concorrenza e privacy

Big Tech, assistenti vocali nel mirino dell’Antitrust Ue: il punto

La Commissione Europea è ben determinata a impedire che le Big Tech acquisiscano ancora più potere all’interno del mercato digitale. Ultime a finire nel mirino dell’Antitrust, le pratiche di concorrenza sleali nel settore degli assistenti vocali. Le indagini in corso e gli obiettivi

Pubblicato il 24 Set 2021

Marina Rita Carbone

Consulente privacy

assistenti vocali

L’Antitrust europeo ha recentemente annunciato di aver aperto una nuova inchiesta nei confronti di Google, allo scopo di definire con maggiore esattezza se l’azienda americana obblighi, mediante pratiche commerciali scorrette, i produttori di dispositivi mobili a rendere Google Assistant l’assistente vocale predefinito all’interno dei dispositivi basati sul sistema operativo Android, di proprietà della stessa Google.

Le preoccupazioni sollevate dall’Autorità non riguardano esclusivamente Google, bensì si estendono anche alle altre “Big” che si occupano, allo stesso modo, di fornire assistenti vocali: si tratta, nello specifico, di Amazon (con Alexa) e Apple (con Siri).

È indubbio che tali società operino oggi di fatto incontrastate nel settore degli assistenti vocali: questi ultimi, infatti, non sono presenti solo sui dispositivi proprietari, ma rappresentano uno standard ormai irrinunciabile anche per tutti i dispositivi IoT prodotti da terze parti e destinati ai consumatori.

Tuttavia, un’indagine settoriale sulla concorrenza nei mercati dei prodotti e servizi relativi all’Internet of Things condotta dalla Commissione Europea nel 2020 ha portato alla luce come la diffusione capillare di tali sistemi stia danneggiando la concorrenza nel settore.

Per tale motivo, si rende oggi necessario indagare più a fondo l’operato delle grandi compagnie tecnologiche del settore, allo scopo di preservare la concorrenza e stimolare una crescita del settore competitiva e rispondente ai principi della normativa Antitrust.

Assistenti vocali, i timori della Commissione Europea

Come anticipato, la Commissione Europea ha condotto un’indagine al fine di comprendere se vi fossero dei fenomeni lesivi della concorrenza nel settore degli assistenti vocali e capire meglio come funziona questo specifico mercato.

La necessità di condurre l’indagine deriva dall’improvvisa crescita del settore degli ultimi anni: secondo quanto riportano le ricerche di mercato, le vendite di smart speaker hanno visto nel 2020 una crescita del 30%; trend, questo, confermato di anno in anno.

L’indagine ha visto coinvolte oltre 400 imprese di diverse dimensioni, di cui circa 200 hanno restituito un parere, la maggior parte delle quali ha manifestato non poche preoccupazioni per il futuro del settore, in virtù delle barriere d’ingresso presenti:

  • In primo luogo, infatti, si rilevava come i costi degli investimenti nelle tecnologie di intelligenza artificiale poste alla base fossero particolarmente ingenti e non facilmente sostenibili;
  • In secondo luogo, si segnalava la difficoltà per i nuovi entranti a competere con imprese integrate verticalmente che hanno costruito i propri ecosistemi all’interno e all’esterno del settore IoT consumer, quali Google, Amazon ed Apple.

In ragione della posizione dominante acquisita sul mercato, infatti, le Big Tech possono oggi determinare in via prioritaria tutti i processi di sviluppo ed integrazione dei dispositivi mobili con i propri assistenti, occupandosi persino di fornire i sistemi operativi dei medesimi dispositivi.

