costituzione di un Fondo di solidarietà di Settore, uno strumento che è in fase conclusiva di approvazione. Per la sua immediata operatività è importante un contributo economico pubblico.

Gli interventi che fanno ben sperare

Su alcuni interventi presenti nel documento siamo particolarmente fiduciosi: in materia di energia, in particolare la proposta finalizzata a introdurre in modo strutturale l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW soggette alla disciplina del Golden Power; l’estensione strutturale del credito d’imposta energivori anche alle imprese strategiche. Infine, la norma sui limiti di campo elettromagnetico.

Attualmente però, le misure in ambito energetico non coinvolgerebbero tutte le imprese della nostra associazione. E su questo auspichiamo che la loro portata possa essere ampliata. Il decreto, inoltre, potrebbe introdurre, finalmente, la tanto attesa armonizzazione agli standard europei dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche. Infatti, il quadro normativo italiano sul tema è anacronistico ed estremamente severo (6V/m da osservare rigorosamente in tutti gli ambiti adibiti a permanenza umana prolungata): in Italia i limiti di emissioni sono 10 volte più bassi rispetto ai limiti definiti a livello internazionale. A livello europeo, la Germania ha adottato il limite massimo (61V/m) dal 1° gennaio 1997, prima ancora che venisse approvata la Raccomandazione CE del 1999. La Spagna, inoltre, è stato il primo paese ad adeguare al massimo i propri limiti nel 2001.

Un innalzamento degli attuali limiti fissati a 6V/m garantirebbe un impatto sia per i cittadini sia per le imprese e la pubblica amministrazione: aumento della qualità del servizio (in termini di copertura), riduzione dell’impatto economico sugli operatori e della proliferazione di antenne sul territorio.

Le sfide all’orizzonte

Allo stesso tempo, ci sono altre due sfide significative per la Filiera che sono oggetto di attenzione a livello europeo. L​a Commissione europea ha recentemente concluso le consultazioni volte a rendere la connettività Gigabit disponibile a tutti i cittadini e alle imprese dell’UE entro il 2030, in linea con gli obiettivi del Decennio digitale europeo. Peraltro, la consultazione “Gigabit Infrastructure Act” evidenzia la possibilità che questi obiettivi siano sostenuti anche da fondi comunitari, considerato che agli obiettivi di copertura e velocità della connessione se ne sono aggiunti altri, quali il risparmio energetico. Abbiamo proposto che vengano mantenute le norme nazionali sulle semplificazioni, che oggi sono migliorative di quelle europee che il Regolamento intende introdurre.

Nella consultazione sul futuro del settore delle comunicazioni elettroniche abbiamo proposto la richiesta di una fair contribution da parte delle Telco verso le Big Tech. Il forte incremento dei volumi di traffico ad opera di poche imprese determina per gli operatori di telecomunicazioni significativi investimenti per l’adeguamento delle reti senza ottenerne ritorno economico.

Conclusioni

Apprezziamo l’attenzione del Governo nel considerare alcune delle questioni rilevanti per il settore delle telecomunicazioni e le persone che vi lavorano. Auspichiamo che venga trovata una soluzione di sistema, perché le telecomunicazioni sono da sempre un settore strategico e oggi più che mai costituiscono il presupposto per la digitalizzazione del Paese.

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