lo scenario

Building Information Modeling (BIM): cos’è, stato di adozione in Italia e nel mondo

La metodologia digitale Building Information Modeling (BIM) rappresenta il nuovo modo di gestire i progetti edili e infrastrutturali. Vediamo cos’è precisamente il BIM, quali sono i vantaggi, chi ne guida la trasformazione e quali sono i livelli di adozione della metodologia a livello internazionale e nel nostro Paese

Pubblicato il 16 Ott 2019

Danilo Camerini

Consulente nel mercato della gestione e conservazione documentale. Membro del Consiglio Nazionale di IBIMI-buildingSMARTItalia

smart-building

Il Building Information Modeling (BIM) è l’approccio leader per digitalizzare e standardizzare le rappresentazioni a base numerica di tutti i tipi di asset (costruiti e da costruire) al fine di accelerare e ottimizzare i processi lungo l’intero ciclo di vita di una opera civile o di un’infrastruttura.

Grazie alla sua adozione, ciascuna delle discipline coinvolte nella progettazione, costruzione, gestione e manutenzione di un ambiente costruito è messa in grado di scambiare le proprie conoscenze ed informazioni in modo digitale fruibile da sistemi diversi, grazie soprattutto alla adozione di formati interoperabili (OpenBIM).

La metodologia digitale rappresenta il nuovo modo di gestire il progetto edile e infrastrutturale, tale da consentire l’ottenimento di enormi vantaggi in termini di controllo:

  • dei processi progettuali e costruttivi
  • dell’ottimizzazione dei tempi e dei costi
  • della gestione del cantiere
  • delle informazioni e dati per la manutenzione del costruito lungo tutto l’arco del proprio ciclo di vita.

Il suo impatto nel comparto è ritenuto un cambiamento culturale così profondo che Scott Chatterton, ex responsabile dell’integrazione BIM internazionale di HDR e leader nella progettazione digitale per la pianificazione e la qualità BIM, sostiene che “i pacchetti di disegno alla fine scompariranno” e che “la consegna tradizionale della carta contrattuale non contiene neanche un decimo dei dati contenuti nel modello di informazioni sull’edilizia. ”

Cosa rappresenta Building SMART

Il mondo BIM a livello planetario è alla continua ricerca della definizione di modelli regolari a cui riferirsi: solo in questo modo l’interoperabilità può essere una realtà applicabile al fine di creare realmente un mercato globale.

Per tale ragione Building Smart International, organismo impegnato nella trasformazione digitale del settore degli asset costruiti, opera per fornire miglioramenti attraverso la creazione e l’adozione di standard e soluzioni aperti e internazionali per infrastrutture e edifici. L’omonima community no profit, aperta, neutrale e internazionale che lo compone lavora per trasformare la progettazione, la costruzione, il funzionamento e la manutenzione delle risorse costruite favorendo la partecipazione ai tavoli di definizione degli standard a livello internazionale, complesso di attività che consente sia il controllo dell’andamento delle definizioni sia la possibilità di affermare e difendere particolarità nazionali che altrimenti sarebbero perdute a favore di interessi di altri Paesi.

Building Smart Italia è il Capitolo italiano dell’organizzazione che partecipa alle “room” internazionali vale a dire a quei gruppi aperti di specialisti provenienti da varie nazioni che collaborano insieme per migliorare l’ambiente costruito attraverso lo sviluppo di soluzioni e standard aperti per l’applicazione transfrontaliera del BIM.

BIM, lo stato dell’arte in Italia

Un’aggiornata indagine di mercato di recentissima pubblicazione (luglio 2019) svolta da AssoBim, a cui ha partecipato un panel di oltre 600 operatori (studi di progettazione, società di engineering, imprese di costruzioni e manutenzioni, committenza pubblica e privata e produttori di materiali e componenti), fornisce un quadro a tinte confortanti circa la diffusione del BIM in Italia. Il rapporto evidenzia i punti di forza e le prospettive di sviluppo di questa metodologia, contribuendo a sensibilizzare istituzioni e player del mondo delle costruzioni. Non a caso è italiana l’ACCA software, una delle software house leader del settore, che vanta nel proprio portfolio il maggior numero di programmi compatibili open BIM al mondo.