“Gli assistenti vocali sono sempre più diffusi ma pongono problemi di concorrenza per la centralità di Google, Amazon e Apple – le big di questo mercato. Quando abbiamo avviato questa indagine settoriale, avevamo espresso preoccupazione per il fatto che sussisteva il rischio che emergessero in questo settore i cosiddetti controllori dell’accesso (“gatekeepers”)”, commentava Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione UE e Commissario Europeo alla Concorrenza, “Ed eravamo preoccupati che potessero utilizzare il loro potere per danneggiare la concorrenza, a scapito delle imprese in via di sviluppo e dei consumatori. […] Dai primi risultati pubblicati oggi emerge che le nostre preoccupazioni sono condivise da molti operatori del settore. Ed è necessaria una concorrenza leale per valorizzare al meglio il grande potenziale dell’Internet degli oggetti per la vita quotidiana dei consumatori. Poiché questa analisi confluirà nei nostri futuri interventi di esecuzione e regolamentazione, attendiamo con interesse di ricevere nei prossimi mesi ulteriori riscontri da parte di tutti i portatori di interessi”.

È così che, a seguito della pubblicazione del report “Preliminary report – sector inquiry into consumer internet of things”, la Commissione Europea ha aperto una serie di inchieste combinate nei confronti delle Big Tech, col preciso scopo di mettere a punto norme e policies che permettano di controllare e gestire il fenomeno senza ledere la concorrenza.

Tale circostanza era stata già avanzata dalla Vestager, la quale aveva affermato che “l’inchiesta farà di più. Contribuirà con informazioni utili che possono alimentare le iniziative normative della Commissione che riguardano l’Internet of Things – proprio come la nostra ultima indagine settoriale, sui mercati del commercio elettronico, ha contribuito alle norme contro il geoblocking ingiustificato. E invia anche un messaggio importante ai potenti operatori di questi mercati che li stiamo osservando e che devono fare affari in linea con le regole di concorrenza”.

L’inchiesta nei confronti di Google Assistant

Obiettivo primario dell’inchiesta aperta nei confronti di Google e del suo Google Assistant a conclusione della prima fase di consultazione pubblica del report sul settore Iot, è quello di determinare se la società ponga in essere delle pratiche di concorrenza sleali che non consentano ai produttori di terze parti l’installazione di assistenti vocali alternativi sui dispositivi Android.

La raccolta preliminare di informazioni, stando a quanto riportato dall’agenzia MLex, si sarebbe già svolta mediante l’invio di questionari ai produttori di dispositivi connessi a Internet, tramite i quali l’Autorità Antitrust ha voluto capire se le aziende che offrono gli assistenti vocali mettono in atto pratiche di esclusività (vietando ai rivali l’uso dei dispositivi Android) o creano vincoli nella vendita e uso degli assistenti vocali.

Tra le questioni da approfondire rientrano, a titolo esemplificativo, l’eventuale impedimento, da parte di Google, ad installare assistenti vocali concorrenti sui dispositivi Android, la possibilità o meno di preinstallare due o più assistenti vocali diversi, e il ruolo del Google Play Store all’interno dell’ecosistema mobile.

A tal riguardo, Google ha affermato che Android offre più scelta di qualsiasi altra piattaforma mobile: “I produttori possono scegliere quali assistenti vocali installare sui loro dispositivi e gli utenti possono anche scegliere quali assistenti utilizzare e installare”, ha detto la società.

Sempre secondo quanto riportato da Mlex, scopo della Commissione Europea è anche quello di sapere se Google potrebbe utilizzare il suo processo di certificazione dei nuovi dispositivi al fine di garantire l’esclusività dell’assistente vocale mediante metodi alternativi.

Ulteriori indagini potrebbero seguire al momento della presentazione della versione finale della relazione sul settore degli assistenti vocali e dell’IoT, prevista per la prima metà del 2022.

Questa non sarebbe la prima volta che Google viene direttamente coinvolto in indagini da parte dell’Autorità Antitrust UE potenzialmente foriere di pesanti sanzioni. Nel 2011, infatti, l’Unione Europea affermava che il sistema operativo Android era un mezzo per attuare pratiche anticoncorrenziali scorrette, finalizzate a far uscire i rivali dal mercato.

