la riflessione

Colajanni: “Internet, paradiso perduto? Ma il bello deve ancora venire”

Nessuna industria ha mai realizzato quanto quella digitale: le big tech hanno demolito intere filiere industriali e trattano da pari con gli Stati. L’informazione digitale è un cambiamento simile alla nascita della scrittura e della stampa. Certo, non tutto è andato come doveva, e tra dieci anni sarà ancora tutto diverso

Pubblicato il 29 Set 2021

Michele Colajanni

Università di Bologna

digitale2

Veniamo da un periodo di incessante digitalizzazione. Pertanto, avverto la necessità di condividere alcune riflessioni su alcuni punti che rappresentano le fondamenta della nuova “società digitale”. Se non si colgono i princìpi, infatti, si rischiano semplificazioni arbitrarie e proposte di soluzioni e provvedimenti impraticabili, spesso echi di un mondo di cui si provano a riproporre metodi, economie e rapporti di forza. Fatica improba quanto vana. Meglio accettare, per quanto difficoltoso, che il mondo fisico o che dir si voglia analogico o cinetico è tramontato definitivamente, in quanto anche questi è e sarà sempre più pervaso dall’ICT diventando ciberfisico, come vuole l’Accademia della Crusca, o cyberphysical come usa il mondo anglosassone. Il passo di consapevolezza è l’ostacolo più complesso.

L’accettazione auspicabilmente porta al desiderio di comprendere cosa caratterizza veramente la società digitale in cui siamo stati proiettati senza magari averlo desiderato. Proprio perché le novità del digitale rompono regole ed equilibri consolidati negli anni, conoscere è determinante per creare una moderna nazione digitale o un’impresa innovativa, nonché per difendere gli interessi del Paese o della propria organizzazione.

Dall’infosfera alla biosfera, passando per il virus: ecco cos’è (davvero) il web

Agenzia per la cybersicurezza nazionale: segno di una svolta

Riunire in un’unica Agenzia – per la cybersicurezza nazionale – i temi del digitale e della cybersecurity è la scelta più importante, strategica e innovativa che abbia fatto l’Italia, in quanto non esiste società digitale senza sicurezza informatica. Aver ignorato questo elemento fondamentale è la prima causa della drammatica quotidianità in cui ci troviamo, scandita da bollettini di attacchi cyber che non fanno più notizia se non riguardano organizzazioni determinanti e imprese molto note. La digitalizzazione è proceduta speditamente sul piano tecnologico, ma ha lasciato indietro la sicurezza e le competenze, ed è in questi ambiti che vi sarà bisogno di recuperare. Infatti, non ci troviamo di fronte a una rivoluzione né a uno tsunami, eventi tanto violenti quanto di breve durata.

Si sta parlando di una nuova società, di una nuova era che per informazione, formazione, princìpi economici, ruoli di forza e di potere, modelli criminali e difensivi, distrazioni e divertimenti, nulla ha a che fare con il passato. O meglio, l’unico fattor comune in un mondo che cambia continuamente rimane l’essere umano, con i suoi pregi e difetti, le sue grandezze e miserie, la sua forza e le sue vulnerabilità. Non abbiamo ancora fatto in tempo a far accettare ai geologi il termine antropocene che già ci troviamo all’alba di un antropocene digitale: la società digitale, infatti, è solo all’inizio e in continua e rapida evoluzione.

Il mondo fisico è visibile, concreto e confinabile, consente rapporti di forza e di potere chiari sebbene evoluti nei secoli dalla proprietà terriera a quella industriale e tecnologica. Il mondo digitale è ambiguo in quanto molto più sfuggente nella sua essenza. All’apparenza leggero fino all’effimero, in realtà necessita di infrastrutture di comunicazione e di architetture di calcolo sempre più potenti.