L’indagine è stata svolta su un campione che rispecchia fedelmente la scala delle realtà professionali italiane. Le risposte dei partecipanti, costituiti nel 62% da studi di progettazione, con una media di collaboratori al di sotto delle dieci unità nel 76% dei casi e un fatturato al di sotto del milione di euro nel 75% dei casi, dipingono un quadro promettente: oltre la metà del campione conosce e utilizza la metodologia BIM, mentre un ulteriore 40% circa la conosce ma non la utilizza o ne fa un uso parziale e solo un numero marginale di operatori (al di sotto del 10%) non ne è a conoscenza.

Secondo il campione intervistato alla domanda circa l’anno di introduzione del BIM in azienda è emerso che dal 2012 è possibile rilevare una costante crescita che ha avuto il suo picco nel 2018 quando il 17% del campione ha introdotto stabilmente in azienda la metodologia digitale. Ad integrare tali dati, fra quanti ancora non utilizzano il BIM, circa l’11% prevede di introdurlo in azienda nell’arco di un anno e quasi il 20% nell’arco dei prossimi tre anni.

Le risposte a due ulteriori domande contribuiscono a definire meglio i contorni di questa tendenza: quasi la metà del campione ha dichiarato di avere adottato il BIM nei propri progetti estesamente (22,94%) o parzialmente (24,21%), ma quasi il 60% degli intervistati lo ha utilizzato in meno del 25% dei lavori, mentre circa il 14% lo ha applicato a tutti i progetti realizzati.

Il 70% del campione è molto o abbastanza convinto che l’adozione del BIM sia in grado di contribuire fortemente (fino a un terzo in meno) alla riduzione del costo iniziale di costruzione e dei costi relativi all’intero ciclo di vita dell’edificio, nonché alla riduzione (fino al 50% in meno) del tempo complessivo di realizzazione dell’opera, dall’avvio al completamento dei lavori. Dati, questi, corroborati anche dalle risposte a una domanda dedicata all’impatto del BIM in termini di riduzione dei tempi/costi e di competitività in genere nell’ambito dei progetti realizzati dai partecipanti all’indagine: oltre il 55% del campione ha giudicato molto o abbastanza vantaggiosa l’adozione del BIM, un ulteriore 17% circa ha quantificato tali vantaggi come sufficienti, mentre solo il 10% li ha ritenuti inadeguati. Maggiori riserve, invece, sono state manifestate circa il contributo fornito dall’adozione del BIM alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività edilizie e agli sbilanci commerciali tra importazioni ed esportazioni di componenti e materiali da costruzione, aspetti su cui due terzi del campione ha espresso le proprie perplessità.

Tenendo conto della bassa velocità di adeguamento al digitale dell’Italia, anche a causa di un’infrastruttura di telecomunicazioni insufficiente alla curva di domanda della richiesta e la resistenza al cambiamento di un comparto quotato tra gli ultimi posti in graduatoria per predisposizione al digitale, il risultato è assai promettente.

Una ulteriore spinta all’adozione è attesa dalla recente variazione del quadro normativo del comparto, che prevede dal 1/1/2019 l’obbligo all’utilizzo del BIM per le opere pubbliche di importo pari o superiore a 100 milioni di euro in attuazione di quanto previsto dal DM 560 del 1 Dicembre 2017 secondo la seguente sequenza temporale:

201920202021202220232025
Per opereDa

100 M€

Oltre

50 M€

Oltre

15 M€

Oltre

5,2 M€

Oltre

1 M€

Tutte

Il provvedimento disciplina anche gli adempimenti preliminari delle stazioni appaltanti che devono aver già adottato:

  • un piano di formazione del personale
  • un piano di acquisizione o di manutenzione di hardware e software di gestione dei processi decisionali e informativi
  • un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione, i gestori dei dati e la gestione dei conflitti.

È previsto inoltre l’utilizzo, da parte delle stazioni appaltanti, di piattaforme interoperabili basate su formati aperti non proprietari ed è definito l’utilizzo dei dati e delle informazioni prodotte e condivise tra tutti i partecipanti al progetto, alla costruzione e alla gestione dell’intervento.