Non solo Google: cosa verrà dopo

Le aziende intervistate dalla Commissione Europea avrebbero individuato quattro principali problematiche applicabili a tutti i principali fornitori di assistenti vocali, comprese Amazon ed Apple, al fine di mantenere la propria posizione dominante:

  • l’impossibilità per i produttori di dispositivi intelligenti di installare un secondo assistente vocale su un dispositivo;
  • la promozione, da parte dei fornitori di assistenti vocali, dei propri servizi o quelli di terze parti tramite impostazioni predefinite non modificabili che limitano le capacità di potenziali concorrenti e pongono le Big Tech in una posizione di intermediari tra i dispositivi intelligenti e gli utenti;
  • l’ampio accesso ai dati, comprese le informazioni sulle interazioni degli utenti con i dispositivi intelligenti di terzi e i servizi di Internet degli oggetti di consumo. I partecipanti all’indagine settoriale ritengono che l’accesso e l’accumulo di grandi quantità di dati non solo offrirebbero ai fornitori di assistenza vocale vantaggi in relazione al miglioramento e alla posizione di mercato dei loro assistenti vocali generici, ma consentirebbero loro anche di penetrare più agevolmente nei mercati contigui;
  • la mancanza di interoperabilità tra i dispositivi.

Non può negarsi che, sulla base di tali presupposti, ai concorrenti residuano fette di mercato del tutto irrisorie, che non consentano ai loro assistenti vocali di costituire una vera “minaccia” per i colossi digitali.

In merito alla posizione dominante ricoperta sul mercato da Google, Apple ed Amazon, quest’ultima ha dichiarato che, nella realtà dei fatti, “C’è un’intensa competizione, da parte di molte aziende che operano nel settore delle smart home. Non ci sarà, e non dovrà esserci, un solo vincitore. Lo abbiamo sostenuto fin dall’inizio e progettato Alexa di conseguenza.” Il portavoce di Amazon ha aggiunto, inoltre, che “Oggi, Alexa è compatibile con oltre 140.000 prodotti per le smart home e rendiamo semplice per chi li realizza integrare Alexa direttamente nei loro dispositivi. Abbiamo inoltre fondato la Voice Interoperability Initiative, ora sostenuta da 80 aziende, impegnata nell’offrire ai clienti la scelta e la flessibilità dell’accesso a molteplici servizi vocali su un singolo dispositivo”.

Tuttavia, allo stato degli atti non può che prendersi atto di come le Big Tech stiano dominando il mercato, anche grazie alla molteplicità di servizi offerti, che consente loro non solo di avere il pieno controllo dei dispositivi proprietari e di terze parti, ma anche di accedere a quantità di dati superiori a quelle di qualsiasi concorrente. Non solo: prendendo come riferimento proprio Amazon, la stessa ben potrebbe utilizzare i dati ottenuti dagli assistenti vocali per spingere gli utenti ad acquistare i propri prodotti, preferendoli a quelli dei concorrenti terzi.

Le indagini dell’Antitrust UE sulle big tech

È opportuno rammentare, in chiusura, che le Big tech sono attualmente sotto osservazione non soltanto per quanto riguarda gli assistenti vocali.

Tra le indagini più recenti che risultano ancora aperte innanzi alla Commissione Europea, figura, in primo luogo, il caso AT.40670, finalizzato alla verifica dell’eventuale violazione, da parte di Google, delle regole per la libera concorrenza nel mercato nella cosiddetta catena di approvvigionamento “”ad tech”, favorendo i propri servizi di tecnologia di pubblicità display online a scapito dei fornitori concorrenti di servizi di tecnologia pubblicitaria, degli inserzionisti e degli editori digitali. L’indagine esamina, in particolare, se Google stia distorcendo la concorrenza limitando l’accesso da parte di terzi ai dati degli utenti a fini pubblicitari su siti web e app, riservando tali dati per il proprio utilizzo.