Il potere delle big tech

Per raggiungere l’atavico obiettivo della pervasività mondiale dei servizi digitali, l’industria e l’accademia informatica hanno sempre lavorato per mascherare l’enorme complessità sottostante, riuscendoci brillantemente se oramai gli utenti si misurano in milioni o miliardi dai due anni in su. Nessuna industria è riuscita lontanamente a raggiungere qualcosa di lontanamente analogo. Sconvolgimenti dirompenti hanno riguardato i nuovi rapporti di potere e i modelli economici. Altrimenti non troveremmo le Big Tech tra le società maggiormente capitalizzate al mondo che hanno demolito (e talvolta ricostituito diversamente) storiche filiere industriali e che oggi trattano da pari con gli Stati ricevendo da questi un mandato o proponendosi per aiuti alla società digitale. “Dopo un incontro alla Casa Bianca, Google e Microsoft investiranno 30 miliardi per la cybersecurity”, “Facebook nel fortino a difesa delle elezioni alla Casa Bianca”, “Apple a caccia di pedofili negli Stati Uniti”, “Amazon ha creato la task force anti-contraffazione”, “Le iniziative di Facebook per la prevenzione dei suicidi degli adolescenti” rappresentano un minimo estratto di notizie. La Tesla in Borsa vale quanto Toyota e Volkswagen messe insieme pur producendo un centesimo delle loro auto.

Esistono nuovi lavori milionari come l’influencer e il gamer online. Magari sono bolle effimere, ma non si può non rimanere disorientati. Pertanto, è comprensibile, quanto errato, ancorarsi agli schemi del passato. Nonostante le sostanziali differenze tra mondo analogico e digitale, spesso si sentono utilizzare termini legati alla cultura del mondo fisico che si vorrebbero impropriamente perpetrare nel mondo digitale. Le parole sono importanti perché svelano la nostra storia e rappresentano i nostri schemi di pensiero, nonché i retropensieri. Uno dei casi più interessanti è il frequente uso del termine proprietà riferito ai dati digitali, come se rappresentassero un bene fisico. La realtà è molto più sfumata e complessa. È corretto parlare di integrità e di riservatezza dei dati, ma “proprietà” disvela che il soggetto non ha capito o, peggio, si rifiuta di comprendere la realtà in cui viviamo. La conseguenza è che spesso prova a riproporre o imporre modelli superati, con conseguenze dannose proporzionali al ruolo che ricopre.

L’impatto della digitalizzazione dell’informazione

Il processo di digitalizzazione di tutta l’informazione rappresenta un cambiamento paradigmatico paragonabile alla nascita della scrittura e della stampa. L’informazione digitalizzata è leggera, facilmente copiabile, manipolabile, intercettabile, ma altrettanto semplicemente trasmissibile, archiviabile e analizzabile a livelli impensabili rispetto al precedente cartaceo. In forma digitalizzata, l’intera libreria del Congresso è copiabile e trasferibile in un altro continente in pochi minuti; Google è in grado di ricercare parole chiavi tra miliardi di documenti in meno di un secondo. La digitalizzazione dell’informazione, di per sé, ha già modificato un fondamentale della società analogica, basata sul possesso del bene, sulla copia unica e inaccessibile. Degli stessi vantaggi ne hanno approfittato le aziende produttrici di software: il costo è nella produzione della prima versione; il costo delle successive copie è marginale. Non è così per i prodotti del mondo fisico, sebbene l’avvento delle stampanti 3D causerà sviluppi interessanti a livello di produzione e di logistica.

Nel momento in cui l’informazione digitale prodotta raddoppia ogni anno, è ineluttabile che gli equilibri di potere e le modalità di trasferimento della conoscenza cambino radicalmente. L’antiquata idea di poterla raccogliere, classificare e analizzarla tutta diventa utopica così come la possibilità di controllarla e censurarla preventivamente. Tutti questi fattori modificano radicalmente i tradizionali poteri politici ed economici al loro interno e nel rapporto, rispettivamente, con l’elettore e il consumatore, ma anche le Forze dell’Ordine, la Difesa e l’Intelligence non sono immuni a tali cambiamenti.

Perché la rete globale non ha migliorato il mondo (come si sperava)

La digitalizzazione da sola sarebbe stata sufficiente a travolgere molti fondamentali della nostra società, ma abbiamo dovuto subire il contemporaneo avvento della rete Internet, mirata a collegare tutti i computer del mondo.