Il BIM nel mondo

USA

Mentre l’effettiva implementazione del BIM ed il suo utilizzo avvenivano negli anni ’90 in tutto il mondo, gli Stati Uniti iniziarono ad usarlo sin dagli anni ’70. Ma essere “pionieri” non sempre paga. Il tasso di adozione nel Paese infatti è andato gradualmente rallentando ad una velocità tale che i Paesi più lenti nell’attuazione hanno preso lezioni dagli Stati Uniti, eludendo alcuni dei problemi incontrati nel percorso.

Fino ad oggi non vi è alcun mandato da parte del Governo Centrale per utilizzare il BIM: ciò non significa che il Paese non stia prendendo sul serio la tecnologia. Al contrario molti dipartimenti governativi hanno creato un proprio criterio di adozione e lo hanno pubblicato in forum come l’Istituto Nazionale delle Scienze dell’Edilizia (National Institute of Building Sciences) ma, sfortunatamente, questi sono nati in modo indipendente e senza relazioni tra loro, fattore che ha contribuito negativamente nell’adozione generale (mancanza di interoperabilità).

A partire dal 2003 l’Amministrazione Generale dei Servizi degli Stati Uniti (GSA) ha formulato il programma nazionale 3D-4D-BIM, stabilendo una politica che ne richiede l’adozione per tutti i progetti di servizio di edifici pubblici. Il Wisconsin, ad esempio, è diventato il primo stato a stelle e strisce a richiedere il BIM su progetti finanziati con fondi pubblici per un budget di oltre 5 milioni di dollari.

Lentamente, ma gradualmente, gli Stati Uniti stanno ora procedendo nella giusta direzione nell’attuazione del BIM, considerato dall’industria di ingegneria e costruzione (AEC) locale uno strumento importante nell’architettura del Paese. L’aumento del finanziamento privato dei progetti di costruzione e l’obiettivo del governo degli Stati Uniti di sostenere gli investimenti nelle infrastrutture, rappresentano un’ulteriore spinta propulsiva. Il Governo statunitense infatti ha recentemente pubblicato un piano che prevede investimenti federali per 200 miliardi di dollari nel prossimo decennio, volto a stimolare ulteriori 1,3 trilioni di dollari in spese da città, stati e società private per i principali progetti infrastrutturali: con una spesa globale che raggiunge oltre 1,1 miliardi di dollari nel 2017, gli Stati Uniti rappresentano oggi uno dei più grandi mercati di costruzione di tutto il mondo.

Singapore

Nel Paese asiatico, il BIM è identificato come una tecnologia chiave abilitante il percorso verso le smart cities. La Building and Construction Authority (BCA) e la costruzione di SMART di Singapore hanno promosso l’uso del BIM nel settore delle costruzioni elaborando già nel 2010, una tabella di marcia di adozione con l’obiettivo ambizioso che entro il 2015, almeno l’80% del settore delle costruzioni impiegasse il BIM. Per giungere all’obiettivo prefissato il governo ha reso obbligatoria la trasmissione elettronica dei piani di architettura o ingegneria esclusivamente nel formato digitale per ottenere l’approvazione normativa e più recentemente ha avviato due differenti roadmap con l’intento di massimalizzare l’uso del BIM:

  • la prima si è concentrata sull’aumento della produttività
  • la seconda sulla promozione della collaborazione BIM attraverso la progettazione e la costruzione virtuali.

Sotto queste forti spinte, il Paese ha elaborato un apposito programma di formazione, progettato a vari livelli, per creare un apprendimento entusiasmante ed esperienziale in particolar modo nei segmenti del Facility Management e delle Smart City.

