la critica

Il digitale in Sanità è senza guida, “ecco cosa dice l’esperienza sul campo”

Il punto di vista di chi nella sanità ci lavora e prova a implementare la tecnologia nell’assistenza di tutti i giorni sugli ultimi dati relativi al digitale: dietro i numeri ottimistici c’è ancora tanto lavoro da fare per una efficace digitalizzazione del sistema sanitario nazionale

Pubblicato il 15 Mag 2017

Sergio Pillon

Coordinatore della Trasformazione Digitale, ASL di Frosinone

medical_628293236

È arrivato l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità.  Il titolo ne sintetizza le conclusioni: “La sanità digitale vale 1,27 miliardi di euro, innovazione a due velocità: corrono cittadini e medici, ancora lento il SSN”.

Il rapporto visto con gli occhi di chi da molti anni lavora in questo settore, di chi nel quotidiano cerca di implementare la tecnologia nell’assistenza di tutti i giorni, fa nascere sentimenti contrastanti. Il primo sentimento è un sollievo – “finalmente in Italia le cose si stanno muovendo” – poi mi guardo intorno e mi cadono le braccia.

Analizziamo assieme i dati emersi nella sintesi comunicata alla stampa: “Per la digitalizzazione della Sanità italiana l’anno scorso sono stati spesi complessivamente 1,27 miliardi di euro (1,1% della spesa sanitaria pubblica, 21 euro per abitante), con una contrazione del 5% rispetto al 2015 (1,34 miliardi di euro, pari all’1,2% della spesa sanitaria pubblica, circa 22 euro per abitante). Nel dettaglio, 870 milioni di euro sono stati spesi dalle strutture sanitarie (-6%), 310 milioni direttamente dalle Regioni (-3%), 72 milioni dagli oltre 47mila Medici di Medicina Generale (1.538 euro per medico, con un aumento del 3% rispetto al 2015) e 16,6 milioni direttamente dal Ministero della Salute (-8%). La spesa complessiva dell’Italia per la Sanità resta lontana dagli standard dei Paesi europei avanzati”(…).

Le Direzioni Strategiche sono ormai consapevoli dell’importanza di offrire servizi digitali ai cittadini, su cui nel 2016 sono stati investiti 14 milioni di euro: l’80% delle strutture offre già – direttamente o tramite soluzioni regionali – il download dei referti via web, il 61% prenotazione delle prestazioni via internet.”

Ogni buon ricercatore sa che un rapporto non si giudica dalla sintesi, io però dispongo solo della sintesi comunicata dalla stampa e questi dati, letti con l’occhio di vive questa realtà quotidianamente, (mi perdonino i tecnici che hanno elaborato il rapporto), appaiono come i famosi carri armati di Mussolini, quelli di cartone, quelli che venivano spostati da una parte all’altra dell’Italia per fargli vedere un paese diverso da quello che tutti gli italiani conoscevano bene.

Analizziamo le affermazioni nel dettaglio: sappiamo che da molti anni i medici di medicina generale ricevono un contributo annuo “per la digitalizzazione” di circa 1500 euro. Sono probabilmente pochi, ma potrebbero essere anche troppi: nessuno controlla realmente il “meaningful use”, l’utilizzo reale, significativo per il sistema sanitario, che viene fatto di questi contributi, ad esempio se e come servono semplicemente a pagare (e sarebbe troppo) il gestionale di studio e la ADSL, o anche come questi gestionali sono messi in rete. Nessuno, a parte la buona volontà delle organizzazioni del medico di famiglia, giudica la qualità/prezzo, valuta indicatori del processo informatizzato e l’eventuale miglioramento della qualità delle cure legate alla rete (e si signori, la sanità digitale ormai si chiama anche sanità in rete). Ma il problema non è solo l’hardware e software dei medici di famiglia, che, anzi, sono una delle parti più “informatizzate” del nostro SSN e usano il personal computer da moltissimi anni. Il problema è che purtroppo sulla rete siamo ancora molto indietro. Si pensi solo ai servizi ai pazienti: quanti di voi prenotano un appuntamento con il proprio medico di famiglia on line? Al massimo ci si interagisce via mail, whatsapp e sms, “Il 14% dei cittadini ha comunicato via email con il proprio medico di famiglia (MMG)”, la conferma viene dal rapporto ma vogliamo ascoltare la voce di molti miei colleghi? La vox populi è “io non posso mettere whatsapp sul mio cellulare di lavoro perché altrimenti i pazienti mi massacrano di richieste a qualsiasi ora del giorno e della notte” e la stessa cosa succede con Messenger, eMail, e Whatsapp con il proprio medico. Vuol dire sanità digitale per il cittadino? No, un penoso tentativo degli utenti e dei medici di un “fai da te” in mancanza di un sistema organizzato, fatto passare miseramente come “evoluzione digitale”. Le basi dell’atto medico, da prima che fossero digitali, dove vanno a finire con questa “telemedicina pecoreccia”?