Nei primi anni ’60, Licklider definì l’idea come Intergalactic Computer Network, con una terminologia che, pur risentendo dell’epoca, denota una lucida visione sul futuro. Né va dimenticata la sua nascita per capire alcuni princìpi e modelli che si sono riverberati nell’attualità: progettata negli anni ’60, tra un MIT più legato al mondo militare e le università californiane più prossime a rivoluzionari e ottimistici sognatori. Il miglioramento del mondo e la diffusione delle basi democratici si sarebbero potuti veicolare attraverso il collegamento tra tutti i computer e le persone, con l’accesso a tutte le informazioni e l’eliminazione delle censure, e favorendo la possibilità di esprimere le proprie opinioni. Il risveglio dai sogni psichedelici è stato brusco: collegare tutto a tutti, consentire a ciascuno di produrre e distribuire messaggi e materiali digitali di qualsiasi tipo, nascosti da uno pseudo-anonimato, non ha migliorato il mondo.

Al contrario, pur avendo inizialmente messo in crisi alcune dittature, si è ritorto in seguito contro le nostre democrazie. Con una differenza sostanziale. Le dittature hanno subìto il colpo, ma quelle che hanno resistito, sono passate alla controffensiva. Il loro potere ha ripreso il controllo al proprio interno utilizzando gli stessi strumenti che gli oppositori avevano provato a utilizzare per manifestare il desiderio di libertà. Con gli strumenti digitali sono riusciti a individuare facilmente le aree di dissenso, screditando o eliminando fisicamente gli oppositori.

Poi, si sono potuti rivolgere verso l’esterno con il fine di creare danni informativi ed economici proprio ai Paesi intenzionati a esportare democrazia. Ci sono riusciti in pieno, in quanto la combinazione digitale–dittatura è un mostro ben difficile da contrastare. Al contrario, le democrazie si sono trovate alla mercé di un terribile circolo vizioso: informazione digitale, connessioni sovranazionali, mancanza di censura e controllo, impossibilità di perseguire i reati al di fuori dei propri confini. Nessuno ha veramente chiaro come si possano superare i problemi conseguenti di questo circolo vizioso nel rispetto dello stato di diritto.

L’escalation della criminalità informatica

La combinazione esplosiva tra informazione digitalizzata e Internet sta causando la più dirompente instabilità tra poteri tradizionali. L’aspetto interessante è che questo dissesto si riflette allo stesso modo su scale diverse come in una geometria frattale: tra nazioni, tra poteri all’interno della stessa nazione, della stessa organizzazione, dello stesso dipartimento fino ad arrivare a ripetersi all’interno del singolo nucleo familiare. Nazioni che non conterebbero molto sul piano militare si permettono, tramite intermediari, di attaccare infrastrutture critiche dei Paesi più ricchi e potenti. Bande organizzate di criminali informatici (non terroristi, per favore!) riescono a rubare dati e ricattare grandi aziende multinazionali. I reati informatici sono in aumento esponenziale, mentre sono tragicamente stabili, a livello di qualche unità per anno, le indagini che portano ad arresti e condanne. Non è un caso che i pochi grandi successi derivino da collaborazioni a lungo termine tra le Forze dell’Ordine di diversi Paesi.

La collaborazione internazionale è l’unica strada possibile per provare a combattere la criminalità informatica che è sovranazionale per definizione. Suggerirei un all-in dei prossimi fondi dedicati al contrasto ai reati informatici in questa direzione, che significa investire in competenze e in tecnologie collaborative, con questa precisa priorità. Sarebbe importante promuovere la collaborazione per il miglioramento del livello di digitalizzazione e di difesa cyber del Paese anche tra organizzazioni e tra pubblico e privato, ma sono troppi anni che sento ribadire questo obiettivo senza visibili progressi concreti. Incentivare o forzare l’attuazione la cooperazione in qualche specifico settore, così come ha fatto il mondo finanziario, potrebbe rappresentare un’importante priorità per la neonata Agenzia.