Cina

C’è grande entusiasmo in Cina per il BIM, ma il Paese asiatico ha ancora molta strada da fare. Il Paese ha iniziato la sua esperienza nella trattazione di informazioni BIM nel 2001 quando l’allora Ministero delle Costruzioni (oggi Ministero dell’edilizia abitativa e dello sviluppo urbano-rurale – MOHURD), ha proposto i punti base nell’informatizzazione del lavoro nel campo dell’edilizia nel suo dodicesimo piano quinquennale in forma di suggerimento piuttosto che un mandato: a ciò corrispose un ritmo non elevato di adozione nelle fasi iniziali. Successivamente il MOHURD ha consegnato il suo tredicesimo Piano quinquennale che va dal 2016 al 2020 nel quale, entro la fine del 2020, le unità di indagine e progettazione o le imprese di costruzioni edili di classe premium dovranno padroneggiare e realizzare applicazioni integrate in BIM. Nel settore delle infrastrutture ferroviarie invece la metodologia risulta essere assai integrata ed avanzata.

Hong Kong

Hong Kong è un passo avanti nell’adozione del BIM: molti dipartimenti governativi si stanno ora concentrando sugli standard di livello 2 (come nel Regno Unito) e stanno fornendo la formazione per lo stesso.

Giappone

Sebbene l’uso del BIM si sia diffuso negli anni passati, il progresso della sua attuazione formale in Giappone è lento. L’agenzia governativa giapponese per la costruzione e la costruzione(MLIT) ha avviato i primi progetti pilota BIM nel 2010. Ha emesso le linee guida per la metodologia digitale nel marzo 2014 per giungere, nel 2017, ad un unico protocollo BIM nazionale che non ne prevede l’uso obbligatorio. Le linee guida così vengono applicate ai progetti pubblici solo nel caso in cui un appaltatore (architetto o costruttore) implementa il BIM secondo una propria decisione o quando sono necessari studi tecnici basati su proposte.

Dopo diverse pubblicazioni per definire lo stato del BIM nel Paese, il report del novembre 2017 è stato reso disponibile con il titolo “Incoraggiamento della costruzione BIM – una guida di avvio”. Il sommario del documento fornisce esempi concreti su come implementare la metodologia digitale nei progetti di costruzione.

Emirati Arabi Uniti

Nel 2013, il Comune di Dubai ha emanato una circolare (196) che imponeva l’uso del BIM per l’architettura. Successivamente è stato ampliato con circolare (207) nel 2015 per includere opere architettoniche e meccaniche per edifici superiori a 20 piani, edifici, strutture e composti con aree superiori a 200 mila metri quadrati, edifici e strutture speciali come ospedali e università, progetti governativi e progetti di uffici stranieri. Tenendo conto dei numerosi vantaggi offerti l’impiego della metodologia, si sta rapidamente diffondendo nel Paese. Un sondaggio già condotto nell’università di Herriot-Watt nel 2015 su oltre 500 professionisti AEC impegnati in progetti di costruzione nel Paese arabo ha rivelato che l’87% aveva utilizzato il BIM nelle proprie organizzazioni e il 62% aveva utilizzato il BIM per più di un progetto. Il 52% degli intervistati ritiene che il BIM verrà utilizzato comunemente negli Emirati Arabi Uniti in meno di 5 anni.

Questo progresso, tuttavia, non è stato accompagnato da una standardizzazione del processo BIM in tutta l’industria delle costruzioni locale.

Australia

L’iniziativa BIM nella terra dei canguri è fortemente orientata all’infrastruttura, con gli enti di trasporto e infrastrutturali che hanno coniato il termine “ingegneria digitale“. Il livello di adozione del BIM qui è ampio e frammentato allo stesso tempo. Il continente australiano sta esaminando approcci dettagliati al BIM in un modo tecnologicamente esperto. Alcuni clienti del settore privato stanno adottando il BIM come “business as usual” e stanno implementando la tecnologia a ritmi più rapidi. Nel settore pubblico, standard come PAS1192-2 vengono utilizzati come base per l’adozione. Tuttavia, la mancanza di competenze e il lavoro isolati stanno frammentandone l’adozione. In questo, anche i dipartimenti governativi australiani svolgono un ruolo: ogni dipartimento ha il proprio processo e strategia, lavorando separatamente dagli altri e ciò crea confusione nella catena di fornitura, con le aziende che hanno difficoltà a comprendere approcci, processi e requisiti di informazione diversi per ogni dipartimento e stato. La mancanza di una metodologia coerente per misurare il livello di maturità fa si che sia i clienti del settore pubblico che quelli privati guardino al Regno Unito come guida alla soluzione per risolvere la problematica.