Continuiamo a leggere insieme la sintesi del rapporto: “Tra i diversi ambiti della Sanità Digitale, è in particolare alla Cartella Clinica Elettronica (CCE) che le Direzioni aziendali delle strutture sanitarie riconoscono un ruolo chiave per supportare gli obiettivi strategici: è molto rilevante per il 59%, con investimenti di 65 milioni di euro nel 2016”. Nella mia esperienza di rapporti operativi con le Direzioni Aziendali ho osservato che su questo tema purtroppo nei fatti la maggior parte delle Direzioni Aziendali non riconoscono affatto i meriti del FSE: viene visto come un obbligo di legge dal quale non possono esimersi ed infatti incontra enormi ostacoli nell’implementazione clinica e nell’uso reale. Ma non lo dico “a sensazione” lo dico come membro del comitato scientifico del progetto eHealthNet, progetto appena terminato, uno dei maggiori in Italia, che ha avuto come capofila l’ICAR CNR di Napoli (quelli che hanno definito le regole tecniche del FSE) e la partecipazione di alcuni dei maggiori player dell’ICT in Italia. Le direzioni aziendali non stanno facendo nulla in senso proattivo per rendere vivo e funzionale il FSE, a parte ottemperare, con tutta calma agli obblighi di legge, e ben lo sa il cittadino, che continua ad usare fieramente il suo CDC, cassetto del comò della camera da letto, dove ripone con cura nelle cartelline analisi e referti.

I medici di medicina interna? Leggo dal report che “Analogamente, i Medici di Medicina Interna usano nella propria pratica clinica le funzionalità della CCE in mobilità, come il supporto alle decisioni cliniche con linee guida e best practice (15%) e la consultazione di referti e immagini (12%)” CCE vuol dire cartella clinica elettronica; forse c’è qualche problema nella sintesi ma credo che i medici di medicina interna che nel 15% dei casi che vedono la cartella clinica elettronica in mobilità siano, forse, solo quelli svedesi. Certo potrei essere all’oscuro di una realtà che riguarda così tanti colleghi, ma sinceramente ho molti dubbi, vista la mia pratica quotidiana con gli internisti, categoria cui appartengo anch’io, come specialista in Angiologia Medica. Probabilmente il dato espresso nel rapporto è un po’ differente ma come lo leggo nella sintesi comunicata alla stampa fa sorridere (forse sono gli internisti ospedalieri e mi stupisce allora che solo il 12% veda le lastre dei propri pazienti online!).

