contenuti digitali

I giovani si allontanano dalla musica pirata: ecco il quadro Ue e italiano

Scende del 17% il numero di giovani che affermano di aver utilizzato fonti illegali per accedere alla musica e del 7% il numero di quelli che dichiarano di avere usato fonti illegali per accedere ai film. Il frutto della diffusione di un’offerta più aderente alle necessità dei consumatori e di una maggiore sensibilizzazione

Pubblicato il 17 Giu 2022

Enzo Mazza

CEO F.I.M.I. (Federazione industria musicale italiana)

Photo by Firmbee.com on Unsplash

La crescente diffusione di piattaforme con modelli diversificati di consumo, sia premium che free, e sensibilizzazione sui rischi informatici sembra stiano sortendo qualche effetto tra i giovani europei, che si dimostrano meno propensi ad accedere a contenuti illegali o contraffatti online.

È quanto emerge da uno studio sull’accesso a contenuti illegali o contraffatti in rete da parte dei giovani tra 15 e 24 anni commissionato dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) a Ipsos. La ricerca si è svolta tra il 7 e il 28 febbraio 2022. Sono stati intervistati oltre 22 mila giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni in tutti i 27 Stati membri dell’UE.

Streaming illegale, il nuovo boom: come combattere il fenomeno

In generale, per quanto riguarda i contenuti digitali, il 51% dei giovani tra i 15 e i 24 anni in Europa afferma di non aver usato, giocato, scaricato o utilizzato in streaming contenuti provenienti da fonti illegali negli ultimi 12 mesi.

Il 21% dei giovani tra i 15 e i 24 anni afferma di aver utilizzato intenzionalmente contenuti digitali provenienti da fonti illegali. Il 22% afferma di essere disposto a pagare servizi di abbonamento a contenuti digitali, se il prezzo è accessibile.

La pirateria online di contenuti digitali e lo sviluppo dei servizi in abbonamento

L’introduzione di modelli di business basati su abbonamento per i contenuti digitali sembra aver guadagnato terreno, con un aumento di 9 punti percentuali di coloro che sottolineano l’importanza di sottoscrivere un abbonamento per accedere a tutti i contenuti.

Inoltre, i modelli rispetto ai contenuti a cui i giovani accedono hanno subito un cambiamento significativo rispetto al 2016, con una diminuzione di 17 punti percentuali del numero di giovani che affermano di aver utilizzato fonti illegali per accedere alla musica e di 7 punti percentuali del numero di giovani che dichiarano di avere utilizzato fonti illegali per accedere ai film.

I motivi dell’utilizzo di fonti illegali è meno probabile che siano la mancata necessità di registrarsi e la possibilità di accedere ai contenuti per singolo prodotto. Nel complesso, questi risultati suggeriscono che la tendenza verso offerte legali di servizi in abbonamento, almeno in alcuni mercati, potrebbe indirizzare il comportamento online dei giovani verso queste offerte legali e successivamente ridurre la forza di attrazione di quelle illegali.

Oltre all’offerta legale, cresciuta in maniera significativa, sicuramente c’è stata una certa sensibilizzazione nelle giovani generazioni sui rischi informatici connessi con l’uso di contenuti illegali.

I giovani sono sensibili ai rischi personali legati alla scelta di comportamenti che violano la PI altrui online. Il rischio di furto dei dati della carta di credito o di infezione del computer o dispositivo da virus o malware sono i principali motivi che inducono i giovani a riflettere due volte prima di acquistare contenuti digitali da fonti illegali o prodotti contraffatti.

Tuttavia, alcune delle argomentazioni di carattere “morale” sono diventate più convincenti per i giovani. Sempre più giovani ritengono che i prodotti contraffatti “non siano di moda” e si preoccupano che “gli artisti/creativi e i loro collaboratori possano subire un danno”.

Il quadro italiano

Il 61% in Italia rispetto al 60% nell’UE non ha effettuato l’accesso a contenuti piratati mentre il 24% in Italia rispetto al 21% nell’UE ha effettuato intenzionalmente l’accesso a contenuti piratati negli ultimi 12 mesi.

La situazione riguardante i contenuti illegali più utilizzati in Italia è stata così riassunta.

  • Film 58%
  • Serie televisive/ Spettacoli 56%
  • Musica 39%
  • Software 30%
  • Eventi sportivi dal vivo 31%
  • Videogiochi 28%
  • Libri elettronici 25%

Da rilevare anche la cresciuta sensibilizzazione tra i ragazzi sui danni causati dalla pirateria. Il 69% (contro il 63% del 2019) ritiene che gli artisti, i creativi e i loro collaboratori possono subire un danno, una percentuale media più alta rispetto a quella EU, segno che le costanti campagne informative hanno raggiunto qualche effetto anche nel nostro Paese.

Negli ultimi anni, in particolare nel settore musicale, è in ogni caso cresciuto significativamente l’offerta di contenuti e il numero di abbonati ai servizi è esploso.

Da non dimenticare anche che nel settore musicale le piattaforme hanno a disposizione modelli diversificati di consumo, sia premium che free sostenuto dalla pubblicità, venendo così incontro alla motivazione legata ai prezzi evidenziata anche nella ricerca EUIPO.

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