Brasile

Seguendo una tabella di marcia dedicata, il Paese carioca adotterà il BIM nel 2021. Il comitato strategico per l’attuazione del BIM (CE-BIM) e un gruppo di supporto tecnico (CAT-BIM) sono stati istituiti in Brasile nel giugno 2017. Il comitato comprende sei gruppi ad hoc che si occupano di regolamentazione e standardizzazione, infrastrutture tecnologiche, piattaforma BIM, acquisti pubblici, formazione delle risorse umane e comunicazione. Benché la metodologia non sia ancora normata a nessun livello, rapporti del settore come “Il valore aziendale del BIM per la costruzione nei maggiori mercati globali“, pubblicato da McGraw Gill Construction nel 2013 e uno studio condotto da un consulente BIM locale, mostrano che l’adozione del BIM è molto avanzato tra i contraenti in Brasile (85% degli intervistati su un totale di 40 appaltatori). Lo stesso rapporto del settore mostra che, al contrario di altri paesi, l’uso del BIM in Brasile si concentra più sul controllo dei costi in fase di costruzione piuttosto che sulla collaborazione con i proprietari.

India

L’industria dell’architettura, dell’ingegneria e della costruzione è la seconda più grande industria del Paese. Per mantenere la posizione, il Paese sta progressivamente concentrandosi sull’uso del BIM. L’India comprende che il BIM può essere una metodologia digitale molto efficace e conveniente, ma la sta ancora implementando a livello di progettazione. Tanto il settore pubblico che quello privato ne sono molto entusiasti. Nel settore pubblico in particolare, il progetto Nagpur Metro Rail è l’esempio migliore di adozione in tecnologia 5D BIM per il completamento del progetto. Oggi, l’intesa sugli standard da adottare è aumentata nel Paese: i clienti e l’industria delle costruzioni sono consapevoli che il BIM può fornire loro tutte le informazioni coinvolte nella costruzione di un edificio. Tuttavia, il Paese deve lavorare sul livello di consapevolezza: la maggior parte degli utenti utilizzatori è limitata alle organizzazioni di progettazione e ingegneria.

Unione Europea

La strada verso l’implementazione del BIM in Europa sta facendo grandi progressi: aziende, accademici, professionisti, istituzioni governative e non, mostrano un grande interesse per la tecnologia.

Ci sono diversi obiettivi, mandati e strategie nazionali in corso di adozione nei Paesi della Comunità per influenzare i professionisti in modo che si spostino verso la digitalizzazione nel settore e ne adottino un linguaggio comune. L’Europa comprende (sulla base degli insegnamenti provenienti da altri Paesi più avanzati nell’adozione) che la collaborazione transfrontaliera e la standardizzazione delle pratiche comuni sono la chiave del successo e che i governi debbono svolgere un ruolo propulsore.

Già dal 2016, è stato istituito il BIM Task Group con l’obiettivo di riunire gli sforzi nazionali in un approccio europeo allineato e comune, in modo da poter sviluppare un settore di costruzioni digitali di classe mondiale. Il compito del gruppo di lavoro è quello di “fornire una rete europea comune volta ad allineare l’uso della modellazione delle informazioni sugli edifici nelle opere pubbliche“. La formazione svolta dal gruppo, ha portato a interessanti sviluppi nell’adozione del BIM nel continente.

Regno Unito

Il Regno Unito persegue la strategia BIM più ambiziosa e radicale al mondo mirando a migliorare l’immagine globale dei designer, degli appaltatori e della manifattura del Paese per tradurne l’adozione in nuovi lavori, opportunità di crescita e maggiore occupazione.