Anche nei confronti di Amazon risultano ancora in corso due indagini. La prima indagine ha quale scopo quello di determinare se il colosso digitale potrebbe aver utilizzato dati sensibili su larga scala per competere con i rivenditori più piccoli, profittando della sua doppia natura di piattaforma e di rivenditore; in qualità di fornitore, infatti, Amazon accede ad una serie di dati non pubblici sulle vendite dei rivenditori terzi, come il numero di prodotti ordinati e spediti, il numero di visite alle offerte, la performance storica del rivenditori, le garanzie attivate sui prodotti. Ad oggi, le evidenze ottenute dalla Commissione indicherebbero che grandi quantità di dati relativi alle vendite al dettaglio affluiscano direttamente all’interno dei sistemi di Amazon, la quale aggrega i dati e li usa per calibrare le offerte sulla propria piattaforma e determinare quali decisioni strategiche compiere.

La seconda indagine, invece, mira ad accertare se le modalità di selezione dei vincitori delle Buy Box e di abilitazione dei rivenditori all’offerta di prodotti nei confronti dei clienti Prime, comporti un trattamento preferenziale della vendita al dettaglio di Amazon o dei venditori che utilizzano i servizi di logistica e consegna dello stesso, a discapito degli altri. Di particolare interesse è anche la gestione della piattaforma con riferimento alle modalità di visualizzazione dei prodotti nei risultati di ricerca.

A sua volta, Apple è coinvolta in indagini che riguardano la gestione degli acquisti in-app e del sistema Apple Pay. Oggetto dell’indagine sono i termini e le condizioni poste da Apple per permettere l’integrazione di Apple Pay all’interno delle app e dei siti web, oltre alle limitazioni poste dalla società all’accesso delle funzionalità Near Field Communication NFC di iPhone per i pagamenti nei negozi. Ad aprile 2021, la Commissione Europea aveva anche illustrato i risultati preliminari dell’indagine scaturita dalla denuncia presentata da Spotify nel 2019, affermando che Apple risultava aver violato la normativa antritrust addebitando commissioni ai rivali all’interno dell’App Store e preferendo il servizio di streaming musicale proprietario Apple Music.

Senza contare, da ultimo, che anche nei confronti di Facebook è stata aperta un’inchiesta volta a valutare se la stessa ha violato la normativa antitrust vigente usando i dati pubblicitari raccolti dagli inserzionisti per poi competere con loro all’interno dei mercati nei quali la Società propone attivamente i propri prodotti. Oggetto dell’inchiesta è anche quello di valutare se il servizio di annunci “Facebook MarketPlace” sia collegato al social network. “Facebook” ha affermato a tal riguardo Margrethe Vestager “è utilizzato da quasi 3 miliardi di persone su base mensile e quasi 7 milioni di aziende fanno pubblicità sulla piattaforma, che raccoglie grandi quantità di dati sulle attività degli utenti del suo social network e oltre, consentendogli di rivolgersi a gruppi di clienti specifici. Esamineremo in dettaglio se questi dati diano a Facebook un vantaggio competitivo indebito, in particolare nel settore degli annunci economici online, in cui le persone acquistano e vendono beni ogni giorno e Facebook compete anche con le aziende da cui raccoglie dati. Nell’economia digitale di oggi, i dati non dovrebbero essere utilizzati in modi che distorcono la concorrenza”.

Conclusioni

Sulla scorta di quanto sin qui esposto, si appalesa come la Commissione Europea sia ben determinata a impedire che le Big Tech acquisiscano ancora più potere all’interno del mercato digitale: si ricorda, infatti, che le indagini attualmente condotte dalla Commissione Europea saranno destinate principalmente ad arricchire il panorama normativo attualmente vigente, nel quale rientra anche il Digital Markets Act, contenente previsioni specificatamente pensate sulla scorta degli elementi emersi nel corso delle indagini e dei rilievi sollevati dalle aziende del settore.

Pertanto, ben può presumersi che, nel prossimo futuro, assisteremo ad un’azione di profondo rinnovamento normativo che porrà le grandi aziende digitali ancora una volta al centro dell’attenzione delle Autorità.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 3