La telemedicina? leggo che “Il 39% delle Direzioni Strategiche ritiene la Telemedicina un ambito prioritario, valore sensibilmente superiore a quanto rilevato nel 2016 (21%), e crescono gli investimenti, pari a 20 milioni di euro nel 2016 (contro i 13 milioni del 2015)” Sono il coordinatore della Commissione paritetica della conferenza stato-regioni, che ha l’obbligo di monitorare l’applicazione della telemedicina in Italia secondo le linee di indirizzo approvate. Abbiamo inviato, formalmente, attraverso la conferenza stato regioni, su carta intestata “Governo Italiano” per ben tre volte, un questionario conoscitivo alle Regioni per sapere se stessero portando avanti dei progetti, o se ne avessero solo l’intenzione e a chi avremmo potuto rivolgerci per saperne di più. Dopo 3 invii e 12 mesi di attesa abbiamo ricevuto solo 5 risposte dalle Regioni.  E le Regioni saranno valutate in sede LEA anche su questi temi ma sembra non siano interessate a rispondere. Il rapporto afferma “Le soluzioni di Telemedicina maggiormente diffuse nelle strutture sanitarie sono quelle di Teleconsulto tra strutture ospedaliere o i dipartimenti: per un’azienda su tre sono presenti ormai a regime.” , una su tre usa il teleconsulto? volevano dire forse la Telecooperazione sanitaria? chi può dirloAmbito prioritario? ma mi facci il piacere! diceva l’indimenticato Totò, a dire bugie nelle interviste telefoniche e nei questionari ricevuti dai ricercatori cresce il naso e temo di vedere una foresta di nasi ai prossimi convegni delle direzioni aziendali e direzioni strategiche. Continuiamo… “i Medici di Medicina Interna utilizzano soprattutto servizi di Teleconsulto (16%, di cui però solo il 4% con un utilizzo frequente). Tuttavia i tassi di interesse sono molto elevati e ciò lascia intravedere notevoli potenzialità di crescita: l’84% degli internisti desidererebbe – in ottica di continuità ospedale-territorio – poter usufruire di un servizio di Tele-consulto con i Medici di Medicina Generale”.

A parte un approssimativo “Teleconsulto” tutto attaccato all’inizio della frase diventato poi Tele-consulto a fine frase io non riesco a capire di cosa si stia parlando. Il Teleconsulto, secondo l’Italia, come definito dalle linee di indirizzo nazionali per la Telemedicina (che certamente l’osservatorio del Politecnico di Milano conosce bene), è quello tra operatore sanitario e altro operatore sanitario in presenza del paziente. Io credo che gli internisti vorrebbero parlare con i medici di medicina generale…anche senza il paziente. Non lo chiamiamo in Italia Teleconsulto e neppure Tele-consulto ma Telecooperazione sanitaria. I medici di famiglia utilizzano nel 16% dei casi servizi di teleconsulto? Che vuol dire? forse Telerefertazione (ben altro valore). E gli internisti che vorrebbero il Tele-consulto (con il trattino) nell’84% dei casi? Neppure in Svezia ci si avvicina a queste cifre!

Infine gli investimenti: 20 milioni di euro? Sapete quanti sono in termini reali? Per fare un confronto, il costo degli investimenti 2016-2018 della sola azienda ex USL Pistoia (i bilanci della regione Toscana sono tutti online ed è facile trovare esempi) è di oltre 43 Milioni di euro.  33 Milioni (in due anni) a livello nazionale servono forse per pagare la corrente elettrica della telemedicina!

Concludiamo questo breve sfogo con le valutazioni sui cittadini: leggo “Cittadini sempre più “in Rete” – I cittadini italiani sono già in Rete e pronti a sfruttare i vantaggi delle tecnologie digitali anche nell’eHealth: il 51% degli italiani ha utilizzato almeno un servizio online in ambito sanitario, contro il 49% del 2016, con un livello di utilizzo superiore tra i cittadini laureati o di età compresa tra i 25 e i 54 anni, ovvero quella fascia di età abituata all’utilizzo del digitale nella vita quotidiana.”

Continuo a credere che ci sia confusione sui termini o si stia parlando di Nord Europa. Quali sarebbero i servizi online in ambito sanitario utilizzati? Scaricare un referto è un servizio on line che rientra nella sanità digitale? I cittadini cercano su Google ma io sono riuscito ad arruolare nel servizio di Telemedicina pazienti con piaghe (quindi con un fortissimo interesse a non dover venire in ospedale a giorni alterni) solo nel 20% dei casi. Tanto pronti non direi…

Le soluzioni: secondo il rapporto “Oltre ai ritardi normativi, secondo le Direzioni Strategiche delle strutture sanitarie la principale barriera allo sviluppo della Sanità digitale è la mancanza di risorse economiche (65%) e umane (50%). Quella economica rappresenta la principale barriera anche secondo il 73% dei Medici di Medicina Interna, mentre per i Medici di Medicina Generale non costituisce più una barriera rilevante. Tuttavia, il digitale stenta a decollare spesso a causa di una bassa cultura digitale tra gli addetti ai lavori: barriera riconosciuta dal 34% delle Direzioni Strategiche, dal 43% degli internisti e dal 51% dei MMG. La maggior parte dei rispondenti ritiene necessaria una formazione digitale continua (30% dei Direttori, 37% degli internisti e 38% dei MMG) o che tale formazione avvenga nel ciclo di studi pre-universitario (43% dei Direttori, 32% degli internisti e 36% dei MMG).”