Il Paese è consapevole di disporre di grandi opportunità per capitalizzare il proprio vantaggio (dopo il successo del suo programma interno) assumendo un ruolo di leadership globale nello sfruttamento, nella fornitura di servizi e nello sviluppo di standard in ambito BIM. La spinta governativa ha decisamente accelerato il tasso di adozione introducendo, sin dall’aprile 2016 – in ogni progetto di costruzione finanziato dal governo centrale – un documento BIM 3D pienamente collaborativo. Non a caso con l’entrata in vigore dell’obbligatorietà, si è registrato un considerevole aumento tra gli operatori dei livelli di adozione. Secondo il rapporto nazionale BIM 2018, il 20% del settore ha adottato la metodologia digitale. Quasi tre quarti stanno ora utilizzando il BIM, con un aumento del 12% rispetto all’anno scorso, valore che rappresenta la crescita più elevata su base annua dal 2014. Secondo il citato rapporto, l’80% delle aziende medie (da 16 a 50 dipendenti) e il 78% delle grandi aziende (con più di 50 dipendenti) hanno adottato il BIM. Inoltre due terzi di quelle più piccole (con 15 o meno membri dello staff) si descrivono come se lo avessero adottato, confermando che i vantaggi della metodologia digitale sono disponibili per le aziende di tutte le dimensioni. Le matrici dei dati confermano infine che la diffusione del BIM è una realtà per:

  • l’80% delle aziende che operano attività edili nell’ambito sanitario o educativo
  • l’83% di quelle che operano attività miste e lavori meno complessi
  • Il 67% di quelle aziende che effettuano realizzano costruzioni nuove

Francia

Nel 2014, il governo d’oltralpe ha lanciato un progetto di ricerca e sviluppo nell’area di costruzione denominato “MINnD” volto a sviluppare gli standard BIM per i progetti infrastrutturali. Nello stesso anno, il Governo ha anche deciso di sviluppare 500.000 nuove costruzioni civili utilizzando l’ambiente numerico. Nel 2015, il governo ha stanziato un budget di 20 milioni di euro per digitalizzare l’edilizia: l’iniziativa faceva parte del piano di transizione digitale nell’industria delle costruzioni.

Più recentemente (2017) la Francia ha normato l’uso del BIM rendendo pubblica la roadmap ufficiale di standardizzazione nell’aprile dello stesso anno, quale parte della strategia governativa per la digitalizzazione del settore delle costruzioni: gli obiettivi includono:

  • il miglioramento della qualità dei dati scambiati
  • la gestione delle scadenze
  • la riduzione dei costi complessivi del progetto.

Germania

Tenendo il passo con i tempi che cambiano, nel 2015 il governo tedesco ha annunciato la creazione della piattaforma per la costruzione digitale attraverso un gruppo di lavoro appositamente creato da diverse organizzazioni guidate dall’industria, con il compito di sviluppare una strategia nazionale BIM. La dichiarazione ufficiale del Governo parlava di “standardizzazione delle descrizioni dei processi e dei dispositivi, sviluppo di linee guida per i metodi di pianificazione digitale e fornitura di contratti campione” con l’obiettivo di renderlo obbligatorio per i progetti di infrastrutture pubbliche entro il 2020.

Danimarca

Il risparmio e la qualità del servizio che può offrire l’ambiente numerico sta guidando l’ascesa della sua adozione in Danimarca. Il Governo è stato un attore di primo piano nella richiesta di modelli BIM tanto che la maggior parte dei progetti su larga scala sono gestiti in modalità digitale. I comuni stanno facendo la propria parte trasferendo i loro portafogli sulle piattaforme digitali mentre gli enti semi-governativi stabiliscono gli standard e svolgono un ruolo di primo piano nell’innalzare il livello a soluzioni realizzabili. Vengono promossi nel Paese sistemi di classificazione che definiscono i criteri per far prosperare i progetti interdisciplinari, consentendo alla Danimarca di essere considerata come uno tra i primi Paesi europei all’avanguardia nell’adozione della modellazione digitale.