Una nuova visione a lungo termine è necessaria

Le grandi aziende Big Tech, essenzialmente statunitensi e cinesi con poche eccezioni di grandi aziende informatiche asiatiche ed europee, hanno compreso in anticipo i fondamentali della società digitale, contribuendola a realizzare e plasmare. Amate dagli utenti quanto odiate e temute da molti Paesi. Corteggiate nei periodi elettorali per i loro dati sui cittadini, le loro capacità analitiche e le possibilità di diffondere messaggi pervasivi e personalizzati, sono diventate il bersaglio preferito di qualche integralista. Nonostante la narrativa promossa da alcuni, le Big Tech non rubano dati. Siamo noi che glieli diamo volentieri, previa indubbia loro capacità seduttiva, per ricevere in cambio servizi pseudo-gratuiti. La differenza tra furto e cessione volontaria è sostanziale, ed è sorprendente che molti europei non intendano cogliere la differenza.

Per tali motivi, dopo i primi anni in rapida espansione incontrollata, adesso le Big Tech si muovono in modo molto accorto. Spingono i confini un po’ più in là, ma con giudizio. Fanno un passo in avanti, testano le reazioni, compiono qualche passo laterale, subiscono qualche sanzione e cominciano ad essere socialmente più responsabili come si è detto in precedenza. Ma nei fatti arretrano poco, avendo dalla loro parte il potere contrattuale dei “Termini di utilizzo” che tutti, indistintamente, accettano.

È facile intuire che le Big Tech anelino a offrire più servizi in un’economia sempre più libera da vincoli. Meno chiaro è cosa vogliano veramente gli Stati e l’Europa se non impedire questo obiettivo. Per ora, mi sembra che si stiano perdendo molte energie in lotte di posizione senza una chiara strategia a lungo termine che sia realisticamente praticabile. Anche in questo caso, sarebbe opportuno ripartire da una semplice quanto drammatica verità: l’Europa ha perso il treno della propria sovranità digitale venticinque anni fa quando, con l’avvento del Web, non è riuscita a sviluppare una Big Tech digitale multinazionale soprattutto a causa del nanismo dei mercati nazionali.

L’obiettivo di recuperare il terreno perduto è meraviglioso e condivisibile. Meno piacevole è riscontrare che nessuno abbia proposto un piano concreto per recuperare realisticamente tanti anni di arretratezza e dipendenza in uno scenario dove gli altri non staranno fermi. Ecco, diciamo che il progetto Gaia X e le recenti regole europee per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non appaiono a molti osservatori gli strumenti più adatti per recuperare i ritardi di tecnologie e servizi digitali rispetto a Stati Uniti e Cina. Né l’attuale guerra di trincea consente ad alcun attore di prevalere, ma solo a perdite e ritardi. Una nuova visione a lungo termine, con qualche riposizionamento tattico, potrebbe essere più fruttuosa.

Conclusioni

Internet, paradiso perduto? Non scoraggiamoci. C’è del bello ancora all’orizzonte.

Meglio guardare al prossimo futuro del mondo ciberfisico con la diffusione dei dispositivi smart, la nuova medicina personalizzata, la realtà virtuale, i sistemi autonomi non solo nella guida, l’avvento delle stampanti 3D. E poi le reti wireless 5G che consentiranno di unire tutti i dispositivi e tutte le persone in un’unica rete globale a banda larga, contribuendo a rivoluzionare ulteriormente la società digitale. Le conseguenze di tali integrazioni ci porteranno in dieci anni dall’attuale alba dell’antropocene digitale all’ora di pranzo dove il menu non ci è noto, ma sarà affascinante scoprirlo. E noi, in un mondo caratterizzato da una simile turbolenta evoluzione, dovremmo preoccuparci dei vincoli del vetero mondo analogico con cui vorremmo contingentare il prossimo mondo digitale?

Battaglia persa in partenza che, se permettete, eviterò di combattere. È molto meglio investire le risorse e le competenze per aiutare a predisporre il menu e sedersi al pranzo del 2030. Con il contributo attivo dei “cuochi” europei potrà essere migliore.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2