Ritardi normativi? Quando chiedi alle Regioni di quali norme avrebbero bisogno neppure rispondono… Dunque mancherebbe il denaro? Un sistema reso più efficiente il denaro lo trova nel risparmio, forse vogliono dire che manca il denaro per gli investimenti, altrimenti i risparmi di cui tutti parlano dove sono? Perdonatemi se penso male, in genere ci si indovina, ma a me sembra la solita scusa, “se avessimo più denaro…, Quam tangere ut non potuit, discedens ait: “Nondum matura est; nolo acerbam sumere.”

Mancherebbero risorse umane? Per la mia esperienza tutte le persone che conosco formate con Master Universitari di I e di II livello o con scuole di alta formazione in eHealth sono utilizzate per ben altro… Ed è una lamentela comune di persone con altissime competenze quando ci incontriamo nei convegni o sui tavoli di lavoro. Nel mio piccolo, il mio CV in ospedale (una grande azienda ospedaliera) è stato valutato inferiore a quello di un collega perché io, oltre alla Angiologia, avevo fatto la Telemedicina mentre lui aveva fatto solo la Angiologia! Un coordinatore infermieristico con un master in eHealth non viene neppure considerato per la telemedicina aziendale, un’altra con un master in ferite difficili e tesi in Telemedicina mi viene tolta perché serve in Day Hospital. La formazione pre-universitaria? Serve per il futuro, ma cosa ci facciamo con le migliaia di operatori con laurea e laurea specialistica?

Nella mia esperienza quotidiana le cose stanno in modo ben diverso: manca una leadership digitale (capacità di gestire il cambiamento digitale), non solo quindi la formazione digitale per i manager attuali, in gran parte sostanzialmente analfabeti digitali al massimo autodidatti, ma purtroppo spesso convinti di essere esperti solo perché usano correntemente PC e smartphone (e lo dimostrano le risposte date ai ricercatori). Manca una valutazione delle competenza di leadership digitale fatta ai candidati alle direzioni aziendali perché manca una reale volontà dei decisori regionali, e lo dimostra quello che non riusciamo a fare come Commissione Nazionale, manca una reale possibilità di incidere sul cambiamento da parte dei medici, con un’età media tra le più alte in occidente, sommersi da una quotidianità che riescono a gestire a malapena con un quasi totale disinteresse delle amministrazioni a migliorare i processo di diagnosi e cura, interessate soprattutto all’efficienza economica dello stesso. Manca una formazione abilitante ed obbligatoria post-universitaria, mancano Indicatori di processo di Salute Digitale e non semplici affermazioni generiche da questionario, indici come il DESI Digital Economic and Society Index, e non semplici referti scaricati on line raccontati dai pazienti come esperienze di sanità digitale, mancano fondi con destinazione d’uso obbligata anche solo nei bilanci correnti. Gli indicatori per la valutazione dei processi sono stati definiti e messi in obbligo dalle linee di indirizzo nazionali per la telemedicina e sono completamente disattesi, salvo rarissime eccezioni dalle Regioni, che preferiscono una molto più comoda autoreferenziazione.

Infine lasciatemi concludere con le affermazioni di Cantone (Autority Nazionale Anticorruzione, ANAC) “Io sfido i numeri e dico che la corruzione esiste, è particolarmente profonda e grave nel settore della sanità” (13/01/2017).  La Sanità Digitale rende il sistema trasparente e questo credo che sia uno degli ostacoli più importanti alla digitalizzazione del SSN e quello da combattere con maggior vigore.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2