Paesi Bassi

Il BIM ha visto un’adozione senza precedenti nell’industria edile olandese. Sponsorizzato da grandi clienti pubblici (come l’Agenzia per il Real Estate del Governo Centrale) che ne hanno prescritto l’uso, i Paesi Bassi hanno uno dei più alti tassi di adozione del BIM al mondo. Sono in uso numerosi protocolli (o standard) aperti per processi, formati di dati e / o semantica che supportano la misura in cui i sistemi BIM possono scambiare, interpretare e condividere dati, come:

  • VISI: standard olandese che costituisce la base della comunicazione e dello scambio di informazioni tra le parti dell’edificio;
  • COINS (Constructive Objects and the INtegration of processes and Systems): standard olandese integrato e complementare per lo scambio di informazioni digitali e il supporto per l’ingegneria dei sistemi.

Il Rijkswaterstaat, la direzione generale olandese per i lavori pubblici e la gestione delle risorse idriche, è uno dei maggiori clienti pubblici in Europa e leader nell’implementazione del BIM, responsabile della progettazione, della costruzione, della gestione e della manutenzione delle infrastrutture principali del Paese. Avendo definito il BIM come “Better Information Management“, l’agenzia governativa sta preparando la strada per l’utilizzo degli standard openBIM su tutti i progetti infrastrutturali in Europa.

Spagna

Il BIM non è ancora obbligatorio. Tuttavia, l’industria edile spagnola ha adottato la direttiva UE 2014/24 / UE, secondo la quale gli Stati membri sono invitati a incoraggiare e richiedere l’uso del BIM in progetti di costruzione finanziati da fondi pubblici dell’UE a partire dal 2016.

Comunque nel 2015, il Ministerio de Fomento (Ministero dello Sviluppo) ha creato la “Commissione BIM“, con la missione principale di stabilire una tabella di marcia per l’implementazione della metodologia nel Paese. È stato definito un calendario strategico per l’implementazione che prevede l’uso del BIM obbligatorio nei progetti di costruzione pubblica a partire dal dicembre 2018 e nei progetti di infrastrutture dal luglio 2019.

Austria

L’Austria ha iniziato i primi passi nell’adozione della metodologia con gli standard BIM nel 2015 e negli ultimi anni l’Agenzia per gli Standard Austriaci (ASI) ha sviluppato una serie di norme tecniche per la sua implementazione. L’ultimo prodotto è “A 6241-2”, modello che introduce BIM Level 3. Tuttavia, l’adozione non sta avvenendo al ritmo desiderato: non ci sono molti appaltatori che sono in grado di lavorare con in modalità digitale e non ci sono abbastanza coordinatori BIM disponibili nel Paese.

Norvegia

La Norvegia è stata uno dei primi stati europei ad adottare gli standard o i requisiti BIM del settore pubblico che risultano ad oggi già in vigore nel Paese. Il Paese nordico è stato un partner nello sviluppo degli standard openBIM lavorando in 3D su progetti pubblici per almeno un decennio; ora sta facendo progressi anche sui sistemi (in stile Singapore) per automatizzare le approvazioni degli edifici e i permessi di pianificazione (code checking).

Conclusioni

Dalle esperienze vissute a livello globale nell’adozione del BIM, risulta evidente che un impegno nella definizione degli standard ed un’azione governativa maggiormente incisiva nell’applicazione di tempi reali di adozione da parte della PA delle norme vigenti, una robusta disseminazione della cultura BIM svolta a tutti livelli che faccia chiaramente luce sui vantaggi nel disporre di un ambiente numerico e sulle sue modalità di applicazione (svolta anche da associazioni qualificate di settore come IBIMI- building SMART Italia), una chiara normativa relativa alle qualifiche professionali sommata ad una cultura della gestione e conservazione a norma dei modelli digitali, consentirebbe anche all’Italia di ottenere rapidamente una posizione di primo piano nell’adozione del BIM in ambito europeo se non mondiale. Ricordiamo infine che BIM non significa solo progettare ex-novo ma anche, e soprattutto, rilievo dell’esistente: vista la qualità e la consistenza del patrimonio culturale ed artistico disponibile nel Paese, l’Italia potrebbe primeggiare in ambito internazionale, senza tema di rivalità, nell’ambito della conservazione dei beni culturali, dando vita anche a innovative forme di attività museali con un riverbero inimmaginabile nell’ambito turistico.

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PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
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PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
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PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
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Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
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Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
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Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
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Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
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Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
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Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
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PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
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Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
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Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
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